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Economia

Bmw Italia 79.283 immatricolazioni nel 2023, crescita 21,45%

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 L’anno che si è appena concluso ha segnato un’altra pietra miliare nella storia delle attività del Gruppo Bmw in Italia che – ha sottolineato Massimiliano Di Silvestre presidente e ad di Bmw Italia durante una conferenza all’House of Bmw a Milano – “è un mercato che ha svolto un ruolo di piano anche nei risultati globali del Gruppo”. Di Silvestre ha infatti sottolineato che “Bmw Italia ha fatto segnare la miglior performance di crescita a livello Europeo e la seconda a livello mondiale per il brand Bmw”. Nel 2023 il Gruppo Bmw ha venduto in Italia 79.283 unità sommando i marchi Bmw e Mini, con un incremento del 21,45% rispetto all’anno precedente. Da solo il marchio Bmw, con 60.529 immatricolazioni, ha fatto registrare una crescita del 27,6% rispetto al 2022 e ha confermato la leadership nel segmento premium rispetto ai competitor tradizionali. Bmw è cresciuta sia in termini di market share (+0,2%) che di segment share (+ 0,9% arrivando al 25,1%). “Mi piace ricordare – ha detto Di Silvestre – che anche nel 2023, con il brand Bmw abbiamo continuato il processo di upselling verso i segmenti più alti e profittevoli del marcato. Ottime le performance di Serie 3, Serie 4, X3 e X4 che hanno vinto la sfida con le rivali nel segmento di competenza. Leadership anche per la Serie 7 nel segmento delle berline di lusso a passo lungo e per la X7 tra gli sport activity vehicle alto di gamma”.

Grande soddisfazione del presidente e ad di Bmw Italia per quanto riguarda il brand M, con cui “abbiamo decisamente alzato l’asticella della performance, raggiungendo le 1.076 unità vendute che rappresentano un incremento del 97% rispetto al 2022. Questo grazie al lancio di prodotti come la Bmw M3 Touring, la XM e la M2. Nel 2024 grazie alla piena disponibilità della M2 e al lancio della M5 berlina e Touring puntiamo a tornare leader di mercato” . “Eccellenti performance – ha detto Di Silvestre – che partono da un importante lavoro di posizionamento del brand sul mercato, da un forte orientamento al cliente e dalla voglia di affascinare nuovi clienti”. Il presidente e ad di Bmw Italia ha ricordato gli oltre 120 eventi realizzati da Bmw Italia nel 2023, cui si sono aggiunti quelli della rete di partner. “Il Bmw M Town Tour ha coinvolto 35 dealer per 41 tappe”. “E ancora il campionato M2CS Racing Cup, la partecipazione al campionato Gran Turismo con la vittoria della Bmw M4 GT3, la partnership con AC Milan, il nostro impegno nel mondo del Tennis, nel golf con l’edizione della Ryder Cup a Roma che ci ha visti impegnati come partner privilegiati. Ancora il nostro Excellence Club con oltre mille clienti proprietari di auto dei segmenti alti del mercato e la House of Bmw con 120 eventi e oltre 120mila visitatori”. Positivi anche i risultati ottenuti in Italia da Mini, in un anno caratterizzato dal fine ciclo di vita dell’attuale gamma di prodotto e – ha ribadito Di Silvestre – “dalla preparazione al nuovo modello retail di agenzia costruito insieme ai nostri partner”.

Mini ha immatricolato 18.756 unità, in crescita del 5,1% rispetto all’anno precedente, con Countryman che è stato il modello più apprezzato dai clienti italiani. “La ridotta disponibilità di prodotto ha penalizzato invece le performance di Mini nel mercato elettrico. Tuttavia, grazie al lancio dei nuovi modelli a partire da febbraio d quest’anno, con importanti novità nell’ambito della mobilità elettrica, siamo sicuri che Mini giocherà un ruolo da protagonista nel corso del 2024”. La nuova famiglia Mini sarà lanciata sul mercato nel corso del 2024, includendo i modelli completamente elettrici Mini Countryman SE e Mini Countryman E, Mini Cooper SE e Mini Cooper E. “Ma sia Mini Cooper che Mini Countryman saranno disponibili anche con motori a combustione interna”. Di Silvestre ha però ribadito che “la nuova Mini Aceman, un crossover compatto a cinque posti che è ancora da svelare, sarà completamente elettrica”. “A fronte di questi risultati, consentitemi di dire che non soltanto il business 2023 è stato positivo per Bmw Italia, ma che l’intera rete di vendita ha chiuso l’anno, com’era avvenuto già nel 2022, con tutti i partner in attivo di bilancio”. Un dato davvero significativo e per noi importantissimo”. Di Silvestre ha sottolineato che “partendo da questa strategia centrale, l’Italian touch di Bmw Italia qualificherà il nostro approccio al mercato anche nel 2024. Stiamo esplorando nuove collaborazioni con brand trasversali al lusso che possano completare le esperienze da dedicare ai nostri clienti”. “Per il 2024 abbiamo un piano di crescita per tutti i nostri brand, sia in termini qualitativi che quantitativi grazie ad una strategia centrale solida e ai lanci di nuovi modelli in tutte le forme di motorizzazioni tutte altamente efficienti”.

