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Cultura

Camera, il centro italiano per la fotografia, chiude l’anno in crescita continuando a sviluppare il sapere fotografico

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Confermandosi sempre di più come capitale italiana della Fotografia, Torino progetta un museo interamente dedicato ad essa, raddoppiando quella che è una tra le più affermate strutture europee dedicate all’arte fotografica e alle sue coniugazioni, CAMERA, il Centro Italiano per la Fotografia, al quale   sono bastati quattro anni, fondati su un intenso e appassionato lavoro di equipe, con la Presidenza di Emanuele Chieli e la Direzione di Walter Guadagnini, per divenire il polo fotografico più riconosciuto del paese. Quattro anni di successi ininterrotti, una media di ventitremila visitatori per ogni mostra in esposizione nelle sue sale, oltre sessantamila visitatori nella programmazione della stagione 2018/2019, che significa un 20% in più rispetto alla stagione precedente e il 120% in più rispetto al primo anno di apertura. Sedicimila bambini accompagnati nelle mostre e nei vari percorsi di avvicinamento alla fotografia, oltre cento ospiti da tutto il mondo per i trenta workshop o corsi di fotografia, venti giovani talenti fotografici selezionati tra le centinaia di richieste che arrivano per Futures un programma europeo per la scoperta di giovani fotografi e le Masterclass tra le quali spicca quella oramai consolidata con lo ICP International Centre of Photography di New York che ogni anno vede impegnati trenta allievi tra i quali quelli selezionati dalla Accademia Albertina, dallo IED e da altre tra le dodici importanti istituzioni fotografiche europee con le quali CAMERA è convenzionata. Si respira la fotografia appena si varca la soglia di via delle Rosine 18 in quello che fu l’edificio della prima scuola pubblica del regno di Sardegna tra piazza Vittorio Veneto e piazza Castello a due passi dalla Mole Antonelliana, simbolo del capoluogo Piemontese. Cordialità ed entusiasmo accompagnano il visitatore, anche il più profano e meno attento all’arte fotografica, negli oltre 1000 metri quadrati dedicati alle mostre che annualmente possono essere tre/quattro esposizioni principali e una serie di mostre complementari, alternando autori italiani e internazionali. La programmazione espositiva sempre molto attenta e dialogante con tutti gli stili, affronta i differenti generi e le diverse pratiche della fotografia, oggi sempre più̀ in dialogo con le altre discipline dell’arte e non solo. Ma non solo mostre ed eventi fotografici, ma anche informazione, scambio, confronto, e inclusione nel tessuto cittadino e regionale con le innumerevoli iniziative di incontri, workshop, seminari, master e programmi educativi per le scuole. E poi   incontri aperti al pubblico che hanno reso CAMERA una meta di riferimento per il più ampio dibattito intorno alla fotografia. Si trova sempre con chi dialogare e discutere di fotografia tra il personale che con passione si rivela sempre disponibile e propositivo. Un centro dove la fotografia è l’asse portante delle tematiche che poi sfociano in mille altri interessi artistici tributando il giusto onore che la fotografia ha conquistato dai primi anni della sua nascita. Joan Fontcuberta, Adam Broomberg, Carlos Spottorno, Ami Vitale, Sandy Skoglund, Paolo Pellegrin, Ferdinando Scianna, Mark Power, Susan Meiselas, Gianni Beregno Gardin, Maurizio Molinari, Mario Calabresi, Alice Gabriner, Rinko Kawauchi, Sohei Nishino, Francesco Jodice, Mario Cresci, Larry Fink, Jacopo Benassi, Cristina De Middel. Jonas Bendiksen, Antoine D’Agata, Erik Kessels, Pino Musi, Franco Fontana, questi alcuni dei nomi ospitati dalla struttura per convegni o conferenze sul proprio lavoro o per tenere corsi e workshop. Leggere curiosità e la voglia di conoscenza, approfondendo gli argomenti legati alla fotografia, al suo essere e alla sua fase di produzione e creazione messa in atto dagli autori ad ogni click,  negli occhi e nelle domande dei visitatori o degli studenti che partecipano agli incontri è senza dubbio il valore aggiunto a qualsiasi lezione si possa tenere sulla fotografia o sulla propria attività. Questo a Camera succede quotidianamente per merito delle professionalità che operano nella struttura che preparano e accompagnano tutti coloro che interagiscono con essa.  A queste iniziative si aggiunge un importante attenzione posta verso gli archivi italiani, che oltre alla formazione di specialisti archivisti, formati da addetti interni con ventennali carriere sviluppate nelle più importanti strutture fotografiche  italiane, si propone di  sviluppare una piattaforma multimediale condivisa per la valorizzazione del patrimonio archivistico fotografico italiano  coordinando anche  il Censimento delle raccolte fotografiche in Italia, nato nel dicembre 2015 con un protocollo d’intesa tra l’Istituto centrale per il catalogo e la documentazione e il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. Questa marea di dati e numeri sull’ affluenza al Centro Italiano per la Fotografia non sarebbe possibile senza la dedizione di una squadra affiatata che opera per la struttura e prima di tutto per la divulgazione della fotografia, ma non sarebbe possibile nemmeno senza l’aiuto concreto di istituzioni, in maggior parte private, ma anche  pubbliche che sostengono iniziative di cosi alto profilo. Siamo sicuri che l’interesse che la fotografia suscita potrebbe essere replicato anche in altre parti d’Italia, specialmente in un sud che ha visto e vede oltre ai più’ grandi autori fotografici del nostro paese, anche un bacino di interesse che non è secondo ad altri in Italia e in Europa, ma che purtroppo non trova un punto di riferimento che possa aggregare le istanze che quotidianamente e in maniera a volte spontanea si sollevano dai territori.

