“Volevano ucciderlo, non e’ stata una rissa”. Luigi Ciatti resta fermamente convinto che gli assassini di suo figlio avevano un obiettivo preciso quando l’11 agosto del 2017 aggredirono suo figlio Niccolo’, il 22enne di Scandicci (Firenze) pestato a morte mentre si trovava con gli amici sulla pista da ballo di una discoteca di Lloret de Mar, in Spagna. Oggi entrambi i genitori del ragazzo hanno deposto tra le lacrime nel tribunale iberico di Girona, al processo per l’omicidio del figlio. Niccolo’ era un ragazzo “tranquillo, lavoratore” e che non aveva rapporti conflittuali con nessuno, hanno poi spiegato in aula. Al processo – che vede accusati i cittadini ceceni Rassoul Bissoultanov e il suo presunto complice Movsar Magomadov – hanno testimoniato anche gli amici del 22enne, spiegando che il calcio in faccia subito da Niccolo’ nella discoteca St. Trop fu inferto per infliggergli “il massimo danno possibile” e fu cosi’ “violento” da poter risultare addirittura “letale”. Gli amici di Ciatti finora sentiti dal giudice, quattro dei quali sono considerati testimoni oculari, hanno insistito sul fatto che Niccolo’ era gia’ a terra quando fu colpito da quel calcio, il cui autore, secondo loro, sapeva colpire in quel modo “da professionista”. Ciatti, secondo anche quanto ricostruito dal pm che ha chiesto 24 anni di carcere per l’accusato, era gia’ stato colpito da Bissoultanov con almeno un pugno. Non c’e’ invece unanimita’ sul presunto ruolo di Magomadov, che la procura, a differenza della famiglia della vittima, non ritiene complice ma semplicemente un testimone. Secondo la tesi del legale della famiglia Ciatti, Agnese Usai, il presunto killer di Niccolo’ e’ “un lottatore esperto” che ha puntato a colpire la vittima con un calcio alla tempia, quindi “nel punto piu’ delicato”, sapendo percio’ “benissimo” che gli avrebbe “provocato la morte”. Per l’avvocato la “prova regina” per sostenere la tesi dell’accusa e’ un video a suo tempo consegnato alla polizia catalana. “Li’ si vede chiaramente” come e’ avvenuta l’aggressione, ha affermato. Una tesi simile a quella della procura. La difesa dell’imputato sostiene invece che si tratti di omicidio involontario. Le deposizioni di Bissoultanov e del suo presunto complice, Movsar Magomadov, dovrebbero invece svolgersi mercoledi’. Nell’udienza di oggi, invece, oltre ai genitori e agli amici di Niccolo’, sono stati sentiti anche il dj e il personale della sicurezza della discoteca di Lloret de Mar. E in un’intervista il papa’ del 22enne parla di “una vera e propria aggressione”, perche’ coloro che hanno ucciso il figlio “sono tutti combattenti, conoscono le arti marziali e hanno colpito per uccidere – precisa – I tre aggressori non avevano un graffio, un segno, sono dei picchiatori. Mio figlio stava ballando, c’e’ un video che lo testimonia. I tre assassini sapevano benissimo cosa stavano facendo, colpivano per uccidere”. Solo poche ore prima la sua rabbia “e’ esplosa in parole”, ha spiegato ricordando la sua reazione fuori dal tribunale, quando ha gridato ‘assassino’ ad uno degli accusati: “Immaginatevi il dolore di trovarsi a due metri dagli assassini di mio figlio, che arrivavano in tribunale come se nulla fosse”, ha detto.