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Cronache

Trapianto fegato-polmoni in una ragazzina genovese di 16 anni, è il primo in Italia ed è stato eseguito all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo

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È stato eseguito lo scorso 29 dicembre all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, che lo ha reso noto stamattina, il primo trapianto combinato fegato-polmoni in un paziente in età pediatrica in Italia. A ricevere gli organi una ragazza genovese di 16 anni affetta da fibrosi cistica, malattia genetica che altera le secrezioni di molti organi, e che nel suo caso provocava sanguinamento nelle vie respiratorie e una grave malattia epatica. “In circa il 10% dei pazienti con fibrosi cistica la malattia polmonare, sempre presente in questa condizione, si associa anche a un coinvolgimento del fegato che porta allo sviluppo di cirrosi completa – spiega Lorenzo D’Antiga, direttore della Pediatria del Papa Giovanni XXIII -. In questo caso, la funzione respiratoria globale era solo parzialmente compromessa, ma le alterazioni legate all’infiammazione cronica provocavano ricorrenti emorragie bronchiali poco controllabili con la terapia medica e pericolose per la vita della paziente. La funzione epatica era da tempo compromessa, al punto che, all’età di 11 anni, la paziente era stata sottoposta ad una procedura denominata ‘Tips’, utilizzata per ridurre la severa ipertensione portale ed il rischio di emorragie digestive. Il progredire di questa complessa situazione ha reso necessaria la scelta di un trapianto combinato di fegato e polmoni, che la ragazza, seguita al centro fibrosi cistica dell’ospedale Gaslini di Genova, attendeva dallo scorso mese di aprile”. Diversamente da quanto finora avvenuto nei pochi trapianti di questo tipo eseguiti, a essere sostituito per primo è stato il fegato, mentre i polmoni del donatore venivano trattati con la tecnica ‘Ex Vivo Lung Perfusion’ per essere poi trapiantati in immediata successione.

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‘Morte a 5 mesi è innaturale’, i funerali del piccolo Michael

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“La natura a volte può compiere il male. La morte, specie se riguarda un bimbo di cinque mesi, è qualcosa di innaturale. Ma c’è anche la consapevolezza che Michael sia già in paradiso e che contempli il volto del signore”: lo ha detto don Luca Fanfarillo, parroco della chiesa della Madonna del Rosario, nella frazione di Mole Bisleti ad Alatri, durante i funerali del piccolo Michael, il bimbo di 5 mesi morto nel sonno in un resort di Carovigno in provincia di Brindisi, dove i genitori erano in vacanza. Il parroco ha ricordato come solo qualche settimana fa il piccolo Michael durante il battesimo gli prese la mano: “ora – ha proseguito – è un piccolo angelo che prende la mano di ognuno di noi e che ci accompagnerà nel nostro cammino, che sarà sempre con noi”.

L’altro giorno c’è stata l’autopsia sulla salma del bambino, servirà per stabilire le cause del decesso. Secondo una prima ricostruzione, Michael dormiva nel lettone con i genitori, lui commerciante ambulante e lei operaia in una fabbrica del frusinate, protetto da due cuscini. Intorno alle 3.30 il padre si è accorto che il piccolo era immobile e cianotico. Scattati i soccorsi, gli operatori del 118 hanno tentato disperatamente di rianimarlo prima sul posto, poi durante il trasporto all’ospedale “Perrino” di Brindisi, dove però il neonato è arrivato privo di vita.

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Taranto, sparatoria a rione Tamburi: morti Carmelo Nigro e Pietro Caforio

Conflitto a fuoco a Taranto: morti Carmelo Nigro e Pietro Caforio. Michele Caforio confessa l’omicidio, si attende la convalida del fermo.

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Sale a due vittime il bilancio del violento conflitto a fuoco avvenuto la sera del 16 luglio in via Machiavelli, nel rione Tamburi di Taranto. Dopo la morte del 45enne Carmelo Nigro, deceduto poco dopo l’arrivo in ospedale, questa mattina è stato dichiarato clinicamente morto anche Pietro Caforio, 34 anni, gravemente ferito nella sparatoria.