Ci chiediamo se una città come Napoli, sarebbe pronta a calarsi in una esperienza cosi totalizzante, ma di sicura redditività culturale e divulgativa per un arte consolidata come la fotografia, ma non ancora ben valorizzata nella nostra città come invece accade altrove. Guardando a ciò che avviene a Napoli e nel sud, crediamo che con le innumerevoli e pregiate iniziative fotografiche che si susseguono sul territorio, la risposta non possa che essere positiva. Serve solo il coraggio di crederci e investire nelle proprie passioni.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Fotogiornalista da 35 anni, collabora con i maggiori quotidiani e periodici italiani. Ha raccontato con le immagini la caduta del muro di Berlino, Albania, Nicaragua, Palestina, Iraq, Libano, Israele, Afghanistan e Kosovo e tutti i maggiori eventi sul suolo nazionale lavorando per agenzie prestigiose come la Reuters e l’ Agence France Presse, Fondatore nel 1991 della agenzia Controluce, oggi è socio fondatore di KONTROLAB Service, una delle piu’ accreditate associazioni fotografi professionisti del panorama editoriale nazionale e internazionale, attiva in tutto il Sud Italia e presente sulla piattaforma GETTY IMAGES. Docente a contratto presso l’Accademia delle Belle Arti di Napoli., ha corsi anche presso la Scuola di Giornalismo dell’ Università Suor Orsola Benincasa e presso l’Istituto ILAS di Napoli. Attualmente oltre alle curatele di mostre fotografiche e l’organizzazione di convegni sulla fotografia è attivo nelle riprese fotografiche inerenti i backstage di importanti mostre d’arte tra le quali gli “Ospiti illustri” di Gallerie d’Italia/Palazzo Zevallos, Leonardo, Picasso, Antonello da Messina, Robert Mapplethorpe “Coreografia per una mostra” al Museo Madre di Napoli, Diario Persiano e Evidence, documentate per l’Istituto Garuzzo per le Arti Visive, rispettivamente alla Castiglia di Saluzzo e Castel Sant’Elmo a Napoli. Cura le rubriche Galleria e Pixel del quotidiano on-line Juorno.it E’ stato tra i vincitori del Nikon Photo Contest International. Ha pubblicato su tutti i maggiori quotidiani e magazines del mondo, ha all’attivo diverse pubblicazioni editoriali collettive e due libri personali, “Chetor Asti? “, dove racconta il desiderio di normalità delle popolazioni afghane in balia delle guerre e “IMMAGINI RITUALI. Penitenza e Passioni: scorci del sud Italia” che esplora le tradizioni della settimana Santa, primo volume di una ricerca sui riti tradizionali dell’Italia meridionale e insulare.

