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Cronache

Quindicenne di Torino denuncia: aggredita e picchiata perchè sono lesbica

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“Mi ha dato un pugno sul volto e poi mi ha presa a manate sul costato”. È la denuncia di una 15enne, i capelli molto corti e addosso vestiti da uomo, che ha raccontato di essere stata picchiata, in centro a Torino, “perchè lesbica”. Immediata la solidarieta’ dal mondo politico, con il Comune di Torino e la Regione Piemonte che si schierano al fianco della ragazza insieme all’Arcigay. L’aggressione, resa nota soltanto oggi, martedì scorso, intorno alle 8, vicino alla fermata della metropolitana davanti alla stazione di Porta Nuova. “Stavo prendendo il bus per andare a scuola, quando un uomo sulla trentina mi ha insultata e presa a pugni. Io, che faccio boxe, ho provato a difendermi. Poi sono scappata. Nessuno, tra i passanti che hanno assistito al scena, mi ha aiutata”. La giovane è stata medicata all’ospedale Molinette. “Ha un occhio viola – dice la madre – ed e’ molto scossa. Sin da piccola, e’ stata vittima di bullismo per il suo orientamento sessuale e per i suoi modi mascolini. I compagni la prendevano in giro, le dicevano ‘lesbica, fai schifo’. Da quando ha accettato di avere una cotta per una ragazza, pero’, l’ho vista felice”. “La lesbofobia, cosi’ come l’omofobia e la transfobia, sono mali che attanagliano la nostra societa’ e da cui fatichiamo a liberarci – commenta l’assessore ai Diritti del Comune di Torino, Marco Giusta – Serve una legge nazionale, che garantisca non solo la persecuzione del reato, ma che crei una trasformazione culturale diffusa, a iniziare dalle scuole. Nel frattempo bisogna lavorare per costruire una societa’ che non stia ferma davanti a certi gesti”. Parla di un “grave episodio di intolleranza e di ignoranza” l’assessore ai Diritti civili della Regione Piemonte, Roberto Rosso: “Ci troviamo di fronte a un atto che ferisce la liberta’ di coscienza individuale nella sua sfera piu’ profonda: un gesto di prevaricazione che non deve trovare alcuna forma di giustificazione”. La ragazza ha riferito di essersi rivolta alle forze dell’ordine; nelle prossime verranno svolti degli accertamenti. “Questo non e’ il primo caso di violenza a sfondo lesbofobico, omofobico e transfobico avvenuto quest’anno in citta’”, ricorda Riccardo Zucaro, presidente dell’Arcigay di Torino, che esprime piena “solidarieta’ e sostegno” alla giovane. Come associazione, aggiunge, “vogliamo non solo denunciare l’accaduto, ma muoverci per poter arginare il piu’ possibile questi fatti”.

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Cronache

Bambino investito e ucciso alla periferia di Perugia

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Un bambino di pochi anni è morto dopo essere stato investito in strada alla periferia di Perugia. L’incidente è avvenuto nella zona di San Sisto. Sono in corso accertamenti della polizia locale per ricostruire quanto successo.

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Eredità Agnelli: disposti sequestri per 74 milioni

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E’ stato disposto dalla procura di Torino un sequestro di beni preventivo per 74 milioni di euro nell’ambito dell’inchiesta che ruota intorno all’eredità di Gianni Agnelli. Il provvedimento riguarda i fratelli John, Lapo e Ginevra Elkann, il commercialista Gianluca Ferrero e il notaio svizzero Urs Robert Von Gruenigen.

Il sequestro è stato disposto da un gip del tribunale di Torino su richiesta della procura ed è finalizzato alla confisca, anche per equivalente, di beni mobili e immobili fino a 74,8 milioni. A eseguire il provvedimento è stata incaricato il nucleo di polizia economico-finanziaria di Torino della guardia di finanza. Il fascicolo è aperto per dichiarazione fraudolenta e truffa ai danni dello Stato.

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Cronache

Camorra: il pentimento shock di Luisa De Stefano, la boss del rione Pazzigno

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È un vero colpo di scena quello che emerge dalle aule di giustizia napoletane: Luisa De Stefano, leader indiscussa del gruppo camorristico delle “pazzignane”, ha deciso di collaborare con la giustizia dopo otto anni di detenzione. La notizia, riportata oggi dal Corriere del Mezzogiorno, getta nuova luce sulle dinamiche criminali di San Giovanni a Teduccio, rione di Napoli Est, dove il gotha della camorra era solito emettere le sue sentenze di morte.

Il nome di Luisa De Stefano è stato associato a crimini. Siamo in un quartiere dove sono stati commessi due omicidi di spicco  nel 2016: quello di Francesco Esposito, affiliato al gruppo Piezzo, e di Raffaele Cepparulo, scissionista del rione Sanità. Quest’ultimo agguato, avvenuto in un circolo ricreativo di via Cleopatra, costò la vita anche all’innocente Ciro Colonna, appena 19enne. De Stefano, durante una serie di udienze, ha ammesso le proprie responsabilità e ha iniziato a fornire dettagli preziosi sul ruolo del suo gruppo e dei clan rivali.

Secondo le prime dichiarazioni della neo pentita, le riunioni per decidere le sorti delle vittime avvenivano su una scala condominiale, fuori dall’abitazione di Ciro Rinaldi, storico capo dell’omonimo clan. Luisa De Stefano, tuttavia, poteva permettersi il lusso di dare del tu ai capi della malavita e di partecipare attivamente alle decisioni di vita e di morte.

Il suo pentimento, consumato in due udienze consecutive, potrebbe rappresentare un duro colpo per il cartello criminale di Napoli Est e segnare un’importante svolta nelle indagini della Direzione Distrettuale Antimafia.

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