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Economia

Istat: lavoro in frenata a marzo, disoccupazione giovanile al 19%

A marzo l’occupazione cala di 16mila unità e la disoccupazione giovanile sale al 19%. Boom di contratti stabili, ma donne e under35 restano indietro.

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Frena il mercato del lavoro a marzo 2025: secondo i dati diffusi dall’Istat, si registra una riduzione mensile degli occupati di 16mila unità (-0,1%), una flessione che colpisce soprattutto le donne e i giovani sotto i 35 anni. Crescono invece gli occupati tra gli over35, gli uomini e i lavoratori a tempo indeterminato. Il tasso di occupazione resta stabile al 63%, lo stesso livello record di febbraio, mentre la disoccupazione torna a salire, al 6%, con un’impennata tra i giovani (15-24 anni), che toccano il 19% (+1,6 punti percentuali).

Più persone in cerca di lavoro, ma anche più posti stabili

Nonostante il rallentamento, il bilancio annuo resta positivo: rispetto a marzo 2024, ci sono 450mila occupati in più (+1,9%). A trainare l’occupazione sono soprattutto i lavori stabili: +673mila dipendenti permanenti in un anno, contro una flessione di 269mila contratti a termine. Crescono anche gli autonomi (+47mila). Il lieve aumento della disoccupazione è accompagnato da un calo degli inattivi, segno che più persone tornano a cercare lavoro.

Sindacati in allerta: donne e giovani ancora penalizzati

I dati riaccendono il dibattito politico all’indomani del Primo Maggio. Se da un lato il governo rivendica la crescita dell’occupazione – un milione di posti in più nei due anni e mezzo di governo Meloni –, dall’altro i sindacati sottolineano la persistente fragilità di donne e giovani nel mercato del lavoro. Ivana Veronese (Uil) denuncia il basso tasso di occupazione femminile: «Troppe donne inattive e scoraggiate, costrette a lasciare il lavoro dopo la maternità».

Sicurezza sul lavoro: confronto in arrivo a Palazzo Chigi

Altro tema centrale resta quello della sicurezza nei luoghi di lavoro, con i sindacati che tornano a chiedere maggiori controlli, formazione e prevenzione, ricordando le recenti tragedie come quella di Luana D’Orazio e i cinque operai morti a Casteldaccia. Il governo ha stanziato 650 milioni per la sicurezza e ha convocato le parti sociali per l’8 maggio a Palazzo Chigi. Cisl e Uil vedono l’incontro come un’apertura, ma Maurizio Landini (Cgil) avverte: «Senza risposte sarà mobilitazione».

Calderone: «Patente a crediti anche oltre l’edilizia»

Sul fronte normativo, la ministra del Lavoro Marina Calderone ha confermato l’obiettivo di estendere la patente a crediti – attualmente prevista per il settore edile – anche ad altri comparti produttivi, come misura di contrasto agli incidenti sul lavoro.

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Economia

S&P taglia il Pil, ‘choc dai dazi’. In Italia +0,5%

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Il pessimismo innescato dall’annuncio dei dazi Usa non accenna a scemare. Dopo Fitch anche Standard&Poor’s rivede al ribasso le stime di crescita del Pil mondiale, che il Fondo Monetario Internazionale ha già tagliato. E’ “uno shock al sistema” secondo S&P, che si abbatterà “sicuramente” sull’economia reale, anche se “resta da capire in quale misura”. Per l’Italia la sforbiciata è di 0,1 punti, che frenerà la crescita 2025 a 0,5%. Per ora, però, paradossalmente l’annuncio ha provocato l’effetto opposto a quello auspicato da Trump: l’Istat segnala per l’Italia una “forte crescita” dell’export verso gli Usa a marzo, schizzato al +41,2% grazie soprattutto alla vendita di mezzi navali. Il nuovo round di misure protezionistiche ha spinto Standard & Poor’s a rivedere al ribasso le previsioni di crescita per quasi tutte le principali economie mondiali.