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Cultura

Consulta: niente automatismo sulla sospensione dei genitori, decide il giudice

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Stop all’automatismo che impone la sospensione della responsabilità genitoriale per i genitori condannati per maltrattamenti in famiglia. Lo ha stabilito la Corte costituzionale con la sentenza n. 55 del 2025, dichiarando illegittimo l’articolo 34, secondo comma, del Codice penale nella parte in cui non consente al giudice di valutare in concreto l’interesse del minore.

Una norma rigida che non tutela sempre i figli

L’automatismo previsto dalla norma, secondo cui alla condanna per maltrattamenti in famiglia (articolo 572 c.p.) segue obbligatoriamente la sospensione della responsabilità genitoriale per il doppio della pena, è stato giudicato irragionevole e incostituzionale. Secondo la Consulta, la previsione esclude qualsiasi valutazione caso per caso e impedisce al giudice di verificare se la sospensione sia effettivamente nell’interesse del minore, come invece richiedono gli articoli 2, 3 e 30 della Costituzione.

Il caso sollevato dal Tribunale di Siena

A sollevare la questione è stato il Tribunale di Siena, che aveva riconosciuto la responsabilità penale di due genitori per maltrattamenti nei confronti dei figli minori, ma riteneva inadeguato applicare in automatico la sospensione della responsabilità genitoriale. Il giudice toscano ha evidenziato la possibilità concreta che, in presenza di una riconciliazione familiare e di un miglioramento del contesto domestico, la sospensione potesse arrecare un danno ulteriore ai minori.

Il principio: al centro l’interesse del minore

La Corte ha ribadito che la tutela dell’interesse del minore non può essere affidata a presunzioni assolute, bensì deve derivare da una valutazione specifica del contesto familiare e della reale efficacia protettiva della misura. Il giudice penale deve dunque essere libero di stabilire, caso per caso, se la sospensione della responsabilità genitoriale sia davvero la scelta più idonea alla protezione del figlio.

La continuità con la giurisprudenza

La decisione si inserisce nel solco della sentenza n. 102 del 2020, con cui la Consulta aveva già bocciato l’automatismo previsto per i genitori condannati per sottrazione internazionale di minore. In entrambi i casi, si riafferma il principio secondo cui le misure che incidono sulla genitorialità devono essere coerenti con i valori costituzionali e orientate alla tutela concreta del minore.

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Cultura

Addio a Mario Vargas Llosa, Nobel per la Letteratura: è morto a Lima a 89 anni

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Il mondo della cultura piange la scomparsa di Mario Vargas Llosa (foto in evidenza di Imagoeconomica), uno dei più grandi romanzieri del Novecento e premio Nobel per la Letteratura nel 2010. Lo scrittore peruviano si è spento oggi, domenica, a Lima all’età di 89 anni, circondato dalla sua famiglia, come ha comunicato suo figlio Álvaro attraverso un messaggio pubblicato sul suo account ufficiale di X.

«Con profondo dolore, rendiamo pubblico che nostro padre, Mario Vargas Llosa, è morto oggi a Lima, circondato dalla sua famiglia e in pace».

Una vita tra letteratura e impegno

Nato ad Arequipa il 28 marzo del 1936, Vargas Llosa è stato tra i più influenti autori della narrativa ispanoamericana contemporanea. Oltre ai riconoscimenti letterari internazionali, ha vissuto una vita profondamente segnata anche dall’impegno civile e politico.

