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Calcio: colpo Milan e Roma ko, Pioli vede l’Europa

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Come fra due pugili stremati, il Milan ha trovato uno spiraglio di lucidita’ per stendere la Roma e lo ha fatto. Il caldo e’ stato il principale avversario delle due squadre e a San Siro e’ finita 2-0, con molti rossoneri a terra con i crampi, e Pioli che festeggiava la prima vittoria del campionato contro una delle prime della classifica, fondamentale per restare agganciato alla zona Europa League. “Mandiamo un segnale – ha detto l’allenatore -. Era un tallone d’Achille non aver mai battuto un avversario che sta davanti. L’obiettivo e’ riportare il Milan in Europa”. Fonseca invece ha visto la sua Roma afflosciarsi dopo un’ora e un quarto in cui ha dominato la noia e, dopo aver sostituito uno Dzeko decisamente opaco, ha incassato la prima sconfitta dopo tre successi di fila. “Una partita regalata”, la definisce il tecnico giallorosso, sottolineando anche che il Milan ha avuto due giorni di tempo in piu’ per prepararla. I rossoneri hanno tirato fuori energie extra e rimediato all’assenza di Ibrahimovic. Ancora una volta ci ha pensato Rebic a trascinare il Milan, e il suo ottavo gol in campionato, al 31′ della ripresa, e’ l’emblema di una partita ricca di errori, da entrambe le parti. L’azione rossonera nasce da una palla persa a centrocampo da Zappacosta, Mirante prima salva su Kessie, poi con la schiena devia sul palo un destro di Rebic. A differenza dell’interista Gagliardini, complice con la sua traversa di un rocambolesco pareggio, il croato del Milan ha una seconda chance e non la sbaglia di potenza. Poi chiede il cambio perche’ non sta piu’ in piedi. A conti fatti Mirante e’ il migliore della Roma.

Al 44′ intuisce anche il rigore (maldestro fallo di Smalling su Hernandez) che Calhanoglu realizza sfilando il compito al rigorista designato Kessie. Prima di questa doppia fiammata, le azioni piu’ emozionanti sono state quelle in bianco e nero del video sul maxischermo in omaggio a Pierino Prati. Nel derby fra portieri di Castellammare di Stabia, Donnarumma si deve impegnare solo in un intervento nel finale. “Il Milan ha il dovere di provare a tenerlo, e’ il migliore portiere al Mondo”, sancisce il dt Maldini, che festeggia con i dirigenti la vittoria nel derby fra i due club con proprieta’ americane. Il pericolo piu’ evidente creato dalla Roma resta un colpo di testa al 20′ di Dzeko. Marcato anche da un Kjaer che “ha giocato quasi zoppo”, come ha spiegato Pioli, il bosniaco non brilla in una squadra cambiata per meta’ rispetto a quella che ha battuto la Sampdoria. Kluivert e’ anonimo, come il padre in gran parte delle sue partite a San Siro nel ’97/98 in rossonero, Pellegrini si becca un’ammonizione che gli costera’ l’Udinese, e dopo mezz’ora la Roma si spegne. Fonseca fa cinque cambi, due in piu’ di Pioli, ma non riesce a dare la scossa ne’ a sfruttare le indecisioni del Milan a centrocampo. In una partita giocata al rallentatore, incidono Paqueta’ e Saelemaekers, entrati al 54′, e i rossoneri pungono quando riescono a giocare di prima. Piu’ lucido nel momento chiave, il Milan piazza il doppio colpo del ko.

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Calcio: si ritira Sara Gama, esempio anche nel sociale

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Campionessa in campo e fuori al punto da meritarsi l’appellativo di “leggenda”, come l’ha definita la Juventus. Sara Gama ha deciso di appendere gli scarpini al chiodo, la calciatrice ha detto basta a 36 anni. Triestina come la mamma, ma con il sangue congolese di papà, ha annunciato il ritiro attraverso un lungo videomessaggio: “Oggi quel pallone lo calcio e lo lascio andare. Con orgoglio, con gratitudine, con il cuore pieno: è il mio addio al calcio giocato. L’amore per questo sport e per le sue persone resta con me per sempre” la frase per salutare tutti dopo due minuti di ricordi e di emozioni. Ha provato a racchiuderli in una clip da 120 secondi, ma la sua carriera meriterebbe ben più spazio: è iniziato tutto da Trieste alla Polisportiva San Marco, poi è stata una parabola crescente tra Tavagnacco, Chiasiellis, Pali Blues fino ad arrivare a Brescia e Paris Saint Germain. Nel 2017 ecco la chiamata della Juve. “Un club che ha fatto diventare realtà anche i sogni che non sapevamo di avere” l’ha descritta Gama, ma nel frattempo aveva già vinto uno scudetto, due Supercoppe Italiane e una Coppa Italia, oltre a un Europeo Under 19 con l’Italia.

