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Cronache

Baby gang picchia un passante 30enne che li rimprovera per difendere la sua bambina da un lancio di pietre, 11 denunciati di età compresa tra i 14 e i 16 anni

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Dieci ragazzi tra i 15 e i 17 anni, e un maggiorenne, sono stati denunciati dai carabinieri di San Giovanni Valdarno (Arezzo) in quanto accusati di aver minacciato e picchiato un 30enne che, mentre accompagnava con il passeggino sua figlia, li aveva rimproverati perchè, da una panchina, lanciavano sassi per gioco con il rischio che qualche pietra potesse colpire la piccola. Le indagini sono scattate dopo la denuncia dell’uomo. Secondo i militari, dopo un primo diverbio, il gruppo di giovani avrebbe minacciato l’uomo di morte scagliandosi contro di lui e colpendolo con calci e pugni tanto da costringerlo a ricorrere alle cure dei sanitari: per lui otto giorni di prognosi. Le indagini dei carabinieri, che si sono avvalse anche del contributo di alcuni testimoni, hanno permesso di identificare il gruppo, alcuni dei quali di origine straniera, che sono stati segnalati alla procura della Repubblica presso il tribunale dei minori di Firenze e alla procura della Repubblica di Arezzo per lesioni aggravate e minaccia aggravata.

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Cronache

Strage di Monreale, ‘sono pentito. Mi hanno aggredito’

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Resta in carcere Salvatore Calvaruso, il 19enne dello Zen accusato della strage di Monreale per avere sparato, sabato notte, uccidendo Salvatore Turdo, Massimo Pirozzo e Andrea Miceli e ferendo altre due persone, tra cui un sedicenne. Il gip di Palermo ha convalidato il fermo del ragazzo, che ha confessato durante l’interrogatorio di garanzia, ma si è difeso sostenendo di avere solo tentato di salvarsi dall’aggressione delle vittime.

“Ricordo che sono caduto per terra e altre persone hanno cominciato ad aggredirmi con calci e pugni. Mi sono rialzato ed ho provato a scappare, cadendo di nuovo, mi sono alzato ancora una volta e sono salito sullo scooter per andare via ma sono stato aggredito di nuovo e sono caduto per terra con lo scooter quindi a quel punto, dal borsello di colore scuro che indossavo ho estratto una pistola semiautomatica che avevo rinvenuto qualche giorno prima per strada all’interno del mio quartiere, e ho cominciato a sparare all’indirizzo di questi 3/4 ragazzi che in quel momento mi stavano aggredendo” è la versione di Calvaruso al gip, che ne riporta la testimonianza nella misura cautelare.

E aggiunge: “Chiedo scusa a tutti i familiari per quello che è successo. Non sono in grado di dire quanti colpi ho esploso ma ho esaurito il caricatore, posso solo affermare che contestualmente ho sentito altri colpi di pistola ma non sono in grado di dire chi altro ha sparato”. Gli investigatori stanno stringendo il cerchio sugli altri giovani che erano con Calvaruso, grazie alle testimonianze e alle immagini dei sistemi di video-sorveglianza di pub e negozi. I carabinieri, coordinati dalla Procura, stanno cercando la pistola usata da Calvaruso e probabilmente una seconda arma da fuoco, considerato la quantità di colpi esplosi, almeno una ventina.

Uno dei testimoni della rissa, come riportata il provvedimento del gip, racconta: “Intorno a mezzanotte notavamo un gruppo di ragazzi, circa 9 a bordo di scooter. Credo fossero 5 scooter che a un certo punto decidevano di andare via. Uno di questi che si trovava a bordo di un Liberty bianco, per fare lo sborone all’improvviso accelerava a tutto gas rischiando di investire me e altri miei amici. Il mio amico Salvatore Turdo, immediatamente con tono acceso gli diceva perché non vai più piano? A questo punto il conducente del Liberty si posizionava proprio davanti a me e a Turdo. Infatti dopo aver messo il cavalletto allo scooter, scendeva e unitamente ad altri due ragazzi ci accerchiavano”.

A questo punto – ha raccontato il testimone – Andrea Miceli, altra vittima “ha deciso di avvicinarsi per calmare gli animi, ma gli è stato detto: ‘ma tu cu minchia sì'”. Miceli avrebbe risposto con le stesse parole e il ragazzo lo avrebbe colpito “ripetutamente al volto con il proprio casco vicino la banca”. “Immediatamente – ha proseguito – si scatenava una rissa. Finita la scazzottata, ho sentito esplodere dei colpi di arma da fuoco”. Stamattina è stata eseguita all’istituto di medicina legale del Policlinico l’autopsia sul corpo di Andrea Miceli, una delle tre vittime. Ieri i medici legali Stefania Zerbo, Tommaso D’Anna e Simona Pellerito hanno eseguito le autopsie sui corpi di Salvatore Turdo e Massimo Pirozzo: la prima vittima è stata raggiunta da due colpi, al torace e alla pancia; la seconda da un solo proiettile al collo; la terza al torace.

