Le rapine le fanno ovunque. È vero. I calciatori li rapinano anche a Milano, Torino, Roma ma nessuno ne parla. È vero che accade tutto ciò in queste città, ma sbagliano i giornalisti in quelle città a non parlarne. È vero anche che ci sono stati casi clamorosi di rapine tenute lontane dai riflettori dei media grazie a sapienti regie. Ma la questione che tocca i calciatori del Napoli, non è il fatto che vengono rapinati. Può succedere. Fa paura la puntualità dell’appuntamento con le rapine. Fanno paura le modalità con cui vengono rapinati. Fa paura la tecnica con cui vengono assaltati. È più o meno sempre la stessa. Dunque in questo servizio provate a leggere questo dato. Evitate la lettura vittimistica su Napoli, che tutti parlano male di Napoli. Non è questo. Non ci sarà mai questa lettura su Juorno. A Napoli risparmieremo per vocazione e costituzione pregiudizi, stereotipi e luogo comuni.
Vi raccontiamo la notte da incubo vissuta da Arek Milik e dalla sua compagna, Jessica Ziolek, dopo la gioia della vittoria contro il Liverpool e un paio di ore di divertimento assieme ad amici. Ve la facciamo rivivere nel racconto che lui fa alla polizia di Stato in sede di denuncia. Leggete con attenzione. Poi alla fine ci soffermiamo su alcune considerazioni.
È quasi l’una e 30. Siamo in via Ripuaria, Comune di Giugliano in Campania. Strada poco e male illuminata, deserta. Arek e Jessica sono felici. Lui è col morale altissimo. Sta giocando. Gioca bene. Fa gol. Ha la fiducia di mister Ancelotti. Anche contro il Liverpool ha fatto una grande prestazione. Alla guida dell’Audi Q5 nera c’è la compagna Jessica. Lui accanto. Arrivano fuori la villa dove risiedono (hanno scelto di stare lontano da Napoli) e mentre Arek aziona il telecomando per aprire il cancello, dal buio, quasi dal nulla, a bordo di uno scooter, spuntano due banditi. Il conducente scende con una pistola già puntata verso l’auto. Arriva con la canna fino alla tempia di Milik. Tra la pistola e la testa di Milik c’è solo il finestrino chiuso. Arek rimane impietrito. Con lui c’è Jessica che è già in preda al panico. L’uomo con la pistola batte sul finestrino, lo fa aprire, e da come si muove, guardando verso la sua mano, Milik capisce che vuole l’orologio. “Quello con la pistola – riferisce Arek in sede di denuncia – ha battuto con il calcio sul finestrino chiuso e mi ha indicato di consegnare l’orologio. Non ha detto una sola parola. Mi ha solo fatto cenno di dargli l’orologio”.
Arek Milik e Jessica Ziolek. La coppia vive a Giugliano
I carabinieri gli chiedono: ma lei si ricorda se per caso la seguivano con quello scooter? Ha notato qualcuno che la seguiva? La risposta del campione è netta. “No, non credo che i rapinatori mi abbiano seguito. Ritengo che mi stessero aspettando nei pressi della mia abitazione…”.
I due rapinatori, con calma, senza alcuna preoccupazione, da professionisti glaciali, terminano il loro lavoro, e vanno via. Arek Milik e Jessica Ziolek sono entrati in casa, hanno avvisato la polizia e il giorno dopo sono andati a fare denuncia presso la stazione dei carabinieri di Varcaturo.
Milik ha risposto a tutte le domande dei militari che hanno raccolto la denuncia. Anche ad alcune che sembrano banali, ma non lo sono affatto. Vediamo.
Signor Milik sa indicarci che tipo di scooter era, si ricorda la targa di questo mezzo? Può dirci qualcosa sull’aspetto dei due rapinatori?
“Non so indicare né il modello né il numero di targa. Entrambi erano travisati, avevano i caschi integrali calati sul volto. E sono stati veloci”.
Che cosa le hanno preso?
“Un Rolex Daytona in oro e diamanti del valore di oltre 27mila euro. Non era assicurato”.
Ovviamente a quell’ora di notte, alla scena non ha assistito nessuno. Lungo la strada non esiste un sistema di videosorveglianza, e neanche all’esterno della cancellata della villa in cui risiede Milik ci sono telecamere.
