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Politica

Per l’Italia in Ue spunta anche l’ipotesi Economia

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“Nulla e’ deciso fino a quando tutto l’insieme non sara’ stato definito”. L’entourage di Ursula von der Leyen, mutuando un leitmotiv usato in questi anni per l’accordo di divorzio sulla Brexit, sintetizza cosi’ lo scenario in cui si muove la presidente eletta per la composizione della sua futura squadra di governo. In effetti, con l’Italia che a tutt’oggi resta appesa al voto della piattaforma Rousseau per l’ok al Conte bis e con alcune candidature controverse, come quella del ministro della Giustizia ungherese Laszlo Trocsanyi, destinate ad una probabile bocciatura al Parlamento europeo, la matassa, almeno in parte, e’ ancora da sbrogliare. Di certo von der Leyen ha affrontato questi nodi in un faccia a faccia con il presidente dell’esecutivo europeo Jean-Claude Juncker, confrontandosi anche sulla possibile ricompensa da offrire a Roma, in termini di portafogli, per l’archiviazione del sovranismo leghista. Proprio Juncker giovedi’ (quando il presidente Sergio Mattarella aveva conferito l’incarico per formare il nuovo governo) aveva parlato al telefono con Giuseppe Conte per fare il punto sulla situazione politica nel Paese e parlare delle prospettive in chiave europea. Ed e’ probabile che la conversazione sia tornata anche sui desiderata italiani per l’esecutivo comunitario che si insediera’ il primo novembre: Concorrenza, Commercio, Industria, si era detto. Ma ora forse Roma potrebbe ambire a qualcosa di piu’ pesante. Qualunque sara’ il verdetto della base pentastellata, l’Italia – gia’ in netto ritardo – questa settimana dovra’ comunque indicare la sua scelta. Nel caso di un rinvio alle urne, e’ facile immaginare che dalla capitale italiana arrivi l’indicazione di una figura piu’ tecnica, come il ministro degli Esteri Enzo Moavero. Ma se il governo M5S-Pd alla fine dovesse nascere potrebbero entrare in gioco anche due ex premier, come Paolo Gentiloni o Enrico Letta, candidature con le credenziali piu’ che in regola per ottenere il pesantissimo portafogli agli Affari economici. E un’altra carta spendibile, per una staffetta italiana col francese Pierre Moscovici, potrebbe essere quella di Lucrezia Reichlin: ex direttore generale alla ricerca alla Banca centrale europea (Bce) nell’epoca Trichet, e dal 2008 professoressa alla London Business School. Il suo nome circola a Bruxelles assieme a quello del segretario generale della Farnesina Elisabetta Belloni, che come Reichlin era stata indicata come possibile premier di un governo neutrale prima della nascita dell’esecutivo giallo-verde.

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Politica

La Rai annulla il confronto televisivo tra Meloni e Schlein per le Europee

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La Rai ha annullato il previsto confronto televisivo tra la premier Giorgia Meloni e la segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, in programma per il 23 maggio. Questa decisione arriva dopo la comunicazione dell’Agcom che ha sottolineato come un confronto del genere potesse avvenire solamente con il consenso di tutti i gruppi parlamentari rappresentati, condizione non soddisfatta dato che solo quattro degli otto gruppi hanno dato il loro assenso.

Il dibattito, che avrebbe avuto luogo nel contesto delle imminenti elezioni europee e che sarebbe stato moderato dal noto giornalista Bruno Vespa, è stato cancellato per mancanza della maggioranza richiesta dall’Agcom. La decisione di annullare l’evento è stata annunciata dalla Rai attraverso una nota ufficiale in cui si spiega che “nessun confronto è possibile in assenza della maggioranza richiesta”.

La Rai ha inoltre precisato che continuerà a garantire il rispetto della par condicio nei suoi notiziari e programmi di approfondimento, seguendo le linee guida dell’Autorità di regolamentazione. Con questa mossa, il servizio pubblico italiano si impegna a mantenere un equilibrio e una correttezza nella copertura delle campagne elettorali, riconosciute e sostenute dall’Agcom.

