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Cronache

Calciatore ucciso, l’ex moglie di Rullo: il mio suicidio fu simulato

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“Si trattava pur sempre di mio marito e di mia suocera, per questo non riuscivo a credere alla versione degli inquirenti. Solo nel luglio scorso, dopo avere letto tutti gli atti dell’indagine, ho capito che era tutto vero e ad oggi escludo di avere mai tentato il suicidio”. E’ un passaggio della deposizione oggi in aula di Valentina Angotti, ex moglie di Raffaele Rullo, imputato davanti alla Corte d’Assise di Milano insieme a sua madre Antonietta Biancaniello per il tentato omicidio della sua ex consorte, oltre che per l’omicidio dell’ex calciatore Andrea La Rosa, ritrovato morto in un fusto di benzina nel bagagliaio dell’auto della 60enne, nel dicembre 2017. L’episodio del tentato omicidio della donna (inizialmente classificato dagli investigatori come tentato suicidio) risale al 5 ottobre 2017, circa un mese prima della morte del 35enne: quel giorno Angotti fu ricoverata priva di sensi e con le vene dei polsi tagliate al pronto soccorso di Monza. Dalle analisi del sangue risulto’ che aveva assunto delle benzodiazepine e che aveva dei livelli di glicemia molto bassi. Come ha spiegato lei stessa in aula, solo dopo l’arresto del marito per l’omicidio di La Rosa scopri’ che Rullo le aveva intestato due polizze sulla vita, una delle quali prevedeva un premio assicurativo di 150 mila euro in caso di morte. Angotti ha raccontato in aula che al suo risveglio in ospedale, quel giorno, disse ai medici di non riuscire a darsi una spiegazione di quanto avvenuto. “Non ho mai pensato di suicidarmi – ha precisato – anche se in quel periodo ero molto stanca e stressata”. Per questo, ha detto alla Corte, ha creduto al racconto che le fecero l’ex marito e la ex suocera, entrambi ora accusati di avere architettato tutto per riscuotere la polizza. “Biancaniello non e’ mai venuta a trovarmi in ospedale, ma una sera a cena mi disse che quella mattina era venuta a casa mia e che mi aveva trovata svenuta in bagno, con le vene tagliate”.

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Cronache

Rapinano ufficio postale a Napoli ma vengono presi, 2 arresti

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‘Colpo’ all’ufficio postale finito male per i rapinatori. Accade a Napoli questa mattina nel quartiere di Fuorigrotta. La polizia ha arrestato due napoletani di 47 e 54 anni per rapina aggravata. Dopo una allerta della Sala Operativa, agenti sono intervenuti in un ufficio postale di via Michelangelo Da Caravaggio e hanno sventato la rapina, riuscendo a intercettare e bloccare immediatamente i due rapinatori, anche grazie all’ausilio di personale dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico, del Commissariato Bagnoli e delle Unita’ Operative Pronto Intervento. I due arrestati sono stati trovati in possesso di due pistole a salve e della refurtiva appena asportata. L’attivita’ e’ stata vigilata dall’alto dall’elicottero del VI Reparto Volo della Polizia di Stato.

 

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Cronache

Sui social foto omicida Santo Romano, madre presenta esposto

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La madre di Santo Romano ha presentato un esposto affinché vegano fatti accertamenti sulle foto del 17enne che ha ucciso il figlio, postate sui social verosimilmente dall’istituto penale minorile dove il giovane è detenuto. Santo è stato ucciso a San Sebastiano al Vesuvio (Napoli), la notte tra l’1 e il 2 novembre 2024 con un colpo di pistola esploso al culmine di una lite scoppiata solo per un paio di scarpe sporcate.

L’avvocato Marco De Scisciolo, che difende la famiglia Romano, ha presentato un esposto al Tribunale, alla Procura per i minorenni di Napoli e alla Polizia postale, con il quale chiede che venga disposta una perquisizione nella struttura dove il 17enne è detenuto ed eventualmente anche un sequestro. Sui social sono stati pubblicati di recente foto e messaggi che hanno suscitato sconcerto e ira della mamma di Santo, Filomena De Mare. Lo scorso 29 aprile la sentenza il 17enne accusato di aver ucciso Santo Romano, giovane portiere di calcio è stato condannato in primo grado a 18 anni e 8 mesi di reclusione al termine di un processo celebrato con il rito abbreviato.

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Cronache

Bergamo, carabiniere fuori servizio salva una donna sospesa nel vuoto su un cavalcavia

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Ieri un carabiniere scelto della stazione di Albino, in provincia di Bergamo, libero dal servizio, è intervenuto per impedire un gesto estremo da parte di una donna. Intorno alle 11.20, il militare stava percorrendo in auto con i suoi familiari la SS42 quando, all’altezza di San Paolo d’Argon, ha notato una donna, visibilmente agitata, che si era posizionata all’esterno del parapetto di un cavalcavia, in una situazione di grave pericolo. Il militare ha fermato il proprio veicolo precipitandosi verso la donna. Una volta vicino, mentre sotto le auto continuavano a transitare, il carabiniere ha abbracciato la donna per trattenerla contro il parapetto, evitando che potesse cadere, fino all’arrivo dei soccorritori. Nelle delicate fasi successive si è assicurato della sua incolumità tenendola e rassicurandola, mentre insieme lentamente strisciavano contro il parapetto, fino a raggiungere il terrapieno posto sul lato destro del cavalcavia, dove erano finalmente al sicuro. Sul posto sono giunti i carabinieri della vicina stazione di Trescore Balneario e i sanitari del 118, che hanno soccorso la donna, poi trasportata presso l’ospedale di Alzano Lombardo.

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