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Cronache

Branco pesta un 17enne nel Brindisino, è ricoverato

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Lo hanno circondato mentre era da solo e lo hanno colpito ripetutamente con calci e pugni. Hanno smesso di pestarlo solo quando il diciassettenne è crollato sull’asfalto e i passanti hanno cominciato ad urlare, sconvolti. Scene di ordinaria follia sabato sera a Francavilla Fontana, in via Dante, a due passi dalla centralissima piazza Umberto I, tra i negozi e la gente che affollava le vie della movida. La vittima della banda è finita in ospedale con la frattura di uno zigomo, lesioni al volto e traumi al torace e alla schiena. In ospedale è giunto in prognosi riservata, ma non in pericolo di vita. La Tac eseguita in neurochirurgia ha escluso qualsiasi complicazione, e domani l’esame sarà ripetuto per monitorare l’evoluzione del trauma. Appena potrà parlare racconterà ai carabinieri cosa è accaduto e qual è il movente della brutale aggressione. Sicuramente alla base ci sono i futili motivi, ma quello che colpisce è la ferocia dell’aggressione finora sconosciuta in una cittadina di 35mila abitanti a circa 30 chilometri da Brindisi, immersa tra ulivi e vigneti e lungo l’antico tracciato della via Appia. Il diciassettenne era arrivato ieri sera a Francavilla Fontana da un Comune limitrofo della provincia di Taranto assieme ad alcuni coetanei. Voleva passare una serata spensierata, tra la gente. Stava passeggiando, quando ha incrociato il gruppo ‘rivale’. Forse c’è stato uno sguardo di troppo, una smorfia, un commento fuori posto. C’è chi pensa anche ad una questione sentimentale e parla di una ragazzina contesa. Non si sa. Dopo poco tempo, intorno alle 23.30, è scattata la vendetta: appena i suoi amici si sono allontanati, forse per entrare in un locale, il ragazzino è stato circondato e pestato da quattro o cinque bulli che hanno cominciato a sferrare calci e pugni. Sembravano inferociti. La baby gang è stata messa in fuga dalle urla dei passanti. Un testimone ha detto ai carabinieri di aver visto gli aggressori fuggire verso la vicina Basilica minore del santissimo Rosario, ricostruita a metà del Settecento dopo un terribile terremoto e conosciuta per avere la più alta cupola del Salento, con un diametro di 13 metri. Altri testimoni hanno chiamato il 118 e hanno prestato i primi soccorsi al minorenne. Dopo poco tempo è arrivata l’ambulanza che ha condotto il 17enne al Pronto soccorso dell’ospedale Camberligo di Francavilla Fontana. Qui, dopo le prime medicazioni, è stato trasferito subito al Perrino di Brindisi. I militari hanno avviato indagini e acquisito le immagini delle telecamere di sorveglianza. Quello di Francavilla Fontana non è l’unico episodio di cronaca nera che ha come protagonisti e vittime i minorenni. Ieri sera sull’isola di Procida, durante una lite per futili motivi tra due tredicenni, è spuntato un coltello che uno dei due ragazzini ha puntato al collo dell’altro provocandogli un taglio, per fortuna superficiale, medicato con una prognosi di due giorni. I carabinieri sono intervenuti in via Roma per la segnalazione del 13enne ferito. Il feritore – residente sull’isola, così come la vittima – è stato identificato dai militari e segnalato alla Procura per i Minorenni. Il coltello non è stato trovato.

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Cronache

Ucciso a colpi di pistola in auto mentre fa benzina

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Omicidio questa mattina in una stazione di benzina di Mondragone, comune del litorale casertano. Un commerciante, L.M., è stato ucciso a colpi di pistola da un uomo, un imprenditore, che ha fatto fuoco mentre la vittima era in auto, per poi allontanarsi sotto gli sguardi terrorizzati del gestore del distributore, situato sulla statale Domiziana, e di altri avventori. Sul posto sono intervenuti i carabinieri, che hanno avviato le indagini.

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Cronache

Ucciso con una fiocina, l’omicidio in assenza di una minaccia

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In assenza di una minaccia diretta, per sé e per la propria compagna, uccise un 23enne con un colpo di fiocina sparata da un fucile subacqueo in via Cilea a Sirolo (Ancona) il 27 agosto del 2023: un omicidio che non sarebbe scaturito dall’iniziale “diverbio stradale” ma dal successivo intervento dei fratelli della vittima, uno dei quali lo colpì con un pugno per il quale l’omicida intese “vendicarsi”.

