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Il Turismo torna ai Beni Culturali dopo la “allegra” parentesi leghista

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La delega del Turismo torna al ministero dei Beni culturali. È questa la principale innovazione del dl sul riordino dei ministeri che ieri è stato definitivamente approvato dall’aula della Camera, dove il governo lo ha blindato con la fiducia: 331 i sì, 209 i no. Nel voto definitivo sul testo 285 voti a favore e 155 contrari.
Dunque, non sarà più il ministero dell’Agricoltura ad occuparsi di turismo, come accadde nel primo governo Conte. Al Mibact, come avveniva fino al governo Gentiloni, tornano dunque tutte le competenze e le risorse economiche ed umane in materia. Insomma Giuseppe Conte I ha tolto le competenze del Turismo ai Beni Culturali, Giuseppe Conte II gliele restituisce. Non sappiamo quanto è costato agli italiani questa sceneggiata (magari i giudici della Corte dei Conti vorranno saperlo?), ma noi possiamo spiegarvi perché accadde. Secondo quanto emerse all’epoca delle spartizione delle poltrone ministeriali del governo Conte I, quello M5S-Lega, le competenze del turismo andarono inizialmente al ministro dell’Ambiente, il generale dei carabinieri (Forestale) Sergio Costa. Solo che la Lega si impuntò, perchè riteneva di aver incassato poche poltrone di prima fascia e pochissima di sottobosco governativo,  e allora volle fortissimamente volle le deleghe del Turismo. E allora ci si inventò di dare la delega al Turismo al ministero dell’Agricoltura. Dice: ma che c’azzecca? All’epoca ci fu una spiegazione plausibile, addirittura una questione di competenza e competenze. Il ministro dell’Agricoltura, Gianmarco Centinaio, era stato direttore di una agenzia di viaggio e pertanto le sue competenze sul Turismo italiano erano naturali. Dunque il settore Turismo fu tolto ai Beni Culturali, non assegnato all’Ambiente e girato al ministero dell’Agricoltura. Ora è tornato tutto al suo posto. Nel frattempo Gianmarco Centinaio (nella foto in evidenza) ha avuto il tempo di fare tutte le nomine negli enti che dipendendo dalla Direzione Generale Turismo: dal direttore dell’Enit al sito Internet a tutte le società satelliti. Una grande abbuffata. Il primo a beneficiarne fu Giorgio Palmucci. Il nuovo capo dell’Enit, ovvero quello che era il capo di Centinaio quando lavorava al Club Med come manager. Ve l’immaginate la collaborazione tra Palmucci e il ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini?

Dal Club Med all’Enit, Palmucci chiamato a rilanciare il settore turismo diventato una appendice del ministero dell’Agricoltura

Con il riordino di queste ore c’è anche il via libera alla assunzione al Mibact a tempo indeterminato di 150 unità di personale non dirigenziale, ed all’uso di personale della società Ales Spa nelle more dell’espletamento delle procedure concorsuali autorizzate per i servizi di vigilanza. Per quanto riguarda i musei, i proventi derivanti dalla vendita dei biglietti all’ingresso degli istituti e luoghi di cultura appartenenti o in consegna allo Stato, sono destinati anche alla fruizione degli stessi musei mediante una riassegnazione.
Novità anche in tema di grandi eventi sportivi. Arriva il Commissario straordinario per le finali della Coppa del mondo e dei campionati mondiali di sci alpino.

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Solito Napoli, l’Udinese pareggia a fine partita e spera ancora nella salvezza

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Pareggio amaro per il NAPOLI, che nel finale viene ripreso dall’Udinese non andando oltre l’1-1 sullo stesso campo dove, poco più di un anno fa, conquistava il terzo scudetto della sua storia. Al momentaneo vantaggio siglato da Osimhen ha risposto nel finale Success, firmando un pari che concede ancora speranza in ottica salvezza per il club friulano.

Avvio di palleggio da parte degli azzurri, che al 16′ lanciano il primo segnale di pericolo con la punizione dalla trequarti battuta forte da Lindstrom verso la porta e disinnescata da Okoye. Gara che fatica tuttavia ad accendersi, con un’Udinese ordinata e che al 34′ si affaccia in avanti trovando la conclusione dalla distanza di Samardzic che fa girare il sinistro ma non trovando lo specchio difeso da Meret. Bianconeri pericolosi, così come al 44′, con Bijol che raccoglie un pallone sporco in area e calcia in girata spedendolo però di poco largo. Il pareggio reggerà fino al 51′, con Politano che dalla destra mette il cross velenoso sul quale arriva Osimhen che di testa batte Okoye e porta avanti il NAPOLI. Udinese in svantaggio ma pronta a rispondere, dopo meno di dieci minuti, con il neo entrato Davis che si accentra dalla destra e lascia partire il tracciante mancino sul quale è reattivo Meret in tuffo.

