Sarà a Napoli il “Campania Beer Expo”, primo Salone regionale della Birra Artigianale promosso dalla Regione Campania: è in programma il 5 e 6 giugno prossimi presso il prestigioso MANN – Museo Archeologico Nazionale della città di Napoli. Un evento organizzato su iniziativa dall’Assessorato alle Attività Produttive della Regione Campania nell’ambito della Legge regionale della Campania 24 giugno 2020 n. 16 che prevede misure a sostegno della agricoltura di qualità e del patrimonio agro-alimentare nel settore della produzione di birra agricola e artigianale. La Legge regionale tra le altre cose promuove l’attività di identificazione e di valorizzazione della produzione birraia agricola e artigianale della Campania; occasioni e iniziative di informazione, promozione e valorizzazione del prodotto “birra agricola e artigianale della Campania” anche attraverso una fiera annuale della birra agricola e artigianale da tenersi, a rotazione, nei diversi territori della regione.
Il “Campania Beer Expo” si inserisce in un momento particolarmente interessante per il settore agroalimentare italiano e la Campania in tal senso presenta un patrimonio estremamente ricco di risorse di notevole pregio sotto il profilo agro-alimentare, dotato di grande attrattività per numerose tipologie di target ed in grado di generare, se adeguatamente sviluppato, un significativo impatto sul sistema socioeconomico regionale. La scelta del MANN – Museo Archeologico Nazionale di Napoli è legata alle caratteristiche di questa istituzione culturale, tra le più antiche ed importanti istituzioni culturali al mondo, per ricchezza e unicità del patrimonio e per il suo contributo offerto al panorama culturale europeo. Imponente nell’architettura e nelle collezioni, protagonista della vita culturale in città, è una struttura aperta alla modernità e alle contaminazioni.
Il “Campania Beer Expo” rappresenta un’occasione unica per scoprire e apprezzare la scena della birra artigianale campana. L’evento vedrà infatti in primo piano una selezione di birrifici regionali, dando ai partecipanti l’opportunità di assaporare una vasta gamma di birre di alta qualità. L’evento è dedicato ai beerlovers e agli operatori specializzati, con banchi d’assaggio, Masterclass e BeerLAB, incontri B2B e una serie di attività coinvolgenti, tra cui il percorso degustazione nel suggestivo Giardino della Vanella del MANN, e la presenza di nomi di primissimo piano nel mondo brassicolo italiano e internazionale.
L’apertura ufficiale si terrà lunedì 5 giugno alle ore 15 con la tavola rotonda intitolata “Autenticamente campana: la birra artigianale dagli albori alla biodiversità”, che vedrà la partecipazione della Regione Campania, del Direttore del MANN-Museo Archeologico Nazionale di Napoli, Paolo Giulierini, e di importanti rappresentanti del settore, tra cui il presidente nazionale di Unionbirrai, Vittorio Ferraris, il presidente regionale di AIS Campania, Tommaso Luongo, Lorenzo Dabove “Kuaska”, considerato una delle figure più influenti nel mondo della birra artigianale in Italia, e Teo Musso, presidente “Consorzio Birra Italiana” per la Tutela e Promozione della Birra Artigianale Italiana da Filiera Agricola, padre putativo della birra artigianale in Italia. Nel corso del primo giorno, si terranno anche due Masterclass di grande interesse. La prima, intitolata “La Campania capitale della pizza e della birra”, vedrà gli interventi del rinomato pizzaiolo Giuseppe Pignalosa, di Giuseppe Frulio, Sommelier della Birra AIS Napoli e del giornalista Luciano Pignataro. La seconda Masterclass, dal titolo “La biodiversità del territorio come ingrediente della birra”, sarà tenuta da Alfonso Del Forno, giornalista enogastronomico e referente regionale UBT (Unionbirrai Beer Tasters).
