Nuovo vertice sulle autonomie. Il premier Giuseppe Conte, i vicepremier e i ministri di Lega e 5 Stelle dovranno rivedersi. Matteo Salvini e il ministro per gli Affari Regionali Erika Stefani hanno fretta, Luigi Di Maio e i ministri del M5s sono preoccupati per la tenuta dei conti pubblici e la solidarietà nazionale. Ieri le trattative sono proseguite senza che si trovasse la quadra definitiva – i ministri si aggiorneranno giovedì mattina – ma sarebbero stati trovati “punti di incontro” su diversi temi. A partire da “salute, ambiente e lavoro”, come precisa la Stefani (ma i 5Stelle non la pensano uguale), che ora giura: “Andiamo avanti a oltranza finché non si chiude l’ intesa”. A stare a cuore al Movimento 5 Stelle sono i Lep, i livelli essenziali delle prestazioni, ovvero i servizi minimi che devono essere garantiti ad ogni italiano e che una errato trasferimento delle risorse alle Regioni metterebbero in pericolo. Fonti del M5S rassicurano anche riguardo al fondo di perequazione: una volta trasferita una quota di gettito alla Regione, “se la situazione economica dello Stato dovesse cambiare è necessario che parte del maggiore gettito venga indirizzata alle altre Regioni, proprio per garantire stessi servizi da un estremo all’ altro della Penisola”.
Nessun accenno specifico al tema dei costi standard, che saranno oggetti dei futuri incontri. Centrale già ieri, invece, il nodo dell’ istruzione, con le resistenze del M5s sulla possibilità di assunzione diretta dei docenti da parte delle Regioni, ritenuta a rischio incostituzionalità. Ancora da limare l’ accordo sui trasporti: le Regioni spingono per avere la gestione di autostrade, porti, aeroporti e ferrovie, mentre il Mit spinge per mantenerne il controllo. Il compromesso, in questo caso, potrebbe riguardare la concessione ai territori degli aeroporti. La discussione ha comunque soddisfatto Matteo Salvini, che a fine vertice si è detto ottimista per la riuscita dell’ accordo: “C’è stato un passo avanti interessante”.