Con la sua scrittura tagliente e lucida, ha raccontato le contraddizioni della società peruviana e latinoamericana, esplorando con coraggio e passione temi di potere, ingiustizia e libertà.

I capolavori che hanno segnato la sua carriera

Autore di romanzi fondamentali come “La città e i cani” (1963), durissima denuncia del sistema militare peruviano, e “La casa verde” (1966), Vargas Llosa ha lasciato un’impronta indelebile nella letteratura del Novecento. La sua vasta produzione comprende anche saggi, articoli e testi teatrali.

Un addio in forma privata

Come reso noto dalla famiglia, i funerali saranno celebrati in forma privata e, nel rispetto della volontà dell’autore, le sue spoglie saranno cremate. Un addio sobrio, coerente con la riservatezza che ha spesso contraddistinto l’uomo dietro lo scrittore.

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Cultura

La Campania conquista il mondiale di fisica per studenti: cinque eccellenze campane rappresenteranno l’Italia all’IYPT 2025

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Cinque giovani talenti campani delle scuole superiori rappresenteranno l’Italia all’International Young Physicists’ Tournament (IYPT) 2025, la più prestigiosa competizione mondiale di fisica per studenti delle scuole superiori, che si svolgerà dal 29 giugno al 6 luglio a Lund, in Svezia.

Dopo una severa selezione nazionale, articolata in prove pratiche e orali, sono stati scelti cinque studenti, tutti provenienti da istituti superiori della Campania: il Liceo Mercalli di Napoli e il Liceo Buchner di Ischia. Una vittoria che premia la qualità della formazione scientifica nelle scuole del Sud e conferma il livello di eccellenza raggiunto dalla regione in campo scientifico.

Tra i protagonisti Pierluigi Trani, talento di Ischia

Tra i cinque campioni c’è Pierluigi Trani, studente del terzo anno del Liceo Scientifico Buchner di Ischia, attualmente a Salonicco, in Grecia, per partecipare a un torneo amichevole di preparazione con altri cinque Paesi del sud Europa. Trani si è classificato tra i primi quattro nella fase provinciale dei Campionati di Fisica 2025 a Napoli, risultando l’unico studente ischitano tra i primi dieci. Inoltre, si è distinto a livello nazionale arrivando terzo alle Olimpiadi di Statistica nella sua fascia d’età.

Il giovane fisico non ha intenzione di fermarsi qui: dopo l’esperienza mondiale in Svezia, proseguirà i suoi studi in un prestigioso college londinese, pronto ad accoglierlo per coltivare il suo brillante futuro accademico.

Un team guidato da due docenti campani

A guidare la squadra italiana saranno Gianmarco Sasso e Raffaele Campanile, entrambi docenti del Liceo Buchner di Ischia. I due insegnanti hanno seguito tutte le fasi della selezione e accompagnano i ragazzi nella preparazione per la competizione internazionale. L’IYPT è un torneo con una lunga storia: esiste da 38 anni, ma l’Italia partecipa ufficialmente solo dal 2024, grazie al sostegno dell’associazione “Scienza e Scuola”, con sede nel Meridione. Il Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM) ancora non riconosce formalmente la competizione, ma l’entusiasmo e la determinazione di studenti e docenti colmano ogni lacuna istituzionale.

La fisica come passione e riscatto territoriale

L’affermazione della Campania all’IYPT è un segnale forte: il talento scientifico non conosce confini geografici, e può emergere anche in territori spesso penalizzati da scarse risorse e riconoscimenti. I cinque ragazzi selezionati, con il sostegno dei loro docenti e di una rete associativa motivata, porteranno in alto il nome dell’Italia e del Sud Europa, confrontandosi con delegazioni di ben 39 nazioni.

Dal cuore del Sud, un segnale di speranza, competenza e futuro.

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