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Cronache

Caso Palamara ad Anm, l’ex presidente domani vuole parlare: rischia di essere espulso dal sindacato

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Domani sara’ il giorno di Luca Palamara all’Associazione nazionale magistrati: sull’ex presidente del sindacato delle toghe, indagato per corruzione a Perugia per presunti regali e favori ricevuti dell’imprenditore Fabrizio Centofanti (l’ipotesi iniziale era che avrebbe ricevuto 40 mila euro per pilotare una nomina alla procura di Gela, ma e’ caduta) dovra’ pronunciarsi il Comitato direttivo centrale dell’Anm. Palamara rischia l’espulsione dal sindacato delle toghe: secondo il collegio dei probiviri avrebbe violato il codice etico dei magistrati. La contestazione e’ legata alla famosa riunione all’hotel Champagne tra Palamara, cinque consiglieri del Csm (che si sono poi dimessi) e i deputati del Pd Cosimo Ferri e Luca Lotti sulla nomina del procuratore di Roma, intercettata nell’ambito dell’inchiesta di Perugia. Una riunione in cui si parlo’ – secondo l’accusa – di una strategia per danneggiare uno dei candidati ed enfatizzare invece il profilo professionale di un altro dei concorrenti. Sarebbe la prima volta di una sanzione cosi’ severa per un ex numero uno dell’associazione. Palamara ha chiesto ieri di essere sentito dal Cdc per poter chiarire, ma non e’ detto che la sua istanza venga accolta. Lo statuto dell’ Anm prevede l’audizione davanti al collegio dei probiviri, che pero’ Palamara non ha fatto perche’ allora non era ancora stata conclusa l’inchiesta di Perugia. Sulla vicenda pesa da ieri anche il monito durissimo di Sergio Mattarella, che presiede il Csm. Il presidente della Repubblica ha parlato di “un’ampia diffusione della grave distorsione sviluppatasi intorno ai criteri e alle decisioni di vari adempimenti nel governo autonomo della magistratura”. “La magistratura deve necessariamente impegnarsi a recuperare la credibilita’ e la fiducia dei cittadini – ha aggiunto -, cosi’ gravemente messe in dubbio da recenti fatti di cronaca”. Un messaggio chiaro anche all’Anm: “E’ il momento di dimostrare, con coraggio, di voler superare ogni degenerazione del sistema delle correnti per perseguire autenticamente l’interesse generale ad avere una giustizia efficiente e credibile”. “Un discorso molto bello e appassionato, anche se molto duro – cosi’ il presidente Anm Luca Poniz alla tre giorni di Radio Radicale sulla riforma della giustizia -. Anche il presidente ha pero’ ricordato che le indagini sono state fatte da magistrati su altri magistrati”. Anche per gli ex consiglieri del Csm coinvolti nella vicenda dell’hotel Champagne si prospettava il rischio dell’espulsione. Ma la maggior parte di loro ha intanto presentato le dimissioni dell’Anm come gli ex togati Antonio Lepre, Gianluigi Morlini, Paolo Criscuoli e Luigi Spina, diversamente da Corrado Cartoni. Per Ferri, in aspettativa, e’ stato chiesto il non luogo a provvedere perche’ non sarebbe piu’ socio dell’Anm, non avendo piu’ versato le quote associative da quando e’ stato eletto alla Camera. Le correnti della magistratura sono comunque tornate a scontrarsi sulla nomina da parte del Csm di Raffaele Cantone a capo della procura di Perugia, l’ufficio che indaga su Palamara e in generale ha la giurisdizione sui magistrati romani. La scelta di Cantone e’ stata criticata da alcuni settori a causa della sua esperienza degli ultimi anni alla presidenza dell’Autorita’ anticorruzione (Anac). I sostenitori di Cantone sottolineano tra l’altro che Anac e’ una authority indipendente, di nomina parlamentare e non governativa, e ricordano il lavoro da pm anticamorra a Napoli in anni precedenti.

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Ferito da un colpo di pistola, 14enne in ospedale all’Aquila

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Un ragazzo di 14 anni è finito in ospedale, all’Aquila, dopo essere stato raggiunto da un colpo di pistola. Il giovane ha una ferita da arma da fuoco alla gamba ed è stato sottoposto ad un intervento chirurgico; le sue condizioni non destano preoccupazione. Poco chiara al momento la dinamica dei fatti, che sono avvenuti attorno alle 18 in località Cese di Preturo. Il ragazzo, ricostruiscono i media locali, avrebbe raccontato che, mentre era con degli amici, da un’automobile, sembra un’Audi nera, che li ha affiancati, sarebbe partito un colpo di pistola. E’ stato lo stesso 14enne, una volta tornato a casa, a raccontare quanto accaduto alla madre, che poi lo ha accompagnato in ospedale. Sull’episodio e sulla versione fornita dal ragazzo sono in corso indagini da parte della polizia.

