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“Male Capitale” di Maresca diventa un videolibro in sei puntate che andrà in onda sulla pagina Fb di Rogiosi Editore e sul sito Juorno.it

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“Male Capitale. La Misera Ricchezza del Clan dei Casalesi”, scritto dal magistrato Catello Maresca, è anche un videolibro. Oggi, martedì 31 marzo, alle ore 18, l’appuntamento con il primo episodio sulla pagina Facebook Rogiosi Editore. Saranno sei puntate della durata di dieci minuti, in onda ogni martedì e giovedì per le prossime tre settimane. Il progetto nasce da un’idea di Danilo Iervolino (Giapeto Editore) e Rosario Bianco (Rogiosi Editore). Quello che vedete sotto è un breve promo della iniziativa che in tempi di epidemia e di norme per il distanziamento sociale che ci tengono chiusi in casa ci consentono di arricchire le nostre giornate con occasioni nuove di crescita culturale con l’uso dei social media.

“Abbiamo avuto l’idea – spiega Bianco – insieme a Danilo Iervolino, effettivo editore del libro, di realizzare questo progetto, con la voce narrante di Catello Maresca e, nella prima puntata, di Mirko Ciccariello, che leggerà l’incipit del libro. Il racconto sarà accompagnato dalle foto di Nicola Baldieri presenti nel testo e da alcuni estratti de “il senso di marcia”, un docufilm prodotto sempre insieme a Giapeto. Un mix fra un audiolibro e un racconto per immagini che abbiamo per questo motivo definito videolibro”.

Rogiosi Editore. Male Capitale che diventa un videolibro è una delle tante iniziative del vulcanico editore Rosario Bianco 

In “Male Capitale”, il magistrato Catello Maresca racconta la parabola di quel clan dei Casalesi che ha contribuito a smontare con le sue indagini. Un viaggio che ci condurrà all’interno del mondo dello spietato clan dei Casalesi, svelandone segreti e rituali, fra lo sfarzo delle loro ville e i bunker angusti in cui si rintanavano per eludere la legge. E poi le inchieste e le operazioni giudiziarie che hanno ridotto all’osso una potenza criminale che sembrava inarrestabile.  Quello di Maresca è un racconto lineare adatto anche ai ragazzi. I Casalesi diventano i “Caponesi” e anche i nomi dei boss sono stravolti in modo ironico e dissacrante. Ma i fatti sono quelli realmente accaduti, e Maresca li racconta con semplicità e lucidità. “In questo momento così delicato, dobbiamo riflettere ed evitare che alcune tematiche, come quelle legate alla criminalità organizzata, vengano dimenticate a causa dell’attenzione che stiamo rivolgendo al Coronavirus. Proprio in questa fase la malavita rischia di metterci in seria difficoltà – avverte Bianco -; può approfittare del disagio sociale per  ingrossare le proprie fila attingendo alle sacche di popolazione in difficoltà. In questi giorni difficili ci teniamo inoltre a fare compagnia ai nostri lettori con iniziative del genere”.

Il viaggio a puntate incomincia oggi pomeriggio con l’introduzione, e proseguirà poi con le puntate intitolate “Le armi, i soldi e le ville del clan dei Caponesi”, “I bunker: i buchi maledetti”, “Gli scheletri abbandonati e la terra violentata”, “Un messaggio di speranza”. E infine la conclusione. Un appuntamento da non perdere che racconterà la vittoria dello Stato sul male camorra che affligge e deturpa la nostra terra.

Tutte le puntate di “Male Capitale. La Misera Ricchezza del Clan dei Casalesi”, andranno in onda in simultanea anche sulla pagina Facebook e sul sito del portale d’informazione Juorno.it nella sezione Eventi Live, nella parte alta, sotto la testata del giornale on line.

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Esteri

Putin: negoziati su Ucraina includano interessi di tutti

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La Cina “comprende chiaramente” le radici della crisi ucraina e l’impatto geopolitico globale in base al suo ‘China’s Position on the Political Settlement of the Ukraine Crisis’, il documento in 12 punti di febbraio 2023. “Non ci siamo mai rifiutati di negoziare – ha detto il presidente russo Vladimir Putin in un’intervista scritta alla Xinhua alla vigilia della sua visita in Cina -. Stiamo cercando una soluzione globale, sostenibile e giusta di questo conflitto con mezzi pacifici. Siamo aperti al dialogo sull’Ucraina, ma tali negoziati devono tenere conto degli interessi di tutti i Paesi coinvolti nel conflitto, compreso il nostro”.

