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Economia

Bce, sale l’idea di una pausa sui tassi a settembre

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Si fa più concreta l’idea di una ‘pausa’ nel rialzo dei tassi della Bce, forse già a settembre dopo l’aumento, scontato, nelle riunione della prossima settimana il 27 luglio a Francoforte. A richiedere maggior prudenza all’istituto centrale sono larghi strati della politica e delle forze economiche europee mentre alcuni governi, come quello italiano, stanno lavorando con le banche per limitare gli effetti negativi sui mutui e i prestiti alle imprese. I dati sull’inflazione in frenata e di un rallentamento dell’economia e della domanda e concessione di prestiti saranno così centrali nella riunione dopo la pausa estiva, ha riconosciuto anche il ‘falco’ Klaas Knot, governatore della Banca d’Olanda, al G20 secondo cui un aumento dei tassi a settembre “non è una certezza”. Una voce che sembra così avvicinarsi a quella del governatore Ignazio Visco che da molti mesi auspica una maggiore cautela e invita a considerare anche gli effetti sull’economia e la stabilità finanziaria.

Nella riunione di luglio, come rileva Bloomberg, non sarà facile fornire ai mercati il giusto segnale su cosa accadrà nei prossimi mesi e la sfida sarà appunto quella di evitare messaggi forti su l’una o l’altra strada. Anche in Italia i segnali di raffreddamento dei prezzi si stanno concretizzando. E se la manifattura rallenta, il comparto dei servizi mostra segni di resistenza. Per Visco comunque, che ha partecipato al G20 finanza in India, nella lotta all’inflazione “non serve provocare una recessione” anche se ha sottolineato come esista una inflazione “testarda” che non viene toccata dal calo dei prezzi dell’energia. Nelle ultimissime stime di Via Nazionale i prezzi saliranno ancora del 6,5% quest’anno per rallentare nel 2024 ma il nostro paese pur vedendo il Pil fermo in primavera chiuderà a +1,3% il 2023. Il governatore ha così invitato a osservare gli effetti della stretta avviata lo scorso anno dalla Bce che richiede del tempo e che sta provocando una restrinzione del credito e della domanda.

L’Abi nel suo rapporto mensile ha segnalato infatti un calo dei prestiti dell’1,5% a giugno dopo il -1% di maggio e un lieve aumento dei tassi sui mutui al 4,27% il maggior livello dal 2012. L’associazione, per voce del presidente Antonio Patuelli, ha ribadito sul punto la disponibilità già espressa a trovare con il governo soluzioni e misure preventive per evitare difficoltà a quei mutuatari che hanno siglato un finanziamento variabile e che, pur avendo goduto di condizioni favorevoli negli scorsi anni, ora hanno visto salire grandemente la rata. “Non siamo interessati socialmente alle crisi delle famiglie, anzi siamo interessati a prevenirle” ha rilevato Patuelli.

“Tutto il sistema bancario sta immaginando di aiutare le famiglie” ha spiegato il presidente di Intesa Sanpaolo, Gian Maria Gros-Pietro Nelle riunioni e contatti a livello tecnico fra le banche e l’esecutivo che si stanno svolgendo in queste settimane e giorni, si sta lavorando per avere la gamma più vasta di strumenti che possano coprire le diverse situazioni di difficoltà delle famiglie, dalla surroga al fondo Gasparrini fino alla garanzia sui mutui per i giovani. Saranno molte banche inoltre a contattare direttamente i clienti per trovare assieme delle soluzioni. Numericamente il fenomeno non è imponente visto che i due terzi dei mutui sono a tasso fisso e molti variabili hanno un tetto (cap). Anche il ritorno osservato a metà 2022 al tasso variabile, in concomitanza con la crescita dei tassi Bce per cercare una rata più bassa (non prevedendo una serie così consistente di rialzi) ha interessato un numero non rilevante di prestiti e il fenomeno è comunque terminato a inizio 2023. “Non c’è un problema sistemico” sui mutui ha scandito Visco qualche giorno fa. . E Gros Pietro ha rilevato come “per quanto ci riguarda, mi pare che circa i 3/4 dei nostri mutui sono a tasso fisso, quindi già il problema si ridimensiona. Per quanto riguarda i mutui a tasso variabile, ne stiamo parlando sia con il governo sia in sede Abi e ci sono diverse soluzioni che noi favoriremo”.

