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Terra dei Fuochi, appello di una consigliera comunale di Marano ai sindaci dell’area Nord di Napoli: fronte comune contro i criminali

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Nelle scorse settimane ho inviato una lettera al Sindaco di Marano per affrontare il tema dei roghi tossici. E’ ormai quotidiano l’allarme lanciato in città da tanti e tanti cittadini preoccupati a seguito dell’aria irrespirabile tipica di quando si bruciano rifiuti. Spesso le persone sono costrette a chiudersi in casa, con questo caldo, perchè l’aria è irrespirabile a causa dei roghi tossici che vengono appiccati nei vari punti della città dal centro alle periferie. Vengono probabilmente bruciati materiali di qualsiasi genere di notte e la mattina seguente c’è una puzza tale da costringere gli abitanti a chiudere tutte le finestre per non respirare l’aria acre. E’ preoccupante davvero l’allarme lanciato quotidianamente dagli abitanti di questa Città.

Non sfugge alla scrivente lo stato di continua pericolosità dell’intera area a Nord di Napoli, per questo chiedevo al Sindaco anche a seguito del sottoscritto Patto della Terra Dei Fuochi, quali azioni siano state messe in campo per arginare questo fenomeno CRIMINALE che quotidianamente attenta alla salute pubblica di un’intera comunità. Una comunità di donne e di uomini, di bambini ed anziani sulla cui vita ogni giorno farabutti criminali pongono una pietra tombale.
E’ del tutto evidente che la situazione è divenuta insostenibile e che bisogna mettere in campo un nuovo modello di sviluppo e di gestione ambientale anche attraverso un controllo ed un monitoraggio costante, trasparente e partecipato. Ora però è il momento di dare risposte immediate alle preoccupazioni legittime della collettività.

Solo nelle ultime 24 ore ore 12 incendi nell’area metropolitana di Napoli e Caserta.
A seguito della lettera che ho scritto sono stata ricevuta dal Capitano Francesco Tessitore e dal nucleo ambientale della polizia municipale, coordinati entrambi dalla prefettura.  L’attività del nucleo ambientale si concretizza soprattutto in azione investigativa preventiva due volte al mese rispettivamente per i comuni di Marano e Calvizzano, ma senza alcuna azione sinergica con i Sindaci e le amministrazioni. La compagnia dei Carabinieri ha sottolineato che per avviare procedure reali investigative bisogna sempre denunciare non girarsi dall’altra parte verso comportamenti sospetti di soggetti farabutti, spesso quando si interviene è già tardi.
Lanciamo quindi un appello a tutti i SINDACI DELL’AREA A NORD DI NAPOLI affinchè si avviino indagini capillari e controlli preventivi su tutti i siti di stoccaggio dei rifiuti. E’ del tutto evidente che si utilizza la combustione per distruggere quei rifiuti speciali che dovrebbero trovarsi altrove, quei rifiuti portatori di sporchi interessi.
E’ prioritaria un’azione congiunta di tutti i Sindaci dell’area nord per mettere in campo tutte le azioni e fermare la mano criminale che per loschi interessi sta bruciando questa terra e con essa la nostra vita
Bisogna inoltre che i Sindaci avviino una mappa dettagliata delle aree incendiate su aree urbane, strade e campagne abbandonate in modo da poter individuare anche le conseguenze e le problematiche causate dal fuoco incombenti su aree abitate.
A Marano a breve partirà il bando di gara per la videosorveglianza, ma è ancora del tutto insufficiente ed ora è il momento di dare risposte.
I Sindaci dell’area Nord non possono rimanere sordi a questo grido di allarme. Convochino un tavolo immediato , la città metropolitana passa per questi temi e queste pratiche.
I Sindaci escano dal loro letargo e mattano in campo azioni immediate. La criminalità si combatte con scelte politiche chiare e nette- Tutelino la salute pubblica delle loro comunità e restituiscano salubrità e bellezza ai territori devastati e stuprati.
Questo silenzio assordante è inaccettabile

Stefania Fanelli, consigliere comunale del Comune di Marano

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Oltre 100 intossicati alla marcia del primo maggio a Valdagno: sospette due fontane non collegate all’acquedotto

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Salgono a oltre 100 le persone rimaste intossicate dopo aver partecipato a una marcia podistica tenutasi lo scorso primo maggio a Valdagno. Nessuno dei pazienti risulta in condizioni gravi, ma l’improvviso e massiccio afflusso al pronto soccorso dell’ospedale cittadino ha fatto scattare immediatamente l’allarme tra le autorità sanitarie locali.

Dalle prime verifiche condotte dal Servizio di Igiene e Sanità Pubblica dell’Ulss 8 Berica, è emerso un elemento comune tra i partecipanti: tutti si erano abbeverati in alcune fontane private, non collegate all’acquedotto pubblico. Sospettate di essere all’origine dell’intossicazione sono due fontane: quella dei Masteghini (o fontana del Cengio) e quella della Fanana.

