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Accoltella i bimbi del nido al parco, 2 morti in Baviera

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Erano andati al parco con la maestra per una passeggiata, come fanno ogni giorno tanti bambini in Germania. Ma lungo la strada, nella località bavarese di Aschaffenburg, si sono imbattuti in un agghiacciante destino: un ventottenne afghano, armato con un coltello da cucina, aveva inseguito proprio quel gruppetto che veniva dall’asilo nido. E ha attaccato senza remore, uccidendo un bimbo di due anni, di origine marocchina, e un uomo di 41 che, vedendo la scena, era intervenuto a difesa dei piccoli. A terra sono rimasti gravemente feriti una piccola siriana di due anni, colpita alla gola, un uomo di 61 anni accoltellato al torace e una insegnante, caduta nel tentativo di sfuggire all’aggressore. Tutti soccorsi in ospedale in condizioni gravi, ma per fortuna fuori pericolo. L’autore di questo ennesimo attentato in Germania si è dato alla fuga, ma è stato fermato dodici minuti dopo a pochi metri dal parco.

“Un incredibile atto di terrore: tra i morti c’è anche un bambino. Le nostre condoglianze vanno alle vittime e alle loro famiglie”, ha commentato il cancelliere Olaf Scholz, con parole particolarmente dure, venate stavolta da esplicito risentimento. “Sono stufo di assistere a simili atti di violenza che si verificano qui ogni settimana da parte di persone che in realtà sono venute da noi per trovare protezione. Un falso senso di tolleranza è del tutto fuori luogo. Le autorità devono impegnarsi a fondo per scoprire perché l’aggressore si trovasse ancora in Germania. Le conseguenze devono essere immediate dopo le indagini, parlare non basta”. A un mese dalle elezioni federali, la cronaca non fa che esacerbare gli animi aiutando l’estrema destra, in forte ascesa in tutto il Paese. A colpire sarebbe stato infatti un giovane arrivato nella Repubblica federale nel 2020, che aveva fatto richiesta di asilo nel 2023 e che aveva precedenti penali per atti di violenza, avvenuti almeno in tre casi. Affetto da disturbi psichici, era stato anche ricoverato tutte e tre le volte in psichiatria e poi rilasciato.

Perché si trovava ancora qui, ha chiesto il cancelliere anticipando la domanda che è ormai consuetudine per i leader di Afd? Quel che si sa è che il giovane aveva manifestato l’intenzione di lasciare il Paese spontaneamente, ma evidentemente non lo aveva fatto. L’attentato di Aschaffenburg riapre dunque, e lo fa clamorosamente, la ferita dei tanti attacchi che si sono susseguiti negli ultimi mesi in Germania: l’ultimo era accaduto appena un mese fa, il 20 dicembre, quando un medico-psichiatra saudita di mezza età, perfettamente integrato e simpatizzante dell’ultradestra di AfD, ha investito la folla al mercatino di Natale di Magdeburgo, uccidendo 5 persone e ferendone quasi trecento. E non bisogna andare troppo indietro nel calendario per ricordare gli altri: il 23 agosto a Solingen, dove ci sono stati tre morti e 8 feriti nel cuore della festa dei 650 anni della città.

E il 31 maggio a Mannheim, dove un afghano prese di mira un raduno di estrema destra uccidendo un agente. Attentati avvenuti sempre a poche settimane da importanti appuntamenti elettorali, prima delle importanti amministrative nell’est alla fine dell’estate, e prima delle europee in primavera. Del resto proprio la questione dell’immigrazione è il tema centrale anche del voto anticipato del 23 febbraio. In vista delle urne cresce il consenso della leader di Alternative fuer Duutschland (fra il 19 e il 21%) Alice Weidel che, forte anche del sostegno di Elon Musk, ha sdoganato perfino il concetto di “remigrazione”, annunciando il rimpatrio forzato per migliaia di irregolari. Anche gli altri partiti hanno da tempo irrigidito la linea, come si sente dalle parole del Kanzler, che oggi ha detto di essere stufo, inseguendo chiaramente i populisti sul loro terreno.

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Putin ringrazia i soldati nordcoreani, ‘sono eroi’

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Il presidente russo, Vladimir Putin, ha ringraziato in un messaggio i soldati nordcoreani che hanno preso parte alla “liberazione della regione di Kursk” dalle truppe d’invasione ucraine, definendoli “eroi”. Lo riferisce il servizio stampa del Cremlino.

