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Fiamme e rivolte nelle carceri a Poggioreale, Frosinone e Modena: situazione esplosiva, rischio evasioni di massa

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Radio carcere parla di rivolta. I detenuti dei penitenziari d’Italia, via telefono (strumento vietato ma che hanno in molte celle) con ogni probabilità, si sono dati una strategia. Approfittare delle pesanti difficoltà del paese per aprire una stagione di rivolta difficile da controllare. Il rischio è quello di evasioni di massa. A Poggioreale è in atto una rivolta. Materassi bruciati. Suppellettili distrutte. A Modena, più o meno stessa cosa: materassi che bruciano. Difficile tenere tutti in sicurezza ed evitare fughe. Massima allerta ovviamente da parte della polizia penitenziaria ma sia a Modena che a Napoli Poggioreale, le forze in campo dicono che quelle dei detenuti sono preponderanti per numero rispetto alla polizia penitenziaria. Difficile chiedere e ottenere aiuto da carabinieri, polizia, finanzieri. Sono due città alle prese con l’emergenza e il caos coronavirus. Sia a Poggioreale che a Modena tutti gli agenti fuori servizio sono stati richiamati, anche dai loro colleghi, a tornare nella struttura carceraria per aiutare ad evitare di essere sopraffatti. Si rischia non solo una rivolta fine a se stessa ma anche evasioni di massa.

Evasione che c’è stata già nel carcere di Frosinone. Pare un detenuto sia riuscito a fuggire. Altri (moltissimi) sarebbero riusciti a passare dall’area di passeggio al muro di intercinta, quel muro che separa i detenuti da un altro muro più alto e fuori c’è la libertà: campagne, strade, autostrade. Finora sono tenuti a bada e sotto tiro da alcuni agenti che potrebbero anche aprire il fuoco per impedire evasioni. Finora non ce n’è stato bisogno.  A Frosinone la situazione è ancora di massima allerta. Con un detenuto che manca all’appello e dunque potrebbe esser per le strade alla città. E tanti altri che a breve potrebbe scavalcare l’ultimo muro e trovarsi per la città.

Il motivo scatenante delle proteste, sia a Frosinone che a Modena e Poggioreale, è ufficialmente quello di non voler far entrare nel penitenziario detenuti e familiari di detenuti contagiati, provenienti dalle zone rosse. Per questo motivo o approfittando di questo motivo alcuni detenuti sarebbero riusciti a uscire dalle celle di sicurezza del carcere. Ieri era toccato sedare la rivolta nel carcere di Fuorni Salerno. È quasi sicuro che dentro le carceri i detenuti che comandano si parlano e che in queste ore stiano attuando un piano per mettere spalle al muro lo Stato che è alle prese con le pesantissime difficoltà anche in termini di ordine e sicurezza pubblica per il coronavirus.

Carcere di Modena

A via Arenula, Al ministero della Giustizia, si segue la vicenda con molta apprensione. Nei giorni scorsi, Aldo Di Giacomo,  segretario generale del S.P.P. (sindacato di polizia penitenziaria), in una lettera inviata ai Ministri Grazia e Giustizia (Bonafede) e Salute (Speranza), al DAP, ai Prefetti dei capoluoghi di provincia aveva chiesto la convocazione urgente di un “tavolo sicurezza” dove si potesse esaminare la proposta di istituzione di una task force, formata da rappresentanti di tutte le forze dell’ordine e militari, per affrontare la situazione carceri. “Non sono una facile Cassandra, sono solo un servitore dello Stato che coglie dei segnali e lo mette a disposizione dei livelli di vertice nel comparto sicurezza e giustizia. Nelle carceri orami comandano i detenuti – dice con un filo di amarezza Aldo Di Giacomo – e quello che sta accadendo è assai grave. Occorre subito sedare queste rivolte e mettere mano all’emergenza carceri, prima che sia troppo tardi”.

 

Caos nelle carceri, a Frosinone evasione in massa di detenuti che hanno approfittato di una rivolta anti coronavirus

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Stupro di gruppo: gli imputati rinunciano all’abbreviato

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Si svolgerà con il rito ordinario il processo ai sei ragazzi palermitani accusati di aver violentato, a luglio scorso, una 19enne al Foro Italico. Gli imputati avevano presentato richiesta di ammissione al rito abbreviato condizionando l’istanza a una serie di nuove attività tra le quali l’esame in aula della vittima che il gup ha però respinto. La 19enne peraltro è stata sentita dal Gip di Palermo, Clelia Maltese, nel corso di un incidente probatorio, due mesi e mezzo fa. Il giudice ha invece deciso di accogliere la richiesta di disporre una consulenza tecnica sul telefono della ragazza, ma i difensori hanno comunque rinunciato all’abbreviato optando per il dibattimento.

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Otto milioni evasi al fisco, tre aziende irpine nei guai

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False fatturazioni ed altrettante inesistenti operazioni transnazionali per evadere le imposte dirette e i versamenti Iva. Tre aziende operanti in provincia di Avellino sono state denunciate dalla Guardia di Finanza per una evasione complessiva di otto milioni di euro nel corso di altrettante verifiche fiscali. Cinque milioni sottratti alla tassazione dirette e 1,5 milioni all’Iva. Nel corso dei controlli è anche emerso che un professionista del capoluogo ha sottratto mezzo milione di euro all’erario facendo figurare come acquisite prestazioni tecniche, in realtà mai ricevute, ma falsamente fatturate da una società a lui riconducibile.

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Fassino denunciato, informativa Polaria trasmessa a pm

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E’ all’attenzione dei magistrati della Procura di Civitavecchia l’informativa della Polaria sull’episodio del furto di una confezione di profumo da parte del parlamentate Piero Fassino in un negozio del duty free di Fiumicino e costata una denuncia. Allegato all’incartamento anche il video di quanto avvenuto il 15 aprile scorso nello scalo della Capitale e ripreso da una telecamera di sicurezza presente nell’esercizio commerciale. Nei giorni scorsi è emerso dal racconto di alcuni dipendenti del negozio che Fassino sarebbe stato autore già di un tentativo di furto nelle scorse settimane. Spetterà ora ai pm decidere come procedere e se affidare delega alla polizia giudiziaria per svolgere ulteriori approfondimenti.

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