Questo annullamento segna un momento significativo nel dibattito politico italiano, influenzando non solo la visibilità dei candidati ma anche la dinamica dell’informazione politica in vista delle elezioni europee.

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Politica

Ultima stretta sul Superbonus e tutte le nuove norme finanziarie: l’esame approfondito

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Nell’arena politica italiana, la giornata di oggi segna un passaggio cruciale con la conclusione della prima fase di esame parlamentare del decreto legge sul Superbonus al Senato. Il dibattito è stato particolarmente acceso, evidenziando le fratture interne alla maggioranza, con Forza Italia che si è distinta in opposizione a specifiche misure proposte dal governo.

Il decreto, che introduce significative modifiche normative, è stato al centro di aspre discussioni, specialmente per quanto riguarda l’introduzione della misura dello spalma-crediti su 10 anni e la retroattività di tale provvedimento per le spese del Superbonus del 2024. Inoltre, Forza Italia ha combattuto, con successo parziale, la proroga della sugar tax, supportata dal resto della maggioranza e posticipata al 1° luglio 2025.

Durante i lavori della 6a Commissione, si sono verificati momenti di tensione significativa. In particolare, Forza Italia si è astenuta durante il voto su un emendamento cruciale, che è passato solo con il sostegno del presidente della commissione, Massimo Garavaglia (Lega), e di Italia Viva, che ha giocato un ruolo decisivo. La fiducia posta dal governo sul testo è stata approvata senza sorprese con 101 voti a favore, dimostrando una solida tenuta della maggioranza nonostante le divergenze interne.

Tra le novità più rilevanti approvate, si evidenzia il fondo di 35 milioni di euro istituito per il 2025, destinato al sostegno di interventi su edifici danneggiati da sismi, non coperti da precedenti decreti. Questo si aggiunge alle modifiche alla ripartizione dei crediti di imposta e alle diverse proroghe, come quella della Plastic tax al 1° luglio 2026 e varie nuove disposizioni per le banche e le assicurazioni riguardo la gestione dei crediti del Superbonus.

Importanti anche le risorse aggiuntive destinate a migliorare la gestione delle emergenze e del demanio, con significativi aumenti di fondi destinati a vari aspetti della gestione pubblica e infrastrutturale.

Il decreto ora passerà alla Camera per l’approvazione definitiva, prevista entro il 28 maggio, in una fase in cui il governo spera di consolidare ulteriormente le misure introdotte senza ulteriori ostacoli.

In sintesi, il cammino del decreto Superbonus si dimostra emblematico delle dinamiche politiche e delle priorità economiche attuali, rappresentando un tassello fondamentale nel più ampio quadro delle politiche di incentivazione e regolamentazione fiscale italiane.

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Politica

Accolto ricorso, Ilaria Salis va ai domiciliari a Budapest

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E’ stato accolto dal tribunale di seconda istanza ungherese il ricorso presentato dai legali di Ilaria Salis che può quindi uscire dal carcere e andare ai domiciliari a Budapest. Il ricorso era stato presentato dai legali di Ilaria Salis contro la decisione del giudice Jozsef Sós che nell’ultima udienza del 28 marzo le aveva negato i domiciliari sia in Italia che in Ungheria. In appello, la richiesta è stata invece accolta e quindi la 39enne attivista milanese, candidata con Avs alle prossime Europee, potrà lasciare il carcere a Budapest dove si trova da oltre 15 mesi con l’accusa di aver aggredito dei militanti di estrema destra. Il provvedimento, che prevede il braccialetto elettronico, diventerà esecutivo non appena verrà pagata la cauzione prevista dal tribunale.

“Ilaria è entusiasta di poter finalmente uscire dal carcere e noi siamo felicissimi di poterla finalmente riabbracciare”: così Roberto Salis ha commentato la decisione del tribunale ungherese di concedere i domiciliari a sua figlia Ilaria che, dopo oltre 15 mesi, potrà lasciare il carcere dove è detenuta con l’accusa di aver aggredito dei militanti di estrema destra. “Non è ancora fuori dal pozzo – ha aggiunto ma sarà sicuramente molto bello poterla riabbracciare dopo 15 mesi, anche se finché è in Ungheria io non mi sento del tutto tranquillo”.

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