La ricostruzione: scontro tra clan per il controllo del traffico di droga

Secondo le prime risultanze investigative, il movente della sparatoria sarebbe legato a contrasti per il controllo delle piazze di spaccio nella città vecchia di Taranto. La scena che si è consumata in via Machiavelli ha visto l’esplosione di diversi colpi d’arma da fuoco. A farne le spese sono stati quattro uomini: oltre ai due deceduti, è rimasto gravemente ferito Michael Nigro, 20 anni, figlio di Carmelo, attualmente ancora in ospedale. Vincenzo Fago, 65 anni, ha invece riportato una ferita non grave alla gamba sinistra.

Michele Caforio interrogato in carcere: “Ho ucciso Carmelo Nigro”

Nella giornata di oggi, Michele Caforio, 37 anni, fratello di Pietro, è stato interrogato in carcere dal gip Giovanni Caroli. Caforio era stato fermato nei giorni scorsi con l’accusa di omicidio di Carmelo Nigro, tentato omicidio di Michael Nigro, con l’aggravante del metodo mafioso, e per porto e detenzione illegale di arma da fuoco.

Difeso dagli avvocati Franz Pesare e Pasquale Blasi, l’indagato ha ammesso le proprie responsabilità, confermando quanto già emerso dalle intercettazioni ambientali in cui aveva confessato l’omicidio. Secondo la sua versione, avrebbe reagito dopo che Carmelo Nigro aveva sparato a suo fratello Pietro, colpendolo alla testa e al torace.

Attesa per la convalida del fermo

Al termine dell’interrogatorio, si attende ora la decisione del gip sulla convalida del fermo. Con ogni probabilità verrà disposta l’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti del 37enne.

Il decesso di Pietro Caforio: confermato dai medici

L’Asl di Taranto ha comunicato che Pietro Caforio, ricoverato in rianimazione, è stato dichiarato clinicamente deceduto alle 8.15 di questa mattina. Come previsto dalla legge, sono state avviate le sei ore di osservazione e, al termine, il collegio medico ha certificato il decesso.

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Urbanistica e fuga di notizie, la Camera penale di Milano: “Processo mediatico inaccettabile”

La Camera penale di Milano critica duramente la gestione dell’inchiesta urbanistica: “Indagati informati dai giornali, presunzione d’innocenza violata, equilibrio procedurale stravolto”.

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La Camera penale di Milano lancia un duro atto d’accusa contro la gestione dell’inchiesta sull’urbanistica, al centro dell’attenzione pubblica nelle ultime ore. In una nota ufficiale, i penalisti milanesi parlano senza mezzi termini di “ennesimo corto circuito”, in cui i media vengono informati prima degli indagati, violando le regole basilari previste dal codice di procedura penale.

Secondo quanto riportato nella nota, l’indagato – in questo caso il sindaco di Milano – avrebbe scoperto la propria iscrizione nel registro degli indagati leggendo i giornali, senza aver ricevuto alcun atto formale da parte della magistratura.

Le critiche alla gestione mediatica: “Violate regole e garanzie”

La denuncia della Camera penale è netta: ogni volta che una vicenda giudiziaria “per contenuto o per soggetti coinvolti” ha potenziale mediatico, si assiste alla diffusione incontrollata di informazioni, persino ignote agli stessi indagati. Non solo: si parla di atti processuali pubblicati dai media prima ancora che le parti abbiano la possibilità di prenderne visione.

Nel mirino dei penalisti anche la cosiddetta “lotteria dei nomi”: con il numero degli indagati già noto alla stampa, si moltiplicano le indiscrezioni su chi possa essere coinvolto, amplificando la pressione mediatica e politica.

“Presunzione d’innocenza travolta, danni per persone e aziende”

Il cuore della critica è il ribaltamento delle garanzie costituzionali. Secondo la Camera penale, in questa fase “delicatissima” del procedimento, in cui si decide della libertà degli individui, la fuga di notizie e la celebrazione del processo mediatico minano profondamente la presunzione di innocenza.

Una dinamica che – si legge ancora – travolge le vite delle persone, interferisce nelle scelte politico-amministrative e può compromettere il futuro di intere aziende coinvolte indirettamente. Per i penalisti milanesi, serve un ritorno al rispetto delle regole, alla tutela del diritto di difesa e alla centralità del processo penale come unico luogo in cui accertare responsabilità.

(Immagine in evidenza generata con sistemi di Intelligenza artificiale)

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