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Cronache

Assessori Pd con Social Card, la difesa del sindaco di Nocera Inferiore Paolo De Maio

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Nocera Inferiore, una pittoresca città situata nella provincia di Salerno, è stata recentemente al centro di una controversia che coinvolge tre degli assessori del sindaco Paolo De Maio. La vicenda riguarda il ricevimento della cosiddetta “social card” dell’INPS, un sussidio una tantum di 382 euro destinato all’acquisto di beni di prima necessità, come pane e pasta, da parte di famiglie con un reddito ISEE basso.

Il caso esploso

La storia è esplosa quando è emerso che i tre assessori comunali, Umberto Iannotti, Renato Guerritore e Mimma Lamberti, avevano richiesto e ottenuto questa social card, nonostante fossero politici locali benestanti. La notizia è stata riportata dal Fatto Quotidiano e ha rapidamente attirato l’attenzione dei media nazionali.

La risposta dei tre assessori

In un gesto di ammissione di colpa, gli assessori hanno scritto una lettera di scuse al sindaco e, in parte, si sono autoimpediti di continuare a ricevere il beneficio. Nel loro comunicato, hanno sottolineato che non avevano commesso alcuna violazione della legge poiché i criteri per ottenere la social card sono basati esclusivamente sull’ISEE, e hanno dichiarato di essere disposti a rispettare qualsiasi decisione del sindaco in merito al loro futuro politico.

La difesa del Sindaco

Il sindaco De Maio ha affrontato direttamente la controversia durante una conferenza stampa convocata per chiarire la situazione. Ha difeso i suoi assessori, sottolineando che non avevano violato alcuna legge o regolamento. Ha descritto la loro azione come “un peccato di inesperienza” e ha sottolineato che la social card è destinata a famiglie con un ISEE basso, non necessariamente agli indigenti.

De Maio ha anche sottolineato che la stragrande maggioranza dei beneficiari della social card nella regione ha un ISEE medio di circa 11.730 euro e che la misura è progettata per sostenere le famiglie rispetto al costo della vita. Ha chiarito che i tre assessori avevano ricevuto la carta senza presentare una richiesta specifica e ha affermato che, come sindaco, deve preoccuparsi principalmente che le persone rispettino le leggi e i regolamenti.

La Carta Solidale come opportunità

Il sindaco ha enfatizzato che la social card non è solo destinata ai più bisognosi ma rappresenta un’opportunità per le famiglie con un ISEE basso. Ha suggerito che la discussione dovrebbe concentrarsi sulla legalità dell’azione dei suoi assessori e sull’opportunità delle loro azioni, anziché diventare una questione politica.

La vicenda di Nocera Inferiore solleva importanti questioni sull’assegnazione delle risorse pubbliche e sull’etica dei funzionari pubblici. Mentre il sindaco ha scelto di difendere i suoi assessori, la questione solleva un dibattito più ampio su come i governi locali dovrebbero utilizzare le risorse pubbliche per sostenere i cittadini e affrontare le sfide socio-economiche nelle loro comunità.

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Cronache

‘Ndrangheta, maxi operazione a Cosenza con 137 indagati

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Maxi operazione interforze contro la ‘ndrangheta a Cosenza ed in altri centri del territorio nazionale: i Carabinieri del Comando Provinciale di Cosenza, la Polizia di Stato, attraverso il personale delle Squadre Mobili di Cosenza e Catanzaro, della SISCO di Catanzaro e dello SCO, i Finanzieri del Nucleo Polizia Economico-Finanziaria di Cosenza, con il GICO del Nucleo Polizia Economico-Finanziaria di Catanzaro e lo SCICO di Roma, con il coordinamento della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, hanno dato esecuzione all’ordinanza cautelare, emessa dal GIP presso il Tribunale di Catanzaro, nei confronti di 137 indagati, ed in via di evoluzione , sulla base della ritenuta sussistenza di gravi indizi in ordine ai delitti, a vario titolo ipotizzati, nei loro confronti, tra cui, rispettivamente, associazione di tipo ‘ndranghetistico, associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, aggravato dalle modalità e finalità mafiose, nonché in ordine ad altri numerosi delitti, anche aggravati dalle modalità e finalità mafiose.

