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Covid, Ronaldo voleva giocare contro il Barcellona ma “il tampone è una ca…ta”

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Il tampone Covid? “E’ una c…ata”: e’ il giudizio che da’, in un commento su Instagram, Cristiano Ronaldo, costretto a saltare il confronto con il Barcellona di Messi perche’ ancora positivo. “Pcr is bullshit”, scrive CR7, dove prc e’ l’acronimo della tecnologia usata per i test rino-faringei per la ricerca del Coronavirus. Al commento di Ronaldo sono subito seguiti migliaia di messaggi.

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Bandecchi attacca Juve e Gravina, Figc apre inchiesta

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La procura della Federcalcio accende un faro su Stefano Bandecchi, il presidente della Ternana, reduce dalla salvezza in serie B. Lo fa dopo un duro attacco a numero uno della Federcalcio Gabriele Gravina sul caso patteggiamento Juve. Così il vulcanico patron rossoverde non ha nemmeno il tempo di insediarsi come sindaco di Terni che si è ritrovato in una bufera calcistica. E a nulla sono valse finora le sue precisazioni: “non ho mai voluto offendere Gravina”, salvo poi concludere con un “comunque faccia lui”. Nel mirino di Bandecchi è finito il patteggiamento della Juve sulla manovra stipendi. Intervenuto alla diretta di calciomercato.it ai microfoni di TvPlay, ha attaccato il vertice della Figc.

“Con tutto il rispetto per Gravina – le sue parole, ieri – penso che debba cambiare spacciatore, ha detto qualcosa di gravissimo per un uomo con una carica come la sua. Ha sbagliato, quello che ha detto non ha né capo né coda, forse voleva dire qualcosa di diverso. Non esiste nessuno di considerabile sopra le leggi, perché sennò scusate io domani vado a fare una rapina in banca e con quei soldi risolvo i miei problemi”. “Io voglio bene ai tifosi della Reggina – ha poi detto ancora -, ma il Chievo aveva una situazione simile ed è stato fatto fallire. Il mondo del calcio continuo a capirlo poco, la Juventus ha debiti incredibili come Milan e Inter, è un mondo che fa vivere molto bene calciatori, allenatori, ma poi massacra i presidenti. Parlare con Gravina? Ci sono sempre discussioni, la serie A prende molto più denaro di noi e ci sono discussioni incredibili tra A e B, in B abbiamo spese incredibili e infatti chi sale in A poco dopo scende, non c’è molto dialogo ad oggi”.

Parole alle quali è seguita l’inevitabile reazione della procura della Federcalcio che ha subito appena aperto un fascicolo, con Gravina intenzionato a chiedere l’autorizzazione per adire le vie legali. In giornata Bandecchi ha comunque precisato le sue parole. Spiegando – con una nota sul sito della Ternana – di non “aver mai avuto intenzione di offendere” Gravina” e “rinnovando nel contempo la totale stima verso il suo l’operato da sempre sostenuto anche nelle sedi e nelle assemblee istituzionali”. “Il sottoscritto – ha aggiunto – ha in realtà risposto ad una affermazione di un giornalista che attribuiva alle parole del presidente federale sul patteggiamento della Juventus dinanzi al tribunale federale un significato per il quale era più importante salvaguardare un asset economico piuttosto che le normative nella specifica materia. Non condividevo tale affermazione e precisavo nel prosieguo dell’intervento che ‘se quelle erano effettivamente le parole pronunciate dal presidente Gravina’, quest’ultimo avrebbe male espresso un concetto basilare, non essendo possibile anteporre l’interesse di un singolo soggetto alla giustizia che deve essere equa ed eguale per tutti”. “Non ho nessun problema – ha sottolineato poi con i giornalisti insediandosi come sindaco -, Gravina può farmi stare fuori dai campi di calcio se questo è quello che pensa dopo ciò che ha detto e può denunciarmi all’autorità giudiziaria se lo ritiene opportuno. Io confido nel fatto che è stato sempre un uomo intelligente. Detto questo facesse lui”.

