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Economia

Auditel-Censis, le famiglie italiane sempre più connesse

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Grazie anche allo shock arrivato dalla pandemia, gli italiani sono sempre più connessi: la stragrande maggioranza delle famiglie, l’87,2% del totale, ha in casa almeno un device connesso oltre alla tv, tradizionale o smart, e quasi 5 milioni di famiglie dispongono di un kit completo: una smart tv, uno smartphone, un computer e un tablet. Sono fra i dati del quinto rapporto Auditel – Censis, intitolato ‘La transizione digitale degli italiani – Dal boom degli schermi connessi alla banda larga, il Paese, grazie alla televisione, corre verso la modernità’.

L’essere connessi “ci ha aiutato moltissimo nella pandemia, che ha portato un processo di velocizzazione dell’acquisizione del digitale – spiega il presidente del Censis Giuseppe De Rita -. Le velocizzazioni sono legate alle crisi, soprattutto società che vivono uno stato di latenza, come quella italiana, hanno spesso bisogno di uno shock”. Gli schermi nelle famiglie italiane erano 111 milioni nel 2017, oggi sono quasi 120 milioni, con una media di 5 device per nucleo. In questi cinque anni è anche cambiata la loro tipologia: sono aumentati i device connessi che sono 93 milioni e 200 mila, nel 2017 erano meno di 74 milioni. Sono cresciuti di quasi 20 milioni in soli cinque anni.

Nove famiglie italiane su dieci sono collegate al web, per un totale di 21 milioni e mezzo di famiglie; nel 2017 erano 20 milioni. Il 61,7% delle famiglie vive in una zona coperta dalla banda larga e circa il 60% delle famiglie possiede sia connessione fissa che connessione mobile. “La crescente adesione alla banda larga si configura sempre più come bene di prima necessità e non più accessorio e sotto la spinta del Pnrr avrà uno sviluppo decisivo” sottolinea il presidente dell’Auditel Andrea Imperiali. Il rapporto “conferma l’iperconnessione degli italiani. Il Dipartimento per l’editoria è impegnato anche per riconsolidare l’autorevolezza del mondo informativo – commenta Alberto Barachini, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’Informazione e all’Editoria -. Se il finanziamento pubblico è doveroso lo è anche la responsabilità reciproca”.

Nel rapporto, secondo il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri, ci sono “dati incoraggianti perché fotografano un progresso importante nel sistema Paese”. La sovrabbondanza “e la pluralità di informazione sono una grande opportunità, ma occorre, al tempo stesso, contrastare le fake news”. Al primo posto, tra gli schermi, ci sono i 48 milioni di smartphone, aumentati di oltre 6 milioni in cinque anni. Seguono le televisioni che sono circa 43 milioni, con uno spazio sempre maggiore per l’elemento digitale: nel 2022 16 milioni e 700 mila apparecchi sono smart tv o dispositivi esterni connessi, in crescita del 210,9% rispetto al 2017.

Aumentano anche i pc collegati, fissi o, soprattutto, portatili, che sono 20 milioni e 700 mila, in crescita del 7,6% dal 2017, e i tablet, che sono 7 milioni e 700 mila (+ 4,4% dal 2017 ad oggi). Un boom in contrasto con il segno meno per la spesa complessiva delle famiglie italiane: nel 2021 è stata di 1.000 miliardi e 33 milioni di euro e si è ridotta del 5,4% rispetto al 2017. Nello stesso periodo, quella per la telefonia, trainata dagli acquisti degli smartphone, è aumentata del 92% e nell’ultimo anno ha un valore complessivo di 7 miliardi e 865 milioni di euro e di 133 euro pro capite. Il presidente dell’Istat Gian Carlo Blangiardo spiega che è in corso “il fenomeno di progressivo invecchiamento della popolazione”.

In tal senso, “il feeling con gli strumenti tecnologici di persone sempre più anziane rimarrà un problema da tenere in considerazione. Ben vengano le app, ma con la consapevolezza di un’utenza che potrebbe avere qualche difficoltà nel momento in cui non si presentassero gli strumenti in maniera semplice da utilizzare”.