Vietato l’uso di due fonti: ordinanza del sindaco

In via precauzionale, il sindaco di Valdagno ha firmato un’ordinanza che vieta l’utilizzo dell’acqua delle due fontanein questione, in attesa dei risultati delle analisi. L’origine della possibile contaminazione potrebbe essere riconducibile alle piogge intense delle scorse settimane, che avrebbero compromesso la qualità delle acque sorgive non protette.

Nel frattempo, campioni d’acqua sono stati prelevati e inviati ai laboratori per essere analizzati. I risultati sono attesi nei prossimi giorni e chiariranno se vi sia presenza di agenti patogeni o sostanze contaminanti.

L’Ulss 8 invita la popolazione a non utilizzare acqua proveniente da fonti non controllate, specialmente durante eventi pubblici. Le persone che dovessero manifestare sintomi gastrointestinali sono invitate a rivolgersi immediatamente al proprio medico o al pronto soccorso.

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Settala, orrore in casa: uccide la moglie a coltellate, la figlia di 10 anni chiama i soccorsi: papà ha ucciso mamma

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“L’ho ammazzata, l’ho ammazzata”. Con queste parole, ubriaco e in stato confusionale, un uomo di 50 anni ha confessato ai carabinieri l’omicidio della moglie, accoltellata nella loro abitazione di Settala, alle porte di Milano. A lanciare l’allarme è stata la figlia di 10 anni, che ha telefonato al 118 intorno alle 23, dicendo: “Papà ha ucciso la mamma”. Una chiamata disperata che ha permesso ai soccorritori e alle forze dell’ordine di intervenire rapidamente.

Una tragedia avvenuta in camera da letto

Secondo una prima ricostruzione, la donna – 43 anni, di origine marocchina – sarebbe stata uccisa nel tardo pomeriggio, alcune ore prima della chiamata, mentre si stava preparando per andare a dormire. Indossava il pigiama e si trovava in camera da letto, dove il suo corpo è stato ritrovato senza vita, vicino a un materasso poggiato sul pavimento. L’uomo l’avrebbe colpita con una dozzina di coltellate. Il coltello è stato rinvenuto nell’abitazione, che è ora sotto sequestro.

L’uomo era ubriaco e già noto per comportamenti molesti

Quando è stato bloccato dai militari, il 50enne era in evidente stato di ebbrezza. Alcune testimonianze raccolte dai carabinieri, tra cui quella di una vicina, parlano di un uomo spesso molesto e incline all’alcol. Sul posto è intervenuto anche il pm di turno a Milano, Antonio Pansa, che nelle prossime ore chiederà al gip la convalida dell’arresto per omicidio aggravato.

La figlia sarà affidata a uno zio materno

Al centro di questa tragedia resta la piccola di 10 anni, testimone diretta dell’orrore. La bambina verrà ascoltata nelle prossime ore in un’audizione protetta, assistita da uno psicologo, come previsto dalle procedure della magistratura minorile. Sarà affidata a uno zio materno, già attivatosi per accoglierla.

Un delitto che scuote la comunità di Settala e rilancia con forza la necessità di intervenire con strumenti efficaci per la prevenzione della violenza domestica, a tutela delle donne e dei minori coinvolti.

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Lite tra giovani nel Trevigiano, un morto e un ferito grave

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Una lite tra una decina di giovani nel Trevigiano si è conclusa con la morte per accoltellamento di un 20enne, Lorenzo C.,  e il ferimento di un 22enne ricoverato in gravi condizioni all’ospedale. Due coetanei sono stati fermati dai carabinieri e portati in caserma per chiarire il loro coinvolgimento nella vicenda. Il fatto è avvenuto alle 4 di oggi nei pressi della discoteca Baita a Lago di Castelfranco Veneto. Secondo una pima ricostruzione dell’Arma i ragazzi si trovavano tutti nel locale e non si esclude che i dissapori siano nati sulla pista d ballo e poi degenerati all’esterno. Accertamenti sono in corso per ricostruire la dinamica dell’aggressione e dei motivi che hanno scatenato la lite tra un numero di giovani ancora in fase di identificazione. La vittima era residente in provincia di Padova.

I soccorsi sono stati attivati dal personale della discoteca che ha chiamato il pronto soccorso dell’ospedale. Sul posto sono quindi arrivati un’ambulanza e i carabinieri, ma al loro arrivo non è stata trovata nessuna delle persone coinvolte. I giovani feriti, infatti, si erano recati nell’ospedale castellano con mezzi propri. Il più grave è stato subito portato in sala operatoria ma è morto poco dopo. L’altro è stato anch’esso trasferito in sala operatoria e poi portato in rianimazione in prognosi riservata. Un terzo giovane ha invece riportato una ferita alla gamba e sta facendo la consulenza ortopedica al nosocomio di Montebelluna. Un quarto ragazzo ha una ferita lieve che è stata suturata e dimesso.

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