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Cronache

Arek Milik rapinato del rolex sotto casa, in cinque anni dieci assalti armati a calciatori del Napoli

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La saga dei Rolex tolti ai calciatori del Napoli continua. Ieri sera è toccato ad Arek MIlik essere rapinato del Daytona che portava al polso. Anzi ieri notte, dopo il match col Liverpool, Milik, dopo aver fatto baldoria assieme ai compagni di squadra, è tornato al parcheggio dell’Holiday Inn di Castelvolturno, un po’ il quartier generale del Napoli, ha preso la sua vettura, e se ne è tornato a casa. 

Erano le 2 e 35 di  notte (o mattina, date voi), in via Ripuaria a Varcaturo, siamo a Giugliano, a due passi dalla sua abitazione, quando due banditi, volto coperto da caschi, a bordo di uno scooter, si sono avvicinati al calciatore che si trovava in auto quasi sotto casa e, con la minaccia di far fuoco con una pistola, gli hanno portato via un Rolex modello Daytona, del valore di
11 milaeuro. Nella foga o per mettergli paura, gli hanno sfondato il vetro. I due rapinatori si sono dileguati. Milik ha quindi chiamato il 113 e una pattuglia della polizia si è recata sul posto. Ora cominciano le indagini. Il calciatore, è sicuro, l’hanno atteso sotto casa. Sapevano che sarebbe arrivato. Sapevano che indossava il Rolex. Sapevano che era un colpo sicuro. Purtroppo è mancata la vigilanza al calciatore. Da troppo tempo esposti a rapine. Sempre uguali. Sempre a loro. Perché il problema non è che si fanno le rapine a Napoli ma a Napoli qualcuno potrebbe aver preso di mira i calciatori. Perché è facile derubarli? Perché sono colpi sicuri e non si va via mai a mani vuote? E lui, Arek Milik, come l’ha presa, che cosa dice, che cosa pensa? L’ha presa con filosofia. Ed anche con un pizzico di ironia a leggere quello che scrive sui suoi profili social. “Una notte quasi perfetta”, ha scritto Arek. Chiaro riferimento alla vittoria contro i Reds di Klopp ma anche allo spavento per il traumatico rientro a casa.

Cinque anni di assalti armati ai calciatori del Napoli e alle compagne, rapinarli è un gioco

 

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Cronache

Tentativo di evasione con le lenzuola ieri notte ad Avellino

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Hanno tentato di scappare utilizzando un lenzuolo i due detenuti che ieri hanno provato a evadere dal carcere di Bellizzi, ad Avellino. I due carcerati sono stati però bloccati dalla polizia penitenziaria, mentre cercavano di superare il muro di recinzione. Un terzo, che come gli altri due si era allontanato dalla sezione di isolamento, sentendosi braccato, ha invece deciso di rientrare. Nel frattempo, all’esterno, era già scattato il piano predisposto per il contrasto alle evasioni dai penitenziari: il carcere è stato cinturato dalle forze dell’ordine e il funzionario della Polizia di Stato delegato dal questore di Avellino Pasquale Picone, raggiunto il complesso penitenziario, ha coordinato la “macchina organizzativa” tenendo costantemente informati sia il questore, sia l’autorità giudiziaria. Sono state anche fatte arrivare ulteriori pattuglie per presidiare le vie di fuga dalla città. I due detenuti, identificati, sono posti in altra cella sotto stretto controllo della polizia penitenziaria. Solo a notte fonda la situazione è rientrata.

“Il sistema penitenziario campano oramai è allo sbando – commentano il presidente e il segretario regionale dell’Uspp Giuseppe Moretti e Ciro Auricchio – oramai tra i detenuti si è diffuso un senso di impunità perché non vengono applicati criteri sanzionatori. Chiediamo ai vertici del dipartimento nonché alla politica di valutare l’operato del provveditore della Campania perché a tutt’oggi non è riuscito neanche a mandare un supporto al carcere di Avellino”. “Oramai in Campania la situazione è fuori controllo”, dichiara il segretario regionale del Sappe in Campania Tiziana Guacci. Siamo molto preoccupati per la situazione del carcere di Avellino ma anche degli altri istituti penitenziari campani. Da tempo aspettiamo segnali dai vertici dipartimentali: abbiamo richiesto un tavolo di confronto con il prefetto al fine di trovare soluzioni condivise visto che la situazione rischia di compromettere l’ordine pubblico”.

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Cronache

Incendio in negozio a Milano, morti tre giovani cinesi

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È di tre morti il bilancio di un incendio avvenuto ieri sera intorno alle 23.00 a Milano in un emporio di articoli cinesi in via Ermenegildo Cantoni 3. Le vittime sono tutte giovani e di nazionalità cinese: si tratta di due fratelli di 19 e 17 anni ed un’altra di 24 anni. Sul posto sono intervenuti cinque mezzi del Comando di Milano che hanno lavorato tutta la notte per domare le fiamme e poi procedere alla messa in sicurezza del magazzino.

Carabinieri e polizia scientifica stanno indagando per capire le dinamiche dell’evento. Sul posto anche 118 e polizia locale. I Vigili del fuoco stanno ancora lavorando per procedere al raffreddamento degli ambienti ed al conseguente smassamento.

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Cronache

Incidente sul lavoro, operaio muore schiacciato nel Bresciano

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Nuova vittima sul lavoro in provincia di Brescia. Un operaio di 55 anni è infatti morto travolto da un carico. È accaduto nei capannoni della Bettoni Plastiche di Torbole Casaglia. L’uomo stava movimentando un carico quando ha perso l’equilibrio e il peso lo ha schiacciato.

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