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Marocco, minacce degli islamisti contro ragazze belghe volontarie in pantaloncini: “Decapitatele”

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Un gruppo di giovani volontarie belghe e’ finito nel mirino degli islamisti del Marocco perche’ “lavorano in calzoncini corti”. Un maestro di scuola elementare ha invitato, dai social, a “decapitare le ragazze” e un senatore del Pjd – il Partito della Giustizia e dello sviluppo, il piu’ conservatore e filoislamista – ha sollevato il caso in parlamento: “Quando mai in Europa si fanno lavori in costume da bagno?”, si e’ chiesto.

Il maestro e’ stato arrestato, mentre il parlamentare ha presentato un’interrogazione al Ministro degli Interni, affinche’ esamini la documentazione e accerti la vera natura dell’iniziativa. I fatti sono accaduti in un paesino sperduto della provincia di Taroudant, nel sud-est del Marocco, ma il caso e’ scoppiato sui social.

Le ragazze, impegnate a costruire una strada, fanno parte di una associazione belga che si chiama Board e che da oltre 14 anni promuove progetti umanitari nel Paese nordafricano. Sono tutte studentesse, che hanno deciso di passare l’estate a fare volontariato. Sotto il sole di questi giorni lavorano in pantaloncini e maglietta, postando su Facebook foto e filmati. Quanto basta per sollevare critiche. Il senatore Ali El Asri ha pubblicato un commento al vetriolo: “Ma quando mai in Europa si fanno lavori di costruzione in costume da bagno?”, ha scritto. Poi, ha insistito: “Tutti sanno come in Europa il tema della sicurezza sul lavoro sia importante: i turisti non si possono avvicinare ai cantieri senza indossare elmetti, vestiti adatti e guanti”. Nel villaggio vicino a Taroudant, ha spiegato ancora il senatore, non esiste il cambio d’abiti per l’estate, perche’ “e’ una zona rurale e conservatrice”. Il maestro elementare ha quindi commentato il post: “Hai proprio ragione, le loro teste dovrebbero essere tagliate in modo che nessuno osi sfidare gli insegnamenti della nostra religione”. L’insegnante e’ stato denunciato per istigazione al terrorismo e arrestato. Il post e’ poi sparito nel giro di 24 ore, ma resta l’interrogazione al ministro. Le ragazze, intanto, sono rientrate in Belgio.

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Rubio: serve svolta nei colloqui su Ucraina al più presto

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Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump deciderà quanto tempo gli Stati Uniti dedicheranno alla risoluzione del conflitto ucraino, quindi una svolta nei negoziati “è necessaria molto presto”. Lo ha affermato a Fox News il segretario di Stato americano Marco Rubio. Le posizioni di Russia e Ucraina “si sono già avvicinate, ma sono ancora lontane l’una dall’altra – ha ricordato – ed è necessaria una svolta molto presto. Allo stesso tempo, ha proseguito Rubio, è necessario accettare il fatto che “l’Ucraina non sarà in grado di riportare la Russia alle posizioni che occupava nel 2014”. La portavoce del Dipartimento di Stato americano, Tammy Bruce, ha dichiarato durante un briefing che gli Stati Uniti restano impegnati a lavorare per risolvere il conflitto, “ma non voleremo in giro per il mondo per mediare negli incontri che si stanno attualmente svolgendo tra le due parti. Ora – ha sottolineato – è il momento per le parti di presentare e sviluppare idee concrete su come porre fine a questo conflitto. Dipenderà da loro”.

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Onu prepara ampia riforma a causa dei vincoli di bilancio

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Le Nazioni Unite stanno valutando una radicale ristrutturazione con la fusione dei team chiave e la ridistribuzione delle risorse. Lo riporta la Reuters sul suo sito, citando un memorandum riservato preparato da un gruppo di lavoro del Segretario Generale delle Nazioni Unite António Guterres. Il documento propone di indirizzare le decine di agenzie in quattro direzioni principali: pace e sicurezza, questioni umanitarie, sviluppo sostenibile e diritti umani. Tra le misure specifiche figura la fusione delle agenzie operative del Programma Alimentare Mondiale (Wfp), dell’Unicef, dell’Oms e dell’Unhcr in un’unica agenzia umanitaria.

La riforma prevede inoltre la riduzione delle duplicazioni di funzioni e la razionalizzazione del personale, incluso il trasferimento di una parte del personale da Ginevra e New York a città con costi inferiori. L’iniziativa è legata alla crisi finanziaria dell’ONU. Le proposte definitive di ristrutturazione dovranno essere presentate entro il 16 maggio.

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Siria, Israele bombarda zona palazzo presidenziale Damasco

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L’esercito israeliano ha annunciato di aver bombardato la zona del palazzo presidenziale a Damasco, dopo aver minacciato il governo siriano di rappresaglie se non avesse protetto la minoranza drusa. “Gli aerei da guerra hanno colpito la zona intorno al palazzo”, ha scritto l’esercito israeliano su Telegram.

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