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Cronache

Caso Becciu, Marogna non vuole essere estradata

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Cecilia Marogna, la manager sarda arrestata a Milano su mandato di cattura dell’autorita’ giudiziaria del Vaticano nell’ambito dell’inchiesta relativa all’utilizzo dei fondi vaticani, non ha dato il consenso all’estradizione. Resta dunque nel carcere di San Vittore e si allungano i tempi per un suo interrogatorio da parte dei magistrati vaticani. La manager, che si era accreditata presso il cardinale Angelo Becciu, all’epoca in cui era Sostituto alla Segreteria di Stato, come esperta di politica estera, oggi davanti alla quinta Corte d’Appello milanese non ha dato il consenso all’estradizione. Una mossa che non meraviglia piu’ di tanto in Vaticano. Gia’ al momento dell’arresto fonti interne alle mura leonine prevedevano che non fosse proprio imminente l’arrivo della donna. La 39enne cagliaritana stamane si e’ presentata in aula per l’identificazione e ha negato il consenso all’estradizione. La decisione se consegnarla o meno alle autorita’ vaticane spetta comunque ai giudici della quinta Corte d’Appello. Il loro provvedimento e’ poi impugnabile in Cassazione e diventera’ esecutivo soltanto dopo la pronuncia definitiva dei giudici della Suprema Corte. Cecilia Marogna, che due giorni fa si e’ vista convalidare l’arresto, e’ accusata di appropriazione indebita aggravata in quanto dal dicembre 2018 all’ottobre 2020, con la complicita’ di altre persone, si sarebbe appropriata in maniera illecita di fondi della Santa Sede a lei assegnati per fini istituzionali e che avrebbe utilizzato in parte per spese personali. E nell’attesa che venga interrogata dai magistrati vaticani emergono sulla sua figura particolari tutti da chiarire, dalla sua precedente attivita’ nel settore del cemento ai legami con alcuni esponenti della politica italiana, che lei stessa mise in contatto con il cardinale Becciu, allora uno degli uomini di Curia piu’ influenti. In queste ore viene anche smentito da piu’ parti un suo presunto ruolo nella recente liberazione dei due ostaggi in Mali (padre Pier Luigi Maccalli e Nicola Chiacchio). Quanto ai rapporti reali tra il cardinale e la donna, se Becciu ha affermato categoricamente, qualche giorno fa attraverso il suo legale, che “i contatti con Cecilia Marogna attengono esclusivamente questioni istituzionali”, in queste ore trapelano invece indiscrezioni su una maggiore familiarita’ che avrebbe incluso anche case prestate per i viaggi d’affari a Roma o per le vacanze in Sardegna. Il Vaticano resta ufficialmente abbottonatissimo sull’inchiesta che sta scandagliando la gestione delle finanze di quegli anni, esplosa con l’affaire del palazzo di Londra. Ma l’apertura di un vero e proprio processo sembra tutt’altro che imminente. In tutto questo resta poi in qualche modo ‘sospeso’ lo status di Becciu. Se ieri il Papa lo ha sostituito nel ruolo di Prefetto della Congregazione dei santi, nominando al suo posto mons. Marcello Semeraro, e’ pur vero che l’ex Sostituto continua a vivere in Vaticano nel suo appartamento. Nessuna comunicazione poi e’ mai arrivata dal collegio cardinalizio e il sito del Vaticano per le informazioni alla stampa lo enumera ancora tra i cardinali ‘elettori’ al Conclave, non avendo peraltro ancora aggiornato la sua biografia.

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Cronache

il giornalista Marc Innaro e la censura Rai: Russia demonizzata, Europa marginale

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Marc Innaro (foto Imagoeconomica in evidenza), storico corrispondente Rai da Mosca e oggi inviato dal Cairo, torna a parlare in un’intervista rilasciata a Il Fatto Quotidiano, affrontando con lucidità e tono critico le tensioni tra l’Occidente e la Russia, il suo allontanamento da Mosca e la crescente russofobia nelle istituzioni europee.

