Camorra e monnezza in Campania, i comitati civici e i medici dell’Ambiente all’attacco del ministro Costa e di De Luca: basta chiacchiere, annunci e passerelle, qui la gente muore
I comitati civici che da una vita si battono contro la camorra della monnezza in Campania sono stufi. Lo sono da tempo. E sono stanchi di promesse, di “faremo”, “vedremo”, “diremo”, “decideremo”. Vogliono vedere fatti, atti concreti. Come quelli dei camorristi. I mafiosi e i colletti bianchi della monnezza vogliono far piombare la Campania nel caos e organizzano ogni loro azione in funzione di questo obiettivo. Hanno bruciato sei impianti per i rifiuti in sei mesi. Appiccano il fuoco a strutture industriali private fermate dalla magistratura perchè fuori legge, continuano fare interrare monnezza, riversare liquami e fanghi industriali ovunque. Lo Stato è fermo. Assente. E ieri i comitati civici, che pure avevano riposto una qualche speranza nella nomina del generale del Corpo Forestale dello Stato Sergio Costa diventato suo malgrado prima carabiniere e poi ministro, l’hanno detto a muso duro.
Lo sfottò. I comitati civici della Terra dei Fuochi usano questa foto sui social per sfottere il ministro generale
L’hanno detto proprio a lui, a Sergio Costa che dopo l’ennesimo incendio è arrivato in Campania a dire ancora una volta che la colpa è della camorra e che lui farà di tutto per impedire alla camorra di rimettere il naso nell’affare dei rifiuti. Vincenzo Tosti, uno dei leader dei Comitati civici, è durissimo con Costa: “Basta ripetuto la solita pappardella che siamo sotto attacco, ci vogliono più controlli ed è necessario il pugno di ferro. Possibile che già da prima dell’estate si promettono controlli senza che lo Stato riesca in maniera efficace a contrastare gli incendi di rifiuti? Possibile essere ancora così tremendamente inadeguati ed in ritardo? Abbiamo bisogno di risposte reali! Subito!”. E perchè si capisca aldilà di ogni ragionevole dubbio con chi ce l’hanno, Enzo Tosti pubblica un fotomontaggio in cui si vede il generale Costa e il comissario Zenigata del cartoon Lupin III. La scritta su questo fotomontaggio è impietosa: “Il ministro Zenigata, arriva sempre dopo”.
“Sappiamo di chi sono le responsabilità, sappiamo che la Regione ha la competenza sul ciclo dei rifiuti – spiega Vincenzo Tosti, esponente di Stop Biocidio -. Ma dopo otto incendi in un anno in Campania, il ministro Costa non può venire qui a prenderci in giro e a raccontare chiacchiere. Sono mesi che Costa gira le prefetture e annuncia il famoso decreto Terre dei fuochi, ma risultati finora non se ne vedono”. Il famoso decreto Terra dei Fuochi dovrebbe essere quello che Luigi Di Maio vuole presentare a breve proprio nel corso di un Consiglio dei Ministri da fare a Napoli o Caserta, che poi sarebbe una seconda riunione di un Governo della Repubblica per l’affare monnezza non a palazzo Chigi ma a Napoli. “Vogliamo il decreto, non l’annuncio del decreto. Lo facciano dove vogliono, anche in Trentino Alto Adige. Basta che porti dei risultati. Siamo stanchi di passerelle – dice Tosti -. Tra l’ altro siamo molto preoccupati per la salute dei cittadini. Questi incendi liberano nell’aria sostanze tossiche, e a noi non bastano le rassicurazioni dell’Arpac (l’Agenzia regionale per l’ambiente, ndr), per non parlare del negazionismo del governatore De Luca che più volte ha minimizzato su queste questioni”. De Luca è l’altro bersaglio, dopo il ministro Costa, dei Comitati. Anche perchè De Luca da un lato nega qualsiasi emergenza ambientale e dall’altro spende decine di milioni di euro senza costrutto per lenire gli effetti del disastro ambientale provocato dalla camorra.
Sotto accusa. Critiche serrate anche al presidente della Giunta Regionale della Campania Vincenzo De Luca
Contro la Regione l’attacco più duro arriva dai Medici per l’ Ambiente, che in un comunicato chiedono le dimissioni del vice del governatore De Luca, Fulvio Bonavitacola, che è quello che ha la delega all’Ambiente. “Il grave reato degli incendi negli impianti di rifiuti (sono otto in un anno, tre in tre mesi e due in una settimana: Bellona, Battipaglia, Casalduni, San Vitaliano, Caivano, Maddaloni, Marcianise e stasera Santa Maria Capua Vetere), ha raggiunto il culmine – sostiene il presidente campano dell’ associazione, Gaetano Rivezzi -. Come Medici per l’Ambiente che, da paladini dei cittadini, hanno già tre volte (in tre procure diverse) denunciato in prima persona una strategia criminale completamente libera di agire per assenza di qualsivoglia controllo, riteniamo che l’assessore regionale all’Ambiente Fulvio Bonavitacola debba dimettersi per non aver in alcun modo evitato tali disastri (pensiamo ai mancati controlli, a un inefficace piano regionale per lo smaltimento dei rifiuti, a una anche minima bonifica, a un’assoluta assenza di dialogo con i cittadini e i volenterosi difensori del territorio)”. L’associazione dei medici ambientalisti lancia anche l’ennesimo allarme per la salute dei cittadini: «Le velenose enormi emissioni di diossina documentate anche dalla pachidermica Arpac Campania stanno creando un danno di salute non solo acuto nelle zone limitrofe, ma una persistente bioaccumulazione di POPs (inquinanti persistenti patologici ad azione di bioaccumulo) per almeno 5-7 anni nell’ organismo umano».