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Economia

Apple, bloccate transazioni fraudolente per 7 miliardi dollari

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Dal 2020 al 2023 Apple ha evitato sull’App Store transazioni potenzialmente fraudolente per un totale di oltre 7 miliardi di dollari, di cui oltre 1,8 miliardi nel solo 2023. Nello stesso periodo, la società ha bloccato più di 14 milioni di carte di credito rubate e vietato a più di 3,3 milioni di account di effettuare ulteriori transazioni. Sono i dati illustrati nella quarta analisi annuale sulla prevenzione delle frodi, pubblicata dalla società di Cupertino. Dall’analisi emerge anche che nel 2023 Apple ha rifiutato più di 1,7 milioni di app “perché non rispettavano i rigorosi standard dell’App Store in materia di privacy, sicurezza e contenuti”. Inoltre, “il continuo impegno per fermare e ridurre le frodi sull’App Store – aggiunge l’azienda – ha portato alla chiusura di quasi 374 milioni di account sviluppatore e cliente, e alla rimozione di quasi 152 milioni di valutazioni e recensioni per il sospetto di frode”.

L’anno passato la società “ha chiuso quasi 118.000 account sviluppatore, in calo rispetto ai 428.000 dell’anno precedente, grazie ai continui miglioramenti dei sistemi usati per prevenire la creazione di account potenzialmente fraudolenti”. Inoltre, l’azienda ha rifiutato più di 91.000 richieste di iscrizione al Developer Program, “di fatto impedendo a questi soggetti di pubblicare app problematiche sull’App Store”. L’impegno di Apple si estende oltre l’App Store: negli ultimi 12 mesi, l’azienda ha individuato e bloccato più di 47.000 app illegittime su store pirata.

Dall’analisi annuale sulla prevenzione delle frodi, emerge che Apple ha un team di oltre 500 esperti ed esperte che valuta ogni app inviata all’App Store da sviluppatori di tutto il mondo prima che raggiunga l’utente. In media, il team verifica circa 132.500 app a settimana; nel 2023 ne ha controllate quasi 6,9 milioni, aiutando nel contempo più di 192.000 developer a pubblicare la loro prima app sull’App Store. Il team effettua una serie di controlli sfruttando processi automatizzati e una revisione condotta da persone fisiche. Nel 2023, più di 1,7 milioni di app sono state rifiutate per vari motivi, tra cui violazioni della privacy e attività fraudolente.

Riguardo le valutazioni e le recnesioni, nel 2023 Apple ne ha processate oltre 1,1 miliardi: quasi 152 milioni sono state giudicate fraudolente e quindi rimosse dall’App Store. Cupertino “si impegna a proteggere le informazioni finanziarie di ogni utente attraverso tecnologie di pagamento sicure come Apple Pay e StoreKit, che quasi 1 milione di app utilizzano per vendere beni e servizi sull’App Store. E mentre le perdite per frodi hanno raggiunto nuovi picchi a livello globale, nel 2023 Apple ha contribuito a evitare transazioni potenzialmente fraudolente per più di 1,8 miliardi di dollari sulla sua piattaforma”.

“Apple – aggiunge l’analisi – sfrutta anche tecnologie evolute abbinate a controlli condotti da persone fisiche per rilevare quando una carta di credito rubata viene utilizzata per scopi illeciti. Solo nel 2023 ha evitato che oltre 3,5 milioni di carte di credito rubate venissero utilizzate per acquisti fraudolenti e ha vietato a oltre 1,1 milioni di account di effettuare ulteriori transazioni. Continueremo a investire per proteggere la qualità e la sicurezza dell’App Store nell’interesse di ogni utente e di ogni developer”.

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Economia

Ai distributori automatici 5 miliardi di consumazioni

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Il caffè è il protagonista delle consumazioni italiane ai distributori automatici: nel 2023, infatti, sono stati quasi 2,3 miliardi (+0,27%) quelli bevuti davanti a una vending machine. L’Italia ha la più ampia rete distributiva alimentare automatica d’Europa con oltre 830 mila vending machine (la maggior parte installate in uffici pubblici, aziende, scuole e ospedali) che, nel 2023, hanno erogato quasi 4 miliardi di consumazioni (3.974.040.247) a cui si sommano 1,1 miliardi in capsule e cialde per un totale di oltre 5 miliardi di consumazioni.

