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Corruzione all’Europarlamento, chi è la vice presidente greca arrestata Eva Kaili

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Dal giornalismo alla grande politica. Prima dell’arresto in Belgio per l’inchiesta sulla corruzione di funzionari europei, la carriera di Eva Kaili, vicepresidente del Parlamento Ue eletta con il partito socialista del Pasok, aveva seguito il percorso comune a molti altri politici greci. Nata a Salonicco 44 anni fa, Kaili è laureata in architettura e dal 2004 al 2007 si è fatta conoscere come uno dei volti di punta del telegiornale di Mega Channel, popolare canale della televisione greca, dove ha lavorato come presentatrice. In Grecia ha svolto anche attività di consulenza per un gruppo di media e per l’Associazione dell’industria farmaceutica. Tra i più giovani deputati del Pasok eletti nel 2007 nel Parlamento ellenico, nel 2014 è arrivata all’Eurocamera a Bruxelles, dove ha conosciuto il compagno, l’italiano Francesco Giorgi (anche lui tra i fermati), con il quale ha una figlia.

Nel gennaio scorso il grande salto, quando è stata eletta vicepresidente del Parlamento europeo. A detta del segretario del Pasok Nikos Androulakis, che ha estromesso Kaili dal partito, i guai dell’eurodeputata con la sua famiglia politica erano iniziati già tempo prima. “Dal momento in cui ho denunciato lo scandalo intercettazioni in Grecia lo scorso luglio, Kaili ha detto che si trattava di una cosa comune già successa ad altri”, ha spiegato Androulakis, affermando di aver comunicato già a settembre all’eurodeputata che non sarebbe stata ricandidata con il Pasok. Androulakis è stato infatti il primo politico ad avere rivelato un tentativo di hackeraggio del suo cellulare da parte di ignoti con lo spyware Predator.

La sua denuncia è stata la miccia che ha fatto scoppiare nel Paese il cosidetto ‘watergate greco’. In quell’occasione Kaili era stata intervistata dall’emittente Mega e aveva affermato che intercettazioni simili a quella del segretario del suo partito erano state denunciate da eurodeputati di altri Paesi, e lei stessa si era definita vittima di un attacco analogo, sempre da parte di ignoti, durante un viaggio nella penisola arabica. Un’affermazione che non era piaciuta ai vertici del suo partito, ma secondo il portavoce del governo greco Yannis Economou “la signora Kaili è stata una stretta alleata politica di Androulakis per molti anni: lavorano insieme dal 2014, quando sono stati entrambi eletti deputati al Parlamento europeo”.

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Esercito libanese: smantellato il 90% delle strutture di Hezbollah nel sud Libano

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L’esercito libanese ha smantellato “oltre il 90 per cento” dell’infrastruttura militare del gruppo filo-iraniano Hezbollah nel Libano meridionale, vicino al confine con Israele, ha dichiarato un funzionario all’Afp. “Abbiamo completato lo smantellamento di oltre il 90 percento delle infrastrutture di Hezbollah a sud del fiume Litani”, ha dichiarato un funzionario della sicurezza, a condizione di mantenere l’anonimato. L’accordo di cessate il fuoco tra Israele e Hezbollah libanese prevede lo smantellamento delle infrastrutture di Hezbollah.

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Guterres ‘inorridito’ dagli attacchi in Darfur

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  Il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, “è inorridito dalla situazione sempre più catastrofica nel Darfur settentrionale, mentre continuano gli attacchi mortali alla sua capitale, Al-Fashir”. Lo ha detto il portavoce del Palazzo di Vetro, Farhan Haq. La città nel Sudan occidentale è sotto assedio da parte delle Forze di Supporto Rapido paramilitari, guidate dal generale Mohamed Hamdan Daglo, che da due anni combattono contro l’esercito del generale Abdel Fattah al-Burhan. Il portavoce ha riferito che Guterres ha anche espresso preoccupazione per le segnalazioni di “molestie, intimidazioni e detenzione arbitraria di sfollati ai posti di blocco”. In questa situazione, l’entità dei bisogni è enorme, ha sottolineato Haq, citando le segnalazioni di “massacri” avvenuti negli ultimi giorni a Omdurman, nello stato di Khartoum.

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Kiev: grati per firma accordo con gli Usa, favorirà entrambi

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“Sono grata a tutti coloro che hanno lavorato per l’accordo e lo hanno reso più significativo. Ora il documento è tale da garantire il successo per entrambi i nostri Paesi, Ucraina e Stati Uniti”: così la vicepremier ucraina Yulia Svyrydenko ha commentato le intese siglate tra Kiev e Washington, secondo quanto riferito dai media ucraini. “Il 30 aprile, Ucraina e Stati Uniti hanno firmato un accordo sui minerali, atteso da tempo, che istituisce un fondo di investimento congiunto in Ucraina”, ha annunciato Svyrydenko, che oggi era a Washington per firmare l’accordo quadro a nome dell’Ucraina. Ha firmato il documento insieme al Segretario al Tesoro statunitense Scott Bessent (nella foto in evidenza).

Poco prima della firma dell’accordo a Washington il premier ucraino Denys Shmyhal aveva annunciato il via libera del suo governo, precisando che il Fondo di Investimento per la Ricostruzione sarà gestito congiuntamente da Kiev e Washington in un partenariato paritario, con entrambe le parti che contribuiranno al fondo. Secondo Shmyhal, i futuri aiuti militari degli Stati Uniti possono essere considerati contributi al fondo, ma l’assistenza precedente non è inclusa.

“L’accordo – ha precisato – non prevede alcun obbligo di debito”, ha affermato Shmyhal, e l’Ucraina manterrà “il pieno controllo sul sottosuolo, sulle infrastrutture e sulle risorse naturali”, ha affermato. L’istituzione del fondo non interferirà, inoltre, con il percorso dell’Ucraina verso l’adesione all’Unione Europea.

Svyrydenko ha confermato queste clausole in un post sui social media, aggiungendo che le aziende statali ucraine come Energoatom e Ukrnafta manterranno la proprietà statale e che l’accordo è conforme alla Costituzione ucraina. Il fondo sarà alimentato esclusivamente dai proventi derivanti dalle licenze di nuova emissione: “Stiamo parlando del 50% dei fondi provenienti dalle nuove licenze per progetti nel campo dei minerali critici, del petrolio e del gas che andranno a bilancio dopo la creazione del Fondo”, ha scritto.

“I proventi derivanti da progetti già avviati o i proventi a bilancio non sono inclusi nel Fondo. L’accordo prevede un’ulteriore cooperazione strategica”. Le entrate e i contributi del fondo non saranno tassati né in Ucraina né negli Stati Uniti, ha aggiunto. Come parte dell’accordo, gli Stati Uniti contribuiranno ad attrarre ulteriori investimenti e tecnologie in Ucraina, ha affermato Svyrydenko.

Secondo il Washington Post (Wp), l’accordo non fornisce garanzie concrete di sicurezza all’Ucraina. Esso sancisce invece un “allineamento strategico a lungo termine” tra le due nazioni e promette agli Stati Uniti “il sostegno alla sicurezza, alla prosperità, alla ricostruzione e all’integrazione dell’Ucraina nel contesto economico globale”.

L’accordo non include, inoltre, alcun riferimento alla centrale nucleare di Zaporizhzhia (ZNPP) occupata dai russi, riporta il Wp. Funzionari statunitensi avevano precedentemente suggerito di assumere il controllo dell’impianto nell’ambito di un futuro accordo di pace. L’accordo quadro Usa-Ucraina dovrà ora essere sottoposto al vaglio del parlamento di Kiev.

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