Veniamo ora alle considerazioni che possiamo fare leggendo questo verbale di denuncia di una rapina.
Prima considerazione. A quell’ora di notte non si va in giro a fare rapine con gli scooter. Chi ha assaltato Arek Milik e la sua compagna Jessica Ziolek erano lì ad aspettarli. Sapevano che prima o poi sarebbero rincasati. Avranno anche visto la partita del Napoli per capire quando andare fuori casa Milik ed aspettarlo. Questo sospetto lo riferisce anche Milik ai carabinieri.
Seconda considerazione. Quegli uomini non hanno detto una sola parola. Erano coperti da casco integrale. Avete mai sentito di rapinatori drogati o sbandati che con un comportamento professionale, glaciale vanno a prendersi qualunque cosa ad un uomo bello, forte ed atletico che potrebbe reagire e metterti kappao? Avete mai visto che uno rischia il carcere per rapina e trovandosi a razziare lascia ai rapinati una vettura (che potevano prendersi) del valore di 60 mila e passa euro?
C’è qualcosa che non va in queste rapine ai calciatori del Napoli. E questo qualcosa deve essere indagato da inquirenti che non devono puntare solo a bestie di rapinatori. Potrebbe esserci dell’altro dietro queste scorribande armate.
Boom di semaglutide in Italia: la nuova mania dimagrante che preoccupa medici e autorità
Cresce in Italia l’uso improprio della semaglutide per dimagrire: vendite in aumento, moda clandestina tra politici e VIP, rischi seri e mercato nero in espansione.
I dati dell’Agenzia Italiana del Farmaco rivelano un aumento del 78,7% nelle vendite “in ricetta bianca” della semaglutide e di farmaci analoghi. È un incremento che riguarda soprattutto persone senza diagnosi di diabete o obesità, segno di una diffusione legata alla moda del dimagrimento rapido più che a reali esigenze cliniche.
Un fenomeno che corre nei palazzi del potere
Il ricorso ai GLP-1 non riguarda solo il mondo dello spettacolo. Anche in politica, la diffusione è significativa. Alcuni esponenti utilizzano questi farmaci per motivi medici, altri — secondo testimonianze raccolte — per ragioni estetiche, pur senza dichiararlo pubblicamente. Rimane un tema sensibile che richiede prudenza e trasparenza nella prescrizione.
La spinta dei VIP e dei personaggi influenti
La popolarità dei GLP-1 è cresciuta grazie alla testimonianza di personaggi internazionali che hanno attribuito a questi farmaci dimagrimenti rapidi e visibili. In un contesto sociale che premia la forma fisica, questi prodotti sono diventati un simbolo di status e un presunto alleato contro la fame nervosa, soprattutto tra chi vive sotto forte pressione professionale.
Costi elevati e mercato privato in espansione
Secondo il rapporto Aifa, nel 2024 la spesa privata ha raggiunto oltre 55 milioni di euro per la semaglutide e 13 milioniper la liraglutide. Si tratta di cifre che confermano un ricorso esteso al trattamento al di fuori dei canali del Servizio sanitario nazionale.
L’allarme dei medici: tra moda e rischi reali
Gli specialisti ricordano che questi farmaci devono essere prescritti solo in casi specifici e monitorati con attenzione. Gli usi non giustificati espongono a rischi seri, soprattutto se si ricorre a prodotti acquistati al di fuori dei canali ufficiali.
Il pericolo crescente del mercato nero
Il costo elevato e le limitazioni di legge stanno alimentando un mercato clandestino online, dove circolano imitazioni prive di principi attivi o contenenti sostanze dannose. Recenti episodi, tra cui il caso di una giovane finita in coma dopo aver utilizzato un prodotto falso, mostrano la gravità del fenomeno.
Una moda che diventa ossessione
Il ricorso ai GLP-1 sta assumendo i contorni di una tendenza sociale in cui il dimagrimento rapido viene idealizzato. Ma la leggerezza con cui il fenomeno si sta diffondendo nasconde rischi sanitari concreti e una falsa promessa: dimagrire facilmente non significa farlo in sicurezza.
