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Basta sciocchezze, festeggiamo il 4 giugno

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Se ci fa star meglio raccontarci questa favola dello scudetto sospeso, dell’attesa che si prolunga e che renderà lo scudetto ancora più bello o che ieri si è festeggiato comunque, continuiamola a scrivere o a raccontarcela.
Per strada, ieri sera, c’era chi comunque un motivo per far festa o baldoria se non ce l’ha, se lo cerca. Ma il tifoso, quello che ha penato dietro gli Edu Vargas e il Principito Sosa e che c’era anche quando il Napoli giocava in serie C, che si è depresso per il gol della Lazio ed ha esultato a squarciagola per il gol di Oliveira, dopo il gol di Dia se n’è rimasto mestamente a casa.
La verità, infatti, è un’altra. Ieri c’era la tavola apparecchiata per una bellissima festa, perché lo zio è tornato a Napoli dopo 33 anni, c’erano 350 invitati pronti a sedersi, il catering era dei migliori, tutto era pronto per una serata memorabile, poi, un quarto d’ora prima della cena…lo zio si è schiantato a terra svenuto per l’emozione al centro del salone.
No, non è morto, si è lentamente ripreso, ma il dottore ha detto che deve riposare. Perciò la festa è stata rimandata, si farà giovedì, o forse mercoledì, ma molti degli invitati non potranno esserci.
Insomma, non raccontiamoci balle, ha avuto ragione Ciro Ferrara in tv: ci siano intossicati non solo la domenica, ma l’intero ponte del 1 maggio. Il tempo l’ha capito, visto che ci sta regalando una buia mattinata di pioggia.
Per carità, nulla toglie all’impresa di un Napoli che ha stracciato il campionato e che per otto mesi e più ha deliziato l’Europa con la sua idea di calcio. E che allo scudetto è sempre più vicino, visto che anche quando rallenta quelli che stanno dietro rallentano ancora di più. La squadra, dopo la lunga galoppata, è visibilmente stanza non tanto fisicamente, ma mentalmente. E la pressione di uno stadio come quello di ieri può giocare un brutto scherzo a quelli che, sebbene siano professionisti strapagati, sono sempre dei ragazzi poco più che ventenni.
E nulla toglie alla grande operazione imprenditoriale e tecnica del trio De Laurentiis- Giuntoli- Spalletti, capaci di raggiungere un grande traguardo sportivo tenendo i conti a posto ed, anzi, diminuendo il monte ingaggi. Chapeau !
Una sola preghiera. Finiamola con questa pagliacciata di fissare degli orari e delle date che poi vengono cambiate all’improvviso per chissà quali problemi di opportunità e/o di ordine pubblico.
Passi per il “calcio spezzatino” che ci ha tolto per sempre l’emozione delle partite in contemporanea lasciando ai nostri ricordi più belli gli “scusa Ameri” e “a te Ciotti”. Ma almeno, una volta fissate delle date e degli orari, sappiate organizzarvi per tempo in funzione di quelle.
Ieri pomeriggio si è paralizzata una città senza avere alcuna certezza che la festa ci sarebbe stata. Aggiungerei che ha portato pure male. Gli esercizi commerciali ed i musei, con una città invasa dai turisti, hanno dovuto chiudere anzitempo e i secondi hanno anche dovuto rimborsare tutti i biglietti già venduti on line. E forse -è vero che è facile dirlo con il senno di poi- se avessimo giocato di sabato la squadra avrebbe subito meno la pressione del dover vincere ad ogni costo.
Il Napoli avrà la certezza matematica giovedì sera. E forse anche mercoledì, indipendentemente dal suo risultato di Udine, se la Lazio non batterà il Sassuolo.
Perciò, la partita di Udine giochiamola alle 20,45, com’era stato deciso. Così da consentire a chi è al lavoro, magari in un’altra città, di guardarsela almeno in tv.
La città è in festa ormai da settimane. La festa -una bella festa- prima allo stadio dopo Napoli-Sampdoria e poi in città, nei quartieri, coinvolgendo squadra e calciatori, organizziamola per il 4 giugno, all’ultima di campionato. Di domenica, così chi vorrà esserci potrà organizzarsi per tempo. E tributiamo il giusto trionfo a questi ragazzi.