Putin ha espresso apprezzamento per “i concetti e i suggerimenti” indicati dalla Cina a dimostrazione di un “sincero desiderio di stabilizzare la situazione”. E i quattro principi per la soluzione pacifica della crisi ucraina recentemente proposti dal presidente Xi Jinping “si inseriscono perfettamente” nell’attuale scenario. “Questi passi si basano sull’idea che dobbiamo rinunciare alla ‘mentalità della Guerra Fredda’ e garantire la sicurezza indivisibile e il rispetto del diritto internazionale e della Carta delle Nazioni Unite nella loro interezza e interrelazione”, ha aggiunto il leader russo.

 

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Salis: trovino modo di far votare Ilaria e chi è come lei

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“Invece di attaccare un privato cittadino con accuse strumentali, sarebbe il caso che si mettessero d’accordo le due istituzioni europee”: Roberto Salis ha commentato in questo modo le parole del ministro degli Esteri Antonio Tajani e soprattutto del portavoce del governo ungherese Zoltan Kovacs sulla sua denuncia, secondo cui Ilaria, in carcere a Budapest da 15 mesi ed ora candidata per Avs alle europee, non potrà votare. “Mi aspetto che trovino il modo per garantire l’esercizio di diritti fondamentali dei cittadini europei”, ha aggiunto, e non solo per Ilaria ma “per tutti quelli nella stessa situazione”.

– L’impossibilità di votare “non so da chi dipenda, se dall’Italia o dall’Ungheria, ma di fatto mia figlia non può votare” ha spiegato Roberto Salis, quindi “mi aspetto che trovino il modo di far esercitare un diritto fondamentale di una cittadina europea”. “Non si tratta di Ilaria – ha sottolineato – ma di garantire il diritto a qualsiasi cittadino nelle condizioni di Ilaria Salis. Non è una concessione che il ministro fa a Ilaria, ma è garantire il rispetto dei diritti civili”.

La Direzione del Servizio penitenziario ungherese respinge categoricamente le recenti affermazioni di Roberto Salis, secondo cui a sua figlia Ilaria sarebbe stato negato il diritto di voto alle europee, sostenendo che tali affermazioni “non solo sono infondate ma travisano i fatti”. Lo scrive il portavoce del governo ungherese, Zoltan Kovacs. “La legge stabilisce che ai detenuti sia data l’opportunità di votare e gli istituti penitenziari sono tenuti a facilitare questo fondamentale diritto democratico”, aggiunge invitando il padre ad astenersi “da fake news volte a diffamare le carceri ungheresi e i professionisti che vi lavorano”. (

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Cronache

Inchiesta clinica Messina, ai 9 indagati sequestrati 11 milioni

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Nell’inchiesta sulla clinica NeMo Sud e il Policlinico di Messina sono indagati, a vario titolo per peculato e corruzione per atto contrario ai doveri di ufficio, Alberto Fontana, 52 anni, ex presidente della fondazione Aurora onlus (che gestiva il centro clinico Nemo Sud a Messina), Giuseppe Laganga Senzio, 47 anni, ex direttore amministrativo del Policlinico messinese, Mario Giovanni Melazzini, 65 anni, anche lui ex presidente della fondazione Aurora onlus, Giuseppe Pecoraro, 75 anni, commissario straordinario del Policlinico, Paolina Reitano, 64 anni, ex direttrice sanitaria del Policlinico, Marco Restuccia, 60 anni, direttore generale del Policlinico, Giuseppe Vita, 72 anni, medico dirigente dell’unità operativa di Neurologia del Policlinico, l’attuale assessore regionale alla Sanità Giovanna Volo, 68 anni, ex direttore sanitario dell’ospedale universitario, Michele Vullo, 68 anni, ex direttore amministrativo del Policlinico. Giuseppe Vita, Mario Giovanni Melazzini, Alberto Fontana, Giuseppe Laganga Senzio hanno la misura cautelare del divieto temporaneo di contrattare con la pubblica amministrazione e di esercitare impresa in ambito sanitario.

Per tutti e nove gli indagati ciascuno pro quota, è stato disposto il sequestro preventivo di denaro, beni mobili e immobili, per l’importo complessivo di 11 milioni di euro, pari ai fondi pubblici distratti. L’ordinanza delle misure cautelari è stata firmata dal gip Claudia Misale.

Tutti gli indagati sono da considerare innocenti fino al terzo grado di giudizio.

 

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