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Ventimiglia, dieci arresti: aiutavano dietro compenso i migranti in arrivo a Ventimiglia a passare in Francia

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A fare da gancio contattando i migranti appena scesi dal treno era un tunisino che dava loro ‘consigli’, offriva ospitalità e servizi, ovviamente dietro compenso. È stato grazie a questo che la polizia di frontiera è stata autorizzata dall’Autorità giudiziaria a predisporre una serie di intercettazioni che hanno fatto scoprire l’esistenza di due gruppi criminali che gestivano i flussi di migranti in entrata a Ventimiglia e diretti in Francia. Alla fine dell’indagine sono scattati gli arresti. La Polizia di Stato di  Imperia – Settore Polizia di Frontiera di Ventimiglia, in cooperazione con l’omologo servizio della Polizia di Frontiera francese, ha eseguito  10 misure cautelari nei confronti di appartenenti a due sodalizi  criminali dediti al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e operanti nel comprensorio di Ventimiglia.

Da oltre 4 anni la città di Ventimiglia rappresenta una tappa intermedia per i migranti diretti nel Nord Europa, approdati nel Sud dell’Italia a seguito di sbarchi,  oppure entrati illegalmente nel territorio nazionale attraverso la frontiera italo/slovena, percorrendo la cosiddetta “rotta balcanica”. Una parte considerevole dei due flussi raggiunge Ventimiglia in treno dove  viene avvicinata da soggetti locali di nazionalità straniera i quali si occupano di organizzare il prosieguo del viaggio, introducendoli illegalmente nel territorio francese, in cambio di somme di denaro variabili tra i 100 e i 250 € a persona.

L’attività di monitoraggio di tale fenomeno ha permesso di evidenziare la presenza quotidiana in determinati quartieri della città di Ventimiglia, in particolare quello in cui si trova la stazione ferroviaria, di un cittadino tunisino che, unitamente ad altri soggetti era solito avvicinare i migranti appena scesi dai treni per dare loro indicazioni e condurli in luoghi appartati dove attendere l’arrivo di autovetture  sulle quali farli salire per  condurli clandestinamente in Francia, previo il pagamento di somme di denaro.

La Polizia di Frontiera è stata quindi autorizzata dall’Autorità Giudiziaria a predisporre una serie di intercettazioni che hanno fatto emergere  l’esistenza sul territorio locale di due distinti “gruppi” criminali, con ai vertici il  tunisino ed un cittadino libico/italiano, operanti ciascuno autonomamente, con proprie reti di collaboratori ma entrambi dedite al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina aggravata  a destinazione del territorio francese,  attraverso l’impiego di fidati sodali.

Sono stati monitorati almeno 16 passaggi clandestini in Francia che hanno permesso di     riscontrare  nuove modalità operative, ovvero più viaggi giornalieri, addirittura in orario diurno,  con al massimo 4/5 clandestini alla volta, a bordo di veicoli in ottime condizioni, proprio per non attirare l’attenzione. In  un’occasione i clandestini sono stati addirittura prelevati in Croazia  e assistiti sino al passaggio della frontiera con la Francia. Nel solo mese di gennaio 13 arresti, 193 nel 2019.

 

 

 

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Calcio: il Bari condanna l’aggressione al direttore sportivo

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Il Bari “esprime vicinanza e solidarietà al ds Ciro Polito vittima nella serata di ieri di una vera e propria aggressione avvenuta, ad opera di ignoti, nel post gara di Cittadella-Bari”. Secondo quanto denunciato da Polito, un gruppo di tifosi baresi lo ha aggredito in un autogrill in provincia di Rovigo. “Il dirigente biancorosso, mentre si trovava in sosta in un autogrill sulla via di ritorno dalla città veneta – scrive il club di Luigi De Laurentiis – è stato raggiunto e aggredito, verbalmente e fisicamente, da un gruppo di ignoti che subito dopo si sono dileguati. Le autorità competenti intervenute hanno da subito avviato le procedure per l’individuazione dei soggetti responsabili”. “La società biancorossa – si legge ancora – condanna con forza quanto accaduto ad opera di ‘vigliacchi’ che nulla hanno a che vedere con il tifo barese e con lo sport. In attesa che la giustizia faccia il suo corso, quando la ragione lascia spazio alla violenza abbiamo già perso tutti”.

