Collegati con noi

Cronache

Fatture false, i genitori di Renzi condannati in primo grado a 1 anno e 9 mesi di reclusione

Pubblicato

del

I genitori di Matteo Renzi, Tiziano Renzi e Laura Bovoli, sono stati condannati per due fatture false dal tribunale di Firenze a 1 anno e 9 mesi a testa, con la sospensione condizionale della pena, e il loro co-imputato, il re degli outlet Luigi Dagostino, a 2 anni. Per i coniugi Renzi e’ la prima condanna subita nelle loro varie vicissitudini giudiziarie ma, come ha commentato a caldo Tiziano, “ho il dovere di credere nella giustizia italiana, oggi piu’ che mai. E continuo a farlo anche se con grande amarezza”. Poi su Fb Renzi senior ha ringraziato chi gli manifestava vicinanza. I suoi difensori hanno annunciato ricorso in appello: le prestazioni furono fatte e pagate, dicono. Anche Luigi Dagostino fara’ appello.

Diversamente dai Renzi, l’imprenditore ha seguito le udienze in aula e ha ascoltato la sentenza di persona ma dopo non ha voluto commentare. Resta pero’ rilevante la sua deposizione quando ha ricordato, come emerso pure da intercettazioni, che pativa “sudditanza psicologica” e che non riteneva opportuno discutere con Tiziano Renzi, padre del premier, uno sconto sugli importi.

Dunque, il giudice Fabio Gugliotta nella sentenza – tra 90 giorni le motivazioni – mostra la sua convinzione che all’ombra dell’outlet The Mall di Reggello (Firenze), meta del turismo del lusso, specie orientale (tanti giapponesi), si sia consumato un reato tipico di impresa: l’emissione di fatture false per giustificare passaggio di denaro. All’apparenza reato fatto per evadere il fisco, come di solito, ma il pm Christine von Borries ha fatto capire di non escludere fini extra-tributari.

Nel processo sono state trattate due fatture: una da 20.000 euro, l’altra da 140.000. Le hanno emesse nel 2015 societa’ riferibili ai Renzi, Party e Eventi 6 e sono state pagate dalla Tramor amministrata da Dagostino fino al giugno 2015, poi passata alla holding del lusso Kering.

Il pm von Borries e’ convinta che le prestazioni delle fatture non siano mai state fatte. Sono una consulenza per un’area ristorazione e un’altra per portare turisti asiatici a The Mall. La Gdf non ha trovato ne’ lettere di incarico ne’ elaborati nelle perquisizioni. E anche i testi non hanno dato riscontri in tal senso. Il giudice ha creduto alla tesi dell’accusa. Ora le difese puntano sull’appello facendo rilevare, come dice l’avvocato Federico Bagattini, difensore di Tiziano Renzi, che “il giudice ha applicato il minimo della pena ritenendo il fatto contestato non grave”. Anche il legale di Luigi Dagostino, avvocato Alessandro Traversi, aspetta l’appello: “E’ stata pronunciata una condanna per operazioni inesistenti che, invece, ci sono state e sono state pagate. Noi, comunque, contiamo di avere in appello un’assoluzione con formula piu’ ampia che ritengo essere la cosa giusta”. Dagostino e’ stato condannato anche per truffa aggravata per aver sollecitato alla nuova dirigenza Tramor il pagamento della fattura da 140.000 euro.

Advertisement

Cronache

Bambino investito e ucciso alla periferia di Perugia

Pubblicato

del

Un bambino di pochi anni è morto dopo essere stato investito in strada alla periferia di Perugia. L’incidente è avvenuto nella zona di San Sisto. Sono in corso accertamenti della polizia locale per ricostruire quanto successo.

Continua a leggere

Cronache

Eredità Agnelli: disposti sequestri per 74 milioni

Pubblicato

del

E’ stato disposto dalla procura di Torino un sequestro di beni preventivo per 74 milioni di euro nell’ambito dell’inchiesta che ruota intorno all’eredità di Gianni Agnelli. Il provvedimento riguarda i fratelli John, Lapo e Ginevra Elkann, il commercialista Gianluca Ferrero e il notaio svizzero Urs Robert Von Gruenigen.

Il sequestro è stato disposto da un gip del tribunale di Torino su richiesta della procura ed è finalizzato alla confisca, anche per equivalente, di beni mobili e immobili fino a 74,8 milioni. A eseguire il provvedimento è stata incaricato il nucleo di polizia economico-finanziaria di Torino della guardia di finanza. Il fascicolo è aperto per dichiarazione fraudolenta e truffa ai danni dello Stato.

Continua a leggere

Cronache

Camorra: il pentimento shock di Luisa De Stefano, la boss del rione Pazzigno

Pubblicato

del

È un vero colpo di scena quello che emerge dalle aule di giustizia napoletane: Luisa De Stefano, leader indiscussa del gruppo camorristico delle “pazzignane”, ha deciso di collaborare con la giustizia dopo otto anni di detenzione. La notizia, riportata oggi dal Corriere del Mezzogiorno, getta nuova luce sulle dinamiche criminali di San Giovanni a Teduccio, rione di Napoli Est, dove il gotha della camorra era solito emettere le sue sentenze di morte.

Il nome di Luisa De Stefano è stato associato a crimini. Siamo in un quartiere dove sono stati commessi due omicidi di spicco  nel 2016: quello di Francesco Esposito, affiliato al gruppo Piezzo, e di Raffaele Cepparulo, scissionista del rione Sanità. Quest’ultimo agguato, avvenuto in un circolo ricreativo di via Cleopatra, costò la vita anche all’innocente Ciro Colonna, appena 19enne. De Stefano, durante una serie di udienze, ha ammesso le proprie responsabilità e ha iniziato a fornire dettagli preziosi sul ruolo del suo gruppo e dei clan rivali.

Secondo le prime dichiarazioni della neo pentita, le riunioni per decidere le sorti delle vittime avvenivano su una scala condominiale, fuori dall’abitazione di Ciro Rinaldi, storico capo dell’omonimo clan. Luisa De Stefano, tuttavia, poteva permettersi il lusso di dare del tu ai capi della malavita e di partecipare attivamente alle decisioni di vita e di morte.

Il suo pentimento, consumato in due udienze consecutive, potrebbe rappresentare un duro colpo per il cartello criminale di Napoli Est e segnare un’importante svolta nelle indagini della Direzione Distrettuale Antimafia.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto