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Conte apre a voto a 16enni, il sì di M5s, Pd e Lega

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Nel giorno in cui la Lega deposita il suo referendum – forte del si’ di 8 consigli regionali -per abrogare la parte proporzionale dal Rosatellum, sul tavolo delle riforme viene aperto un altro dossier, quello del voto ai sedicenni. A proporlo e’ stato l’ex premier Enrico Letta, e l’adesione e’ giunta subito sia dal premier Giuseppe Conte, che dai leader dei due principali leader della maggioranza, Luigi Di Maio e Nicola Zingaretti. E nonostante i primi attacchi via social, anche la Lega, ha fatto sentire il proprio si’, per altro in coerenza con proposte da lei avanzate in passato. Secondo Letta attribuire il voto ai sedicenni significherebbe dire ai ragazzi impegnati a favore dell’ambiente “vi prendiamo sul serio e riconosciamo che esiste un problema di sottorappresentazione delle vostre idee, dei vostri interessi”. Concetto che sottolinea anche Carlo Calenda: “il peso degli elettori meno giovani e’ preponderante e questo incide su una politica troppo a breve termine”. E in effetti molte scelte politiche del passato fatte a debito si traducono in tasse sui giovani o sulle future generazioni senza che questi ne abbiano alcun beneficio. In favore di questa complessa riforma si sono dichiarati subito Luigi Di Maio “I giovani vanno rispettati e ascoltati”) e Nicola Zingaretti (“Ora e’ il tempo”) e anche il premier Conte: “Non e’ iniziata ancora una riflessione di governo ma potremmo farla: anzi forse sarebbe piu’ utile che la si facesse in sede parlamentare”. Dalle opposizioni il capogruppo della Lega al Senato, Massimiliano Romeo ha ricordato che il suo partito aveva avanzato proposte in merito gia’ nella precedente legislatura. A livello parlamentare nei gruppi della maggioranza c’e’ in realta’ una certa freddezza come ha fatto capire il capogruppo del Pd Graziano Delrio. Infatti c’e’ la preoccupazione che questo nuovo capitolo possa rallentare la legge che attribuisce il voto ai diciottenni al Senato, gia’ approvata dalla Camera e in procinto di essere esaminata dal Palazzo Madama. Sulla ammissibilita’ della richiesta di referendum promosso dalla Lega, e plasticamente depositata in cassazione da Roberto Calderoli, dovra’ pronunciarsi a gennaio la Corte costituzionale. Dalla maggioranza(con Stefano Ceccanti e Dario Parrini del Pd) e da + Europa con Andrea Mazziotti, si sottolinea, sulla scorta dei pareri di vari costituzionalisti, che la Consulta difficilmente dara’ il via libera al referendum. Federico Fornaro, capogruppo di Leu, al di la’ di questo aspetto critica sia i Consigli Regionali che si sono “piegati al diktat” della Lega, sia il modo di impostare il dibattito sulla legge elettorale in termini di scontro. E anche da Fi ci sono i distinguo, come quello di Francesco Giro. Guai potrebbero arrivare per gli otto governatori del centrodestra: l’avvocato Felice Besostri, preannuncia una azione di responsabilita’ erariale. Gli otto, infatti dovranno spendere del fondi regionali per sostenere le spese legali a sostegno del Referendum, senza che la legge elettorale nazionale interessi i problemi dei cittadini delle loro Regioni.

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Condannato a 30 anni per omicidio si nascondeva in B&B sul mare

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Lo hanno catturato i carabinieri, che si sono finti turisti, in un B&B in riva al mare nel Salento dove si era nascosto dopo una condanna definitiva a 30 anni di carcere per omicidio. È stato arrestato così Cosimo Mazzotta , 51 anni, leccese, latitante dallo scorso 8 marzo dopo che la sua condanna era stata confermata in via definitiva dalla Cassazione.

A trovarlo in un B&B di Torre Lapillo, nel comune di Porto Cesareo, sono stati i carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale. Dopo prolungati appostamenti, servizi di osservazione e ricognizioni una coppia di carabinieri, fintisi turisti, hanno prenotato una stanza vicina a quella del latitante e hanno avvisato le altre pattuglie che hanno circondato la struttura ricettiva e hanno fatto irruzione, cogliendo Mazzotta di sorpresa.

