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Esteri

Malesia, scandalo video omosessuale: arrestato il segretario del partito di maggioranza Anwar Ibrahim

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Farhash Wafa Salvador Rizal Mubarak, segretario politico del leader del principale partito di maggioranza malese, Anwar Ibrahim, è stato arrestato assieme ad altre due persone in relazione allo scandalo del video circolato il mese scorso in Malesia, che ritrae un rapporto omosessuale del ministro degli Affari economici Azmin Ali. Fonti legali citate dal quotidiano “Straits Times” riferiscono e Farhash, che e’ anche responsabile del suo partito per lo Stato di Perak, e’ stato prelevato ieri dalle autorita’ a Johor Baru. Farhash aveva gia’ ventilato l’ipotesi di dimissioni, nel caso gli indizi del suo coinvolgimento nello scandalo si fossero rilevati particolarmente compromettenti. Il mese scorso Haziq Haziz, segretario privato del ministro Azmin, ha confessato di essere uno degli uomini ripresi nel video, ed ha affermato che il suo partner e’ proprio il ministro. Questi, pero’, nega categoricamente.

Il ministro di Stato malese degli Affari economici, Azmin Ali, ha reso dichiarazioni alla Polizia in merito allo scandalo del video che lo vede coinvolto in un rapporto omosessuale con un altro funzionario del paese. Lo ha annunciato oggi il legale del ministro, N. Surendran. La Polizia ha contattato l’ufficio del ministro domenica, chiedendogli di rendere le dichiarazioni nell’ambito delle indagini sullo scandalo. In Malesia la sodomia e’ un reato punibile con pene detentive sino a 20 anni, e la vicenda del video, circolato in tutto il paese, ha posto in una situazione di grave imbarazzo l’esecutivo del premier Mahathir Mohamad, gia’ alle prese con gravi tensioni interne alla maggioranza di governo.

Il video divenuto virale in Malesia, che riprenderebbe un rapporto omosessuale in cui sarebbe coinvolto un ministro di Stato del governo di quel paese, e’ di nuovo al centro di furiose polemiche, dopo che Haziq – arrestato il 14 giugno – ha confessato di essere una delle due persone riprese. In un video pubblicato lo scorso 12 giugno, sulla propria pagina Facebook, Haziq fa il nome del ministro Azmin, affermando che questi non e’ qualificato per un ruolo di responsabilita’ istituzionale. Nella sua pagina Facebook, Haziq afferma di essere segretario privato di un viceministro del governo malese. Il video ha gia’ innescato una indagine della Commissione anti-corruzione ai danni del ministro. Haziq afferma che le immagini, che riprendono i due uomini nudi, sono state riprese senza il suo consenso.

Lo scandalo giunge in un contesto di debolezza della coalizione di governo malese. Il recupero di consensi goduto all’inizio dell’anno dalla federazione di partiti conservatori della Malesia, l’Organizzazione nazionale dei malesi uniti (Umno), ha intensificato l’attivismo dei leader e delle correnti interne per conseguire una posizione di prominenza nel campo dell’opposizione parlamentare malese. La lotta di potere interna all’Umno precede l’assemblea generale della federazione conservatrice, che si terra’ nel mese di novembre; in quell’occasione i membri dell’Umno assumeranno una posizione ufficiale in merito a proposte di emendamento della costituzione che proibirebbero a figure politiche condannate per reati penali di assumere posizioni di leadership nel partito. Se approvati, questi emendamenti bloccheranno il tentativo dell’ex premier Najib Razak, al centro dello scandalo dei miliardi sottratti al fondo sovrano 1Mdb, di tentare una nuova scalata dell’Umno.