“Il popolo russo non dimenticherà mai l’impresa delle forze speciali coreane, onoreremo sempre gli eroi coreani che hanno dato la vita per la Russia, per la nostra comune libertà, al pari dei loro compagni d’armi russi”, si legge nel messaggio di Putin. Il presidente russo sottolinea che l’intervento è avvenuto “nel pieno rispetto della legge internazionale”, in base all’articolo 4 dell’accordo di partenriato strategico firmato nel giugno dello scorso anno tra Mosca e Pyongyang, che prevede assistenza militare reciproca in caso di aggressione a uno dei due Paesi. “Gli amici coreani – ha aggiunto Putin – hanno agito in base a un senso di solidarietà, giustizia e genuina amicizia. Lo apprezziamo molto e ringraziamo con sincerità il presidente Kim Jong-un personalmente”.

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Trump: Zelensky vuole un accordo e rinuncerebbe alla Crimea. Putin smetta di sparare e firmi

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Volodymyr Zelensky è “più calmo” e “vuole un accordo”. È quanto ha riferito Donald Trump, secondo quanto riportato dai media americani, dopo il loro incontro avvenuto nella suggestiva cornice di San Pietro, a margine dei funerali di papa Francesco.

Un incontro positivo e nuove prospettive

Trump ha descritto l’incontro con il presidente ucraino come «andato bene», sottolineando che Zelensky sta «facendo un buon lavoro» e che «vuole un accordo». Secondo il tycoon, il leader ucraino avrebbe ribadito la richiesta di ulteriori armi per difendersi dall’aggressione russa, anche se Trump ha commentato con tono scettico: «Lo dice da tre anni. Vedremo cosa succede».

La questione della Crimea

Tra i temi toccati nel colloquio, anche quello della Crimea. Alla domanda se Zelensky sarebbe disposto a cedere la Crimea nell’ambito di un eventuale accordo di pace, Trump ha risposto: «Penso di sì». Secondo il presidente americano, «la Crimea è stata ceduta anni fa, senza un colpo di arma da fuoco sparato. Chiedete a Obama». Una posizione che conferma il suo approccio pragmatico alla questione ucraina.

L’appello a Putin: “Smetta di sparare”

Trump ha ribadito di essere «molto deluso» dalla Russia e ha lanciato un nuovo appello al presidente Vladimir Putin: «Deve smettere di sparare, sedersi e firmare un accordo». Il tycoon ha anche rinnovato la convinzione che, se fosse stato lui presidente, la guerra tra Mosca e Kiev «non sarebbe mai iniziata».

Un contesto suggestivo

Riferendosi all’incontro tenutosi a San Pietro, Trump ha aggiunto: «È l’ufficio più bello che abbia mai visto. È stata una scena molto bella». Un commento che sottolinea anche la forza simbolica del luogo dove i due leader si sono parlati, all’ombra della basilica vaticana.

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Media, due giornalisti italiani espulsi dal Marocco

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Due giornalisti italiani sarebbero stati espulsi ieri sera dalle autorità marocchine con l’accusa di aver cercato di entrare illegalmente nella città di Laayoune (El Aaiun). Lo rivela il quotidiano marocchino online Hespress. Matteo Garavoglia, 34 anni, giornalista freelance originario di Biella e collaboratore del ‘Manifesto’, e il fotografo Giovanni Colmoni, avrebbero tentato di entrare nella città marocchina meridionale al confine con la regione contesa del Sahara Occidentale “senza l’autorizzazione richiesta dalla polizia”.

I due erano a bordo di un’auto privata e, secondo quanto riporta il quotidiano marocchino, sarebbero stati fermati dagli agenti che hanno interpretato il tentativo di ingresso come un “atto provocatorio, in violazione delle leggi del Paese che regolano gli ingressi dei visitatori stranieri”. Sempre secondo l’Hespress, i due reporter avrebbero cercato di “sfruttare il fatto di essere giornalisti per promuovere programmi separatisti. Per questo sono stati fermati e successivamente accompagnati in auto nella città di Agadir”. Non era la prima volta che i due tentavano di entrare a Laayoune, secondo il quotidiano, ma sempre “nel disprezzo per le procedure legali del Marocco”.

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