(Questo articolo tratta temi delicati come la salute delle persone, nutrizione, farmaci. Quello che possiamo aggiungere come avvertenza è che qualunque discorso relativo alla salute delle persone è una questione talmente seria e importante che necessità sempre di consigli medici e non giornalistici)
Euro digitale vs stablecoin Usa: la sfida tra Bce, Apple e Big Tech per il futuro dei pagamenti
L’Europa accelera sull’euro digitale mentre gli Usa puntano sulle stablecoin: la sfida tra Bce, Big Tech e amministrazione Trump ridisegna il futuro dei pagamenti digitali.
L’amministrazione Trump ha concentrato la sua strategia sulle stablecoin ancorate al dollaro, con il timore europeo che Amazon, Facebook o altre piattaforme Usa possano diventare la porta d’ingresso per una diffusione massiccia degli asset crypto in Europa. Secondo una fonte finanziaria, il negoziato transatlantico appare fragile: «è come costruire una casa sulle sabbie mobili», viene spiegato, viste le posizioni volubili della controparte americana.
La risposta europea: l’euro digitale entro il 2029
La Bce corre contro il tempo per lanciare entro il 2029 l’euro digitale, uno strumento pensato per:
mantenere una moneta pubblica contro l’offensiva delle stablecoin;
ridurre la dipendenza dalle carte di credito statunitensi;
frenare l’espansione di PayPal, Apple Pay e Big Tech nei pagamenti europei.
L’euro digitale avrà due modalità d’uso:
App su smartphone
Card fisica, simile a una carta di credito
Sarà denaro vero, un “contante dematerializzato” con due tasche: una online e una offline, la seconda costruita su token conservati fisicamente nel telefono, trasferibili avvicinando due dispositivi e garantendo anonimato totale.
Apple nel mirino: la battaglia sull’antenna NFC
Per i pagamenti offline la Bce punta tutto sull’antenna NFC del telefono, ma su iPhone l’accesso al secure element è sempre stato chiuso. La bozza legislativa europea prevede che tutti i produttori, quindi anche Apple, debbano aprire l’hardware necessario all’euro digitale.
Il Digital Markets Act ha definito Apple un gatekeeper, permettendo alla Commissione europea di imporre l’apertura dell’NFC. In caso contrario, Cupertino rischierebbe persino l’accesso al mercato europeo, che vale il 35% della sua presenza globale.
Le tensioni strategiche
La partita è delicata su entrambi i fronti:
Per gli Usa, le stablecoin sono un vettore geopolitico del dollaro.
Per l’Europa, l’euro digitale è un argine alla penetrazione americana nei pagamenti.
Per Apple, aprire l’ecosistema significa cedere un vantaggio competitivo, ma l’App Store potrebbe guadagnare dai servizi collegati all’euro digitale.
Il confronto si annuncia lungo e complesso, con la Bce determinata a non farsi superare dai colossi tech e dalle mosse di Washington.
La Lega chiede di cancellare l’aumento della cedolare secca sugli affitti brevi
La Lega presenta un emendamento per sopprimere l’aumento della cedolare secca dal 21 al 26% sugli affitti brevi. Copertura prevista: aumento dell’Irap per banche e assicurazioni.
La Lega punta a sopprimere l’articolo 7 della manovra, quello che prevede l’aumento della cedolare secca sugli affitti brevi dal 21 al 26%. La proposta arriva attraverso un emendamento alla legge di bilancio, presentato con prima firma del capogruppo Massimiliano Romeo.
La proposta di modifica e la copertura economica
Nel testo dell’emendamento, il Carroccio indica una copertura alternativa: aumentare ulteriormente l’Irap per banche e assicurazioni, già ritoccata dalla manovra. L’incremento dell’aliquota, secondo la proposta, passerebbe da 2 a 2,5 punti percentuali.
Il nodo politico
L’intervento apre un fronte dentro la maggioranza sul tema degli affitti brevi, uno dei dossier più sensibili della manovra. La Lega rivendica così una linea netta in difesa dei proprietari e del settore turistico, opponendosi alla stretta fiscale contenuta nel testo del governo.
Prossimi passaggi
La discussione sull’emendamento entrerà nel vivo nei lavori parlamentari sulla legge di bilancio, dove si capirà se la proposta leghista troverà sponda negli alleati o se resterà una battaglia di bandiera.