La giornata successiva, martedì 6 giugno, offrirà ulteriori opportunità di esplorare il mondo della birra artigianale. Nel Giardino della Vanella si terrà un percorso degustazione con banchi d’assaggio, dove i partecipanti potranno scoprire le eccellenze dei birrifici aderenti all’evento. Saranno inoltre organizzati incontri B2B per favorire lo sviluppo di collaborazioni tra i produttori e gli operatori del settore. Il martedì pomeriggio si terrà anche un BeerLAB dal titolo “Come comunicare la birra artigianale?”, che includerà interventi di chi svolge un ruolo fondamentale nel fornire ai clienti un’esperienza di qualità nel consumo di birra, i publican: parteciperanno Antonio Romanelli di “Hoppy Ending” e Fabrizio Ferretti di “Mosto – Birra&Distillati” con Gabriele Pollio, delegato AIS Napoli. Successivamente, si svolgerà una Masterclass dal titolo “Equilibri di Gusto”, con interventi di Gabriele Pollio, delegato AIS Napoli, e Lorenzo Dabove “Kuaska”.
Nel Giardino della Vanella saranno riservati spazi speciali per la Regione Campania e per AIS Campania, dove sarà possibile approfondire le peculiarità del territorio e dell’associazione. La giornata si concluderà con un BeerLAB incentrato sul tema “Birra e turismo: la Campania da scoprire”. Gli interventi saranno tenuti da Livia Iannotti, referente di Coldiretti Campania per la filiera brassicola, Vito Pagnotta, socio fondatore e consigliere del Consorzio Birra Italia, e Carlo Schizzerotto, direttore del Consorzio Birra Italiana.
Ecco i birrifici aderenti all’evento “Campania Beer Expo”: 082TRE, Skapte Handcraft Beer, Cifra, Cuoremalto, Kbirr Napoli, Microbirrificio Artigianale Incanto, Birrificio Ventitré, SerroCroce – La birra artigianale da filiera agricola, Terravecchia, Parthenya, Birrificio Artigianale Napoletano N’Artigiana, Birra Karma, Malbrewing, Birrificio Sorrento, Magifra Excellent Craft Italian Beer, Microbirrificio artigianale 84030, Maestri del Sannio, Microbirrificio Artigianale Okorei e Birrificio Dell’Aspide.
L’evento “Campania Beer Expo” rappresenta un’opportunità unica per immergersi nel mondo della birra artigianale campana e apprezzare la sua diversità e qualità, dedicato a tutti gli amanti della birra e gli operatori del settore per una due giorni indimenticabile dedicata alla birra artigianale campana in un luogo di indiscutibile fascino nel cuore di Napoli.
Come ogni eccellenza vanta tanti tentativi di imitazione e troppi fake: l’attenzione sulla Mozzarella di Bufala Campana Dop è altissima. La Mozzarella di Bufala Campana è il formaggio a denominazione di origine protetta più presente e più correttamente citato con l’acronimo “DOP” nei menu dei ristoranti italiani. Il primato arriva dalla ricerca promossa da Afidop (l’associazione dei formaggi Dop e Igp italiani) e realizzata dalla società Griffeshield, che ha valutato l’entità e le modalità con cui i formaggi Dop sono riportati nei menu, dalla denominazione del prodotto al logo fino alla stagionatura.
La Bufala Campana è presente nel 90 per cento dei menu esaminati e l’acronimo “DOP” è riportato nel 46,5 per cento dei casi, come elemento distintivo rispetto a una mozzarella generica. L’indagine è stata condotta su un campione di 21.800 ristoranti ed è stata presentata nei giorni scorsi alla presenza del ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare, Francesco Lollobrigida. I numeri segnalano significative potenzialità di crescita nel segmento del fuori casa, tenendo conto che il 58 per cento dei consumatori italiani ritiene importante la presenza del marchio sui propri acquisti alimentari e il 40 per cento è disposto a spendere dal 5 al 10 per cento in più per avere un prodotto certificato.
