Il sorpasso al secondo posto puo’ attendere, anche se all’80’a Berna c’era eccome. Sul sintetico stile biliardo dello Stadion Wankdorf le chance rimbalzano quanto il punteggio, ma alla fine l’Atalanta si salva col brivido nel 3-3 a rincorsa, aperto da Zapata e chiuso da Muriel, sul temuto campo dello Young Boys fanalino di coda del Gruppo F. All’ultima giornata l’8 dicembre contro il Villarreal, ko col Manchester United, serve solo vincere per la terza qualificazione di fila agli ottavi di finale di Champions League. Sfiorato il vantaggio gia’ al 4′ da Palomino, futuro autore del 2-1, che al ventesimo si ripetera’ di testa (alto), di ginocchio (a lato) a correzione del primo angolo di Malinovskyi da destra (4′), il confronto si accende con la girata sul destro al decimo del centravanti (lievemente deviata da Burgy) servito da Freuler, inseritosi da sinistra. Al quarto d’ora Demiral anticipa secco Siebatcheu sul pallone da destra di Elia, due minuti piu’ tardi lo scarico dello stesso terminale di casa innesca il tentativo largo di Aebischer.
I bergamaschi restano in controllo rendendosi pericolosi col croato, che in combinazione con l’ucraino al 32′ se la sposta sul mancino tirando oltre il sette e poco dopo cade sul tackle di Lauper che forse gli prende la gamba prima di entrare sulla sfera. Di la’ e’ l’americano a fare 1-1 prendendo l’ascensore davanti al primo palo chiamatogli da Aebischer dall’angolo sinistro: traversa e legno favoriscono l’insaccata. Zavorrati dalla caviglia di Zappacosta messa ko da Ngamaleu con ingresso conseguente di Pezzella e sequela a destra di Maehle, e scampato il relativo pericolo dall’ammonito di casa troppo defilato a sinistra per pungere nel recupero, i nerazzurri nella ripresa accelerano incappando comunque in troppe amnesie. Malinovskyi impegna Faivre con una punizione dietro il vertice destro (3′), il centrale tucumano la rimette avanti a cronometro raddoppiato sfruttando il duetto aereo e di terra Demiral-Pasalic sul corner da sinistra dello specialista per un tiro all’incrocio di precisione rimarchevole. Gli svizzeri passano la meta’ campo a sprazzi tenendo comunque bene dietro: se all’ottavo Burgy rimpalla il sinistro potente dell’apripista in asse col suo trequartista, quattro minuti dopo e’ Musso a dover anticipare in uscita Aebischer, portatosi sottoporta sul tracciante di Elia, ripetendosi sul tiro di punta di quest’ultimo sullo scambio con Rieder al ventesimo.
Il sostituto del precedente, Mambimbi, richiede la deviazione in scivolata di Freuler (24′). Gli uomini di Gasperini provano a chiuderla: Zapata brucia Hefti (28′) sparando in curva, Pezzella calcia a scendere (34′) trovando il balzo felino del portiere avversario. Il castigo per tanto sciupio non tarda ad arrivare sulla rimessa laterale di Hefti trasformata in oro dal taglio di Ngamaleu con piattone indisturbato. A tiro del retropassaggio di De Roon mal sfruttato da Siebatcheu, l’incredibile convergenza da destra del terzino elvetico (39′) che la piazza nel sette. Muriel per fortuna entra e segna (43′) sul primo palo da punizione conquistata da Pezzella, poi al terzo di recupero la doppia respinta Palomino-Koopmeiners su Ngamaleu e di Musso a dire di no a Lauper sull’ultimo corner.
“Scudetto? Vediamo cosa succede, pensiamo partita per partita. Intanto ci troviamo davanti a tutti.” Con queste parole, il centrocampista del Napoli Scott McTominay ha commentato ai microfoni di Dazn la vittoria per 2-0 contro il Torino, che consolida il primato degli azzurri in Serie A.
McTominay, arrivato a Napoli con grande entusiasmo, ha sottolineato l’importanza di mantenere i piedi per terra e di concentrarsi su ogni singolo impegno, senza lasciarsi distrarre dalle prospettive di gloria.
