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Conte passa mezza giornata in campagna con Salvini per appianare i dissidi

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Serve postare una foto insieme in una bella giornata primaverile per cercare di far capire che lo scontro di ieri tra il premier e il suo vice leghista e’ superato e la sopravvivenza del governo pure. Almeno per un po’. Giuseppe Conte prende l’iniziativa e, sfruttando la contemporanea presenza a Firenze, chiama Matteo Salvini per un incontro chiarificatore in una villa di Firenze, nei pressi della residenza di Denis Verdini con la cui figlia Francesca il ministro dell’Interno ha una relazione. Naturalmente prima avverte l’altro vicepremier, Luigi Di Maio, che dovrebbe a sua volta incontrare domani.

“Bene le parole e le discussioni, ma non perdiamo mai di vista la “ragione sociale” per cui siamo al governo: lavoriamo con la massima concentrazione per gli interessi degli italiani”, scrive il premier assicurando che l’incomprensione e’ alle spalle. “Sono felice che Conte e Salvini si siano chiariti”, chiosa subito Di Maio confermando indirettamente che l’aria era irrespirabile e necessitava di un faccia a faccia immediato con l’obiettivo di far calmare le acque. Quindi se l’obiettivo dell’incontro odierno tra Conte e Salvini e’ stato quello di trovare i punti che uniscono accantonando i tanti che spaccano, non si puo’ che rilevare come sia il premier ancora una volta a cercare di non far deragliare il treno del governo. Tanto che al momento non e’ previsto nessun vertice a tre, ne’ tantomeno un chiarimento diretto tra Salvini e Di Maio. Al di la’ delle dichiarazioni amorevoli Lega e Cinque stelle restano altamente conflittuali e le scorie dell’evento di Verona sulla famiglia non si sono smaltite. Come dimostra il nuovo affondo leghista in materia. Domani infatti depositera’ una pdl per istituire la Commissione parlamentare di inchiesta sul business delle case famiglia e per velocizzare adozioni nazionali e internazionali della quale chiedera’ una rapida calendarizzazione. Scintille anche sulla nuova Rai, se non bastasse il resto. E anche qui è la Lega a bastonare. Massimiliano Capitanio, segretario leghista della commissione di Vigilanza Rai, se la prende con il Tg1 (a guida pentastellata) per “la partigianeria” dimostrata nella copertura dell’evento di Verona. “La copertura giornalistica sul Congresso mondiale sulla Famiglia è la goccia che fa traboccare il vaso a conferma di una narrazione della realta’ spesso ai limiti della fantasia”, aggiunge il leghista. Immediata la replica del vicepresidente della commissione di Vigilanza Rai Primo Di Nicola, del Movimento 5 Stelle: “la smettano di intromettersi nel lavoro che fanno i giornalisti del Servizio Pubblico”. Ma la vera mina vagante della giornata – fanno sapere fonti M5s – si avvicina verso il ministero dell’Economia dove la posizione di Tria sembra sempre piu’ difficile. Questa volta sembrano profilarsi attacchi personali alla famiglia del titolare di via XX settembre. Ed e’ una vicenda velenosa tirata fuori dal quotidiano “la Verita’” e cavalcata dal senatore Gianluigi Paragone, proprio l’uomo che il Movimento vorrebbe alla guida della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle banche. “Tutto a posto ministro Tria?”, ha scritto ironicamente su facebook, Paragone pubblicando i due articoli in cui il quotidiano La Verita’ si sofferma sulla vicenda, scrivendo che, in questi giorni, il figliastro del ministro e’ stato assunto in un’azienda il cui ad e’ il compagno di Bugno. E sul caso, si apprende da fonti parlamentari, sono gia’ pronte delle interrogazioni del M5S nei confronti del ministro del Tesoro

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Landini: fermare l’autonomia, sabato 25 in piazza a Napoli

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“Il modo migliore per difendere la democrazia è praticarla”: lo rimarca il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, in conferenza stampa, tornando a dire no all’autonomia differenziata, in vista della manifestazione nazionale in programma sabato 25 maggio con “La via maestra”, la rete che raccoglie oltre cento associazioni. Manifestazione che “abbiamo scelto di fare a Napoli, è una scelta precisa: mandare un messaggio di unità e costruzione di unità del Paese che è il contrario di quello che sta avvenendo”, afferma Landini. Inoltre, prosegue, “abbiamo scritto a tutti i presidenti di Regione, ai segretari delle forze politiche e ai capigruppo: è il momento di fare politiche che vadano nella direzione opposta rispetto a quello che sta avvenendo”, chiedendo dunque di “non proseguire su quella strada”. Nella lettera la Cgil e le associazioni esprimono “tutta la preoccupazione per la possibile approvazione” del ddl sull’autonomia differenziata, un progetto che “se realizzato metterebbe a rischio l’unità nazionale”, sostengono.

