Se ci fa star meglio raccontarci questa favola dello scudetto sospeso, dell’attesa che si prolunga e che renderà lo scudetto ancora più bello o che ieri si è festeggiato comunque, continuiamola a scrivere o a raccontarcela.
Per strada, ieri sera, c’era chi comunque un motivo per far festa o baldoria se non ce l’ha, se lo cerca. Ma il tifoso, quello che ha penato dietro gli Edu Vargas e il Principito Sosa e che c’era anche quando il Napoli giocava in serie C, che si è depresso per il gol della Lazio ed ha esultato a squarciagola per il gol di Oliveira, dopo il gol di Dia se n’è rimasto mestamente a casa.
La verità, infatti, è un’altra. Ieri c’era la tavola apparecchiata per una bellissima festa, perché lo zio è tornato a Napoli dopo 33 anni, c’erano 350 invitati pronti a sedersi, il catering era dei migliori, tutto era pronto per una serata memorabile, poi, un quarto d’ora prima della cena…lo zio si è schiantato a terra svenuto per l’emozione al centro del salone.
No, non è morto, si è lentamente ripreso, ma il dottore ha detto che deve riposare. Perciò la festa è stata rimandata, si farà giovedì, o forse mercoledì, ma molti degli invitati non potranno esserci.
Insomma, non raccontiamoci balle, ha avuto ragione Ciro Ferrara in tv: ci siano intossicati non solo la domenica, ma l’intero ponte del 1 maggio. Il tempo l’ha capito, visto che ci sta regalando una buia mattinata di pioggia.
Per carità, nulla toglie all’impresa di un Napoli che ha stracciato il campionato e che per otto mesi e più ha deliziato l’Europa con la sua idea di calcio. E che allo scudetto è sempre più vicino, visto che anche quando rallenta quelli che stanno dietro rallentano ancora di più. La squadra, dopo la lunga galoppata, è visibilmente stanza non tanto fisicamente, ma mentalmente. E la pressione di uno stadio come quello di ieri può giocare un brutto scherzo a quelli che, sebbene siano professionisti strapagati, sono sempre dei ragazzi poco più che ventenni.
E nulla toglie alla grande operazione imprenditoriale e tecnica del trio De Laurentiis- Giuntoli- Spalletti, capaci di raggiungere un grande traguardo sportivo tenendo i conti a posto ed, anzi, diminuendo il monte ingaggi. Chapeau !
Una sola preghiera. Finiamola con questa pagliacciata di fissare degli orari e delle date che poi vengono cambiate all’improvviso per chissà quali problemi di opportunità e/o di ordine pubblico.
Passi per il “calcio spezzatino” che ci ha tolto per sempre l’emozione delle partite in contemporanea lasciando ai nostri ricordi più belli gli “scusa Ameri” e “a te Ciotti”. Ma almeno, una volta fissate delle date e degli orari, sappiate organizzarvi per tempo in funzione di quelle.
Ieri pomeriggio si è paralizzata una città senza avere alcuna certezza che la festa ci sarebbe stata. Aggiungerei che ha portato pure male. Gli esercizi commerciali ed i musei, con una città invasa dai turisti, hanno dovuto chiudere anzitempo e i secondi hanno anche dovuto rimborsare tutti i biglietti già venduti on line. E forse -è vero che è facile dirlo con il senno di poi- se avessimo giocato di sabato la squadra avrebbe subito meno la pressione del dover vincere ad ogni costo.
Il Napoli avrà la certezza matematica giovedì sera. E forse anche mercoledì, indipendentemente dal suo risultato di Udine, se la Lazio non batterà il Sassuolo.
Perciò, la partita di Udine giochiamola alle 20,45, com’era stato deciso. Così da consentire a chi è al lavoro, magari in un’altra città, di guardarsela almeno in tv.