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Economia

Françoise Bettencourt Meyers lascia il consiglio di L’Oréal

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Dopo quasi 30 anni, Françoise Bettencourt Meyers (foto Imagoeconomica) lascia il consiglio di amministrazione di L’Oréal, pur mantenendo la presidenza della holding familiare Tethys, primo azionista del gruppo. Al suo posto nel board entrerà un altro rappresentante di Tethys, mentre il ruolo di vicepresidente sarà assunto dal figlio Jean-Victor Meyers, 38 anni. Françoise Bettencourt Meyers, 71 anni, è l’unica erede diretta del fondatore di L’Oréal, Eugène Schueller.

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Cambio ai vertici di Engineering: Aldo Bisio nuovo amministratore delegato

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Cambio della guardia al vertice di Engineering, multinazionale specializzata nella trasformazione digitale. Maximo Ibarra (foto Imagoeconomica sotto) ha rassegnato le dimissioni da amministratore delegato con effetto immediato. Al suo posto, il consiglio di amministrazione della società – controllata dai fondi Bain e Renaissance – ha nominato Aldo Bisio (foto Imagoeconomica in evidenza), ex numero uno di Vodafone Italia dal 2014 al 2024.

MAXIMO IBARRA EX AD ENGINEERING

Prima della sua lunga esperienza in Vodafone, Bisio ha ricoperto incarichi di rilievo in Ariston Thermo e in McKinsey. Attualmente siede anche nel board di Coesia, produttore globale di soluzioni industriali per l’imballaggio.

Il bilancio della gestione Ibarra

Maximo Ibarra lascia Engineering dopo quasi quattro anni di gestione che hanno visto la società crescere significativamente: circa 14.000 dipendenti, oltre 80 sedi tra Europa, Stati Uniti e Sud America, con un fatturato che ha raggiunto quasi 1,8 miliardi di euro, generato da oltre 70 società controllate in 21 Paesi.

«Negli ultimi mesi ho maturato la volontà di prendermi del tempo per valutare nuovi progetti professionali», ha dichiarato Ibarra, aggiungendo che resterà disponibile fino al prossimo 1° settembre per garantire un efficace passaggio di consegne e che continuerà a essere investitore nella società.

La sfida per Bisio: crescita e nuove operazioni strategiche

Il presidente di Engineering, Gaetano Micciché, ha ringraziato Ibarra per il lavoro svolto ed espresso fiducia nella capacità di Bisio di guidare l’azienda verso una nuova fase di sviluppo e innovazione.

Tra i primi dossier sul tavolo del nuovo amministratore delegato c’è la valutazione sulla vendita di Municipia, società del gruppo attiva nei servizi ai Comuni. Engineering ha incaricato Klecha di esplorare il mercato alla ricerca di investitori interessati, con una valutazione che si aggira intorno ai 250 milioni di euro.

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Wsj, Trump verso un alleggerimento dei dazi sulle auto

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Donald Trump intende attenuare l’impatto dei dazi sulle auto prodotte all’estero, impedendo che si accumulino ad altre tariffe dazi da lui imposte e alleggerendo alcuni dazi sui componenti esteri utilizzati per la produzione di veicoli negli Usa. Lo scrive il Wall Street Journal citano una persona a conoscenza del dossier. In base a questa mossa, le case automobilistiche che pagano i dazi di settore non saranno soggette anche ad altri dazi, come quelli su acciaio e alluminio. La decisione sarebbe retroattiva, hanno affermato le fonti, il che significa che le case auto potrebbero essere rimborsate per tali tariffe già pagate.

Il dazio del 25% sulle auto finite prodotte all’estero è entrato in vigore all’inizio di questo mese. L’amministrazione Usa, sempre secondo il Wsj, modificherà anche i dazi sui ricambi delle auto estere – previsti al 25% e in vigore dal 3 maggio -, consentendo alle case automobilistiche di ottenere un rimborso per tali dazi fino a un importo pari al 3,75% del valore di un’auto prodotta negli Stati Uniti per un anno. Il rimborso scenderebbe al 2,75% del valore dell’auto nel secondo anno, per poi essere gradualmente eliminato del tutto. Si prevede che Trump adotti queste misure in vista di un viaggio in Michigan per un comizio alla periferia di Detroit martedì sera, in occasione dei suoi primi 100 giorni alla Casa Bianca. Le misure mirano a dare alle case automobilistiche il tempo di riportare le catene di approvvigionamento dei componenti negli Usa e rappresenterebbero probabilmente un significativo impulso per le case automobilistiche nel breve termine, ha affermato una fonte a conoscenza della decisione. Le case auto dovranno presentare domanda di rimborso al governo, ma non è immediatamente chiaro da dove arriveranno questi fondi.

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