Collegati con noi

Esteri

Alleato Navalny porta all’Ue 6000 nomi da sanzionare

Pubblicato

del

Il Parlamento Europeo, quando si parla di sanzioni alla Russia, non si tira mai indietro. Anzi. Su molti aspetti e’ infatti e’ la vespa che ronza intorno a Commissione e Consiglio, spronando i vertici dell’Ue a colpire ancora piu’ duramente Vladimir Putin. Vedere il braccio destro di Alexey Navalny alla plenaria di Strasburgo, cuore pulsante del processo parlamentare, non e’ dunque una sorpresa. Volkov si e’ presentato con un dono: una lista di 6.000 nomi, “la spina dorsale del regime di Putin”, da sanzionare. “Se colpirete loro, e loro smetteranno di collaborare, il regime collassera’”, ha promesso Volkov. La lista, a dire il vero, non e’ nuova. Era gia’ stata pubblicata sul sito – versione internazionale – della Fondazione Anti-Corruzione di Navalny. Ma la presentazione all’Eurocamere fa la differenza. Anche perche’ accanto a Volkov c’era Guy Verhofstadt, veterano del Parlamento e anima di Renew, il gruppo turbo-europeista dell’emiciclo. “Dobbiamo fare di piu’, oltre a sanzionare gli oligarchi. Ecco perche’ siamo grati alla fondazione di Navalny, che ha le risorse e la conoscenza per aiutarci”, ha detto Verhofstadt. “Nei nostri meeting in Ucraina, con i rappresentanti della Rada, con i consiglieri di Zelensky, tutti ci hanno chiesto di espandere la lista dei sanzionati: noi siamo pronti a presentare una risoluzione e speriamo che la ‘lista Navalny’ possa essere approvata al Consiglio europeo di giugno”. Insomma, si tratta di una cooperazione, quella tra la Fondazione Anti-Corruzione e il gruppo di Renew, che puo’ davvero portare a dei risultati concreti. “La nostra lista comprende 16 categorie, le potete consultare sul sito”, spiega Volkov. Si va dai ‘propagandisti’ – tipo Vladimir Solovey, con le ville a Como, che ora passa le giornate in tv a parlare di guerra nucleare all’Occidente – agli ‘alti dirigenti delle aziende di Stato’, dai ‘Vip venduti’ ai ‘guerrafondai’ (e qui fioccano i nomi di artisti, professori, atleti). Lo stesso Volkov comprende che si tratta di una misura molto forte. “Tempi straordinari richiedono risposte straordinarie”, dice. “Queste persone hanno contribuito a trasformare la Russia nel Paese fascista che ha scatenato la guerra. Ma non fanno parte del cerchio magico di Putin, non hanno 10 miliardi in banca e il jet privato. Magari hanno rubato ‘solo’ cinque milioni e per loro l’Europa era il buen ritiro, il futuro per i loro figli”. Morale: le sanzioni, a loro, farebbero male davvero. “Crediamo davvero che colpirli aumenterebbe la turbolenza in Russia, che c’e’ gia’”, giura Volkov. “Siamo qui per chiedere il vostro sostegno politico”. E poi via, a parlare con i gruppi. Navalny sara’ anche in galera, a collezionare condanne. Ma la sua lotta e’ piu’ viva che mai.

Advertisement

Esteri

Blackout in Spagna e Portogallo: indagini in corso, ipotesi anche di un cyberattacco

Spagna e Portogallo colpiti da un blackout elettrico: disagi nei trasporti e nelle comunicazioni. Il governo indaga, possibile anche un cyberattacco.

Pubblicato

del

Poco dopo le 12 di oggi, migliaia di cittadini in tutta la Spagna continentale e in Portogallo sono stati colpiti da un improvviso blackout elettrico. Come riportato dal quotidiano “El País”, il governo spagnolo ha attivato diversi team tecnici di vari ministeri per indagare sulle cause dell’interruzione, anche se al momento non esiste ancora una spiegazione ufficiale.

Secondo quanto riferito da Red Eléctrica, l’azienda pubblica responsabile della gestione del sistema elettrico nazionale, si sta lavorando intensamente per ripristinare la fornitura di energia. Anche l’Istituto nazionale di cybersicurezza è coinvolto nelle analisi, valutando la possibilità che il blackout possa essere stato causato da un attacco informatico, sebbene non ci siano ancora conferme in tal senso.

Reti di comunicazione e trasporti in tilt

Il blackout ha avuto ripercussioni su diversi settori strategici: sono stati colpiti reti di comunicazione, aeroporti e linee ferroviarie ad alta velocità in Spagna e Portogallo. Problemi sono stati segnalati anche nella gestione del traffico stradale, con numerosi semafori fuori servizio, oltre che in centri commerciali e strutture pubbliche.

La ministra spagnola della Transizione ecologica, Sara Aagesen, ha fatto visita al centro di controllo di Red Eléctrica per seguire da vicino le operazioni di ripristino. L’azienda ha attivato un piano di emergenza che prevede il graduale ritorno alla normalità, iniziando dal nord e dal sud della penisola iberica.

Coinvolta anche la Francia meridionale

Le interruzioni non hanno riguardato esclusivamente la Spagna e il Portogallo: alcune aree del sud della Francia, interconnesse con la rete elettrica spagnola, hanno subito disagi simili. Le autorità francesi stanno monitorando attentamente la situazione in coordinamento con le controparti spagnole.

Continua a leggere

Esteri

Wsj, Putin sta espandendo basi e truppe ai confini Nato

Pubblicato

del

A circa 160 chilometri dal confine con la Finlandia, nella città russa di Petrozavodsk, gli ingegneri militari russi stanno espandendo le basi militari dove il Cremlino prevede di creare un nuovo quartier generale dell’esercito per supervisionare decine di migliaia di soldati nei prossimi anni. E’ quanto scrive il Wall Street Journal. I soldati, molti dei quali ora in prima linea in Ucraina, dovrebbero costituire la spina dorsale dell’esercito russo in chiave anti-Nato. Il Cremlino sta ampliando il reclutamento militare, rafforzando la produzione di armi e potenziando le linee ferroviarie nelle zone di confine.

Continua a leggere

Esteri

Ft: accuse a Orban, 1 miliardo sussidi a media filogovernativi

Pubblicato

del

Due organi di informazione ungheresi, Magyar Hang e una seconda testata coperta dall’anonimato, intendono presentare oggi una denuncia alla Commissione europea, sostenendo che il governo di Viktor Orbán ha concesso più di un miliardo di euro di sovvenzioni illegali ai media filogovernativi. Lo riporta il Financial Times online. Secondo le due testate, le entrate pubblicitarie sarebbero state convogliate verso giornali, emittenti televisive e piattaforme online filo-Orbán tra il 2015 e il 2023 per per garantire il sostegno al partito al potere Fidesz e per escludere il giornalismo critico.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto