Collegati con noi

Sport

Effetto Gotti, l’eterno vice che non cerca gloria fa correre l’Udinese: tre partite, tre vittorie

Pubblicato

del

Tre su tre. L’Udinese centra la terza vittoria consecutiva, superando il Sassuolo in casa nel ‘lunch match’ dell’ultima gara del girone d’andata. Finisce 3 a 0 al termine di una gara sbloccata subito dai bianconeri, e in cui il Sassuolo non riesce mai a incidere veramente. In vantaggio con un colpo di testa di Okaka al 14′ del primo tempo, l’Udinese abbassa il ritmo in avvio di ripresa e lascia campo a un Sassuolo mai veramente pericoloso, prima di mettere al sicuro il risultato con una conclusione dalla fascia sinistra di Sema nell’angolino lungo. Allo scadere, una perla di De Paul impreziosisce la vittoria gia’ in tasca.

Doveva essere una panchina a tempo, perchè Luca Gotti di fare il tecnico a tempo pieno della prima squadra ha sempre detto di non avere voglia. Eppure l’Udinese, ereditata malconcia da Tudor, ora viaggia a ritmi da big e quel vice schivo e timido che non cerca gloria adesso e’ il fenomeno dei friulani. 52 anni, originario della provincia di Rovigo, allenatore che ama lavorare dietro le quinte, Gotti continua a voler essere inquadrato come secondo ( “andiamo avanti settimana dopo settimana”), il ruolo per il quale era stato chiamato a Udine proprio per affiancare Tudor, lui che nella stagione precedente era stato collaboratore di Maurizio Sarri al Chelsea, e in passato anche di Roberto Donadoni, prima al Parma e poi al Bologna. A Udine si e’ messo a disposizione della societa’ nel momento del bisogno, subentrando come “traghettatore”. Ma il suo destino, ora che nella squadra in campo si vede tutta la mano del suo lavoro, appare quanto mai saldo proprio su quella panchina da primo allenatore, inchiodato almeno fino a fine stagione. Anche il 3-0 sul Sassuolo non scompone troppo Gotti, l’uomo del miracolo, che resta serio e schivo, sicuramente non animato dall’ambizione di diventare primo allenatore, come ha chiarito piu’ volte, macinando punti su punti ha portato i bianconeri al giro di boa del campionato con una classifica che segna 24 punti gia’ in tasca. Nove quelli raccolti solo nelle ultime tre gare. “Il 3-0 finale non deve nascondere una partita non facile. Il Sassuolo ha cercato di rendersi pericoloso sempre. Noi, forti di un vantaggio iniziale, abbiamo avuto il merito di una grande solidita’ ma possiamo fare meglio nella gestione della palla” l’analisi senza troppi fronzoli del nuovo successo. “Abbiamo detto in passato che la fine del girone d’andata da’ una sorta di soglia psicologica: sotto i 20 punti e’ allarme, sopra i 20 punti piu’ o meno tranquillita’. Ma l’Udinese sa che ha da fare 19 partite. Possono essere lunghissime ma anche una grande opportunita’ per dare dimostrazione di grande qualita’. E’ questo che dobbiamo costruirci. Il campionato va affrontato con calma” aggiunge. La salvezza “e’ piu’ o meno attorno ai 40 punti. Ancora non li abbiamo e fino a quel momento discutiamo come intraprendere un cammino virtuoso. Dopo i 40 punti ne parliamo”, ha aggiunto con la sua ormai proverbiale prudenza, convinto che “la squadra possa migliorare diverse cose. Nei momenti in cui siamo riusciti a mettere in campo aggressivita’ abbiamo creato difficolta’ al nostro avversario. Dopo il primo gol abbiamo perso quel pizzico di aggressivita’ che fa la differenza e concesso metri al Sassuolo. De Paul? “Quello visto oggi credo sia forse il migliore della stagione. Quanto a me – chiude con modestia -, sono consapevole del mio ruolo e di quella che e’ la mia posizione. Stiamo facendo questo percorso insieme”. Di sicuro il numero uno e’ proprio Gotti, che da vice si sta prendendo la scena.