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Juventus, c’è il dilemma Allegri nel piano di riscatto

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La tormentata stagione della Juventus finirà ufficialmente domenica con la trasferta di Udine, poi si aprirà un’altra fase cruciale per squadra e club. “Il 5 giugno ci troveremo per pianificare una serie di cose, ne usciremo fortificati da tutte le vicende che abbiamo vissuto” diceva Massimiliano Allegri prima di affrontare il Milan e di subire la quindicesima sconfitta stagionale (16 se si aggiunge l’eliminazione di Siviglia dopo il pari nei 90 minuti). Tante, troppe, anche se ci sono attenuanti e alibi, tra un’infermeria sempre piena alla Continassa e le questioni extra-campo che hanno avuto inevitabili conseguenze sui risultati. Il massimo cui può ambire la Juve è il quinto posto, anche se dovrà superare Roma e Atalanta all’ultima curva partendo in ritardo di uno e due punti. I bianconeri possono agguantare l’Europa League, ma pende sempre il giudizio dell’Uefa che potrebbe escludere la Juve dalle coppe internazionali.

Perché se da una parte i problemi con la Figc sono stati sanati tra la penalizzazione sul caso plusvalenze e il patteggiamento per la querelle stipendi, dall’altra c’è ancora attesa di capire eventuali sanzioni e provvedimenti sul fronte internazionale. In ogni caso, l’impatto economico sarà importante, perché la Champions garantiva introiti imparagonabili a quelli delle altre competizioni e almeno per il prossimo anno i bianconeri non saranno su palcoscenici del genere. Così anche la rosa dovrà essere ridisegnata, a partire dal nuovo ds (in pole c’è sempre Giuntoli) e dalla situazione legata all’allenatore.

I risultati non sono dalla sua parte, l’Allegri-bis non è riuscito a ripetersi: il ciclo vincente non si è riaperto, il suo biennio si concluderà con zero trofei in bacheca. Un ‘delitto’ per un club come la Juve, lo ha sottolineato anche Szczesny, ed è inevitabile che la posizione del tecnico sia sotto la lente d’ingrandimento. Il rendimento deludente, però, è bilanciato da un contratto pesantissimo, da circa sette milioni di euro a stagione per altri due anni, e sono in corso valutazioni. Poi ci sono i discorsi legati ai singoli giocatori: l’avventura di Di Maria è ormai ai titoli di coda, il rinnovo di Rabiot è in salita e non si esclude una partenza eccellente per finanziare il mercato. Il nome di Vlahovic è quello più chiacchierato, il Bayern Monaco sembra intenzionato ad affondare il colpo per l’ex viola che fu prelevato nel gennaio del 2022 per 70 milioni di euro più 10 di bonus. La Juve è da ricostruire, ci sono molti più punti interrogativi che certezze dalle parti della Continassa. Di certo, però, si lavorerà per tornare vincenti e competitivi.

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Europa League, la Roma tradita dai rigori: a Siviglia si fa festa per settima volta

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Il cielo è biancorosso sopra a Budapest e non giallorosso come Josè Mourinho e i suoi speravano. In una notte infinita e maledetta per la Roma – ancora un portiere avversario che balla sulla linea e para, ancora una finale persa ai rigori – a festeggiare è il Siviglia che va sotto nel primo tempo grazie ad una prodezza di Dybala, ma resiste, prende il mano la partita e si riprende nella ripresa pareggiando su uno sfortunato autogol di Mancini. Sull’1-1 le due squadre ci provano fino alla fine dei 90′, ma la rete decisiva non arriva e si va ai supplementari.