È quanto emerso dai dati dello studio Ipsos per Confida, Associazione Italiana Distribuzione Automatica, presentati oggi all’apertura di Venditalia 2024, la più importante manifestazione internazionale del settore a Fiera Milano Rho, fino al 18 maggio. Se il caffè rappresenta il 57% delle consumazioni totali, sono in aumento anche tè (+5,7%) e ginseng (+5,2%). Seguono gli snack, che rappresentano il 16% delle consumazioni (626.251.484): i preferiti rimangono quelli dolci (+4%) come barrette (+12%), biscotti (+9%) e merendine (+3%); ma nel 2023 si è riscontrato un aumento significativo anche di quelli salati (+7%) e del confectionery (+26%).

Tra gli snack salati crescono maggiormente i crackers (+9%) e le patatine (+7%). Nel 2023 le bevande fredde hanno registrano un calo del 2,56% in particolare quelle gasate (-4,09%). Per l’acqua si preferisce la liscia (70%). I nuovi stili di vita spingono anche sul consumo di bevande con più del 20% di frutta (+19%) e i succhi 100% frutta (+6%). “Oggi con la connettività è possibile gestire una vending machine da remoto – ha detto Ernesto Piloni, Presidente di Venditalia – Nelle ultime generazioni di distributori automatici, inoltre, gli schermi touch sono installati al posto delle tradizionali pulsantiere e aumentano i sistemi di pagamento digitali cashless”. Ma il settore punta anche alla sostenibilità con il progetto RiVending un circuito chiuso di riciclo per bottigliette e bicchierini in plastica dei distributori automatici.

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Economia

Giorgetti da Vestager, Ita-Lufthansa ancora in salita

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Un’altra fumata grigia. Al termine del faccia a faccia tra Giancarlo Giorgetti e Margrethe Vestager, la Commissione europea non usa nemmeno le formule di facciata che di solito descrivono i colloqui politici. Tanto basta a lasciar intravedere una strada ancora in salita per il placet alle nozze tra Ita e Lufthansa. Il governo, si è limitato a dire il titolare del Tesoro all’uscita da Palazzo Berlaymont, ha “ribadito” la sua posizione all’Ue. E adesso aspetta “il verdetto”, in arrivo entro il 4 luglio. Nel mezzo però ci sono ancora quasi due mesi: l’ultimo pacchetto di impegni su slot e rotte presentato la scorsa settimana, nel giudizio che trapela a Bruxelles, “non è ancora sufficiente”.

Tuttavia, è la sollecitazione, le parti hanno ancora tempo per apportare miglioramenti. Lasciato l’Ecofin, il ministro dell’Economia si è presentato a Palazzo Berlaymont per la seconda volta nel giro di quindici giorni. Sul tavolo, i persistenti timori dell’antitrust che da qualche giorno ha avviato il market test. Il caso è “complesso”. E il negoziato, stando alle indicazioni offerte da alcune fonti vicine al dossier, resta incagliato sui tre fronti più problematici. Davanti al rischio di posizione dominante di Ita e Lufthansa a Milano-Linate, nel giudizio della squadra di Vestager manca ancora una soluzione solida che permetta di far subentrare un vettore capace di stabilirsi come presenza “credibile”.

Le proposte di compromesso messe sul piatto dalla compagnia di Carsten Spohr e dal Mef per aprire alle rivali sulle rotte a corto raggio dall’Italia all’Europa centrale restano poi da perfezionare. E, allo stesso modo, non convince del tutto l’idea di congelare soltanto in via temporanea – per due anni – l’alleanza tra la compagnia della gru e la newco sorta dalle ceneri di Alitalia sui lunghi collegamenti da Fiumicino con destinazione Stati Uniti e Canada, dove Lufthansa detiene già un’ampia porzione di mercato con la sua joint venture formata con United Airlines e Air Canada. Per capire se sia possibile raggiungere un punto di caduta prima del 4 luglio servirà altro tempo. “E’ sempre complicato, bisogna sempre avere tanta pazienza”, ha osservato Giorgetti. A Bruxelles però l’avvertimento che circola è chiaro: c’è ancora tempo per lavorare. A patto che ci sia “la volontà delle parti”, Lufthansa in testa.

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