Lo scrive la Corte d’Assise di Ancona nella motivazione della sentenza con la quale, il 21 gennaio scorso, ha condannato a 18 anni di carcere Melloul Fatah, 28 anni, per l’omicidio volontario, senza l’aggravante dei futili motivi, di Klajdi Bitri, albanese 23enne. Il delitto avvenne di primo pomeriggio a seguito di un litigio per motivi stradali, all’altezza di una rotatoria. Si era creato un ingorgo di auto e dopo vari insulti, che avevano coinvolto anche parenti e amici della vittima, Fatah era tornato al proprio veicolo per prendere la fiocina e puntarla al petto del giovane poi deceduto. Subito dopo era risalito a bordo dell’auto, dove si trovava anche la fidanzata, e se ne era andato.

Era stato arrestato prima di cena, a Falconara, dai carabinieri. L’imputato, difeso dall’avvocato Davide Mengarelli, ha sostenuto di non essersi accorto del colpo mortale e di aver preso il fucile solo per spaventare il gruppetto che gli dava addosso. Secondo i giudici, però, la sua versione non è plausibile. “Ha scelto in totale autonomia di inseguire, in assenza di qualsivoglia minaccia, per sé e per la propria compagna, – scrive la Corte a proposito dell’imputato – di prelevare il fucile elastico con fiocina a tre punte, che utilizzava per la pesca subacquea, di imbracciarlo e di puntarlo alla vittima che in piedi, dietro la Mercedes, dopo pochi attimi decedeva nell’impotenza e nello sconforto generale”. Secondo la Corte, il 28enne agì per vendicare il pugno che aveva subito nella lite: “compreso di non poter prevalere e attesa l’inferiorità numerica – osserva nella sentenza il presidente della Corte Roberto Evangelisti – non reagiva e si dirigeva verso la propria auto dando l’impressione di desistere e di voler riprendere la marcia, apparenza però ingannevole poiché il fine che muoveva Melloul era antitetico”. La fidanzata “non aveva eccepito alcun pericolo, per nulla allarmata si chinava a recuperare gli occhiali caduti in precedenza al fidanzato nel corso dello scontro con la vittima e i suoi amici”.

La Corte ripercorre i drammatici attimi dell’omicidio: Fatah “ha premuto a distanza di circa due metri e mezzo il grilletto del suo fucile subacqueo munito di tridente contro Klajdi, facile bersaglio in quanto in posizione eretta, disarmato e impossibilitato a opporre qualsivoglia difesa se non tentare di disporsi in posizione di chiusura alzando il ginocchio sinistro in funzione di scudo”. I familiari della vittima erano parte civile nel processo con gli avvocati Marina Magistrelli e Giulia Percivalle.

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Cronache

Indossa un passamontagna al porto di Ischia ed evade dai domiciliari: arrestato un 21enne

A Ischia, un 21enne evade dai domiciliari e tenta di imbarcarsi per Napoli con un passamontagna: riconosciuto e arrestato dai Carabinieri.

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Iniziamo questa storia dalla fine, da un epilogo inaspettato, frutto di una scelta maldestra di un 21enne di Barano d’Ischia. Il giovane si trovava in fila al porto, pronto a imbarcarsi su uno degli ultimi traghetti della giornata con destinazione Napoli. Nulla di strano, se non fosse per un dettaglio singolare: indossava un passamontagna.

Alcune persone presenti hanno manifestato curiosità, altre preoccupazione. A porsi domande sono stati anche i Carabinieri del nucleo radiomobile di Ischia, impegnati nei controlli serali. Avvicinatisi al giovane, gli hanno chiesto di mostrare il volto. A quel punto, come in un colpo di scena da film, il ragazzo ha tolto il passamontagna e si è dato alla fuga verso una pineta.

Riconosciuto e arrestato dopo l’inseguimento

I militari lo hanno inseguito, bloccato e immediatamente riconosciuto: era lo stesso giovane che poche ore prima aveva rubato uno scooter, fuggendo tra le strade di Ischia e venendo arrestato dai Carabinieri. Dopo il primo arresto, era stato sottoposto agli arresti domiciliari.

Questa volta, in manette per la seconda volta nel giro di poche ore, il 21enne dovrà rispondere anche dei reati di evasione e resistenza a pubblico ufficiale. In attesa dell’udienza in Tribunale, resterà in camera di sicurezza.

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