A pesare, secondo l’agenzia, è l’effetto combinato tra i nuovi dazi, le ritorsioni dei partner commerciali, le concessioni in corso e l’instabilità che tutto ciò sta generando sui mercati. “I rischi per lo scenario di base restano fortemente orientati al ribasso”, si legge nel rapporto. Il Pil globale viene così limato al 2,7% per il 2025 (-0,3 punti) e al 2,6% per il 2026 (-0,4). Negli Stati Uniti il rallentamento è marcato: 1,5% nel 2025 (-0,5) e 1,7% nel 2026. Male anche l’Eurozona, che si ferma allo 0,8% nel 2025 (-0,1) e all’1,2% nel 2026. L’Italia limita i danni con un taglio contenuto di 0,1 punti per il 2025, riducendo la crescita attesa allo 0,5%. Salirà allo 0,8% nel 2026 e allo 0,9% nel 2027. Per ora le tensioni sul fronte del commercio globale non hanno toccato l’export italiano extra Ue, che a marzo è salito del 2,9% sul mese e del 7,5% sull’anno. E tutto grazie alle vendite “ad elevato impatto” di mezzi di navigazione marittima verso gli Stati Uniti.

Al netto di queste, in realtà, ci sarebbe stata una flessione congiunturale pari a -1,6%. Anche la Banca centrale europea, nel suo bollettino di aprile, fotografa un’Eurozona sotto pressione. “Le prospettive sono offuscate da eccezionale incertezza” che “comporta notevoli rischi al ribasso”, avvertono gli economisti di Francoforte. Le imprese esportatrici si trovano ad affrontare nuove barriere, crescono le tensioni nei mercati finanziari, che hanno subito “la più drastica ridefinizione” dalla pandemia e anche i consumatori iniziano a mostrare segni di cautela. Nonostante tutto, nel primo trimestre 2025 il Pil dell’area euro è cresciuto, ma le stime per il secondo trimestre si fanno più fosche.

Gli indici Pmi, che rilevano le aspettative delle imprese, a marzo sono in calo, seppur ancora sopra la media di lungo periodo. E nel manifatturiero, l’indice dei nuovi ordinativi resta sotto quota 50, segno di un settore ancora in contrazione. “Molto incerte”, secondo la Bce, anche le prospettive dell’inflazione, che dai dazi potrebbero ricevere spinte tanto al rialzo (se l’impennata dei prezzi fosse ad ampio spettro) quanto al ribasso (se i prezzi elevati abbattessero i consumi). Nel frattempo, però, ad aprile resta stabile al 2,2% nell’Eurozona e al 2,1% in Italia. Lo shock dei dazi, insomma, inizia a farsi sentire, ma gli effetti pieni sull’economia reale restano ancora da misurare.

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Economia

Borsa della Spesa, il caldo anticipa le produzioni estive

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Il caldo anticipa le produzioni estive, con il prezzo dei meloni retati siciliani “in veloce calo (-7,3% in una settimana) “poiché aumenta la produzione ma la domanda rimane ancora bassa”. A segnalarlo è La Borsa della Spesa, servizio settimanale di Borsa Merci telematica italiana (Bmti) e Italmercati, con il supporto di Consumerismo No Profit. Tra la frutta, rilevano inoltre gli analisti, le fragole sono nel pieno della loro produzione e i loro prezzi all’ingrosso, prosegue la nota, “sono stabili e vanno da 3,00 euro/Kg per le produzioni campane, siciliane e calabresi fino a 4,50 euro/kg per le produzioni lucane, di qualità maggiore.

In questa settimana è anche possibile acquistare gli ultimi kiwi italiani, venduti all’ingrosso intorno a 2,70 euro/kg. Tra gli ortaggi, le fave hanno raggiunto il picco della loro produzione e presentano prezzi all’ingrosso regolari, intorno a 1,50 euro/kg, grazie all’abbondanza della loro produzione. Molto richiesti anche i piselli, i cui prezzi all’ingrosso sono scesi questa settimana al di sotto di 3,00 euro/Kg. confermandosi mediamente intorno a 2,70 euro/kg.

I prezzi all’ingrosso degli asparagi oscillano da 3,50 a 4,50 euro/kg, in calo del 12,2% rispetto alla settimana precedente grazie all’aumento della produzione, soprattutto in Campania e in Puglia. Per i carciofi i prezzi all’ingrosso vanno da 0,30 a 0,70 euro al pezzo, a seconda della varietà. Nel settore ittico, abbondano le seppie, nel pieno della loro stagione e con prezzi che vanno da 10,00 a 15,00 euro/kg. Nel comparto carni si registrano prezzi in calo per i tagli anteriori di vitellone, che vanno da 6,55 a 6,65 euro/kg.

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