Bambino di 4 anni annega nel parco acquatico di Castrezzato: tragedia e indagini in corso
Tragedia in un parco acquatico a Castrezzato: muore un bambino di 4 anni. Inchiesta della Procura di Brescia per valutare eventuali responsabilità. I dati sugli annegamenti infantili.
Le speranze si sono spente nella serata di domenica: il bimbo di 4 anni ricoverato in condizioni gravissime dopo essere caduto in una piscina del parco acquatico di Castrezzato, nel bresciano, non ce l’ha fatta. A darne comunicazione sono stati i medici dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, dove il piccolo era stato trasferito in elicottero e ricoverato in terapia intensiva pediatrica.
Il bambino era in compagnia del padre, che lo ha perso di vista nel primo pomeriggio di venerdì. Dopo alcuni minuti di ricerca, il genitore ha notato il corpicino esanime galleggiare in acqua. I soccorsi sono stati tempestivi, ma le condizioni cliniche sono apparse da subito disperate.
Inchiesta della Procura: si indaga sulle responsabilità
Il parco acquatico è gestito da una società privata. Sull’accaduto è stata aperta un’inchiesta dalla Procura di Brescia, con il pubblico ministero Caty Bressanelli che ha affidato ai Carabinieri l’ascolto dei genitori e dei bagnini presenti al momento della tragedia. Si indagherà su eventuali negligenze nei controlli e nelle misure di sicurezza, anche se il dramma pare essere figlio della fatalità.
La famiglia, residente a Rovato, era già stata altre volte in quel parco. Il bambino, secondo quanto emerso, non sapeva nuotare. Resta da chiarire quanto tempo sia rimasto in acqua prima dell’intervento dei soccorsi.
I numeri drammatici degli annegamenti tra i più piccoli
Secondo l’Osservatorio per la prevenzione degli annegamenti, ogni anno in Italia muoiono circa 330 persone per annegamento. Il 53% delle vittime ha meno di 12 anni. Si parla di circa 41 decessi l’anno tra bambini e adolescenti, con un’incidenza altissima tra i maschi (81%).
Andrea Piccioli, direttore generale dell’Istituto Superiore di Sanità, sottolinea: “Instaurare un corretto rapporto con l’acqua è fondamentale per la crescita dei nostri bambini, e con alcune attenzioni si possono ridurre i rischi”. Il pericolo non risparmia nemmeno pozze d’acqua o stagni. “L’acqua esercita un’attrazione fatale su qualsiasi bambino”, afferma Vincenzo Ferrara, che ha curato il rapporto.
(L’immagine in evidenza non è reale ma è stata realizzata con sistemi di intelligenza artificiale)
Nella notte tra venerdì e sabato, a Marina di Ravenna, un ragazzo è riuscito a sfuggire al controllo della polizia dopo aver sfondato il finestrino di una Volante. La scena è stata ripresa e pubblicata dal gruppo Facebook Welcome to favelas, diventando rapidamente virale.
Poliziotti costretti ad allontanarsi per soccorrere una minorenne
Il giovane era stato inizialmente fermato con l’accusa di aver compiuto furti tra le auto in sosta, ma non era stato arrestato. Era stato collocato in attesa di identificazione all’interno dell’auto di servizio, proprio mentre due agenti sono stati costretti ad allontanarsi urgentemente.
Il motivo? Poco distante, una 15enne era stata aggredita a colpi di catena e lasciata a terra sanguinante da un 27enne di origine egiziana, che aveva anche rapinato i cellulari a due ragazzi. L’intervento della pattuglia è servito a evitare il linciaggio dell’uomo e a prestare i primi soccorsi alla giovane ferita, per cui i medici hanno stilato una prognosi di 20 giorni.
Nessun arresto per la rapina: non c’era più la flagranza
La dinamica della serata, resa caotica dalla contemporaneità dei due episodi, ha portato a un paradosso giudiziario: la Procura non ha potuto convalidare l’arresto del 27enne per rapina aggravata e lesioni, in quanto fuori dalla flagranzadel reato. Una decisione che alimenta polemiche e interrogativi.
L’Iran è pronto a scatenare rappresaglie asimmetriche “senza limiti e senza restrizioni” di sorta laddove gli Usa dovessero prendere di mira l’86enne ayatollah Ali Khamenei, Guida Suprema della Repubblica Islamica. L’avvertimento, dopo gli attacchi americani delle ultime ore contro tre impianti nucleari iraniani, viene da “un alto funzionario” di Teheran citato in forma anonima dal sito della Reuters. Si tratta “della più rossa delle linee rosse”, ha ammonito la fonte, aggiungendo che “qualunque mossa contro il supremo leader chiuderebbe la porta a ogni negoziato e innescherebbe una risposta senza limiti e senza restrizioni”.