 

Finale di partita in cui la formazione di Cannavaro aumenta possesso e transizioni avanzate, lasciando maggiore spazio al NAPOLIche all’80’ troverebbe anche il 2-0, ancora con Osimhen, pescato però in posizione di offside dal Var. Partenopei in gestione nei cinque minuti di recupero conclusivi ma al 92′ è Success a firmare il pari ai bianconeri, con il cambio di campo di Zemura a servire Kristensen che dalla corsia di destra serve l’assist per aggancio e girata vincente del numero 7. È proprio il primo gol in campionato dell’attaccante nigeriano a regalare un punto importante in chiave salvezza all’Udinese di Cannavaro, con il NAPOLI che viene così condannato al terzo pareggio nelle ultime quattro partite.

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L’Italia: terra di santi, poeti, navigatori… e commercialisti

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L’Italia, patria di santi, poeti, navigatori e… commercialisti? Sembrerebbe proprio di sì, se guardiamo ai dati recentemente pubblicati dalla Fondazione nazionale di ricerca dei commercialisti. Nel loro rapporto annuale sull’albo della categoria professionale, emerge un trend in crescita che potrebbe far sorridere gli amanti delle espressioni stereotipate sul popolo italiano.

Nel corso del 2023, il numero di nuovi iscritti alla professione di commercialista ha registrato un significativo incremento, con ben 1.864 nuovi membri che hanno varcato la soglia dell’Albo. Ma non è tutto: sono state anche costituite 161 nuove Società tra professionisti, segno di un interesse sempre più vivo per questa professione.

Secondo i dati riportati, rispetto al 2007, anno cruciale che ha segnato la formazione dell’Albo unico tra dottori e ragionieri, il numero degli associati è aumentato del 12%, raggiungendo la considerevole quota di 120.424. Una crescita significativa, che testimonia l’importanza e la rilevanza che questa figura professionale continua a rivestire nell’ambito economico italiano.

Ma non è solo il numero degli iscritti a destare interesse. Anche la composizione della professione sta subendo delle trasformazioni. Secondo il rapporto, al 31 dicembre scorso le professioniste hanno raggiunto il 33,8%, mentre i giovani rappresentano il 14,7% della platea professionale. Un segno di cambiamento e di inclusione che caratterizza il tessuto dei commercialisti italiani.

Tuttavia, non mancano le sfide. Se da un lato si registra una crescita costante degli iscritti, dall’altro si osserva un rallentamento in alcune aree geografiche. Le regioni settentrionali e centrali, ad esempio, mostrano un tasso di crescita inferiore rispetto agli anni precedenti, mentre nelle regioni meridionali si assiste addirittura a un’inversione di tendenza.

Il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Elbano de Nuccio, interpreta questi dati come una testimonianza della resilienza della professione di commercialista in un momento di crisi per molti altri settori professionali. La crescita costante e il recupero del reddito medio negli ultimi due anni dimostrano, secondo de Nuccio, la solidità e la dinamicità di questa figura professionale.

Insomma, se l’Italia è stata storicamente celebrata per i suoi santi, poeti e navigatori, sembra che ora i commercialisti abbiano conquistato un posto di rilievo nella narrazione del paese. Forse è proprio vero quello che si dice: in Italia c’è posto per tutti, anche per i numeri e le cifre.

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Cronache

Sette alberi di magnolia: il regalo di Francesco Borrelli e di sua mamma alla città di Napoli

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Sette alberi di magnolia piantati in piazza Carlo III a Napoli: è il regalo che il deputato dei Verdi Francesco Emilio Borrelli e sua madre Diana hanno voluto fare alla città di Napoli in occasione dei loro rispettivi compleanni. Francesco Borrelli ha infatti compiuto 50 anni e sua mamma 80: un bel modo davvero di festeggiare, con un gesto d’amore nei confronti della propria città.

 

 

 

Alla cerimonia di piantumazione anche il sindaco Gaetano Manfredi e alcuni cittadini che hanno voluto salutare il bel gesto. “È anche un invito, ha detto l’onorevole Borrelli, a rendere Napoli sempre più verde”. Le sette magnolie adesso contribuiscono a dare ombra e ristoro a chi attraversa la piazza napoletana.

 

 

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