Advertisement

Sport

Marino: campionato squilibrato da anni, troppa disparità fatturati e ricavi

Pubblicato

del

“Il nostro campionato non è equilibrato da diversi anni, ci sono disparità di fatturati e ricavi, non è una questione di oggi. Però è stato un bel campionato per quanto riguarda lo spettacolo offerto dalle squadre e anche per certe novità tecnico-tattiche. L’Inter ha ripercorso il campionato del Napoli dell’anno scorso. A volte ci sono anche i demeriti che determinano certi divari in classifica. Demeriti di alcune squadre che dovevano fare e non hanno fatto”. Così ai microfoni di Radio Anch’io Sport su Rai Radio 1 Pierpaolo Marino, decano dei dirigenti sportivi italiani, sul campionato di Serie A ormai alle ultime curve, a quattro giornate dalla fine. Si dovrebbe tornare a un campionato a 18 squadre? “Ho fatto tanti anni con l’Avellino e con il Napoli con campionati a 16 squadre. Sia a 16 che a 18 squadre sono campionati che nella loro brevità non fanno emergere i reali valori tecnici. Una sconfitta determinava una classifica in maniera inappellabile. Sono contrario alla riduzione delle squadre. I format migliori sono la Premier e la Liga, tutti campionati a 20 squadre che non vanno a ridurre l’organico. A mio avviso, quello attuale è il format giusto”.

Continua a leggere

In Evidenza

Napoli bello, Roma fortunata: è pari al Maradona

Pubblicato

del

– Napoli e Roma si annullano nella sfida valevole per la 34 giornata di Serie A. Al Maradona finisce 2-2 una bella sfida, accesa ed emozionante soprattutto nella ripresa: apre Dybala su rigore, Olivera e Osimhen (altro rigore) la ribaltano, poi nel finale il prezioso ritorno al gol di Abraham permette ai giallorossi di tornare a casa con un punto abbastanza importante per la corsa alla Champions League. La squadra di De Rossi sale a 59 punti restando a -4 dal Bologna, ma vede accorciare l’Atalanta che ora e’ dietro di sole due lunghezze e con una gara da recuperare. Amaro in bocca invece per gli uomini di Calzona, che scivolano a -5 dal settimo posto della Lazio.

La prima nitida occasione del match capita al 6′ in favore dei giallorossi (sara’ l’unica del primo tempo), quando da corner del solito Dybala arriva una sponda area di Mancini che pesca Pellegrini, il cui colpo di testa termina di poco alto sopra la traversa. Dopo una prima parte di gara giocata a ritmi bassi da ambo le squadre, i partenopei provano a crescere dalla mezz’ora: Osimhen tenta da posizione defilata trovando la respinta di Svilar, graziato invece poco piu’ tardi da Anguissa che sbaglia tutto a tu per tu.

Al 40′ si fa vedere Kvaratskhelia con il suo classico destro a giro, deviato in tuffo ancora da un attento Svilar, mentre a pochi istanti dal riposo un colpo di testa di Di Lorenzo sfila di poco a lato. Nella ripresa il Napoli continua nella propria produzione offensiva, ma al 56′ e’ ancora decisivo un intervento di Svilar ad evitare il possibile vantaggio di Lobotka. Passano un paio di minuti e, dall’altra parte, e’ invece la Roma a trovare l’episodio per sbloccare: Azmoun va giu’ in area a contatto con Jesus, l’arbitro fischia il penalty e Dybala lo trasforma alla perfezione nell’1-0 ospite.

Gli azzurri non ci stanno e al 64′, grazie ad un pizzico di fortuna, la pareggiano con Olivera: l’esterno calcia di mancino da fuori area, Kristensen devia e di fatto mette fuori causa Svilar che stavolta non puo’ nulla. Il match prende ritmo e i partenopei in particolare ritrovano morale, sfiorando il vantaggio al 73′ con Osimhen, che svernicia Mancini in velocita’ ma trova un miracoloso Svilar davanti a se’. Nel finale succede di tutto: Osimhen porta avanti il Napoli grazie ad un calcio di rigore fischiato dopo un contatto tra Renato Sanches e Kvaratskhelia (decisivo intervento del Var), poi all’88’ la Roma trova il nuovo pari con un colpo di testa di Abraham, che segna dopo una sponda aerea da corner di Ndicka ed esulta dopo un altro intervento del Var (gol inizialmente annullato per offside).