Dal 1994 al 2000 e poi dal 2014 al 2022, Innaro ha raccontato la Russia da dentro, cercando – come lui stesso dice – di “corrispondere” la realtà e il punto di vista di Mosca. Una scelta giornalistica che gli è costata accuse di filoputinismo e, di fatto, l’interruzione della sua esperienza russa da parte della Rai, ufficialmente per motivi di sicurezza legati alla nuova legge russa contro le “fake news”.

Ma Innaro contesta apertamente questa versione: “Quella legge valeva per i giornalisti russi, non per gli stranieri accreditati. Commissionai persino uno studio legale russo-italiano che lo dimostrò. Nessuno mi ascoltò”. A detta sua, la vera censura arrivava “non dai russi, ma dagli italiani”.

Nato, Ucraina e verità scomode

Un episodio televisivo emblematico segnò la sua posizione pubblica: una cartina sull’allargamento della Nato a Estmostrata in diretta al Tg2 Post, che gli offrì l’occasione per dire: “Ditemi voi chi si è allargato”. Una verità storica, sottolinea, che rappresenta “la versione di Mosca” e che fu raccontata anche da Papa Francesco, quando parlò del “latrato della Nato alle porte della Russia”.

Da lì in poi, dice Innaro, cominciò l’isolamento. Non gli fu consentito di intervistare Lavrov né di andare embedded con i russi nel Donbass, mentre altri inviati Rai furono autorizzati a farlo con le truppe ucraine, anche in territorio russo.

“La Russia non vuole invadere l’Europa”

Secondo Innaro, la narrazione di Mosca come minaccia globale è costruita ad arte: “La Russia è un Paese immenso con 145 milioni di abitanti. Come può voler invadere un’Europa da 500 milioni?”. L’obiettivo russo, dice, è sempre stato chiaro: la neutralità dell’Ucraina e il rispetto per le minoranze russofone.

Nel commentare le dichiarazioni dei vertici Ue e Nato, come quelle di Kaja Kallas o Mark Rutte, Innaro osserva che “alimentare la russofobia non aiuta a risolvere nulla” e ricorda che è grazie al sacrificio sovietico se l’Europa è stata liberata dal nazifascismo.

“L’Europa doveva includere la Russia”

La guerra, secondo Innaro, “diventa sempre più difficile da fermare”, anche per il consenso interno a Putin. Ma l’errore strategico dell’Occidente, dice, è stato non costruire una nuova architettura di sicurezza con la Russia dopo la Guerra Fredda: “Abbiamo più in comune con i russi che con altri popoli. Ma ora i 7/8 del mondo si riorganizzano e l’Europa resta ai margini”.

Un’analisi lucida e controcorrente, che rimette in discussione molte certezze del racconto dominante.

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Cronache

Una 14enne precipita dal terzo piano e muore nel Tarantino

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Una ragazza di 14 anni è morta dopo essere precipitata dalla finestra al terzo piano dell’abitazione di Massafra (Taranto) dove viveva con i genitori. La ragazzina è stata soccorsa dal personale del 118 e trasportata d’urgenza all’ospedale Santissima Annunziata di Taranto, ma è deceduta poco dopo il suo arrivo al pronto soccorso. Il pm di turno, a quanto si è appreso, ha aperto un’inchiesta per fare luce sull’accaduto. La madre, che era con lei nell’appartamento, l’avrebbe vista lanciarsi dalla finestra. L’attività investigativa è affidata ai carabinieri.

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Cronache

Nove colpi contro l’auto di un incensurato a Nocera Inferiore

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Nove colpi d’arma da fuoco sono stati esplosi contro un’auto a Nocera Superiore. Il fatto è accaduto nella frazione Citola. La vittima dell’intimidazione è un 30enne, incensurato. L’uomo, ascoltato dai carabinieri, non ha saputo fornire alcuna spiegazione su quanto accaduto. I militari del reparto Territoriale nocerino, guidati dal comandante Gianfranco Albanese, sono al lavoro per ricostruire la dinamica di quanto accaduto. L’auto è stata posta sotto sequestro per consentire i rilievi. Non è escluso che i colpi siano partiti da due armi.

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