Collegati con noi

Economia

Benzina ai minimi da 6 mesi, ma Rc auto sui massimi

Pubblicato

del

Gli automobilisti, impegnati in questi giorni in esodi e controesodi estivi, potrebbero quasi tirare un sospiro di sollievo: i prezzi della benzina si portano ai minimi da 6 mesi a questa parte, alleggerendo il conto del pieno per gli spostamenti d’agosto. Ma l’Rc auto è intanto ai massimi dal 2003 e corrono i pedaggi autostradali. I timori di una recessione in Usa, il principale consumatore di petrolio al mondo, innescati dai dati sull’occupazione negli States, stanno infatti calmierando i prezzi internazionali del petrolio che, viceversa, allo stato attuale non sembra muoversi sui timori per le tensioni in Medio Oriente. Un calo quello dell’oro nero, guidato anche dalla scarsa domanda e dall’aumento delle scorte di greggio, accentuato anche oggi in apertura di contrattazioni con il Wti, il West Texas Intermediate, che all’avvio era a 72,78 dollari al barile in calo dell’1,01% mentre il brent era a 76,11 dollari (-0,91%). Quotazioni poi comunque stabilizzate nel corso della giornata.

Così scendono i prezzi dei prodotti petroliferi raffinati. Una situazione che i consumatori salutano con favore anche se, fa notare ad esempio il Codacons, i prezzi della verde in autostrada restano ancora altissimi. Non solo: gli automobilisti devono sempre fare i conti con l’rc auto salatissima. L’indice di costo, secondo un’elaborazione di dati Istat di Segugio.it, ha iniziato a crescere vertiginosamente ad inizio 2023 ed ha toccato a giugno 2024 un picco storico. L’indice, il cui valore era stato fissato a 100 nel giugno 2003, ha raggiunto un valore di 136,3, superando nettamente il precedente massimo di fine 2012 di 133,9. A questo si aggiunge in caro-pedaggi: 175,6 euro di pedaggio autostradale, valuta Assoutenti, per andare da Torino a Palermo. Insomma nonostante la benzina partire è comunque un “salasso”. Tornano alla benzina, Staffetta quotidiana spiega che con il greggio ai minimi da otto mesi e un nuovo tonfo delle quotazioni dei prodotti raffinati – attribuito dagli operatori di mercato alla scarsa domanda e all’aumento delle scorte – i prezzi dei carburanti alla pompa scivolano ancora.

La benzina è al livello minimo dal 9 febbraio (media nazionale dei prezzi praticati alla pompa in modalità self service). Stando alla consueta rilevazione, sabato Eni ha ridotto di un centesimo al litro i prezzi consigliati di benzina e gasolio. La verde al self service si porta così a 1,841 euro al litro, mentre in autostrada la benzina al self service è a 1,934 euro al litro e al servito è sempre oltre i 2 euro, a 2,199. “Rispetto allo stesso periodo del 2023 – afferma il Codacons – la benzina al self service costa in media il 4,6% in meno, con un risparmio pari a 4,4 euro a pieno, mentre il gasolio è sceso nel primo weekend di agosto del 4,2% sull’ anno. Se però si analizza l’andamento sulla rete autostradale, i vantaggi per gli automobilisti si assottigliano”.

Assoutenti ritiene che “La discesa della benzina ai minimi da 6 mesi è una buona notizia non solo per chi parte e si sposta in auto durante le vacanze, ma anche per tutte le famiglie, considerato che l’88% della merce in Italia viaggia su gomma”. Ma occhio all’esodo quando, tradizionalmente nel Belpaese, si registrano fiammate di prezzo repentine.

Advertisement

Economia

Mediobanca lancia offerta su Banca Generali: nasce un colosso del Wealth Management

Mediobanca offre la propria partecipazione in Generali per acquisire Banca Generali e rafforzarsi nel Wealth Management con 210 miliardi di attivi in gestione.

Pubblicato

del

Mediobanca ha ufficialmente lanciato un’offerta pubblica di scambio sul 100% di Banca Generali, proponendo al Leone di Trieste la propria partecipazione azionaria in cambio della controllata specializzata nel settore del risparmio gestito. L’operazione, annunciata attraverso una nota ufficiale, comporta per Mediobanca la cessione della sua quota in Generali e un simultaneo investimento in Banca Generali per un valore complessivo di 6,3 miliardi di euro.

Evoluzione del rapporto tra Mediobanca e Generali

Secondo quanto precisato da Piazzetta Cuccia, questa mossa rappresenta un cambiamento strategico nei rapporti tra Mediobanca e Generali: da un semplice legame finanziario si passa a una “forte partnership industriale”, segnando una nuova fase di collaborazione tra i due gruppi.

Obiettivo: la leadership nel Wealth Management

L’operazione permetterà a Mediobanca di rafforzare notevolmente la propria presenza nel settore del Wealth Management. Una volta completata l’aggregazione, il gruppo potrà contare su attivi in gestione pari a 210 miliardi di euro, ricavi per circa 2 miliardi e una capacità di crescita stimata in oltre 15 miliardi annui. Un passo decisivo che conferma la volontà di Mediobanca di posizionarsi come leader di mercato in un settore strategico e in forte espansione.