Il 51enne, che si era registrato con un nome falso, al momento dell’arresto era da solo e non ha opposto resistenza, mostrandosi sorpreso per l’arrivo degli investigatori, ai quali ha raccontato che per non farsi scoprire aveva evitato qualsiasi rapporto con l’esterno, approfittando della vicinanza al mare per fare qualche passeggiata. L’uomo aveva con sè vari telefoni e diverse utenze telefoniche. La condanna a 30 anni di carcere era stata comminata dalla Corte d’Assise d’Appello di Taranto il 30 maggio del 2024, per l’omicidio in concorso, aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi, commesso il 17 marzo del 1999 del 21enne Gabriele Manca, coinvolto in contrasti legati allo spaccio di droga.

Il giovane fu assassinato in una zona di campagna a Lizzanello a pochi chilometri da Lecce. La vittima, secondo il quadro ricostruito dai carabinieri del ROS diciotto anni dopo il delitto, era stata uccisa a colpi di pistola sparatigli alle spalle mentre tentava la fuga da un commando di quattro persone che aveva organizzato una vera e propria esecuzione. Mazzotta è ritenuto l’esecutore materiale dell’omicidio.

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Il padre picchia la madre, bambina di 11 anni chiama il 112

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A Bolzano una bambina di undici anni ha chiamato il 112 perché il padre stava picchiando la madre. Sul posto è intervenuta una pattuglia della Questura che ha arrestato l’uomo. Piangendo disperata, la bambina ha chiesto l’intervento urgente della Polizia per fermare il padre che stava massacrando di botte la mamma. Giunti immediatamente sul posto, i poliziotti si sono imbattuti in un uomo che in evidente stato di agitazione sin da subito ha iniziato ad assumere un comportamento ostile ed aggressivo nei loro confronti. Gli agenti con non poca fatica sono riusciti ad accedere all’interno dell’appartamento, nonostante l’uomo continuasse a minacciare di morte la moglie e la figlia. Dopo aver messo in sicurezza in un’altra stanza la donna e la bambina, gli agenti hanno cercato di placare l’ira dell’uomo – un bolzanino 50enne – il quale ha però minacciato di morte anche loro. Nel frattempo la donna ha riferito di continue aggressioni subite dal marito e di non aver mai sporto denuncia per paura delle ripercussioni e per non perdere l’affidamento della bambina.

Portata in ospedale per le cure del caso, la donna ha infine sporto denuncia. Portato in Questura, l’uomo ha continuato ad affermare che non appena fosse uscito da lì, le avrebbe trovate ed ammazzate moglie e figlia. A questo punto è scattato l’arresto per i reati di maltrattamenti contro familiari e conviventi e minaccia a pubblico ufficiale. Il Questore Paolo Sartori, quindi, in considerazione della gravità di quanto accaduto, ha immediatamente emesso nei confronti dell’uomo la misura di prevenzione personale dell’ammonimento, disponendo altresì l’avvio della procedura per l’emissione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza. “L’ intervento in soccorso dell’ennesima vittima di violenze domestiche è stato reso possibile grazie alla determinazione di questa bimba, il che ha consentito di evitare ben più tragiche conseguenze”, ha evidenziato Sartori.

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Calcio: arbitro Coppa del Re denuncia pressioni di Real Madrid Tv

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L’arbitro della finale di coppa del Re, domani sera a Siviglia tra Barcellona e Real Madrid, Ricardo de Burgos Bengoechea, ha puntato il dito contro la Tv del Real per la pressione che mette sui direttori di gara designati per le partita della squadra guidata da Carlo Ancelotti. Senza riuscire a trattenere le lacrime durante la conferenza stampa svoltasi alla vigilia, l’arbitro ha denunciato che “i video su Real Madrid TV ci mettono grande pressione e hanno anche gravi ripercussioni nella tua vita privata – ha detto -. Quando tuo figlio torna a casa da scuola piangendo perché gli dicono che suo padre è un ladro, è davvero dura. E’ una situazione assurda”.

De Burgos Bengoechea ha aggiunto che è il momento di “riflettere” sulla situazione attuale del calcio spagnolo, affermando che diversi suoi colleghi avevano deciso di scendere di categoria per non subire più la pressione dei massimi livelli. Il canale televisivo del Real Madrid produce ogni settimana dei video per screditare gli arbitri delle loro prossime partite. Ma la pressione è aumentata da febbraio, quando il club ha lanciato una guerra istituzionale contro un sistema arbitrale “completamente screditato” e un “sistema corrotto dall’interno” dopo le decisioni che la Liga ha preso nei suoi confronti. Il responsabile della Var, Pablo Gonzalez Fuertes, ha detto a sua volta che gli arbitri potrebbero prendere ulteriori provvedimenti sulle trasmissioni di Real Madrid TV. “Non c’è dubbio che dovremo iniziare ad adottare misure molto più serie Faremo la storia, perché non continueremo a sopportare quello che stiamo sopportando”, ha affermato, senza approfondire.

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