Anche nell’overtime la partita non si sblocca e dopo un match che sembra infinito (143′ minuti con i recuperi) si passa alla lotteria dei rigori che premia gli spagnoli. Mendilabar e i suoi si portano a casa il settimo sigillo approfittando degli errori dal dischetto di Mancini e Ibanez. Il tabu andaluso delle finali mai perse rimane intatto, quello dell’invincibile Special One si spezza. La Roma parte con Paulo Dybala dall’inizio: dopo giorni di pretattica Mourinho svela la carta del campione del mondo in campo insieme e piazza sulle fasce sia Spinazzola che Celik. In avanti anche Abraham assistito da capitan Pellegrini. Niente soprese per il Siviglia di Mendilabar che lascia in panchina l’ex Lamela. Pronti via e subito grande ritmo in campo soprattutto da parte della Roma che spinge e mette paura al Siviglia al 10′: Dybala vede il taglio di Celik, palla dietro per Spinazzola che calcia di prima intenzione ma con il destro e Bonou può respingere. Passati i primi frenetici minuti la partita si addormenta un po’ e si fa più combattuta a centrocampo.

Arriva il primo cartellino giallo della partita per una gomitata di Matic a Ocampos. I giallorossi sembrano più vivi che mai, mentre la squadra di Mendilibar è molto attendista. E i frutti del forcing degli uomini di Mourinho si traduce nel vantaggio giallorosso poco dopo la mezz’ora: Mancini disegna un lancio filtrante Dybala che vola in area di rigore in area di rigore e infila Bounou con un rasoterra alla sinistra del portiere marocchino. Andati sotto gli spagnoli subiscono il colpo e rischiano il doppio svantaggio grazie alla vena di Dubala e Pellegrini. Nei minuti di recupero del primo tempo (ben sette quelli concessi dall’arbitro inglese Taylor) la Roma rallenta lasciando spazio alle prime vere folate offensive degli andalusi che sfiorano il pari con l’ex Barcellona Rakitic che coglie il palo con un bolide scagliato dalla distanza. E’ il segnale che il Siviglia non ci sta e vuole riprendersi la partita. Il match riparte con il Siviglia in campo con l’ex Roma Lamela e l’ex Milan Suso, ed e’ soprattutto il secondo a incidere per cambiare direzione al match: gli spagnoli continuano a spingere alla ricerca del pari che arriva quasi subito grazie ad un autogol sfortunato di Mancini: palla messa in mezzo molto tesa e il difensore romanista nel tentativo di anticipare Ocampos devia maldestramente all’interno della propria porta.

Sull’1-1 cambia di nuovo l’inerzia della gara con i giallorossi di nuovo alla ricerca del gol, ma escono prima Dybala e poi Abraham, e piu’ che la manovra e’ il carattera a dare qualche speranza a Mourinho. Il pallone, quello resta quasi sempre tra i piedi degli andalusi. Ci va vicino Ibanez sugli sviluppi di una mischia furibonda. Dopo una partita da applausi a venti dalla fine esce Dybala per Wijnaldum. Poco dopo la Roma rischia di andare sotto: l’arbitro Taylor fischia rigore per fallo di Ibanez in area su Ocampos ma il Var scagiona il difensore brasiliano. Poi è la volta della Roma a reclamare un rigore per fallo di mano in area di Fernando ma Taylor non va a rivedere l’azione al video. Passata la paura di riandare in svantaggio le due squadra provano il tutto per tutto: Belotti entra per Abraham e sfiora il del 2-1, poi ci provano gli spagnoli fino alla fine ma si va ai supplementari.

Il primo overtime scorre senza scossoni, Mourinho si gioca la carta El Shaarawy insieme a Llorente in difesa al posto di Spinazzola. A pochi minuti dai rigori si ferma Matic ed entra Bove, la Roma ci prova ancora con una traversa colta a pochi secondi dal termine ma si resta sull’1-1. Si va alla lotteria dei rigori dove gli errori di Mancini e Ibanez: c’e’ anche il brivido del rigore sbagliato da Montiel, e fatto ripetere dall’arbitro. E’ destino a mettere il sigillo sul successo Siviglia sia lui, autore del rigore decisivo al Mondiale per l’Argentina. E Dybala piange, consolato da tutti.

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