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Calcio: Spalletti tiene alta la guardia, non esistono partite facili

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Il largo vantaggio sui rivali diretti aiuta ad alimentare l’ottimismo ma guai a cadere nella rilassatezza, che a pochi mesi dal sogno rischia di diventare il peggiore degli avversari. Luciano Spalletti sa quanto sia complicato contenere l’euforia della tifoseria napoletana che vede la squadra veleggiare verso traguardi trionfalistici e per questo non smette di tenere alta l’attenzione del gruppo e dell’intero ambiente. Contro lo Spezia il messaggio che lancia è forte e chiaro, vietato abbassare la guardia.Anche perché il derby di Milano può risultare un ‘doppio’ vantaggio per allungare ulteriormente in classifica sulla concorrenza. “La partita trappola? Esiste se continuiamo a far discorsi di vittorie facili, già proiettati a un finale scoppiettante. Allo Spezia del derby di Milano, per esempio, non frega niente: ha bisogno di punti salvezza. Noi dobbiamo concentrarci su un campo difficile e una partita difficile”, sono state le prime parole in conferenza stampa dell’allenatore toscano che chiede alla squadra “applicazione e dedizione perchè solo così ci possiamo permettere di portare a termine la partita e questi sono tre punti importantissimi”.

Lo Spezia per Spalletti nasconde dunque più di una insidia. “Sa guadagnare campo velocemente dietro la linea difensiva, noi dobbiamo essere attenti nelle preventive. Dobbiamo fare la partita restando pronti mentalmente a correre indietro per evitare le loro imbucate”, ha tenuto a precisare il tecnico che comunque non può sorvolare su quanto sia splendido il percorso fatto finora dalla sua squadra. “In estate nessuno di noi pensava di fare 50 punti nel girone di andata. Si diceva all’inizio che noi non potevamo fare questo percorso. Ora pensiamo che gli altri non possano fare il nostro stesso percorso. Perché? A noi rimane l’obbligo di continuare su questa strada per vanificare la rincorsa di qualcuno”, è il suo messaggio per tenere a freno una piazza impaziente di festeggiare. Per questo il Napoli è ‘obbligato’ a mantenere le distanze: “Ci sono squadre forti, in grandissima salute come l’Atalanta. Le cose accadranno nel tempo che manca alla fine del campionato”.Spalletti si affiderà ancora una volta alle qualità di Osimhen (“Se con me ha fatto 12 reti di testa, significa che col prossimo allenatore saranno 25, poi con quello dopo 32”) ma le lodi stavolta Spalletti le ha volute spendere per Jack Raspadori, ultimamente poco utilizzato. “In allenamento è una roba incredibile per serietà, forza, applicazione, per un allenatore. Si dice tutti sono uguali, ma io sono più disponibile verso chi si allena in un certo modo. Chi si comporta in un certo modo, chi pensa in un certo modo, chi viene al campo un’ora prima e lo prepara, non chi viene gli ultimi 2 minuti. È una difficoltà di questo lavoro dover tenere fuori calciatori che fanno questo”, ha spiegato Spalletti. La qualità nel suo Napoli non manca e le alternative son tante. In terra ligure, che lo riporta indietro nel tempo (giocò dal 1986 al 1990), il suo obiettivo è fin troppo chiaro: non lasciare punti per strada e continuare a scrivere la favola. 

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Ancelotti, tra Real Madrid, Brasile e Arabia: il futuro è ancora un rebus, ma una cosa è certa: non ha fretta

Il futuro di Carlo Ancelotti resta in bilico tra Real Madrid, Brasile e offerte arabe. Ma il tecnico non ha fretta: vuole chiudere con eleganza la sua avventura a Madrid.

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Chiamatelo fattore “tempo”. Perché quando si parla del futuro di Carlo Ancelotti, signore della Champions League e tecnico più vincente d’Europa, è proprio il tempo a scandire ogni passo. Ancelotti ha costruito la sua leggenda senza mai cedere alla fretta, e anche oggi – stretto tra Real Madrid, Brasile e offerte saudite – non ha intenzione di affrettare decisioni.

La stagione del Real tra infortuni, ego e delusioni

La stagione 2024-2025 del Real Madrid è stata un percorso a ostacoli, nonostante il clamoroso arrivo di Kylian Mbappé. Gli infortuni pesanti a Carvajal e Militao, il vuoto lasciato da Kroos, l’inserimento complicato di Mbappé e una squadra iper-offensiva e senza equilibrio hanno lasciato segni profondi. I Blancos sono usciti ai quarti di Champions, hanno perso la Copa del Rey in finale, la Supercoppa, e in Liga inseguono il Barcellona a -4. Solo l’11 maggio, nel Clásico che sa di sentenza, si capirà se la corsa è ancora viva.

