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Cronache

Blitz anti-‘ndrangheta, indagato ex governatore Oliverio

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Lotta sempre più dura contro la ‘ndrangheta. Anzi, il livello di contrasto alla criminalità organizzata calabrese, ormai sempre più padrona a livello mondiale delle attività illecite più redditizie, si alza sempre di più e si fa ancora più incisivo e concreto. Ne è un’ulteriore dimostrazione l’operazione eseguita stamattina dai carabinieri del Ros, con il coordinamento della Procura antimafia di Catanzaro, diretta da Nicola Gratteri, che ha portato all’arresto di 43 persone, 22 delle quali sono finite in carcere. Sono stati disposti, inoltre, 3 obblighi di dimora, 4 interdizioni dai pubblici uffici e 2 divieti di contrattare con la pubblica amministrazione. L’operazione é stata condotta con il supporto, nella fase esecutiva, dei carabinieri dei Comandi provinciali di Crotone, Cosenza, Catanzaro, Potenza, Parma, Brescia, Milano e Mantova e dello Squadrone Eliportato Calabria. Le indagini sui politici coinvolti sono state svolte dal centro operativo di Catanzaro della Dia. Tra le persone per le quali sono stati disposti gli arresti domiciliari c’è Enzo Sculco, di 73 anni, ex consigliere regionale della Calabria, eletto con la lista della Margherita, ed ex segretario generale della Cisl della Calabria. Nell’inchiesta è indagata anche la figlia di Sculco, Flora, di 44 anni, anche lei ex consigliere regionale.

Tra i numerosi capi di imputazione contestati ad Enzo Sculco c’è quello di scambio elettorale politico mafioso. Uno scambio che sarebbe stato finalizzato, in particolare, all’elezione della figlia Flora a consigliere regionale, come poi in effetti avvenne nel 2014. Gli indagati sono, complessivamente, 123. La figura politicamente di maggiore spicco, tra questi, è Mario Oliverio, di 70 anni, presidente della Regione Calabria dal 2014 al 2020, eletto col Partito democratico ma successivamente allontanatosi dal partito. L’ipotesi di reato a carico di Oliverio è quella di associazione per delinquere aggravata dalle modalità mafiose. Sono indagati inoltre gli ex assessori regionali Nicola Adamo, di 66 anni, ed Antonietta Rizzo, di 59, e l’ex consigliere regionale Seby Romeo, di 48, tutti del Partito democratico. Tra gli arrestati c’é Stefano Strini, di 53 anni, ex genero del patron della Parmalat Calisto Tanzi, accusato di associazione per delinquere di tipo mafioso e per il quale é stata disposta la custodia cautelare in carcere. Mentre un altro nome “eccellente” tra gli indagati è quello dell’ex parlamentare europeo Massimo Paolucci, di 63 anni, in carica dal 2014 al 2019, eletto con Articolo Uno. L’inchiesta ha svelato l’esistenza di un “Comitato d’affari” che avrebbe organizzato un “diffuso sistema clientelare” per la gestione di appalti pubblici, ed in particolare di quelli banditi dalla Regione Calabria, ma non solo; lo smaltimento dei rifiuti e una serie di importanti nomine ed incarichi politici. “L’epicentro dell’indagine è la provincia di Crotone, con il locale di ‘ndrangheta dei ‘papaniciari’ capace di rapporti sistematici con la pubblica amministrazione.

Una pubblica amministrazione asservita alla ‘ndrangheta”, ha detto il Procuratore Gratteri in conferenza stampa, mentre il generale Pasquale Angelosanto, comandante del Ros, ha parlato di “un’attività di indagine che ha evidenziato l’interesse di alcuni appartenenti alla pubblica amministrazione, sia con incarichi dirigenziali che elettivi, a portare avanti attività a vantaggio dell’organizzazione criminale”. In serata l’ex governatore Oliverio ha diffuso il testo di una dichiarazione in cui esprime la sua “totale disponibilità a collaborare” in merito all’indagine, “perché – aggiunge – non ho nulla, proprio nulla da temere o da nascondere. Non permetterò a nessuno di infangare la mia storia. I polveroni non servono agli onesti, né al prestigio ed alla credibilità della stessa magistratura, il cui ruolo è insostituibile e prezioso”.

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Anziana investita e uccisa a Napoli, caccia a pirata strada

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Una donna anziana e’ morta a Napoli, vittima di un pirata della strada. Alle 18.15 circa di ieri, in via Labriola, sulla carreggiata in direzione via E. Ciccotti, R.R., 80 anni, e’ stata investita mentre attraversava la strada. Secondo prime ricostruzioni, un’auto si era fermata per consentire il passaggio alla signora, ma una Citroen di colore blu scuro, nel tentativo di sorpassare questa vettura, ha investito la donna e poi e’ fuggita. La Polizia Locale e’ impegnata nelle indagini per identificare il conducente e il veicolo coinvolto. La vittima era stata trasportata all’ospedale Cardarelli in stato di incoscienza e dopo poche ore e’ deceduta.