Pier Maria Saccani, Direttore del Consorzio di Tutela della Mozzarella di Bufala Campana Dop
Il Consorzio di Tutela esprime soddisfazione per i risultati della ricerca, ma allo stesso tempo lancia l’allarme: “Troppo spesso, purtroppo, la citazione del nostro prodotto nei menu dei ristoranti è solo uno specchietto per le allodole, con l’obiettivo di attirare soprattutto turisti, senza che in realtà venga servita una vera mozzarella Dop”, sottolinea il direttore del Consorzio, Pier Maria Saccani. Lo testimonia l’esito dell’operazione “E…state senza pensieri 2023”, condotta nei principali luoghi delle vacanze durante la stagione estiva appena conclusa. Dal lavoro svolto dal settore Vigilanza del Consorzio emerge che l’evocazione della mozzarella di bufala campana Dop è stata una costante, soprattutto nei menu dei locali. Troppi i prodotti fake nella ristorazione.
Nel corso dei controlli si è scoperto che i turisti venivano ingannati anche nella famosa piazzetta di Capri, meta del lusso e del jet set internazionale, dove un ristoratore indicava nei menu pizze con mozzarella di bufala campana Dop, ma in realtà le preparava con mozzarella vaccina pugliese. Identico raggiro in un locale vicino al Duomo di Amalfi. Invece, in un ristorante sul mare a Ischia Porto, la tipica “caprese” era realizzata con mozzarella mista, a prezzi esorbitanti e inspiegabili. Al termine dell’operazione sono stati controllati 14 punti vendita e segnalate 13 violazioni più una diffida: in pratica il 100% delle verifiche ha riscontrato irregolarità. Sono stati sequestrati 150 chili di prodotti non a norma ed elevate sanzioni amministrative per 45mila euro.
E dal 7 all’11 ottobre il Consorzio volerà in Germania per partecipare alla fiera Anuga di Colonia, nella collettiva di Afidop con gli altri grandi formaggi Dop italiani. Per l’occasione sono previsti nuovi controlli internazionali durante la kermesse per contrastare il fenomeno dell’Italian sounding. Solo nel primo semestre 2023, il Consorzio ha già effettuato 450 rilievi all’estero, principalmente in Europa.
“I risultati della ricerca e dei nostri controlli – sottolinea Saccani – testimoniano che i consumatori richiedono sempre di più i prodotti Dop, ma la risposta, purtroppo, in numerosi casi è solo scriverlo nei menu dei ristoranti. Ci sono le sigle, insomma, ma spesso non c’è il prodotto vero. Il nostro Paese sta vivendo un vero e proprio boom dei flussi turistici dall’estero e gli stranieri hanno voglia di assaggiare l’autentico Made in Italy. Proporre invece prodotti fake danneggia l’immagine non solo della Bufala Campana, ma più in generale del comparto agroalimentare che punta tutto sulla qualità. Il nostro Consorzio ha moltiplicato gli investimenti in vigilanza e continuerà a farlo, ma i controlli non potranno mai bastare. C’è bisogno di lavorare in rete con le istituzioni, tutti insieme per favorire la corretta informazione e la conoscenza dei prodotti autentici. In tal senso, un plauso va all’avvio dell’intesa tra Afidop e Fipe, che intende proprio puntare all’elaborazione di linee guida per promuovere le produzioni certificate all’interno dei menu dei pubblici esercizi, incentivandone il consumo”.
I consumi fuori casa legati alla ristorazione in Italia hanno raggiunto a giugno i 66 miliardi di euro annui (+14% sul corrispondente periodo precedente) e, sebbene l’attenzione per l’aumento dei prezzi resti alta, solo un consumatore su 10 ha dichiarato di avere avuto qualche difficoltà, mentre la maggior parte non ha cambiato le proprie abitudini. Emerge dai dati di Circana, azienda nata dalla fusione tra Information Resources, Inc e il gruppo Npd, presentati in vista di Host, il Salone della ristorazione e dell’ospitalità professionale, in calendario a Fiera Milano dal 13 al 17 ottobre. Lo studio evidenzia anche la crescita del ‘senso di comunità anche fuori casa tra i consumatori’. Il 72% si aspetta che i ristoranti siano inclusivi e soddisfino anche chi ha diete o esigenze alimentari, il 56% pensa che la tecnologia aiuti, il 40%, grazie alle app e al digitale, si gode di più l’esperienza in bar e ristoranti e al 46% piace usarli per interagire con i luoghi frequentati. L’innovazione è anche contaminazione, ibridazione e offerta rinnovata. La ristorazione in Italia infatti è percepita ancora come troppo tradizionale (36%) rispetto all’estero dove la contaminazione tra cucine diverse è forte.
