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Economia

Alitalia: fondi per emergenza virus e newco pubblica

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L’emergenza coronavirus rimescola i piani messi a punto finora per risolvere la crisi di Alitalia. La procedura di vendita avviata dal commissario Giuseppe Leogrande, con alle porte la scadenza del 18 marzo per le manifestazioni di interesse (e il rischio che a farsi avanti siano pochi pretendenti), potrebbe essere superata dalle ultime misure al vaglio del Governo. Oltre all’ipotesi di nuove risorse per gestire l’emergenza, si starebbe infatti pensando alla creazione di una newco pubblica per prendere in affitto la parte ‘aviation’. Le nuove misure potrebbero essere introdotte nel decreto anti-Coronavirus da varare nelle prossime ore. In particolare, l’ipotesi della newco sembra profilarsi come un eventuale ‘piano B’ nel caso la scadenza di mercoledi’ andasse deserta. La strada che si sarebbe scelta sarebbe quella di autorizzare il commissario straordinario ad affittare i complessi aziendali ad una societa’ di nuova costituzione a totale o prevalente partecipazione pubblica, anche indiretta. Per quanto riguarda le nuove risorse, secondo indiscrezioni, si tratterebbe di un nuovo prestito di circa 1 miliardo per dare ossigeno alle casse della compagnia, dopo che la situazione legata all’epidemia di coronavirus ha ridotto pesantemente i passeggeri, e le cancellazioni fanno prevedere che il trend si protrarra’ anche nei prossimi mesi. Una situazione che ha gia’ portato l’ex compagnia di bandiera a mettere in cigs altre 400 persone oltre alle 1.020 gia’ interessate dall’ammortizzatore fino al 23 marzo. E l’effetto coronavirus sara’ ancora piu’ pesante nei prossimi mesi per il personale della compagnia: nella richiesta di proroga della cassa, che scattera’ dal 24 marzo fino al 31 ottobre, l’azienda ha aggiunto 2.785 dipendenti solo per gli imprevisti legati all’emergenza coronavirus, portando il totale dei lavoratori in cigs nei prossimi 7 mesi a 3.960. Numeri su cui c’e’ gia’ il ‘no’ dei sindacati, che martedi’ (l’incontro convocato dal Ministero del lavoro si terra’ in videoconferenza) inizieranno la trattativa con l’azienda per ridurre il totale dei lavoratori coinvolti. E le misure anti-coronavirus riguardano anche i passeggeri della compagnia: da oggi, infatti, chi sale su un aereo Alitalia deve munirsi di mascherina protettiva, da indossare obbligatoriamente nel caso in cui l’elevato numero di viaggiatori non permettesse di rispettare la distanza di sicurezza prevista; per chi ne fosse sprovvisto, la compagnia puo’ anche rifiutare l’accesso a bordo. Alitalia ha anche intensificato le attivita’ di sanificazione degli aerei, con interventi giornalieri di disinfezione e pulizia. L’emergenza Covid-19 intanto sta colpendo l’intero settore del trasporto aereo, gia’ fiaccato da una situazione di crisi che si protrae da mesi. Sono molte infatti le compagnie aeree basate in Italia che hanno avviato procedure di cigs per i propri lavoratori. Nei prossimi mesi saranno interessati dagli ammortizzatori quasi 5 mila dipendenti solo per questa emergenza: oltre ai 2.785 chiesti da Alitalia, EasyJet ha avviato un programma di cigs per 9 mesi per 1.469 dipendenti nelle varie sedi italiane, Blue Panorama ha chiesto la cigs per 634 persone. Numeri che vanno ad aggiungersi agli esuberi previsti per le crisi di singole compagnie, come i 1.450 a rischio licenziamento di Air Italy, e gli oltre mille gia’ in cigs di Alitalia. E procedure di cassa integrazione sono state avviate anche dalle societa’ di handling e servizi. Una situazione che ha gia’ spinto il Governo a correre ai ripari: nelle misure proposte dal Mit per il nuovo decreto coronavirus, figura infatti un aumento di 200 milioni per il 2020 del Fondo di solidarietà per il trasporto aereo, che integra gli ammortizzatori sociali per i lavoratori del settore.