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Omicidio Giulia Cecchettin, Turetta premeditò il delitto: rischia ergastolo

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E’ un carico accusatorio molto pesante quello che la procura di Venezia contesta nell’avviso di chiusura delle indagini a Filippo Turetta, reo confesso dell’omicidio dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin. Mentre il ‘rumore’ esploso nelle piazze e nelle coscienze in nome di Giulia non si e’ mai spento, a sei mesi dalla notte dell’11 novembre quando venne ammazzata tra le fabbriche e le strade vuote di Fosso’, pochi chilometri lontano dalla sua casa di Vigonovo, gli inquirenti tirano una linea e sciolgono alcuni nodi giuridici. E decidono che si’, Turetta aveva premeditato di ucciderla come dimostrerebbero, spiega il procuratore Bruno Cherchi, “la ricerca dei luoghi tramite internet, l’acquisto del materiale necessario per immobilizzare la vittima, la cartina geografica, l’atto di silenziare la persona offesa mettendole del nastro adesivo per non farla urlare, serrare i polsi e le gambe della ragazza”.

Aggiungono l’aggravante della crudelta’, da intendersi come la giurisprudenza la intende: aver inflitto “sofferenze gratuite e non collegabili al normale processo di causazione della morte”. In questo caso con venti coltellate, le prime nel parcheggio davanti alla villetta dove viveva quando Turetta l’aggredi’ a bordo della sua Fiat Punto nera. Qui per diverse ore sono rimaste sull’asfalto le tracce di sangue della ragazza ed e’ stato trovato un coltello da cucina. Poi, dopo averla immobilizzata con lo scotch, questa e’ la ricostruzione della Procura, l’ha spinta in auto, superando la sua resistenza, ha raggiunto in pochi minuti Fosso’ e l’ha assalita di nuovo, finendola. Da li’ e’ iniziata la fuga che ha tenuto l’Italia col fiato sospeso per una settimana. Dopo il delitto Turetta era scappato verso il Friuli e, abbandonato il corpo in un dirupo vicino al lago di Barcis, era fuggito verso l’Austria e poi in direzione Germania, dov’e’ stato fermato dalla polizia tedesca, vicino a Lipsia, nella mattinata del 19 novembre. “L’ho uccisa io” ha detto subito Filippo a chi l’ha fermato, una confessione non utilizzabile nel processo mentre lo e’ quella messa a verbale nel carcere Montorio di Verona, dov’e’ detenuto.

Il contesto in cui il delitto e’ maturato sarebbe stato quello dello stalking, come suggerito alla Procura da chat e testimonianze che riferiscono delle insistenze morbose del giovane nei confronti dell’ex compagna dopo che la loro storia era finita. Omicidio aggravato da premeditazione, crudelta’, efferatezza, sequestro di persona, porto d’armi e occultamento di cadavere, e’ il robusto capo d’imputazione da cui dovra’ difendersi davanti alla Corte d’Assise. Non c’e’ spazio per il rito abbreviato, che avrebbe comportato uno sconto di un terzo della pena, perche’ i reati sono cosi’ gravi da ipotizzare l’ergastolo. Si chiude cosi’ la prima parte ‘giudiziaria’ di quella che nel frattempo e’ diventata la storia di Giulia e non, come spesso accade nella narrazione mediatica, quella del suo presunto omicida, sul quale si sono spente le luci. La storia di Giulia, di suo padre Gino e della sorella Elena che mai come prima hanno portato l’attenzione sul tema dei femminicidi con i loro appelli a un cambiamento culturale profondo.

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Adr lancia ‘Airport in the City’: a Termini check-in di Ita

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All’inaugurazione di “Airport in the City” sono intervenuti, tra gli altri , la ministra del Turismo Daniela Santanchè, il presidente di Ita, Antonino Turicchi, il presidente dell’Enac, Pierluigi Di Palma, il Presidente di Unindustria, Angelo Camilli. “È con grande soddisfazione che oggi ci uniamo ad Aeroporti di Roma per celebrare l’inaugurazione di Airport in the City, un servizio che rende l’esperienza di viaggio sempre più agile e confortevole – ha detto Turicchi – Questo progetto riflette la stretta collaborazione tra ITA Airways e Aeroporti di Roma, evidenziando il comune impegno per l’innovazione e la sostenibilità nel settore dei trasporti”.

“Il progetto di Adr si inscrive appieno nel processo di innovazione e interconnessione del trasporto aereo che l’Enac persegue da tempo” – ha aggiunto il presidente Enac Pierluigi Di Palma. “L’hub di Fiumicino, prima porta d’accesso all’Italia più volte premiato come migliore scalo d’Europa, sviluppa l’integrazione con la stazione Termini, primo snodo ferroviario nazionale, rafforzando l’intermodalità aria-ferro. Con il check-in off-airport Termini Fiumicino, il comparto aereo italiano si riconferma una realtà innovativa, sostenibile e, soprattutto, attenta ai diritti dei passeggeri con l’offerta di servizi di qualità che, oggi, rappresentano l’elemento più importante per le scelte dei consumatori”.

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