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Calcio: infortunio per Osimhen con la Nigeria, un mese di stop

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Infortunio per Victor Osimhen. L’attaccante del Napoli, impegnato con la nazionale nigeriana, dovrà saltare gli appuntamenti di qualificazione ai Mondiali contro Sudafrica e Benin. A comunicarlo la federcalcio nigeriana attraverso l’account X della selezione africana, nel quale si spiega che l’attaccante resterà fuori per le prossime quattro settimane, ma non specificando il tipo di infortunio subito. Al suo posto il Ct George ha chiamato Kenneth Igboke, terzino 23enne dell’Enugu Rangers.

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Juve e Milan è domino delle panchine, Conte verso Napoli

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E’ ancora valzer delle panchine, perché sono gli allenatori i grandi protagonisti di questa fase del calciomercato, che poi, a livello di arrivi e partenze nelle varie ‘rose’, dipenderà anche dalle loro indicazioni. Così è sempre attuale il discorso di THIAGO MOTTA alla Juventus, dove l’italo-brasiliano vorrebbe portare con sé da Bologna CALAFIORI, mentre per il Milan siamo ai dettagli per FONSECA, che ormai sembra aver sbaragliato la concorrenza. Il discorso sui rossoneri fa tornare in mente il nome di PIOLI, il quale a persone a lui vicine avrebbe confidato di aver voglia di tentare un’avventura all’estero. Intanto però il suo nome rimane valido come alternativa nel caso andasse a monte la trattativa fra CONTE e il Napoli. Che, va detto, sembra molto ben avviata, a parte il solito problema, quando c’è De Laurentiis di mezzo, dei diritti di immagine. Conte per andare al Napoli avrebbe accettato di ridurre da 8 a 6,5 milioni all’anno la propria richiesta economica, ma avrebbe chiesto di avere con sé ORIALI come team manager e, visto che OSIMHEN se ne andrà (ora la soluzione più probabile appare la Premier League, e non più il Paris SG), di fare il possibile con il Chelsea per prendere LUKAKU, che tornerà ai Blues dopo l’esperienza alla Roma. E proprio Osimhen, che piace molto al probabilissimo nuovo allenatore del Chelsea MARESCA, potrebbe essere la pedina giusta per sbloccare la trattativa. Si diceva di Motta, e quindi il Bologna dovrà cercare un nuovo allenatore: il candidato numero uno sembra essere diventato ITALIANO, ma non ci saranno annunci fino al recupero di campionato che la Fiorentina deve giocare contro l’Atalanta. Per la panchina viola la volata sembra essere ristretta a PALLADINO e AQUILANI (per lui sarebbe un ritorno, perché a Firenze ha allenato la Primavera). Servirà un nuovo tecnico anche al Monza, al quale si è proposto NESTA: ma Galliani sembra intenzionato a puntare su PIRLO, sempre che il campione del mondo 2006 non decida di rimanere alla Sampdoria, che per la prossima stagione ha programmi molto ambiziosi. Ma esiste anche un mercato dei calciatori, e in queste ore è stato molto attiva la Roma, con il nuovo ds Ghisolfi già al lavoro. Così per l’attacco è spuntato il nome di PAVLIDIS, bomber greco dell’Az Alkmaar che in questa stagione ha segnato 33 gol e piace pure al Bologna. L’altro obiettivo è una vecchia conoscenza, ovvero MORATA, che si libera dall’Atletico per 12 milioni ma è perplesso in quanto vorrebbe giocare la Champions. Un sogno della Roma si chiama CHIESA (piace anche al Liverpool), sempre che la Juve se ne voglia privare: piuttosto i bianconeri, tramite l’agente Lucci, avrebbero offerto KOSTIC. Intanto l’etere romano rilancia la suggestione di un possibile ritorno in giallorosso di FRATTESI se l’Inter, per fare mercato, sarà costretto a fare una cessione. Il Milan sta tentando di prendere FOFANA del Monaco, individuato come obiettivo primario per il centrocampo. Il Liverpool insiste con l’Atalanta ma sembra aver mollato KOOPMEINERS, sulla cui cessione Gasperini ha messo il veto, e ora sembra voler puntare su EDERSON, che piace molto anche alla Juventus, situazione finanziaria permettendo visto che quella della Dea è una bottega molto cara. Infine il Como, che non ha certo rinunciato all’idea di prendere ICARDI, nonostante l’attaccante argentino sia diventato un vero e proprio idolo al Galatasaray, soprattutto dopo la doppietta di ieri contro il Konyaspor che regalato ai giallorossi di Istanbul il secondo titolo nazionale di fila.