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Blackout ferma anche il tennis a Madrid ma Arnaldi passa

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Anche il torneo di tennis di Madrid si è dovuto arrendere al black out che ha colpito poco dopo le 12.30 di oggi ma l’intera penisola iberica e parte del Sud della Francia. Dopo sole tre partite giocate, il programma è stato sospeso in attesa di un ritorno dell’energia elettrica, lasciando giocatori e pubblico in un limbo fatto di attesa e incertezza, un po’ come in una stazione o in un aeroporto per uno sciopero improvviso. Intorno alle 16.30, gli organizzatori hanno infine deciso di cancellare tutti gli incontri ancora da disputare, nel pomeriggio e in serata, per motivi tecnici e di sicurezza, scombinando i programmi di tante stelle della racchetta già stressate, anche se lautamente ricompensate, dai ritmi infernali del circuito.

Una delle poche eccezioni ha riguardato Matteo Arnaldi. L’azzurro stava portando a casa il secondo set contro il bosniaco Damir Dzumhur quando si sono spenti i tabelloni e tutte le apparecchiature a servizio del match. I due giocatori sono rimasti interdetti e la partita è stata sospesa ma quello che sembrava un inconveniente localizzato alla Caja Magica, sede del torneo, si è rivelato un problema di ben altra dimensione. L’azzurro ha però potuto in qualche modo finire opera, battendo il rivale per 6-3, 6-4 per accedere agli ottavi di finale, ma della sua vittoria non resterà traccia se non nella memoria dei due protagonisti e dello scarso pubblico presente, perchè tutto era andato in tilt. Nel primo set, Arnaldi e Dzumhur hanno faticato mezz’ora per completare i primi sei game, poi l’italiano ha fatto il break per chiudere 6-4.

Nel secondo, Arnaldi non si è fatto distrarre dall’interruzione, guadagnando la sua prima volta agli ottavo in un Masters 1000 e anche qualche ora di riposo in più rispetto al prossimo avversario, che sarà uno tra lo statunitense Tiafoe e il francese Muller. Non è andata altrettanto bene al bulgaro Grigor Dimitrov, che stava avendo la meglio sul britannico Jacob Fearnley: lo stop energetico ha lasciato una telecamera pericolosamente sospesa sul centro del campo, obbligando a sospendere definitivamente l’incontro. Dopo qualche ora di attesa, i giocatori che dovevano scendere in campo hanno avuto la notifica della cancellazione del programma e tra loro ci sono Matteo Berrettini e Lorenzo Musetti, che domani, si presume, dovranno affrontare rispettivamente il britannico Jack Draper e il greco Stefanos Tsitsipas. Nel torneo Wta 1000 hanno potuto completare la partita la statunitense Coco Gauff, che ha battuto la svizzera Belinda Bencic, e la sua prossima avversaria, la russa Mirra Andreeva, che ha eliminato l’ucraina Yuliia Starodubtseva. Tutto rinviato invece per la n.1 e la n.2 al mondo, la bielorussa Aryna Sabalenka e la polacca Iga Swiatek, che è la campionessa uscente. (ANSA). 2025-04-28T18:10:00+02:00 RI ANSA per CAMERA04 NS055 NS055

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Prete indagato a Bari, su auto tracce di sangue: è indagato per omicidio stradale e omissione di soccorso

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Le tracce presenti sull’auto di don Nicola D’Onghia, il 54enne sacerdote indagato a Bari per omicidio stradale e omissione di soccorso nel caso della morte della 32enne Fabiana Chiarappa, erano di sangue. Lo dimostrano i primi risultati degli accertamenti svolti sulla Fiat Bravo del prete nei giorni successivi all’incidente. Ora, per gli inquirenti, resta intanto da capire se quel sangue sia quello della 32enne, rugbista e soccorritrice del 118, ma soprattutto se il possibile impatto tra la auto del sacerdote e Chiarappa abbia causato la morte della giovane o se questa, invece, sia avvenuta prima.

Secondo quanto ricostruito finora, la sera del 2 aprile Chiarappa era in sella alla sua moto Suzuki sulla provinciale 172 che collega i comuni di Turi e Putignano quando, per cause ancora da chiarire, avrebbe perso il controllo del mezzo e sarebbe finita fuori strada, colpendo anche un muretto a secco. Compito della pm Ileana Ramundo, che coordina le indagini dei carabinieri, è ora quello di capire – anche grazie ai risultati dell’autopsia, il cui deposito è previsto tra oltre un mese – cosa effettivamente abbia causato la morte della 32enne, se lo schianto contro il muretto o il successivo impatto con l’auto.

Il parroco, agli inquirenti, ha raccontato come quella sera, mentre percorreva quella strada, ha avvertito un rumore provenire dal pianale della propria auto (“come se avessi colpito una pietra”) ma di non essersi accorto né della moto né della ragazza, anche a causa del buio. Poco dopo aver sentito il rumore, intorno alle 20.30, si è quindi fermato in una stazione di servizio per controllare eventuali danni all’auto, prima di rimettersi in macchina e tornare verso casa. Il parroco ha detto di aver appreso dell’incidente dalla stampa il giorno dopo e per questo, dopo aver consultato i propri legali (è assistito dagli avvocati Vita Mansueto e Federico Straziota), ha deciso di raccontare il tutto ai carabinieri.

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