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Economia

Effetto Trump, bruciati in Borsa 6.500 miliardi in 100 giorni

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Nei primi cento giorni di presidenza Trump ci sono stati 70 giorni di scambi a singhiozzo sui mercati finanziari e 32 giorni di perdite, con oltre 6.500 miliardi di dollari cancellati dal valore delle società quotate. Lo scrive il New York Times, secondo cui per i mercati finanziari il calo del 7% dell’indice S&P 500 rappresenta il peggior inizio di mandato presidenziale da quando Gerald R. Ford subentrò a Richard M. Nixon nell’agosto del 1974, dopo lo scandalo Watergate. La crisi, sottolinea il quotidiano, è persino peggiore di quando scoppiò la bolla tecnologica all’inizio del secolo, e George W. Bush ereditò un mercato già in caduta libera. Al contrario, Trump ha ereditato un’economia solida e un mercato azionario in ascesa da un massimo storico all’altro. La situazione è cambiata rapidamente quando Trump ha annunciato i suoi dazi il 2 aprile, facendo esplodere la volatilita’ nei mercati finanziari.

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Oxfam, compensi ad cresciuti del 50% per lavoratori solo +0,8%

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A livello globale, negli ultimi 5 anni, la retribuzione mediana degli amministratori delegati d’impresa è cresciuta del 50%, in termini reali, passando da 2,9 milioni di dollari nel 2019 a 4,3 milioni nel 2024. Un aumento che supera di ben 56 volte la modesta crescita del salario medio reale (+0,9%), registrata nello stesso periodo nei Paesi per cui sono pubblicamente disponibili le informazioni sui compensi degli ad.

E’ quanto riporta un’analisi di Oxfam diffusa in occasione del Primo maggio. Nel dettaglio, tra i Paesi in cui il campione di imprese analizzate è sufficientemente ampio, emerge che: Irlanda e Germania vantano alcuni tra gli ad più pagati con una retribuzione annua mediana rispettivamente di 6,7 milioni e 4,7 milioni di dollari nel 2024; in Sudafrica il compenso annuo mediano degli AD era di 1,6 milioni di dollari nel 2024, mentre in India ha raggiunto i 2 milioni di dollari.

“Anno dopo anno assistiamo allo stesso spettacolo a dir poco grottesco: i compensi degli ad crescono vertiginosamente, mentre i salari dei lavoratori in molti Paesi restano fermi o salgono di pochi decimali”, spiega Mikhail Maslennikov, policy advisor su giustizia economica di Oxfam Italia. L’analisi di Oxfam si è concentrata inoltre sui divari salariali di genere a livello d’impresa. Esaminando 11.366 imprese di 82 Paesi, che pubblicano informazioni sul gender pay gap aziendale, si evince che il divario retributivo di genere a livello di impresa si sia, in media, ridotto tra il 2022 e il 2023, passando dal 27% al 22%. Ma tra le 45.501 imprese di 168 Paesi con un fatturato annuo superiore a 10 milioni di dollari e che riportano il genere del proprio ad, meno del 7% aveva una donna nella posizione apicale dell’organigramma aziendale.

Per quanto riguarda la dinamica dei salari reali in Italia, secondo Oxfam se, anziché ricorrere agli indici generali dell’inflazione, si facesse riferimento alla variazione dei prezzi del carrello della spesa (come approssimazione dei beni maggiormente consumati dai lavoratori con basse retribuzioni), il salario lordo nazionale registrerebbe, in media, una perdita cumulata di circa il 15% nel solo quadriennio 2019-2023 e la dinamica positiva del 2024 non rappresenterebbe che un placebo per i lavoratori con le retribuzioni più basse.

“Fino ad oggi, nell’azione del Governo è del tutto assente una chiara politica industriale, orientata alla creazione di posti di lavoro di qualità, che scommetta su innovazione, transizione verde e formazione, senza lasciare indietro nessuno. – conclude Maslennikov – Il Governo stenta a intervenire sul rafforzamento della contrattazione collettiva e sulla revisione del sistema di fissazione dei salari e ha affossato il salario minimo legale che rappresenta una tutela essenziale per i lavoratori più fragili”.

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Economia

Wsj, cda di Tesla cerca un nuovo ceo per sostituire Musk

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Il consiglio di amministrazione di Tesla ha iniziato a cercare un nuovo CEO per sostituire il fondatore Elon Musk. Lo riporta il Wall Street Journal. Secondo il quotidiano la decisione è stata presa dopo il crollo delle azioni e degli utili di Tesla. Alcuni investitori ritengono che Musk sia troppo impegnato con il suo lavoro di capo del Dipartimento per l’Efficienza Pubblica (DOGE), che pure sembra volgere al termine. Non è stato reso noto se Musk sia stato informato della decisione.

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