Continua a leggere

Economia

Eurostat, in Italia povero il 9% dei lavoratori full time

Pubblicato

del

In Italia sale il rischio di povertà tra le persone che lavorano anche se impegnate a tempo pieno: nel 2024 gli occupati con un reddito inferiore al 60% di quello mediano nazionale al netto dei trasferimenti sociali sono il 9%, in aumento dall’8,7% registrato nel 2023. Una percentuale più che doppia di quella della Germania (3,7%). E’ quanto emerge dalle tabelle Eurostat appena pubblicate secondo le quali, invece, sono il 10,2% i lavoratori di almeno 18 anni occupati per almeno la metà dell’anno (sia full time che part time) a rischio povertà, anche questi in aumento rispetto al 9,9% del 2023 .

In Spagna la percentuale dei lavoratori impegnati full time poveri è del 9,6% mentre in Finlandia è al 2,2%. Per chi lavora part time la percentuale di chi risulta povero in Italia nel 2024 risulta in calo dal 16,9% al 15,7%. La povertà lavorativa sale in Italia soprattutto per i lavoratori indipendenti, tra i quali il 17,2% ha redditi inferiori al 60% di quello mediano nazionale (era il 15,8% nel 2023) mentre per i dipendenti la quota sale all’,8,4% dall’8,3% precedente. In Germania la quota degli occupati over 18 in una situazione di povertà è diminuita dal 6,6% al 6,5% mentre in Spagna è diminuita dall’11,3% all’11,2%. Soffrono in Italia di questa condizione soprattutto i giovani: tra i 16 e i 29 anni è povero l’11,8% degli occupati mentre tra i 55 e i 64 anni è il 9,3%. Nella povertà lavorativa conta il livello di istruzione.

Tra i lavoratori che hanno fatto la sola scuola dell’obbligo in Italia si registra un 18,2% di occupati poveri (era il 17,7% del 2023) mentre la percentuale crolla tra i lavoratori laureati, tra i quali solo il 4,5% risulta con un reddito inferiore al 60% di quello mediano nazionale. Ma in questo caso si registra un importante aumento, visto che la percentuale era al 3,6% nel 2023. Si registra invece un lieve calo della povertà tra gli occupati che hanno un diploma con il 9,1% in difficoltà nel 2024 a fronte del 9,2% dell’anno precedente.

Continua a leggere

Economia

Parte l’ops su Bpm, Unicredit cerca dialogo col governo

Pubblicato

del

Da lunedì i soci di Banco Bpm potranno aderire all’offerta di Unicredit ma in questo momento tutti si chiedono se conviene, gli azionisti di Piazza Meda, la Borsa e lo stesso Andrea Orcel, il ceo di Piazza Gae Aulenti. Agli azionisti converrebbe vendere sul mercato. Per ciascuna azione di Bpm consegnata, che nell’ultima seduta di Borsa valeva 9,74 euro consegnata, si ricevono 0,175 azioni UniCredit (che venerdì valevano 50,87 euro), uno sconto che va oltre l’8 per cento. Improbabile un rialzo di prezzo ora che Unicredit deve fare i conti con i paletti imposti dal governo e con l’acquisizione di Anima che senza il Danish Compromise – una normativa europea che consente alle banche di acquisire assicurazioni con un minor assorbimento di capitale – pesa sull’indice patrimoniale di Banco Bpm e la rende meno attraente. L’offerta però resterà aperta fino al 23 giugno e nel frattempo Unicredit cerca un dialogo con il governo.

Le prescrizioni, tra cui il mantenimento del rapporto prestiti/depositi in Italia, le filiali di Banco Bpm in Lombardia e l’uscita dalla Russia entro il gennaio 2026, hanno un impatto che gli analisti di Jp Morgan hanno provato a calcolare: cento milioni di minori sinergie sui ricavi derivanti dalla stabilità del rapporto prestiti/depositi; 47 punti base di impatto CET1 derivante dall’uscita dalla Russia equivalente a 1,4 miliardi di capitale; 300 milioni di minori sinergie sui costi su un totale di 0,9 miliardi di euro. E in caso di inadempimento o violazione delle prescrizioni, secondo indiscrezioni, rischierebbe una multa compresa tra 300 milioni e 20 miliardi di euro. La normativa stabilisce infatti che la sanzione amministrativa possa arrivare fino al doppio del valore dell’operazione, e non sia inferiore all’1% del fatturato cumulato dell’ultimo esercizio approvato. Mentre Orcel si interroga se ne valga la pena, le tecnicalità vengono portate avanti e dopo una lunga istruttoria il 24 aprile è stato notificato alla DG Competition l’operazione di fusione e una risposta è attesa entro il 4 giugno.

“Data la forte complementarietà, presumiamo che non vi sia alcun piano di riduzione degli sportelli di in Lombardia”, sottolineano gli analisti di Jp Morgan, ricordando che Banco Bpm ha una quota di mercato del 13% contro il 6% di Unicredit. Resta in ogni caso sotto la soglia del 25% richiesta dall’Antitrust europeo. Il gruppo combinato avrebbe quote di mercato in eccesso solo in Sicilia (27%); raggiungerebbe il 24% in Val d’Aosta e Molise, il 23% in Piemonte, il 21% in Veneto e Lazio. La via del dialogo va percorsa, anche se il ministro Giancarlo Giorgetti tiene il punto e, a margine dei lavori del Fmi, non mostra segni di ammorbidimento. “Il governo deve valutare l’interesse nazionale, che non sono le competenze della Bce o della dg competition, è l’interesse nazionale. Qui (negli Usa ndr) ho capito che l’interesse nazionale risponde ad un concetto abbastanza virile anche in materia economica. In Italia abbiamo un concetto di interesse nazionale un po’ più lasco. Io li invidio gli americani”, ha chiosato.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto