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Claudio Bisio racconta i suoi inizi difficili e i 40 anni di Comedians

Claudio Bisio si racconta in una intervista al Corriere della Sera: dagli inizi difficili e la paura di abbandonare, al successo con Comedians, fino al suo rapporto con la comicità e il cinema italiano.

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Claudio Bisio ha raccontato in una intervista al Corriere della Sera i suoi primi anni di carriera, segnati da momenti difficili. Dopo aver rinunciato a una tournée con Dario Fo per un film che non si realizzò, si trovò senza lavoro e senza prospettive, costretto a fare il cameriere e l’agente di viaggi. «Ero disperato al punto da voler abbandonare» ha spiegato. La svolta arrivò con Rapput, canzone scritta insieme a Rocco Tanica, e con Guglielma (Che vita di melma), che segnò il suo esordio da comedian.

I 40 anni di Comedians

Bisio oggi è a Milano per celebrare i 40 anni di Comedians, la pièce di Trevor Griffiths messa in scena da Gabriele Salvatores che divenne un cult al Teatro Elfo Puccini. «Nemico di classe fu il mio vero debutto teatrale – ha ricordato – ma con Comedians capii che non avrei fatto l’attore per hobby o per scherzo. Fu uno spettacolo di rottura».

La visione sul cinema italiano

Parlando del cinema italiano, Bisio ha sottolineato come si producano tanti film, ma la qualità sia concentrata in pochi. «Sono spettatore onnivoro, qualche fregatura l’ho beccata, anche dal cinema francese che pure amo. Rimango però ottimista: piuttosto che girare meno film, cerchiamo di farli tutti belli».

I film persi e i rimpianti

L’attore ha confessato di aver detto no a un film di Giuseppe Piccioni, decisione che si è rivelata un rimpianto. Al contrario, rischiò di perdere Benvenuti al Sud per motivi familiari: «Avevo i figli piccoli e non volevo sacrificare le vacanze. Per fortuna girammo a settembre, altrimenti mi sarei divorato i polsi».

Una carriera poliedrica

Bisio continua a portare in scena La mia vita raccontata male, spettacolo che sarà in tour anche nel 2026. «Non nego una certa bulimia artistica – ha detto – ma la mia curiosità mi permette di attraversare generi diversi, dall’alto al basso».

La comicità come rottura

La sua idea di comicità resta fedele alla dissacrazione: «Deve sporcare, imbrattare i muri, rompere le regole. Piacere a tutti non va bene. Far ridere è la cosa più difficile al mondo, ma quando ti riesce non molleresti mai il palco».

Talento e dolore

Infine, sull’osservazione di Paolo Sorrentino che lega creatività e dolore, Bisio ha concordato: «Uno bello, alto e biondo è difficile che faccia il comico. La fisicità storta è già un dolore, e probabilmente aiuta».

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Economia

Mediobanca verso la svolta, Mps sfiora il controllo: adesioni al 45,8% e ultimi soci in movimento

L’offerta di Monte dei Paschi su Mediobanca sfiora la maggioranza: adesioni al 45,8%. Dopo Delfin, Caltagirone e Benetton, arrivano i Doris. Sul tavolo il futuro assetto con Vittorio Grilli in pole per la presidenza.

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A meno di due giorni dal termine dell’offerta di Monte Paschi, l’Opas su Mediobanca registra un’accelerazione decisiva. Gli azionisti hanno conferito un ulteriore 5% del capitale, portando le adesioni al 45,8%. Dopo Delfin, Caltagirone e i Benetton, ieri è stata la volta della famiglia Doris, proprietaria di Banca Mediolanum.

«Abbiamo aderito all’Opas con la partecipazione detenuta da Fin.Prog dello 0,96% di Mediobanca, visto come si sono evolute le cose e considerando che a questo punto l’operazione si fa», ha spiegato Sara Doris, vicepresidente di Mediolanum.

Tra conferimenti e vendite: il patto scende al 4,6%

Diversi soci storici hanno invece scelto di monetizzare: Valsabbia Investimenti ha ceduto lo 0,15% del capitale, la famiglia Pittini quasi la metà della sua quota (0,43%), mentre Sinpar e Gilpar dei Lucchini hanno continuato il disimpegno. Trading anche da parte dei Gavio, che attraverso Aurelia hanno ceduto 670mila azioni a oltre 19,2 euro e contestualmente acquistato opzioni call con scadenza 19 settembre.

In uscita anche Clemente Rebecchini, dirigente di Piazzetta Cuccia e consigliere di Generali. Con le recenti vendite della famiglia Ferrero e l’adesione di Pierluigi Tortora, il patto di Mediobanca si è ridotto al 4,6%.

A un passo dalla maggioranza

Con il 50% più un’azione l’accordo di consultazione verrebbe sciolto, e a giudicare dall’andamento delle adesioni il traguardo potrebbe arrivare già lunedì. Vanguard e Fidelity, che ad aprile avevano votato a favore dell’Ops in assemblea Mps, avrebbero iniziato a conferire i propri titoli. Attese a breve anche le decisioni di Unicredit e Anima sgr.

Tajani: «Non contrario al terzo polo»

Sul tema è intervenuto il ministro degli Esteri Antonio Tajani: «Se nasce un terzo polo perché il libero mercato lo vuole, non sono contrario».