Il procedimento per le fattispecie di reato ipotizzate è attualmente nella fase delle indagini preliminari. I dettagli saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa

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Assolto Fabio Furlan, un verdetto che non chiude il caso: il mistero irrisolto dell’omicidio di Cristofer Oliva

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Dopo quindici lunghi anni di attesa e indagini, il caso di Cristofer Oliva, lo studente scomparso di Chiaiano, continua a essere un enigma irrisolto, segnato da un nuovo capitolo giudiziario che lascia più domande che risposte. Il recente verdetto pronunciato dall’Aula 318 della prima assise d’appello ha visto l’assoluzione di Fabio Furlan, l’unico imputato, per non aver commesso il fatto, un’espressione che sottolinea la mancanza di prove sufficienti per una condanna.

Il giudice Abbamonte, che ha letto il verdetto con visibile esitazione, ha respinto la richiesta di condanna a 22 anni, accogliendo invece le argomentazioni della difesa, rappresentata dagli avvocati Luigi Petrillo e Dario Vannetiello. Questa decisione non solo solleva Furlan da ogni colpa, ma intensifica il dolore di una famiglia che ancora cerca risposte. La famiglia di Cristofer, assistita dagli avvocati Valerio De Maio e Paolo Stravino, continua a chiedere che le indagini proseguano per rompere il “muro di silenzio, reticenza e omertà” che ha sempre circondato questo caso.

Il processo, che si è trascinato per anni tra Napoli e Roma, ha visto momenti di svolta significativi, incluso il ritorno degli atti a Napoli dalla Cassazione, prima per una carenza di gravi indizi e poi per garantire a Furlan la possibilità di difendersi adeguatamente. Nonostante l’assoluzione, Furlan è stato condannato a sei anni per reati legati alla droga, una pena minore rispetto alla possibile condanna a 22 anni per omicidio.

Il cuore del mistero risiede nel giorno della scomparsa di Cristofer, il 17 novembre 2009. L’ultima persona a invitarlo fu proprio Furlan, che usò una cabina telefonica per fissare l’appuntamento. Tuttavia, non ci sono prove concrete che i due si siano effettivamente incontrati quel pomeriggio. Circa un’ora e mezza dopo, Furlan è stato visto in pubblico con l’ex ragazza di Cristofer, suscitando sorpresa tra gli amici per l’apparente inopportunità dell’incontro.

Gli avvocati di Furlan hanno sottolineato l’improbabilità che un ragazzo di 19 anni potesse commettere un omicidio, far sparire il corpo, e poi presentarsi pulito e composto in così breve tempo. Questo punto, insieme ai motivi ipotizzati dell’omicidio – gestione di piantine di canapa e gelosia – rimangono deboli e non sufficienti per attribuire colpe.

Questo verdetto non solo lascia la famiglia Oliva senza giustizia, ma anche senza un luogo di sepoltura per Cristofer, privandoli del conforto di un addio. La loro speranza è che la verità emerga nonostante l’assoluzione, e che nuovi elementi possano finalmente fornire le risposte tanto attese. Mentre la giustizia sembra aver raggiunto un vicolo cieco, la ricerca della verità deve continuare, per Cristofer e per tutti coloro che ancora sperano nella giustizia.

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Berlinguer, atto ignobile sulla tomba di mio padre

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“Un atto vigliacco e ignobile”. Sono le parole della figlia, la giornalista Bianca Berlinguer che sul proprio profilo Instagram ha denunciato gli atti vandalici sulla tomba di suo padre Enrico Berlinguer, nel cimitero Flaminio di Roma. “Nei quarant’anni dalla morte di papà la sua tomba è sempre stata piena di fiori portati da tante persone che si sono fermate per un pensiero e un omaggio. E questo – scrive – sempre stato per noi figli un grande conforto. Nell’ultimo mese la tomba è stata per due volte vandalizzata da qualcuno (una o più persone): vasi distrutti, fiori buttati e aiuole calpestate. Un atto vigliacco e ignobile”.

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