Continua a leggere

Sport

30 anni senza Ayrton Senna, nel mondo saudade senza fine per un mito dell’automobilismo

Pubblicato

del

“Un giorno che non sarà mai dimenticato dai brasiliani” titolava ‘O Globo’. E non era per celebrare la vittoria in uno dei cinque mondiali conquistati dalla nazionale del paese dove il futebol’ è un’autentica religione. No, era riferito al prossimo 1 maggio, quando saranno 30 anni dalla scomparsa, quel tragico giorno del 1994 a Imola, di Ayrton Senna. Un idolo nel suo paese, ma una icona mondiale il cui mito vive anche nelle generazioni che i prodigi del pilota non hanno potuto ammirare. Per capire cosa significhi tuttora per i suoi connazionali il ‘tricampeao’ del mondo della formula uno, morto a soli 34 anni, basta andare al cimitero di Morumbi (il quartiere dell’alta borghesia di San Paolo, di cui Senna faceva parte) dove è sepolto.

Caro Ayrton, un libro di Anna Maria Chiariello a 25 anni dalla scomparsa del grande Senna

Lì, vicino alla lapide coperta dai fiori, c’è un albero che ‘custodisce’ le testimonianze lasciate dai visitatori in onore del loro idolo scomparso tragicamente e troppo presto, ci sono anche pezzi di carta con preghiere e invocazioni, quasi degli ex voto con scritto “proteggimi” o “fammi trovare un lavoro”. Proprio così, perché Senna per tanti è una divinità, e non è certo un’esagerazione il detto secondo cui non esiste brasiliano dai 40 anni in poi che non si ricordi cosa stesse facendo in quel momento, quando da Imola arrivò la terribile notizia. Ayrton Senna è un sentimento, non solo saudade ma fede, amore, qualcosa, anzi qualcuno, che non potrà mai essere dimenticato, e in Brasile ancora oggi le sue 161 gare disputate vengono analizzate una per una, per capire quale fosse il suo segreto, oltre al talento che Dio, nel quale Ayrton credeva fortemente, gli aveva donato.

Sono giorni che a Rio, San Paolo, Porto Alegre e in ogni altro angolo del Brasile si parla e si scrive di Senna, non solo dei 30 anni dalla sua morte, ma anche, è successo a marzo, dei 40 anni dal suo esordio in F1 con la Toleman, e subito “fu l’inizio di un amore – hanno scritto i giornali locali – e della sua consacrazione”. I grandi network nazionali hanno ricordato che Senna è stato il modello di Lewis Hamilton, sette volte campione del mondo, che non ha mai nascosto l’amore per il Brasile e per quel fenomenale campione di cui possiede un casco, mentre il fenomeno di oggi, Max Verstappen ha ricordato che “le vetture di allora erano molto differenti, e sono certo che se Senna corresse oggi guiderebbe in modo diverso. Ma vincerebbe ugualmente”.

Al Corinthians, squadra del cuore del pilota è stato chiesto, in vista del trentennale di Imola, per onorare le memoria del suo tifoso così speciale di riutilizzare la maglia di qualche stagione fa, quando al posto della scritta dello sponsor sul petto dei giocatori del ‘Timao’ era stato stampato l’autografo di Senna. Intanto alcuni facoltosi appassionati stanno partecipando all’asta per acquistare la Honda NSX che Ayrton utilizzava per spostarsi nei periodi che trascorreva in Portogallo.

Apparteneva ad una persona di nazionalità britannica, di cui non si è fatto il nome, che ora l’ha messa in vendita, al prezzo base di 500mila sterline, circa 580mila euro. In Brasile non se la vogliono far sfuggire, e sarà una sfida all’ultimo real. Intanto, e soprattutto, rimane quel volto che è anche su tanti murales, amato da tutti e sinonimo di 41 gran premi vinti e tre titoli mondiali. Una striscia che avrebbe potuto continuare chissà fino a quando, ma il destino ha deciso diversamente. Di sicuro Ayrton Senna continua a vincere nei cuori della gente.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto