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Italvolley vice campione del mondo, grazie lo stesso ragazze: siete state fantastiche anche con la Serbia

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Italia-Serbia è la giusta finale dei Mondiali femminili di pallavolo in Giappone. Sono le due squadre migliori, quelle più salute. Alla Yokohama Arena c’è la grande voglia di vincere un mondiale da parte delle serbe, c’è la freschezza e la spavalderia delle azzurre. L’Italia è in finale dopo 16 anni dall’ultima volta. Per la nazionale femminile serba di pallavolo si tratta della prima finale mondiale della sua storia. Il migliore risultato ottenuto in questa competizione risale al 2006, quando l’allora Serbia e Montenegro raggiunse il terzo posto. A questa finale l’Italia ci è arrivata sull’onda dell’entusiasmo battendo in semifinale la fortissima Cina, dopo una partita assai combattuta. Alla fine l’ha spuntata l’Italia per 3 a 2. La Serbia ha vinto facile in semifinale contro gli Olandesi: per 3 set a 1. La Serbia, dato da non prendere sotto gamba, è anche l’unica squadra ad aver battuto l’Italia in questi Mondiali. Durante l’ultima partita delle Final Six – i gironi per decidere chi sarebbe andato in semifinale – quando l’Italia era già sicura della qualificazione ed in palio c’era solo il primo posto, i serbi vinsero a Torino con tre set a zero. Non ci fu mai partita.

Italvolley femminile, ecco le ragazze/campionesse di Davide Mazzanti che hanno fatto innamorare l’Italia per la loro semplicità

Questa è la finale ed è tutta un’altra storia. In campo il match è combattutissimo. Il primo set è appannaggio delle azzurre. Entrano subito in partita, trovano una Egonu freschissima che salta in cielo e schiaccia come se fosse sempre l’ultima battuta e il primo set finisce 25 a 21. La Serbia sembra incassare male, ma ad inizio secondo set la squadra di Nikola Grbić mostra i suoi lati migliori. Grande difesa e attacchi devastanti dalla seconda fila. Il fenomeno della Serbia è senza alcun dubbio la schiacciatrice/opposto Tijana Boskovic.  Il secondo set è dominio quasi assoluto delle serbe che chiudono con un convincente 25 a 14. Situazione di parità.  Terzo set più equilibrato. Davide Mazzanti chiede concertazione alle sue ragazze. Le carica ad ogni time out. Chiede alle ragazze “energia”. Dare fondo alle “energie”. Non solo alla forza fisica, ma soprattutto all’intelligenza tattica. Le serbe sono durissime. Hanno un ruolino di marcia incredibile in questo mondiale. E il terzo set è un testa a testa. Fino al 22 pari. Poi c’è lo sprint fortissimo dell’Italia. La botta finale, terrificante è della solita Paola Egonu. L’Italvolley torna in vantaggio. Set vinto per 25 a  23.
Anche nel quarto set l’Italia molla e la Serbia si aggiudica con relativa facilità il set con un rotondo 25 a 19. È pareggio. Si va dunque al set finale. Si decide tutto. Le due squadre si equivalgono. E visti i valori in campo è anche giusto che si decida tutto all’ultimo set, all’ultimo secondo. Quinto set con partenza sparata dell’Italia, subito avanti di due punti. Ma la Serbia è in scia, non molla mai. E si aggiudica il tie break. Vince la Serbia.

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Lampo Dia dopo un minuto, colpo Lazio a Empoli

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Lazio che vince a Empoli di misura e sale a quota 63 punti: può ancora sperare nella qualificazione Champions League visti gli scontri diretti di questa giornata. I biancocelesti battono 1-0 in trasferta l’Empoli. Toscani che non sfruttano i risultati negativi delle dirette avversarie in corsa per la retrocessione. Era già accaduto nella gara contro la Roma, nel primo minuto di gioco anche la Lazio passa al ‘Carlo Castellani – Computer Gross Arena’: stavolta ci vogliono appena 54 secondi. Cross al centro dalla destra dell’ex Hysaj per Boulaye Dia che tutto solo controlla di petto e infila Vasquez con il piatto. Gara subito in salita per i toscani già costretti a inseguire.

La Lazio ha il controllo del gioco da subito con Guendouzi che dimostra di essere di altra categoria, mentre Castellanos è sempre pronto a essere servito e a rifinire per Dia e Zaccagni. Lo stesso argentino è molto pericoloso al 17′ con Guendouzi che recupera palla in mediana e rilancia l’azione ospite servendo l’attaccante sui 30 metri, il destro dopo la girata è potente ma non trova l’incrocio dei pali. L’Empoli ci prova comunque, nonostante mentalmente sia a terra dopo lo svantaggio e con la vittoria che manca dall’8 dicembre 2024. Al 38′ grossa ingenuità di Colombo che non toglie la gamba nel contrasto colpendo Gigot, per l’attaccante empolese è il secondo giallo in 4 minuti e arriva l’espulsione, era stato ammonito poco prima. Decisione molto contestata dall’Empoli che di fatto ha influenzato quasi tutta la gara. Scontro involontario, almeno così sembra dalle immagini, ma per il direttore di gara è altro giallo e conseguente cartellino rosso.

Nel finale di primo tempo possesso palla prolungato della Lazio, poi Guendouzi prova un tiro cross che gira tantissimo e sembra poter finire nell’angolino basso sul palo più lontano di Vasquez si allunga e mette in angolo. Nella ripresa al 7′ arriva il pareggio: sulla punizione calciata da Sambia, Solbakken spizza la sfera che con la deviazione di Romagnoli riesce a servire Viti per il tap-in sotto misura.

Il Var però richiama l’attenzione dell’arbitro Colombo: gol annullato il fuorigioco di Viti. Si va avanti con altre due chiare occasioni per la Lazio; al 28′ con Pedro che sfiora il palo e nel recupero con Isaksen che si vede parare un bel tiro da Vasquez. Finisce 0-1 per la Lazio: Baroni ancora imbattuto negli otto incroci tecnici contro D’Aversa. Con questo risultato i laziali hanno vinto tutte le ultime sei sfide di Serie A al Castellani-Computer Gross Arena contro l’Empoli. Per i toscani salgono a 20 le gare di fila senza vittorie (sei pari, 4 sconfitte).

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Sinner a Roma, sbarcato all’aeroporto di Ciampino

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Jannik Sinner (foto di archivio di Imagoeconomica) è arrivato nel primo pomeriggio all’aeroporto di Ciampino con un jet privato partito da Nizza. Dallo scalo romano, il numero uno del tennis si è diretto verso l’hotel. Dopo la sospensione di tre mesi, domani Sinner sarà impegnato in un allenamento al Foro Italico dove mercoledì inizieranno gli Internazionali d’Italia.

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Napoli, una sinfonia perfetta verso il tricolore: Di Lorenzo, Rrahmani e Lukaku suonano all’unisono

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Un’intesa perfetta dentro e fuori dal campo, una coralità di dichiarazioni che racconta lo spirito con cui il Napoli si sta avvicinando alle ultime tre tappe decisive verso lo scudetto. La capolista mantiene nervi saldi e piedi ben piantati a terra, forte di un gruppo unito che parla una sola lingua: quella del lavoro, della concentrazione e dell’equilibrio.

La difesa è il vero punto di forza

Il successo di misura a Lecce porta in dote la quarta partita consecutiva senza subire gol e la diciassettesima in stagione. Merito anche di Amir Rrahmani, pilastro difensivo del Napoli e stakanovista silenzioso: «È stata una gara difficile, ma abbiamo tenuto botta. Tutto parte dal lavoro degli attaccanti, quando pressano bene diventa più facile per noi dietro».

Una solidità difensiva da record, con soli 25 gol subiti: il miglior dato tra i top 5 campionati europei. Numeri che spiegano il primato.

Di Lorenzo: «Siamo mentalizzati, ma serve ancora attenzione»

Il capitano Giovanni Di Lorenzo invita tutti a non abbassare la guardia: «Vittoria pesante, ma non decisiva. Mancano tre gare e dobbiamo restare concentrati. Ci siamo guadagnati tutto sul campo e dipendiamo da noi stessi».

Il leader azzurro sottolinea la trasformazione di questa squadra: «Ripensando a come avevamo chiuso la scorsa stagione, è incredibile essere in testa. Dal ritiro di luglio abbiamo fatto tanti sacrifici. Ora serve massima concentrazione».

Lukaku: «Come diceva Kobe, il lavoro non è finito»

Il centravanti Romelu Lukaku, alla sua 130ª partita con Conte, si è visto annullare un gol per fuorigioco millimetrico, ma non perde l’ironia: «Colpa del mio 48,5 di piede».

Poi torna serio: «Dobbiamo restare concentrati, abbiamo tre punti di vantaggio ma non possiamo rilassarci. Come diceva Kobe Bryant, il lavoro non è ancora finito».

Sull’intesa con Raspadori e McTominay: «Stiamo trovando i giusti equilibri. Mettiamo sempre in difficoltà le difese».

E sulla Champions, un pensiero all’Inter: «Auguro loro il meglio, ma noi dobbiamo pensare solo al nostro cammino».

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