Così il 48% dei consumatori si aspetterebbe innovazioni su ricette e sapori. Ad Host, ha ricordato il direttore di Manifestazioni Fiera Milano, Simona Greco, si troveranno tutti i prodotti del settore, dalla piccola macchina del caffè fino ai grandi macchinari per pastifici o pasticcerie. Sono attesi più di 2.000 espositori, dei quali il 40% internazionali da 50 Paesi. Oltre 600 buyers saranno portati da Ice. “Aiuteremo a scoprire le eccellenze della cucina italiana – ha detto ill presidente Matteo Zoppas – Il food ha prodotto esportazioni per 25 miliardi di euro, il 7,9% in più rispetto stesso periodo del 2022”. “Una importate occasione per questo settore dell’industria italiana composto da tante aziende, magari piccole, che lavorano silenziose, ma sono leader nel mondo per i loro comparti – ha aggiunto Greco – Il salone servirà a aziende e buyer anche per testare il mercato, capire come cambia il mondo dei consumi e per la formazione soprattutto in relazione all’ l’innovazione tecnologica”.
Nerio Alessandri, il fondatore e presidente di Technogym, noto come il principale produttore mondiale di attrezzi per il fitness e il benessere, ha deciso di portare il concetto di benessere al centro di Milano, con l’ambizioso obiettivo di trasformarla nella “prima wellness city.” Alessandri, 62 anni e con un patrimonio stimato di 1,5 miliardi di dollari secondo Forbes, è determinato a far sì che Milano diventi un esempio di stile di vita sano e sostenibile.
La sua Wellness Foundation, attiva da 20 anni, è stata all’origine del concetto di “wellness valley” nella regione della Romagna, un distretto del benessere che coinvolge ospedali, settore fitness, aziende, hotel, scuole e amministrazioni locali. Ora, Alessandri vuole replicare questo successo a Milano, sfruttando l’entusiasmo generato dai Giochi Olimpici invernali Milano-Cortina 2026.
Secondo Alessandri, la “wellness economy” può evolvere la “green economy,” aggiungendo alla centralità dell’ambiente la centralità della persona. Per farlo, il primo passo è cambiare la cultura, promuovendo la prevenzione sulla base di ricerca ed educazione.
Un’analisi dello stato di salute della città di Milano ha rivelato una serie di sfide significative. Mentre l’aspettativa di vita è in aumento, la salute delle persone è buona solo fino a circa 60 anni, dopodiché si verificano molte malattie croniche. Uno stile di vita sedentario e una dieta poco equilibrata contribuiscono all’obesità e al sovrappeso, aumentando la spesa sanitaria pubblica.
Alessandri ritiene che la chiave per affrontare questa sfida sia cambiare la cultura, promuovendo la prevenzione e l’educazione. Questo significa incoraggiare le persone a fare più attività fisica e adottare una dieta più sana. Il benessere, secondo Alessandri, non riguarda solo l’aspetto fisico ma anche la mente e il benessere mentale.
La Fondazione Wellness ha già avviato progetti in Romagna per promuovere il benessere, coinvolgendo scuole, aziende, ospedali e altre istituzioni. Alessandri vuole ora replicare questa iniziativa a Milano, coinvolgendo una varietà di settori tra cui moda, alimentazione, fitness, arte, turismo e scienza.
Il suo obiettivo è creare un gruppo di lavoro che metta insieme le competenze già presenti sul territorio, coinvolgendo amministrazioni locali, università, centri di ricerca e imprese. L’obiettivo è quello di migliorare la qualità della vita della popolazione milanese, attrarre talenti e investimenti e ridurre la spesa sanitaria.
La sfida è lanciata, e Nerio Alessandri è determinato a fare di Milano un esempio di benessere e sostenibilità che possa ispirare altre città in tutto il mondo.