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Parigi saluta la leggenda, Nadal: ci vediamo ai Giochi

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La favola col lieto fine nella quale tutti, segretamente in cuor loro, speravano non c’è stata. Rafa Nadal non ce l’ha fatta: è uscito al primo turno al Roland Garros, battuto da un leale e oggettivamente troppo forte Alexander Zverev. Tornato dopo più di un anno di stop, un intervento chirurgico, gli allenamenti privati, le prove generali sulla terra rossa di Madrid e Roma – magari solo per ritrovare la forma perduta – e un’ovazione continua che lo segue in tutti i campi che calca. Sia in Spagna sia in Italia si era capito che sarebbe stata difficile ma in fondo tutti credevano che a Parigi – dove ha vinto, dominato e conquistato 14 Roland Garros come nessuno mai nella storia del tennis – ci sarebbe stata laresurrezione. Sembrava lo sperassero finanche i suoi avversari in campo: certo, si gioca per vincere ma perdere contro Nadal al suo ultimo Roland Garros ci può stare.

Non è andata così. E il sorteggio non ha aiutato: primo turno a Parigi contro Zverev che ha appena vinto gli Internazionali di Roma e finalista delle ultime due edizioni. Con il tedesco – che ha onorato il match e l’avversario impegnandosi come sempre – non c’è praticamente stata partita: Zverev si è imposto in poco più di tre ore per 6-3, 7-6, 6-3. E con fairplay ha lasciato nelle dichiarazioni a caldo tutto lo spazio a Nadal per congedarsi dal “suo” pubblico parigini. “Grazie Rafa dal mondo del tennis. È da quando sono bambino che lo vedo giocare ma questo non è il mio momento. E’ quello di Rafa e non voglio parlare a lungo”, ha detto.

Sugli spalti ad applaudire il maiorchino c’era anche l’eterno rivale Novak Djokovic: i due sembrano essersi riconciliati al termine di carriere antagoniste e strepitose, ampia parte della storia del tennis. E c’era anche Carlos Alcaraz: giovane, atleticamente simile al maiorchino, spagnolo come lui e, necessariamente, l’erede per i tifosi di Nadal. Il lieto fine al Roland Garros non c’è stato ma Nadal non ha alcuna intenzione di scrivere la parola fine alla sua favola sportiva. “Forse è la mia ultima partita, non ne sono certo – ha detto ai tifosi che lo ascoltavano in piedi al termine della partita -. Ma se è l’ultima volta, mi sono divertito e il pubblico è stato fantastico. E’ stata bella la sensazione che ho provato in questo posto che è quello che amo di più”.

“Spero di essere qui per le Olimpiadi, è quello che mi dà motivazioni, e spero di essere ben preparato per quell’evento”, conclude, escludendo di poter partecipare al torneo di Wilmbledon.

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