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Accordo a Leopoli, nasce Centro contro crimini russi

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Far pagare la Russia per i crimini commessi. Non sarà semplice, dato che Mosca – come l’Ucraina del resto – non ha ratificato il trattato di Roma sulla giurisdizione della Corte Penale Internazionale (Cpi) dell’Aia, ma lo sforzo è in atto. A Leopoli, nel quadro della Conferenza ‘Uniti per la Giustizia’, è stato ad esempio firmato l’accordo per dar vita al Centro Internazionale per il Perseguimento del Crimine di Aggressione contro l’Ucraina (o Icpa), già annunciato a suo tempo dalla presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen. “È un passo importante, dobbiamo fare tutto il possibile per consegnare i colpevoli alla giustizia: Putin dovrà assumersi le sue responsabilità”, ha commentato in un videomessaggio von der Leyen. A Leopoli, a rappresentare l’Ue, c’era invece la presidente dell’Eurocamera Roberta Metsola, che l’anno passato fu la prima tra i vertice dell’Ue a recarsi in visita a Kiev. “È bello essere di nuovo in Ucraina”, ha commentato.

“Non ci può essere pace senza responsabilità. Non ci può essere pace senza libertà, giustizia e dignità: l’appeasement non ha mai funzionato”, ha detto la presidente, che si è augurata anche che i negoziati per l’adesione all’Unione Europea dell’Ucraina possano iniziare già quest’anno, come chiesto più volte dallo stesso Zelensky. Nel concreto, l’Icpa sarà basato all’Aia, sarà collegato alla Squadra Investigativa Comune (o Jit) creata presso Eurojust, che garantirà il corretto svolgimento delle indagini, e sarà operativo “entro l’estate”. Il tutto sperando che un giorno si arrivi ad un vero processo. La Corte Penale Internazionale, infatti, ha la competenza sui crimini di guerra ma non su quello di aggressione.

“Per quanto riguarda i procedimenti giudiziari, nel novembre dello scorso anno la Commissione Europea ha presentato una serie di opzioni per garantire la responsabilità e sono attualmente in fase di discussione più approfondita”, ha detto il commissario alla Giustizia Didier Reynders, anche lui a Leopoli. “Per quanto riguarda il crimine di aggressione, gli Stati membri dell’Ue sono concordi nel ritenere che questo crimine non debba rimanere impunito”. Ma come? “L’Unione Europea sostiene il ruolo della Corte Penale Internazionale e riteniamo inoltre che sia necessario istituire un tribunale specifico per perseguire il crimine di aggressione della Russia”, ha notato von der Leyen. Ed è su questo punto che si stanno concentrano molti negoziati, con varie ipotesi allo studio (su cui pende però il nodo della legittimità dato che la strada maestra sarebbe l’endorsement del Consiglio di sicurezza dell’Onu, dove Mosca ha il veto). “Voglio sottolineare – ha notato non a caso Reynders – il mio pieno sostegno alla possibilità di estendere in futuro la giurisdizione della Cpi sul crimine di aggressione: un tale sviluppo non potrebbe che essere un contributo positivo all’ordine internazionale basato sulle regole”.

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Chico Forti lascia il carcere di Miami: presto in Italia?

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Chico Forti, il 65enne trentino condannato all’ergastolo in Florida per l’omicidio di Dale Pike avvenuto il 15 febbraio 1998, ha lasciato il carcere di Miami. Attualmente, è sotto la custodia dell’Agenzia statunitense per l’immigrazione in attesa del trasferimento in Italia.

Secondo una fonte vicina a Forti, il trasferimento potrebbe avvenire entro due o tre settimane. Tuttavia, altre fonti che seguono attentamente il caso suggeriscono maggiore cautela, stimando un’attesa media di 4-5 mesi per la consegna. Questo periodo di attesa è tipico dopo la sentenza italiana di riconoscimento di quella straniera, un processo di conversione recentemente deciso dalla corte d’Appello di Trento.

La comunità italiana segue con grande interesse e trepidazione gli sviluppi del caso Forti, sperando che il ritorno in patria possa avvenire nel più breve tempo possibile.

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Fico operato: è vigile e in condizioni stabili

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Il premier slovacco Robert Fico è “vigile” ed “in condizioni stabili” dopo l’operazione subita per gli spari che lo hanno colpito nel pomeriggio. Lo riferisce la tv slovacca TA3 che parla di “intervento riuscito”.

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Il premier Robert Fico colpito da più proiettili in un attentato è in fin di vita

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Un responsabile del partito Smer del premier slovacco Robert Fico ha confermato al Guardian che il primo ministro è stato colpito da più proiettili  all’addome ed è ora sottoposto ad un intervento chirurgico. Quali siano le sue condizioni cliniche è difficile da dire. C’è molta confusione ancora su dinamica e su identità dell’uomo arrestato.

In un aggiornamento postato sulla pagina Facebook del premier slovacco Robert Fico e rilanciato dai media slovacchi, c’è scritto che “Fico è stato vittima di un attentato. Gli hanno sparato più volte ed è attualmente in pericolo di vita. E’ stato trasportato in elicottero a Banská Bystrica, perché il trasporto a Bratislava richiederebbe troppo tempo a causa della necessità di un intervento urgente. A decidere saranno le prossime ore”.

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