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Cronache

Tifoso investito e ucciso, il procuratore Curcio: “Violenza tribale, è stato un agguato”

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E’ stato ucciso durante “un agguato teso con violenza tribale”, Fabio Tucciariello, di 39 anni, il tifoso della Vultur Rionero morto ieri pomeriggio a Vaglio di Basilicata (Potenza) dopo essere stato investito dall’auto guidata da Salvatore Laspagnoletta, di 30, sostenitore del Melfi (entrambe le squadre partecipano al campionato di Eccellenza lucana). E’ il giudizio espresso oggi, a Potenza, dal Procuratore della Repubblica, Francesco Curcio, basato sul sequestro di mazze, tubi di ferro, bastoni e tirapugni, scoperti dalla Polizia sul luogo dell’omicidio e sui minibus che trasportavano i tifosi vulturini: “Una tribu’ – ha spiegato Curcio – voleva sfidarne un’altra e tutto era stato sicuramente pianificato per portare a termine l’agguato”. Laspagnoletta, unico accusato dell’omicidio volontario, e’ il solo dei tifosi melfitani ad essere stato arrestato: gli altri 25 sono tutti sostenitori della Vultur e, in carcere, rispondono tutti di violenza privata, lesioni aggravate, danneggiamento e detenzione aggravata di oggetti atti ad offendere. “Sono distrutto – ha detto Laspagnoletta a chi oggi e’ riuscito a parlargli – ma ero terrorizzato perche’ la mia automobile era stata circondata da decine di facinorosi ‘mascherati’ e armati di bastoni”. La ricostruzione dell’agguato e’ ormai definita: decine di tifosi della Vultur hanno deciso di aspettare pochi sostenitori del Melfi, che viaggiavano su cinque automobili (in una delle quali c’era anche un bambino), nei pressi della stazione ferroviaria di Vaglio di Basilicata. All’arrivo delle auto, forse addirittura annunciato da una “staffetta”, le prime due sono passate, la terza e’ stata circondata, la quarta e la quinta sono riuscite a fare marcia indietro e ad allontanarsi. Nella terza c’erano Laspagnoletta e altri due tifosi del Melfi (che non sono stati arrestati): a quel punto il 30enne ha accelerato investendo e uccidendo all’istante Tucciariello e ferendo altri due sostenitori della Vultur. Cosi’ si e’ compiuto un fatto che – ha detto il vescovo di Melfi, monsignor Ciro Fanelli – “non ha nulla a che spartire non solo con lo sport e con il tifo ma nemmeno con l’umanita’: una violenza insensata”. Oggi, a Potenza, uno dei temi all’attenzione del Comitato provinciale per l’ordine e per la sicurezza pubblica – a cui ha partecipato anche il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi – e’ stato il rafforzamento dei controlli nelle due cittadine per evitare eventuali azioni di ritorsione. Ma in realta’ la morte di Tucciariello ha sconvolto tutti in Basilicata, fino al punto che lo stesso prefetto di Potenza, Annunziato Varde’, ha chiesto a Vultur e Melfi di valutare il ritiro dal campionato. Finora la proposta pero’ sembra cadere nel vuoto. Cosi’ come e’ tramontata ben presto l’ipotesi che i campionati regionali di calcio possano essere sospesi: “Non la diamo vinta a chi vuole inquinare il nostro che e’ un mondo pulito”, ha detto il presidente del Comitato lucano della Lega nazionale Dilettanti, Piero Rinaldi. Intanto, il questore di Potenza, Isabella Fusiello, ha fatto notare che durante lo scontro diretto Melfi-Vultur, giocato lo scorso 1 dicembre, tutto era andato liscio anche per l’avvertimento lanciato dalla Polizia ai presidenti delle due squadre: “Non possiamo – ha detto Fusiello – distogliere gli agenti dal controllo del territorio per scortare poche decine di tifosi”. E da Roma il presidente del Coni, Giovanni Malago’, si fa portavoce di un sentimento comune a molti: “Senza parole, e’ pura follia”.

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Bambino investito e ucciso alla periferia di Perugia

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Un bambino di pochi anni è morto dopo essere stato investito in strada alla periferia di Perugia. L’incidente è avvenuto nella zona di San Sisto. Sono in corso accertamenti della polizia locale per ricostruire quanto successo.

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Eredità Agnelli: disposti sequestri per 74 milioni

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E’ stato disposto dalla procura di Torino un sequestro di beni preventivo per 74 milioni di euro nell’ambito dell’inchiesta che ruota intorno all’eredità di Gianni Agnelli. Il provvedimento riguarda i fratelli John, Lapo e Ginevra Elkann, il commercialista Gianluca Ferrero e il notaio svizzero Urs Robert Von Gruenigen.

Il sequestro è stato disposto da un gip del tribunale di Torino su richiesta della procura ed è finalizzato alla confisca, anche per equivalente, di beni mobili e immobili fino a 74,8 milioni. A eseguire il provvedimento è stata incaricato il nucleo di polizia economico-finanziaria di Torino della guardia di finanza. Il fascicolo è aperto per dichiarazione fraudolenta e truffa ai danni dello Stato.

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Camorra: il pentimento shock di Luisa De Stefano, la boss del rione Pazzigno

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È un vero colpo di scena quello che emerge dalle aule di giustizia napoletane: Luisa De Stefano, leader indiscussa del gruppo camorristico delle “pazzignane”, ha deciso di collaborare con la giustizia dopo otto anni di detenzione. La notizia, riportata oggi dal Corriere del Mezzogiorno, getta nuova luce sulle dinamiche criminali di San Giovanni a Teduccio, rione di Napoli Est, dove il gotha della camorra era solito emettere le sue sentenze di morte.

Il nome di Luisa De Stefano è stato associato a crimini. Siamo in un quartiere dove sono stati commessi due omicidi di spicco  nel 2016: quello di Francesco Esposito, affiliato al gruppo Piezzo, e di Raffaele Cepparulo, scissionista del rione Sanità. Quest’ultimo agguato, avvenuto in un circolo ricreativo di via Cleopatra, costò la vita anche all’innocente Ciro Colonna, appena 19enne. De Stefano, durante una serie di udienze, ha ammesso le proprie responsabilità e ha iniziato a fornire dettagli preziosi sul ruolo del suo gruppo e dei clan rivali.

Secondo le prime dichiarazioni della neo pentita, le riunioni per decidere le sorti delle vittime avvenivano su una scala condominiale, fuori dall’abitazione di Ciro Rinaldi, storico capo dell’omonimo clan. Luisa De Stefano, tuttavia, poteva permettersi il lusso di dare del tu ai capi della malavita e di partecipare attivamente alle decisioni di vita e di morte.

Il suo pentimento, consumato in due udienze consecutive, potrebbe rappresentare un duro colpo per il cartello criminale di Napoli Est e segnare un’importante svolta nelle indagini della Direzione Distrettuale Antimafia.

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