Già, perché tra azzurro e bianconero, Gama sale davvero alla ribalta del calcio femminile e non solo. Oltre agli indiscutibili valori tecnici, la calciatrice ne ha anche umani, tanto da spendersi in prima persona per alcune grandi battaglie: ha mandato messaggi forti contro il razzismo, si è battuta per le tutele sociali e previdenziali del calcio femminile, è stata eletta vicepresidente dell’Aic nel 2020 e nel 2021 è entrata nella Commissione Nazionale Atleti del Coni. Così, il colosso di giocattoli Mattel l’ha addirittura inserita tra le 17 personalità femminili in occasione della “Giornata internazionale della donna” nel 2018, creando pure una bambola Barbie a lei dedicata. Sui social Gama ha ricevuto applausi e complimenti nel giorno del ritiro, poi c’è una lunga lettera della Juve: “Grazie per quello che ci hai insegnato e per tutto quello che hai fatto indossando la nostra maglia, la tua maglia. Sarebbe stato impossibile desiderare di meglio” l’omaggio dei bianconeri dopo 153 presenze e 12 trofei in otto anni insieme.

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Le quattro giornate di Napoli, McTominay jolly di Conte

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Una fuga che può portare allo scudetto, in una Napoli che esulta ma sta attenta alla superstizione, che celebra il successo e il primato solitario ma aspetta l’aritmetica prima di festeggiare. E’ trascorso così il lunedì successivo al 2-0 sul Torino che per gli azzurri ha significato la terza vittoria consecutiva, nella giornata segnata dallo stop dell’Inter che ha rimediato di contro la terza sconfitta di fila tra campionato e coppe. Risultati che segnano il sorpasso, con il Napoli che ora ha il pallino in mano a quattro giornate dalla fine del campionato con tre punti di vantaggio in classifica sui nerazzurri secondi. L’entusiasmo però può essere pericoloso come sottolinea su Instagram il capitano azzurro Di Lorenzo, che da napoletano adottivo scrive: “A meglio parola è chella ca nun se dice”.

‘La migliore parola è quella che non si dice’ è il proverbio partenopeo che accompagna e nasconde la parola scudetto, un sogno che sembrava impossibile e che invece ora diventa una meta a portata di mano. Perché le parole migliori oggi arrivano in campo dai giocatori di una squadra che il tecnico Conte ha saputo far crescere alla perfezione, con una rosa compatta, che sta dimostrando di saper affrontare al meglio anche le assenze e i cui talenti ormai hanno imparato alla perfezione il calcio della serie A.

E’ il caso di Scott McTominay, la nuova star della città, già ribattezzato dai tifosi ‘McFratm’, a indicare che lo scozzese ormai è sentito come un ‘fratello, uno dei loro, e che ieri ha siglato una doppietta arrivando a 11 gol in campionato, numero da capocannoniere tra i centrocampisti visto che ha superato la star del Milan Reijnders, fermo a 10. Lo scozzese ha imparato bene il calcio italiano, dimenticando le galoppate che faceva al Manchester United per specializzarsi nell’interdizione degli attacchi avversari e nell’inserimento nelle aree avversarie. L’ultima dimostrazione ieri contro il Torino quando è stato ancora una volta decisivo. E’ la nuova stella del centrocampo, in una città che per anni ha amato Hamsik, che adora Lobotka ma che ora sogna grazie a McTominay, l’uomo che trova i varchi nelle difese avversarie spesso ipnotizzate dai movimenti di Lukaku e Politano, in grado di aprire gli spazi giusti per gli inserimenti dello scozzese.

Il Napoli ha dimostrato di avere la pelle dura per puntare al titolo. Ora però bisogna continuare per le altre quattro partite, come ha sottolineato ieri Conte. La prossima è in casa di un Lecce che lotta per la salvezza, in uno stadio che ha messo in vendita 1075 posti nel settore ospiti e che sarà invaso dai tifosi azzurri residenti in Puglia e altre regioni vicine. Dopo i giallorossi le sfide contro Genoa, Parma e Cagliari. Nessuna partita di vertice, ma il pericolo resta vivo per una squadra che deve fare anche i conti con una rosa stanca, come dimostrato da Olivera e Lobotka che ieri hanno terminato la gara esausti. E risposte si aspettano anche da Buongiorno, che dopo il dolore alla coscia destra mette di nuovo in pericolo l’equilibrio della difesa di Conte.

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Manna: Conte e i giocatori del Napoli hanno fatto un lavoro incredibile

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”Se pensiamo da dove siamo partiti e guardiamo la nostra classifica a quattro giornate dalla fine del campionato dico che il lavoro della squadra e dell’allenatore è stato incredibile: se arriveremo in fondo sarà tutto merito loro”. A parlare è il direttore sportivo del Napoli capolista Giovanni Manna, premiato oggi a Coverciano come il migliore nel suo ruolo durante la manifestazione ‘Inside the Sport 2025’ promossa da Ussi e Mcl.

”Ringrazio chi mi ha scelto e voluto, per adesso siamo felici di quello che abbiamo fatto – ha aggiunto Manna – L’impegno della famiglia De Laurentiis è stato costante, il prossimo anno giocheremo la Champions e stiamo già programmando, il Napoli ha sempre investito nei calciatori anche se adesso siamo tutti concentrati sul presente”.

Sull’exploit di Mcominay che sta dimostrando di essere decisivo per la squadra e fra i migliori colpi di mercato il dirigente partenopeo ha dichiarato: ”Uno come lui non andava scoperto, sapevamo che era un calciatore importante, serviva solo metterlo al centro di un progetto preciso. Prima che guardi io un giocatore c’è un lavoro dello staff. La Premier è migliore campionato del mondo, con i calciatori migliori. Il livello è alto, c’è tutto, intensità, tecnica, tattica”.

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