I corpi sono stati restituiti alle famiglie per i funerali che saranno celebrati il 2 maggio alle 10.30, nella Cattedrale di Monreale. Il Comune si è fatto carico delle esequie dei tre ragazzi “un gesto di vicinanza alle famiglie coinvolte da un così grave e inaspettato lutto”. Per quella giornata sarà lutto cittadino. E’ probabile che ad assistere alla celebrazione ci saranno centinaia di persone, la strage ha sconvolto la cittadina normanna che era addobbata a festa con le luminarie, perché si apprestava alla festa del Santissimo Crocifisso, la 399/ma edizione, che è stata annullata.

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Abusi su atlete minorenni, allenatore già sospeso in passato

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L’allenatore reatino di basket giovanile, agli arrestati domiciliari a Rieti con l’accusa di violenza sessuale continuata, per aver abusato di tre atlete minori, a ottobre 2024 era stato sospeso per tre mesi dalla giustizia sportiva per “comportamento offensivo nonché ispirato a discriminazione di genere nei confronti del secondo arbitro (una donna, ndr), durante e alla fine della gara”. Nel maggio, sempre del 2024, lo stesso tecnico, molto noto nel capoluogo sabino, era rimasto coinvolto e ferito in una rissa con alcuni tifosi scoppiata nel corso di un incontro di basket. L’allenatore, ora indagato per violenza sessuale continuata, dopo la denuncia di tre sue atlete, a marzo di quest’anno era stato sollevato “per motivi privati” da ogni incarico dalla società che lo aveva ingaggiato da anni.

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Per corsi di sessualità a scuola serve l’ok dei genitori

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Serve il consenso preventivo e scritto dei genitori degli alunni per le attività extra curriculari e di ampliamento dell’offerta formativa che riguardano la sessualità, mentre nelle scuole dell’infanzia ed elementari i temi affrontati su questi argomenti devono essere solo quelli previsti dai programmi nazionali (biologia, corpo umano, riproduzione ecc). A stabilirlo è un provvedimento approvato oggi dal Consiglio dei ministri che ha previsto anche altre importanti novità per il mondo della scuola: l’arresto obbligatorio in flagranza e semi flagranza di reato – che non riguarderà i minori – nel caso di lesioni a danno di docenti e presidi; un aggravio di pene per lesioni al personale scolastico passando, per le lesioni lievi, da 6 mesi a 3 anni attuali a 2 e fino a 5 anni di reclusione. Proprio di oggi è la notizia che un alunno di una scuola superiore torinese ha dato un calcio a un’insegnante e ne ha colpito un altro a schiaffi sul volto.

Quest’ultimo ha dovuto fare ricorso alle cure del pronto soccorso, dove è stato medicato e ha presentato denuncia alla Polizia. Con le nuove disposizioni, inoltre, alle superiori chi ottiene 5 in condotta sarà bocciato e vengono compresi anche i casi di bullismo grave. Con il 6 in condotta, invece, lo studente viene rimandato a settembre. Cambia anche la sospensione: lo studente non potrà stare a casa ma dovrà continuare a frequentare le lezioni e sarà chiamato a riflettere sulla cattiva condotta con compiti supplementari. Per le sospensioni di più di due giorni, scatteranno attività di cittadinanza solidale. Tornando ai corsi a scuola che hanno per tema la sessualità, il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha detto che i genitori dovranno avere informazioni esaurienti sui soggetti esterni coinvolti, sul materiale didattico utilizzato, sulle finalità e le modalità di svolgimento delle attività proposte.

Per le attività di ampliamento dell’offerta formativa obbligatorie, le scuole devono fornire una alternativa laddove sia stato negato il consenso del genitore. “Noi, agendo all’insegna del valore della trasparenza, intendiamo rafforzare l’alleanza tra la scuola e le famiglie come abbiamo fatto con la circolare sui compiti a casa. I genitori devono essere consapevoli delle iniziative didattiche che vengono trattate in classe come la sessualità”, ha affermato Valditara. Per quanto riguarda invece l’arresto in flagranza o semi flagranza, Valditara ha spiegato che è stata decisa a causa del forte aumento di aggressioni da parte di genitori di allievi che si registra da due anni a questa parte e ha citato numerosi casi di professori picchiati, da nord a sud Italia.

Il governo vuole infine stabilizzare l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro sia per gli studenti che per i docenti. Queste nuove misure trovano il plauso della maggioranza mentre vengono fortemente criticate dalle opposizioni e da alcune associazioni studentesche. “Non possiamo accettare una narrazione di una scuola esclusivamente punitiva – ha commentato Paolo Notarnicola, della Rete degli studenti – se sussistono reati la magistratura farà il suo corso. L’educazione sessuo-affettiva, poi, spaventa il governo: da anni chiediamo che sia obbligatoria e che parta fin dall’asilo. La violenza di genere e il patriarcato si combattono a partire dalle scuole”.

Elisabetta Piccolotti (Avs) ha parlato di ‘favore ai fondamentalisti, una vergogna’. “Valditara – ha scritto – pensa che il padre e la madre di Saman Abbas avrebbero firmato alla figlia l’autorizzazione a partecipare alle attività di educazione sessuale ed affettiva? Noi siamo certi che di no”.

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