Collegati con noi

Corona Virus

Con Covid -82% ricoveri malattie respiratorie bimbi

Pubblicato

del

Dall’utilizzo della telemedicina per migliorare le cure a distanza alla necessita’ di accelerare il recupero delle vaccinazioni perse durante l’emergenza Covid. Fino alle fake news sulla salute dei bimbi e al ritardo di diagnosi di diverse malattie che riguardano i piu’ piccoli, tra cui la celiachia: il Covid ha cambiato le cure pediatriche. Ma uno dei tratti che ha caratterizzato l’inverno appena passato e’ stata la scomparse di malattie infettive tipiche dell’infanzia, come influenza e morbillo, e soprattutto il drastico calo di oltre l’80% di ricoveri e accessi al pronto soccorso per bronchioliti e altre infezioni respiratorie fra i neonati, grazie alle misure adottate contro il Sars-Cov-2, dalle mascherine al distanziamento. A fare il punto sara’ il 76/mo Congresso della Societa’ Italiana di Pediatria, in calendario dal 25 al 28 maggio. Un aspetto che ha reso unico l’inverno appena trascorso e’ stata la scomparsa del Virus Respiratorio Sinciziale, che colpisce ogni anno 3,5 milioni di bambini nel mondo ed e’ uno dei piu’ frequenti motivi di accesso al pronto soccorso nei primi mesi di vita. Uno studio italiano in pubblicazione su Jama e condotto presso il Policlinico Umberto I di Roma-Universita’ La Sapienza ha osservato nella stagione 2020-21 una diminuzione dell’82% di ricoveri per malattie respiratorie sotto i 5 anni rispetto a quella 2018-19. Inoltre, nei ricoverati a farla da padrone era il rinovirus nell’86% mentre il virus respiratorio sinciziale appariva solo nell’8,5% dei campioni, con una diminuzione dell’88% rispetto all’inverno 2018-19. Ad esser scomparse sono anche influenza, morbillo e infezioni da streptococco. Un recente studio multicentrico che ha coinvolto 15 ospedali italiani e pubblicato sul Journal of Environmental Reasearch of Public Health, ha osservato una diminuzione complessiva dell’85% degli accessi al pronto soccorso, per merito soprattutto della riduzione di infezioni trasmesse per via aeree. La pandemia Covid, spiega Fabio Midulla, responsabile del Pronto soccorso pediatrico all’Umberto I e presidente della Societa’ italiana Malattie respiratorie infantili (Simri), “ci ha lasciato un’eredita’ importante che dobbiamo conservare: l’efficacia dell’uso di mascherine, areazione delle aule, controllo della temperatura all’ingresso a scuola e nei locali affollati. Unita all’igiene delle mani e una maggior attenzione da parte di pediatri e genitori nel non portare i bimbi a scuola se presentano febbre, tosse o se sono appena guariti. Questo ha migliorato la salute dei piu’ piccoli e alleggerito gli ospedali”. Sono invece aumentati, prosegue Midulla, “i bambini arrivati in pronto soccorso in condizioni critiche per ritardo di diagnosi di diabete scompensato, leucemie e tumori infantili”. E il ritardo di diagnosi si fa sentire pesantemente anche su malattie del tratto intestinale, i cui sintomi sono spesso sottovalutati. “In uno studio che abbiamo condotto in Campania abbiamo visto, per il 2020, una riduzione del 30% delle diagnosi di celiachia, intolleranza al glutine che colpisce 52 mila giovanissimi a cui si aggiungono 100.000 casi ancora non diagnosticati. Questo significa che chi ha i sintomi aspetta piu’ a lungo per avere una cura”, spiega Riccardo Troncone, professore di Pediatria all’Universita’ di Napoli Federico II e presidente della Societa’ internazionale per lo studio della celiachia. “Abbiamo modo di pensare – aggiunge – che questo dato riguardi anche le altre regioni italiane e ancor di piu’ quelle che hanno avuto, nell’anno passato, un maggior impatto con la pandemia”. Sara’ questo uno dei temi in agenda al congresso Sip che vedra’ coinvolti circa 800 professionisti della Pediatria, con oltre 500 relazioni e 31 letture magistrali. Cuore dell’edizione di quest’anno sara’ l’istituzione del ‘Pediatra Day’, che si celebrera’ il 25 maggio.

Advertisement

Corona Virus

AstraZeneca ammette: vaccino contro Covid-19 può causare trombosi

Pubblicato

del

L’azienda biofarmaceutica internazionale AstraZeneca ha ammesso per la prima volta che uno degli effetti collaterali del suo vaccino contro il Covid-19 può essere la sindrome da trombosi con trombocitopenia (TTS). Lo ha scritto il Telegraph, citando documenti di tribunale. È stata presentata un’azione legale collettiva contro l’azienda perché il vaccino, sviluppato insieme all’Università di Oxford, ha causato danni gravi o fatali a diversi pazienti, si legge nel comunicato.

“Il vaccino può causare, in casi molto rari, una sindrome da trombosi con trombocitopenia (Tts). Le cause sono sconosciute”, si legge in un estratto di un documento fornito dall’azienda a un tribunale lo scorso febbraio. Secondo i media, sono state presentate 51 richieste di risarcimento all’Alta Corte di Londra, in cui le vittime e le loro famiglie chiedono danni per circa 125 milioni di dollari. La sindrome da trombosi con trombocitopenia causa coaguli di sangue e un basso numero di piastrine, ha spiegato il quotidiano.