Il Brasile aspetta, ma Ancelotti temporeggia

Le voci sull’approdo di Ancelotti sulla panchina della Seleção circolano da mesi. Sembravano spente, ma i problemi del Brasile nelle qualificazioni mondiali le hanno riaccese. Qualche giorno fa, a Londra, c’è stato un incontro ufficiale tra Ancelotti e i vertici della Federazione brasiliana. Ma è arrivata fumata nera: il Brasile lo vuole subito, Carlo vuole chiudere con stile la sua avventura madridista, eventualmente fino al Mondiale per club.

L’offerta araba e il silenzio di Ancelotti

Sul tavolo è spuntata anche una proposta monstre dall’Arabia Saudita, si parla di 50 milioni a stagione, forse dall’Al-Ahli. Ma Ancelotti non si è mosso. Rimane a Madrid, prepara la sfida contro il Celta Vigo, e spera che il Barcellona inciampi. Nel frattempo, la stampa spagnola inizia a ipotizzare che possa restare anche per il Mondiale per club.

Il commiato perfetto? Con la Liga in mano

Con 15 trofei vinti alla guida dei Blancos, don Carlo merita un’uscita di scena all’altezza della sua storia. E anche il club lo sa. Il finale di stagione sarà determinante: Liga o no, l’addio sarà comunque elegante.

Il resto? Arabia, Brasile, Italia (si vocifera Milan o Roma), o una pensione serena. Ancelotti, unico tecnico a vincere nei cinque principali campionati europei, non ha fretta, e questa è – per ora – l’unica certezza.

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Europa League: vincono Tottenham e United, verso finale inglese

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Vittorie per Tottenham e Manchester United, si va verso una finale di Europa League tutta inglese. La squadra londinese ha fatto un grande passo battendo 3-1 il Bodo Glimt nella semifinale di andata giocata a Londra. Vantaggio lampo per il Tottenham che al 1′ va a segno con Brennan Johnson, il raddoppio al 34′ con James Maddison: al 16′ della ripresa Dominic Solanke su rigore segna il tris. Saltnes ha accorciato le distanze al 38′ in una delle rare azioni offensive dei norvegesi, chiamati ora alla missione quasi impossibile tra sette giorni in casa. Nell’altra semifinale, grazie anche alla superiorità numerica dal 35′, lo United, a cui resta solo l’Europa per salvare la stagione, ha travolto l’Athletic Bilbao 3-0. I Red Devils, solo quattordicesimi in Premier League, hanno sconfitto i baschi che vedono sfumare il sogno di una finale casalinga il 21 maggio: a segno per gli inglesi Casemiro (30′) e poi doppietta del capitano portoghese Bruno Fernandes (37′ su rigore e 49′).

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Conference: Fiorentina ko a Siviglia, al Franchi per la rimonta

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La Fiorentina cade a Siviglia e ora deve sperare nella rimonta tra sette giorni al Franchi. Il Betis si aggiudica il primo round della semifinale di Conference League, battendo 2-1 i viola grazie ai gol di Ezzalzouli e Antony, ma Ranieri a segno per la squadra di Palladino ha riacceso la speranza. Minuto di raccoglimento per ricordare Papa Francesco, e poi in campo è subito Betis che infatti passa in vantaggio dopo appena sei minuti grazie alla rete di Ezzalzouli. Azione nata dal duello vinto da Bakambu con Comuzzo, arriva sul fondo e crossa: l’attaccante marocchino non sbaglia a due passi da De Gea. La rete passa sotto la lente del Var per verificare eventuali irregolarità, ma l’arbitro Oliver convalida il gol del vantaggio degli andalusi. La Fiorentina reagisce e al 21′ sfiora il pari con Mandragora, che di testa manda fuori di un soffio.

A ridosso della mezzora Palladino è costretto a un cambio; problema muscolare per Cataldi che chiede di uscire, al suo posto Adli. Nel recupero il Betis va vicino al raddoppio con Bartra che calcia il pallone sopra la traversa. Nella ripresa Palladino gioca la carta Kean, rientrato da poco in gruppo e partito dalla panchina. Ma proprio nel momento migliore die viola arriva il raddoppio della squadra andalusa con Antony (19′). Al 27′ però la riapre Ranieri che batte Vieites e fa tornare a sperare la Fiorentina, che qualche minuto dopo va vicina anche al pari con Gosens. La Viola ha reagito e tiene viva la speranza di volare in finale: tra sette giorni il ritorno in casa.

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