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La Rai annulla il confronto televisivo tra Meloni e Schlein per le Europee

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La Rai ha annullato il previsto confronto televisivo tra la premier Giorgia Meloni e la segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, in programma per il 23 maggio. Questa decisione arriva dopo la comunicazione dell’Agcom che ha sottolineato come un confronto del genere potesse avvenire solamente con il consenso di tutti i gruppi parlamentari rappresentati, condizione non soddisfatta dato che solo quattro degli otto gruppi hanno dato il loro assenso.

Il dibattito, che avrebbe avuto luogo nel contesto delle imminenti elezioni europee e che sarebbe stato moderato dal noto giornalista Bruno Vespa, è stato cancellato per mancanza della maggioranza richiesta dall’Agcom. La decisione di annullare l’evento è stata annunciata dalla Rai attraverso una nota ufficiale in cui si spiega che “nessun confronto è possibile in assenza della maggioranza richiesta”.

La Rai ha inoltre precisato che continuerà a garantire il rispetto della par condicio nei suoi notiziari e programmi di approfondimento, seguendo le linee guida dell’Autorità di regolamentazione. Con questa mossa, il servizio pubblico italiano si impegna a mantenere un equilibrio e una correttezza nella copertura delle campagne elettorali, riconosciute e sostenute dall’Agcom.

Questo annullamento segna un momento significativo nel dibattito politico italiano, influenzando non solo la visibilità dei candidati ma anche la dinamica dell’informazione politica in vista delle elezioni europee.

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Ultima stretta sul Superbonus e tutte le nuove norme finanziarie: l’esame approfondito

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Nell’arena politica italiana, la giornata di oggi segna un passaggio cruciale con la conclusione della prima fase di esame parlamentare del decreto legge sul Superbonus al Senato. Il dibattito è stato particolarmente acceso, evidenziando le fratture interne alla maggioranza, con Forza Italia che si è distinta in opposizione a specifiche misure proposte dal governo.

Il decreto, che introduce significative modifiche normative, è stato al centro di aspre discussioni, specialmente per quanto riguarda l’introduzione della misura dello spalma-crediti su 10 anni e la retroattività di tale provvedimento per le spese del Superbonus del 2024. Inoltre, Forza Italia ha combattuto, con successo parziale, la proroga della sugar tax, supportata dal resto della maggioranza e posticipata al 1° luglio 2025.

Durante i lavori della 6a Commissione, si sono verificati momenti di tensione significativa. In particolare, Forza Italia si è astenuta durante il voto su un emendamento cruciale, che è passato solo con il sostegno del presidente della commissione, Massimo Garavaglia (Lega), e di Italia Viva, che ha giocato un ruolo decisivo. La fiducia posta dal governo sul testo è stata approvata senza sorprese con 101 voti a favore, dimostrando una solida tenuta della maggioranza nonostante le divergenze interne.

Tra le novità più rilevanti approvate, si evidenzia il fondo di 35 milioni di euro istituito per il 2025, destinato al sostegno di interventi su edifici danneggiati da sismi, non coperti da precedenti decreti. Questo si aggiunge alle modifiche alla ripartizione dei crediti di imposta e alle diverse proroghe, come quella della Plastic tax al 1° luglio 2026 e varie nuove disposizioni per le banche e le assicurazioni riguardo la gestione dei crediti del Superbonus.

Importanti anche le risorse aggiuntive destinate a migliorare la gestione delle emergenze e del demanio, con significativi aumenti di fondi destinati a vari aspetti della gestione pubblica e infrastrutturale.

Il decreto ora passerà alla Camera per l’approvazione definitiva, prevista entro il 28 maggio, in una fase in cui il governo spera di consolidare ulteriormente le misure introdotte senza ulteriori ostacoli.

In sintesi, il cammino del decreto Superbonus si dimostra emblematico delle dinamiche politiche e delle priorità economiche attuali, rappresentando un tassello fondamentale nel più ampio quadro delle politiche di incentivazione e regolamentazione fiscale italiane.

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