La prima richiesta, spiega l’articolo, è stata presentata l’anno scorso da Jamie Scott, che, dopo la somministrazione del vaccino nell’aprile 2021, ha sviluppato un coagulo di sangue e un’emorragia cerebrale, che avrebbe causato danni permanenti al cervello. Viene citato anche il caso della famiglia di Francesca Tuscano, una donna italiana morta nell’aprile 2021 dopo essere stata vaccinata contro il coronavirus. La famiglia della 32enne si è rivolta a un medico legale e a un ematologo, che hanno stabilito che “la morte della paziente può essere attribuita agli effetti collaterali della somministrazione del vaccino Covid-19”. La donna è deceduta per trombosi vascolare cerebrale il giorno successivo alla somministrazione del farmaco di AstraZeneca.

Continua a leggere

Corona Virus

Covid, ancora calo dei casi e dei decessi

Pubblicato

del

Continua il calo dei nuovi casi di Covid in Italia e sono in netta diminuzione i decessi. Nella settimana compresa tra il 18 e il 24 aprile 2024 – secondo il bollettino del ministero della Salute – si registrano 528 nuovi casi positivi con una variazione di -1,9% rispetto alla settimana precedente (538); 7 i deceduti con una variazione di -22,2% rispetto ai 9 della settimana precedente. Sono stati 100.622 i tamponi effettuati con una variazione di -6,4% rispetto alla settimana precedente (107.539) mentre il tasso di positività è invariato e si ferma allo 0,5%. Il tasso di occupazione in area medica al 24 aprile è pari allo 0,9% (570 ricoverati), rispetto all’1,1% (700 ricoverati) del 17 aprile. Il tasso di occupazione in terapia intensiva al 24 aprile è pari allo 0,2% (19 ricoverati), rispetto allo 0,3% (22 ricoverati) del 17 aprile.

Continua a leggere

Corona Virus

Influenza e Covid, attesa crescita con ritorno a scuola

Pubblicato

del

La riapertura delle scuole dopo le festività natalizie potrebbe dare un’ulteriore spinta alle infezioni respiratorie: influenza, soprattutto, ma anche Covid-19 e virus respiratorio sinciziale. È il timore espresso da più parti e confermato anche dalla Società Italiana di Pediatria. “Con il rientro dei bambini a scuola ci aspettiamo un aumento dei casi di influenza anche se – c’è da dire – durante il periodo delle vacanze non si è osservato un calo dei contagi, probabilmente per le occasioni di vita sociale durante le festività.

Inoltre, siamo nel momento del clou del virus respiratorio sinciziale”, dice Rino Agostiniani, consigliere nazionale della Società Italiana di Pediatria, che sottolinea che “è importante che i bambini che hanno sintomi influenzali rimangano a casa”. “Ho scritto al ministro della Salute con l’obiettivo di accedere un faro su una malattia che provoca, soprattutto tra i neonati, gravi patologie, anche mortali: la bronchiolite.

La Commissione europea ha autorizzato il vaccino Nirsevimab che ha già passato severissime e rigidissime misure di controllo da parte di Ema. Questo farmaco potrebbe essere uno strumento fondamentale per la lotta alla bronchiolite ed è arrivato il momento che venga adottato anche nel nostro Paese, quanto prima”, ha intanto fatto sapere Orfeo Mazzella, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Affari Sociali al Senato, citando il caso di una neonata di tre mese morta a fine anno probabilmente proprio a causa di questo virus.

Intanto nelle ultime due settimane, in Italia, l’influenza e le sindromi simil-influenzali hanno fatto registrare numeri da record: due milioni di persone messe a letto solo nelle ultime due settimane dell’anno, con tassi elevati soprattutto nei bambini più piccoli “che sono quelli nel corso degli ultimi anni non hanno sviluppato un patrimonio immunitario per difendersi dall’infezione”, spiega Agostiniani. Covid-19, al contrario, nell’ultima rilevazione del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità ha mostrato un lieve rallentamento.

Tuttavia, nel mondo sembra che i contagi abbiano ripreso a salire: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nelle ultime 4 settimane ci sono stati 850mila casi di Covid nel mondo, con un aumento del 52% rispetto al mese precedente. I numeri reali, tuttavia, potrebbero essere molto più alti.

“Sappiamo che in tutto il mondo le segnalazioni sono diminuite, i centri di sorveglianza sono diminuiti, i centri di vaccinazione sono stati smantellati o chiusi. Questo fornisce un quadro incompleto della situazione e purtroppo dobbiamo aspettarci più casi di quelli che abbiamo dichiarato ufficialmente”, ha detto Christian Lindmeier dell’Oms.

Che la situazione stia peggiorando si intuisce anche dai ricoveri: tra il 13 novembre e il 10 dicembre, nei Paesi che segnalano sistematicamente i dati all’Oms e che sono ormai meno di 60, sono stati registrati più di 118 mila nuovi ricoveri per Covid e più di 1.600 nuovi ricoveri in terapia intensiva, con un aumento rispettivamente del 23% e del 51%.

La ripresa dei contagi potrebbe essere legata alla nuova JN.1 del virus Sars-CoV-2. I dati che arrivano dagli Stati Uniti sembrano confermarlo. Secondo le ultime stime dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) nell’ultima settimana JN.1 è arrivata al 61,6% di prevalenza. JN.1, che ormai è dominante anche in Italia, discende dalla variante BA.2.86 (Pirola) ed è stata isolata proprio negli Stati Uniti lo scorso settembre. Per i Cdc “al momento non vi è alcuna indicazione di un aumento della gravità da JN.1”. Tuttavia, è possibile che “questa variante possa determinare un aumento delle infezioni”.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto