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Cronache

Doveri internazionali e affari di mafia al mercato dei migranti raccolti nel Mediterraneo

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La questione non è salvare i migranti in mare. Quello è un dovere. La questione è il traffico di carne umana. L’uso di questa tragedia, di questo esodo biblico come occasione di guadagno è un fatto, un dato oggettivo, criminale che si riscontra quotidianamente nella realtà malata italiana. La gestione della accoglienza dei migranti ha partorito “Mafia Capitale” ovvero una inchiesta che evidenzia rapporti di affari tra politica, burocrazia e organizzazioni criminali che avevano la forma giuridica di società cooperative o peggio onlus. E non è un metodo criminale isolato. Ci sono tante altre piccole mafie capitali in giro per l’Italia che lucrano sulla pelle dei disperati che attraversano il Mediterraneo. Qualcuno si è anche affannato a dire o a scrivere che Mafia Capitale non esiste. Buzzi, Carminati e soci di Mafia Capitale, però, hanno mostrato, nell’inchiesta della procura di Roma, di aver usato i migranti per ingrassare i loro traffici. E le richieste dei magistrati inquirenti di secoli di carcere per sanzionare i presunti colpevoli testimoniano la gravità di quanto accade intorno alla questione migranti.

Migranti. Prima accoglienza dopo lo sbarco

Le ONG nel Mediterraneo con le loro navi sono una realtà non sempre limpida. Un’altra doverosa indagine della procura di Catania speriamo accerti la inesistenza di collegamenti tra trafficanti di uomini e qualche volontario che sbaglia. Ma se fosse vero quello che dice il procuratore Carmelo Zuccaro, e cioè c’è qualcuno che fa affari con i trafficanti di carne umana, non mi scandalizzerei. Perché la questione non è salvare i migranti in mare  (quello è dovere morale prima ancora che obbligo internazionale) ma evitare che il loro arrivo in italia sia un affare di mafia come lo è, in parte, anche la loro accoglienza. Tutta la polemica spicciola politica che gira intorno a questa vicenda drammatica è tipicamente italiana. Il più classico “facimme ammuina”.

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Cronache

Ucraina: Polonia, favoriremo rimpatrio uomini in età militare

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Varsavia aiuterà Kiev a riportare in Ucraina i suoi uomini in età militare, in seguito alle nuove modifiche alle leggi sui passaporti e sul servizio consolare per gli uomini ucraini che vivono all’estero: lo ha detto il ministro della Difesa polacco Wladyslaw Kosiniak-Kamysz. “Penso che molti polacchi siano indignati vedendo giovani ucraini negli alberghi e nei caffè, sentendo quanti sforzi dobbiamo fare per aiutare” Kiev, ha detto ieri Kosiniak-Kamysz ai media di polacchi. Il ministro ha sottolineato anche che Varsavia si era già offerta di aiutare l’Ucraina a identificare i rifugiati che vivono in Polonia e che sono sotto obbligo militare. La Polonia ospita circa un milione di ucraini fuggiti dalla guerra totale della Russia. Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha dichiarato che le nuove misure di Kiev intendono “ripristinare atteggiamenti equi nei confronti degli uomini in età di leva in Ucraina e all’estero”.

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Cronache

Ticket Venezia: 80mila prenotati oggi, uno su 10 non paga

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Nel primo giorno di sperimentazione del ticket d’ingresso a Venezia sono oltre 80mila le persone che hanno registrato la loro presenza in città oggi, 25 aprile. Solo 7mila però, uno su dieci, secondo i dati aggiornati a ieri pomeriggio’, hanno pagato il voucher di 5 euro per accedere al centro storico. Tutti gli altri accessi sono di persone esenti alla tassa (cittadini veneti, i lavoratori, gli studenti e altre categorie), tenuti a registrarsi sulla piattaforma on line ma non a pagare. Tra questi, 30.300 sono gli ospiti delle strutture ricettive, 9.450 sono i veneti, potenziali vacanzieri ‘di giornata’.

 

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Cronache

Choc a Nola: marito violento, giovane ‘liberata’ dai carabinieri grazie all’intervento della suocera

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Dopo anni di soprusi e maltrattamenti, la storia di terrore vissuta da una giovane donna di Nola ha finalmente trovato un epilogo in tribunale. Un giovane di 21 anni, con un passato turbolento segnato da dipendenza da droga e violenze, è stato arrestato e accusato di sequestro di persona, maltrattamenti e lesioni personali aggravate. Le aggressioni brutali, compresa una tentata strangolazione e attacchi pericolosi anche ai passanti nel centro antico di Nola, finiranno con il suo arresto.

La Procura di Nola, con l’ausilio dei carabinieri, ha condotto un’indagine lampo che ha portato alla luce gli abusi subiti dalla donna per anni. La vittima, che aveva sopportato in silenzio gli attacchi del compagno, ha trovato la forza di parlare solo dopo l’intervento della madre dell’aggressore, che l’ha convinta a cercare aiuto e cure mediche.

Durante l’ultima aggressione, la donna ha subito gravi danni all’orecchio e all’occhio, oltre a numerose altre ferite. In ospedale, il personale ha allertato le autorità, innescando una serie di eventi che hanno portato all’arresto del giovane. Nonostante il profondo legame affettivo che la legava al suo aguzzino, il quale chiudeva la porta di casa a chiave per impedirle di scappare, la donna ha finalmente deciso di rompere il silenzio.

Il Gip del Tribunale di Nola, Teresa Valentino, ha accolto la richiesta di custodia cautelare in carcere presentata dalla Procura, segnando un decisivo punto di svolta nel caso. La giovane donna ha espresso il desiderio di vedere giustizia fatta: «Chiedo che venga punito per quello che mi ha fatto», ha dichiarato, evidenziando il lungo calvario e la paura che ha vissuto, temendo anche per la sicurezza della sua famiglia.

Questa vicenda sottolinea la tragica realtà della violenza domestica e l’importanza di supportare le vittime nel trovare la forza di parlare e denunciare i loro aggressori. L’arresto del giovane non solo mette fine a un ciclo di violenza, ma serve anche come monito sulle conseguenze legali che attendono coloro che sceglieranno di perpetrare tali crimini.

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