Intanto i titoli di Mps e Mediobanca hanno chiuso in lieve rialzo (+0,29% e +0,23%). Secondo indiscrezioni, per la presidenza della nuova Mediobanca si fa strada il nome di Vittorio Grilli, ex dg del Tesoro e oggi senior advisor di JP Morgan, mentre entro il 22 settembre dovrebbe arrivare l’indicazione sul nuovo ceo. Il cda di Mediobanca si riunirà il 18 settembre.

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Maurizio Micheli e Benedicta Boccoli: «Ci siamo sposati dopo trent’anni, ma ognuno resta a casa sua»

Maurizio Micheli e Benedicta Boccoli si sono sposati il 28 agosto con rito civile dopo quasi trent’anni insieme. La coppia racconta al Corriere della Sera il segreto della loro relazione fuori dagli schemi.

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Maurizio Micheli (foto Imagoeconomica), attore, commediografo e regista nato nel 1947, e Benedicta Boccoli, attrice e showgirl classe 1966, si sono sposati lo scorso 28 agosto in municipio con rito civile. Una cerimonia semplice, durata appena otto minuti, senza inviti né festeggiamenti. «Non mi piace l’istituzione del matrimonio», ha raccontato Micheli al Corriere della Sera, «ma Benedicta insisteva e alla fine ho ceduto».

Una scelta di vita fuori dagli schemi

La proposta è arrivata da Boccoli, che ha spiegato di aver voluto dare «un punto fermo all’importanza del nostro vissuto» e una tutela reciproca. Micheli, ironico, ha aggiunto: «Quando andrò all’altro mondo, almeno avrà la reversibilità della mia pensione». La coppia, però, continua a vivere in case separate: «Dormire trent’anni vicino alla stessa persona? Mai!», scherza Boccoli.

Un amore nato in teatro

Il loro incontro risale al 1993, durante la commedia Cantando cantando. Il primo bacio arrivò l’anno successivo, nel camerino del Teatro Sistina. «All’inizio era un gioco», ammette Micheli, «poi è diventata una relazione vera». Tra alti e bassi, la loro unione è proseguita fino ad oggi, sostenuta da passioni comuni, in particolare quella per il teatro.

Il segreto della lunga durata

«Il segreto è nelle passioni che condividiamo e nelle attenzioni che Benedicta ha per me», ha detto Micheli. Lei lo definisce il suo punto di riferimento: «Ho bisogno di raccontargli tutto quello che mi capita». La coppia, che ha affrontato insieme momenti difficili come la malattia di Boccoli, ha sempre trovato nella leggerezza e nell’ironia la forza per andare avanti.

Una relazione unica

Tra battute sul divorzio e sogni di invecchiare insieme, Micheli e Boccoli hanno raccontato al Corriere della Sera un amore durato quasi trent’anni e ora suggellato dal matrimonio. Un’unione non convenzionale, vissuta tra affetto, indipendenza e un’ironia che sembra essere la loro firma di coppia.

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De Luca rilancia Salerno per Euro 2032 e ignora Napoli: scontro politico sullo stadio

Vincenzo De Luca punta 150 milioni sull’Arechi di Salerno per Euro 2032, ignorando il Maradona di Napoli. Manfredi e i consiglieri Vitelli e Simeone denunciano la disparità di trattamento.

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Il presidente uscente della Regione Campania Vincenzo De Luca torna a spingere sul suo storico istinto salernitano centrico. Da Salerno, inaugurando un nuovo cantiere sportivo, ha annunciato che lo stadio Arechi sarà «uno dei pochi stadi d’Italia in grado di ospitare Euro 2032», rilanciando un investimento regionale da 150 milioni di euro. Una scelta che sa di provocazione, soprattutto alla luce della richiesta, ancora senza risposta, del sindaco di Napoli Gaetano Manfredi che aveva domandato la stessa cifra per il Maradona, già individuato dalla Uefa come sede ufficiale della manifestazione.

La lettera di Manfredi e il silenzio della Regione

Già lo scorso 27 luglio Manfredi aveva inviato una lettera a De Luca chiedendo un supporto economico per il progetto di riqualificazione dello stadio di Fuorigrotta. L’obiettivo era duplice: adeguare l’impianto per Euro 2032 e creare un ritorno positivo per tutto il territorio campano. La cifra richiesta era di 150 milioni, in linea con quanto destinato oggi all’Arechi. Ma da Palazzo Santa Lucia non è arrivato alcun segnale.

Le reazioni politiche

Immediate le proteste della maggioranza comunale napoletana. Mariagrazia Vitelli, consigliera Pd, ha parlato di «curiosa disparità di trattamento» e ha chiesto che la Regione non dimentichi Napoli, città ufficialmente designata per Euro 2032.

Durissimo Nino Simeone del Psdi: «Le parole di De Luca sull’Arechi destano sconcerto, non per le ambizioni di Salerno ma per la sproporzione nella distribuzione delle risorse. Si finanzia con 150 milioni uno stadio per una squadra di Serie C, mentre Napoli, capitale culturale e sportiva del Sud, resta in attesa di interventi sul Maradona. Ricordo che Salerno ha 130mila abitanti, meno di una sola municipalità di Napoli».

Verso la sfida regionale

L’iniziativa di De Luca viene letta come un segnale politico. Il presidente uscente, prossimo a lasciare la guida della Regione, prepara il terreno per un possibile ritorno sulla scena locale candidandosi ancora una volta a sindaco di Salerno. Un’operazione che rischia di alimentare nuove tensioni tra Napoli e il resto della Campania, soprattutto alla vigilia di eventi internazionali come Euro 2032.

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