A fargli eco, l’attaccante Matteo Politano, che ha speso parole piene di stima per il compagno di squadra: “McTominay è un ragazzo d’oro, speciale. Sempre con il sorriso, un lavoratore incredibile, siamo felici di averlo con noi.” Politano ha poi ribadito quanto la squadra meriti il traguardo: “Stiamo lavorando dal primo giorno con una dedizione incredibile. È giusto lottare per questo obiettivo. Sappiamo quanto abbiamo sudato per stare qui, ogni settimana è stata lunghissima.”
Il Napoli si gode il momento, ma la parola d’ordine resta una sola: concentrazione.
Sangue freddo. Calma e gesso. Forza Napoli sempre! Con queste parole affidate al social X, il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis ha celebrato la vittoria degli azzurri contro il Torino, un successo che consente alla squadra partenopea di tornare da sola in testa alla classifica di Serie A.
Il messaggio di De Laurentiis non è solo un’esultanza, ma anche un richiamo alla lucidità e alla determinazione. Mancano infatti quattro giornate alla fine del campionato, e il presidente ha voluto sottolineare quanto sia fondamentale mantenere alta la concentrazione per raggiungere l’obiettivo più importante: la conquista dello scudetto.
La vittoria contro il Torino ha rinvigorito l’entusiasmo dell’ambiente napoletano, ma la strada verso il trionfo è ancora impegnativa. De Laurentiis invita tutti, squadra e tifosi, a non perdere la calma e a continuare a lottare con lo stesso spirito che ha riportato il Napoli in vetta.
Finisce 1-1 la sfida tra Atalanta e Lecce nel ricordo di Graziano Fiorita, membro dello staff dei salentini scomparso giovedì. I bergamaschi non sfruttano la frenata da parte dell’Inter ma si portano a -6 dai nerazzurri campioni d’Italia in carica; i giallorossi muovono la classifica e fanno un piccolo passo avanti verso la salvezza. Tutto è ancora aperto, nel prossimo turno ci sarà la sfida casalinga col Napoli. Gli orobici, invece, sfideranno il Monza. Il calcio è passato inevitabilmente in secondo piano. Si è chiusa probabilmente la settimana più complessa in casa Lecce: i giallorossi hanno attuato sin da subito una protesta silenziosa contro la scelta di posticipare la gara di sole 48 ore dopo la scomparsa di Graziano Fiorita, storico fisioterapista del club. I salentini sono scesi in campo con una maglia bianca, senza loghi né stemmi: “Nessun valore, nessun colore”, la scritta scelta dal club, oggi in formazione ridotta a Bergamo. Con la squadra, infatti, hanno viaggiato soltanto il direttore sportivo Stefano Trinchera e il team manager Claudio Vino: durante il riscaldamento e all’uscita dal campo poco prima del match, tutto il pubblico di fede atalantina ha applaudito il Lecce, che ha ricambiato il segno di vicinanza da parte dei tifosi di casa.
Nel settore ospiti presente invece un fiocco nero gigante e uno striscione dedicato al fisioterapista scomparso giovedì durante il ritiro a Coccaglio, in provincia di Brescia. I primi 45 minuti sono scivolati via tra l’emozione per il minuto di raccoglimento – il capitano Marten De Roon ha consegnato una corona di fiori a Baschirotto – e un silenzio surreale per via dello sciopero del tifo orobico, ripreso soltanto dopo 15 minuti con un lancio di fumogeni che ha portato alla sospensione per circa un minuto e mezzo della gara. L’Atalanta si è vista pochissimo dalle parti di Falcone – due le occasioni non sfruttate da Mario Pasalic -, il Lecce invece ha spaventato Carnesecchi riuscendo poi a trovare la rete del vantaggio su rigore grazie a Karlsson (penalty assegnato per un fallo di mano Hien). Nella ripresa i nerazzurri hanno trovato la rete del pari ancora su calcio di rigore, questa volta trasformato da Mateo Retegui, salito a quota 24 gol in stagione. Un punto a testa, che fa comodo al Lecce, nel ricordo di Graziano.