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L’Italia: terra di santi, poeti, navigatori… e commercialisti

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L’Italia, patria di santi, poeti, navigatori e… commercialisti? Sembrerebbe proprio di sì, se guardiamo ai dati recentemente pubblicati dalla Fondazione nazionale di ricerca dei commercialisti. Nel loro rapporto annuale sull’albo della categoria professionale, emerge un trend in crescita che potrebbe far sorridere gli amanti delle espressioni stereotipate sul popolo italiano.

Nel corso del 2023, il numero di nuovi iscritti alla professione di commercialista ha registrato un significativo incremento, con ben 1.864 nuovi membri che hanno varcato la soglia dell’Albo. Ma non è tutto: sono state anche costituite 161 nuove Società tra professionisti, segno di un interesse sempre più vivo per questa professione.

Secondo i dati riportati, rispetto al 2007, anno cruciale che ha segnato la formazione dell’Albo unico tra dottori e ragionieri, il numero degli associati è aumentato del 12%, raggiungendo la considerevole quota di 120.424. Una crescita significativa, che testimonia l’importanza e la rilevanza che questa figura professionale continua a rivestire nell’ambito economico italiano.

Ma non è solo il numero degli iscritti a destare interesse. Anche la composizione della professione sta subendo delle trasformazioni. Secondo il rapporto, al 31 dicembre scorso le professioniste hanno raggiunto il 33,8%, mentre i giovani rappresentano il 14,7% della platea professionale. Un segno di cambiamento e di inclusione che caratterizza il tessuto dei commercialisti italiani.

Tuttavia, non mancano le sfide. Se da un lato si registra una crescita costante degli iscritti, dall’altro si osserva un rallentamento in alcune aree geografiche. Le regioni settentrionali e centrali, ad esempio, mostrano un tasso di crescita inferiore rispetto agli anni precedenti, mentre nelle regioni meridionali si assiste addirittura a un’inversione di tendenza.

Il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Elbano de Nuccio, interpreta questi dati come una testimonianza della resilienza della professione di commercialista in un momento di crisi per molti altri settori professionali. La crescita costante e il recupero del reddito medio negli ultimi due anni dimostrano, secondo de Nuccio, la solidità e la dinamicità di questa figura professionale.

Insomma, se l’Italia è stata storicamente celebrata per i suoi santi, poeti e navigatori, sembra che ora i commercialisti abbiano conquistato un posto di rilievo nella narrazione del paese. Forse è proprio vero quello che si dice: in Italia c’è posto per tutti, anche per i numeri e le cifre.

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Scontro fra Vannacci e Paglia, consigliere di Crosetto

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Scontro a distanza fra Roberto Vannacci e il tenente colonnello Gianfranco Paglia , consigliere del ministro della Difesa Guido Crosetto, che a Zona Bianca, su Rete4, ha sostenuto che il generale, sospeso dal servizio e ora candidato con la Lega alle Europee, con il suo libro “ha macchiato l’uniforme, e noi militari non possiamo permettercelo”.

“Il mio dovere – ha aggiunto Paglia – è spiegare all’Italia tutta che il pensiero Vannacci non è il pensiero della Difesa”. “Io non ho visto la TV ma mi faccio una domanda – la replica di Vannacci su Facebook -: parlando in Uniforme esprimeva un suo parere personale o quello dell’Istituzione a cui appartiene? Perché io, per aver scritto un libro a titolo personale nel mio tempo libero, sono stato accusato e sospeso anche per aver suscitato l’associazione tra l’autore e le idee dallo stesso espresse all’Istituzione di appartenenza! Ma non mi preoccupo….si tratta di un fuoco di PAGLIA!”.

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