 

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Esteri

Algeria, uomo rapito da un vicino di casa ritrovato dopo 30 anni

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Le autorità giudiziarie di Djelfa, 300 km a sud di Algeri, capitale dell’Algeria, hanno arrestato oggi un uomo accusato di aver sequestrato per circa trent’anni un vicino di casa, trovato ieri sera sano e salvo, seppure in stato di grave abbandono, in una buca coperta di fieno in un allevamento di pecore. Lo riferisce il tribunale di Djelfa in una nota. La Procura ha ricevuto due giorni fa, il 12 maggio 2024, tramite la divisione regionale della gendarmeria nazionale di El Guedid, una denuncia contro uno sconosciuto secondo cui il fratello del denunciante, Omar Ben Amrane, scomparso da circa 30 anni, si trovava nella casa di un loro vicino, all’interno di un recinto per le pecore”.

https://x.com/Belhassine_Bey/status/1790483411179601969

“In seguito a questa segnalazione, il pubblico ministero del tribunale di Idrissia (provincia di Djelfa) ha ordinato alla gendarmeria nazionale di aprire un’indagine approfondita e gli ufficiali di giustizia si sono recati nella casa in questione. La persona scomparsa (B.A.) è stata ritrovata e il sospetto, di 61 anni, proprietario della casa, è stato arrestato”, aggiunge la nota. “La Procura ha ordinato un trattamento medico e psicologico per la vittima e il sospetto sarà portato davanti alla Procura non appena l’indagine sarà completata”, ha precisato il tribunale.

La nota conclude sottolineando che “l’autore di questo efferato crimine sarà perseguito con tutta la severità richiesta dalle leggi della Repubblica”. Sui social algerini è diventato virale il video del ritrovamento dell’uomo, ritrovato in uno stato pietoso, con abiti trasandati e una lunga barba. Secondo quanto riportato dai media locali algerini, la famiglia della vittima riteneva in precedenza che fosse stata rapita e uccisa da gruppi terroristici islamici armati attivi in Algeria negli anni ’90, quando aveva solo 16 anni.

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Esteri

Zelensky cancella visita a Madrid prevista per venerdì

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Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ha annullato la visita che avrebbe effettuato a Madrid venerdì prossimo, secondo fonti della Casa del Re, dopo che oggi aveva annunciato l’incontro che si sarebbe svolto incontro con Filippo VI e il successivo pranzo al Palazzo Reale. Lo scrive l’agenzia spagnola Efe. Il Palazzo della Zarzuela non ha spiegato i motivi della cancellazione della visita, che sarebbe stata la prima visita bilaterale di Zelensky in Spagna e nella quale avrebbe dovuto incontrare il premier Pedro Sánchez e firmare un accordo sulla sicurezza.

Il viaggio di Zelensky avrebbe incluso il Portogallo, tappa anche questa destinata a saltare stando a Rtp, la televisione pubblica portoghese, che – senza specificare le sue fonti – indica come motivo dell’annullata visita “l’aggravarsi della situazione in Ucraina”, si legge nella homepage della Rtp.

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Economia

Brasile: il governo Lula licenzia il capo di Petrobras

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Il governo del leader brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva ha licenziato il presidente del colosso petrolifero statale Petrobras, Jean Paul Prates, dopo una disputa tra la società e l’esecutivo sul pagamento dei dividendi. “Prates è stato licenziato”, ha detto un portavoce presidenziale. Da parte sua, Petrobras ha indicato in un comunicato stampa che Prates ha chiesto una riunione del consiglio di amministrazione.

Il 25 aprile gli azionisti di Petrobras hanno approvato il pagamento di 22 miliardi di reais (4 miliardi di euro) di dividendi straordinari per l’esercizio 2023, durante il quale il gruppo ha realizzato il secondo utile netto più grande della sua storia, e il collocamento di altri 22 miliardi in un fondo destinato a garantire il pagamento dei dividendi futuri. Inizialmente il cda di Petrobras, controllata dallo Stato brasiliano, aveva deciso di non pagare alcun dividendo. Questo annuncio, avvenuto il 7 marzo, ha causato il crollo del prezzo delle azioni Petrobras in borsa ed è stato considerato dagli analisti come il risultato di un’ingerenza del governo negli affari della società, una possibilità che preoccupa i mercati dall’avvento al potere del presidente di sinistra Lula all’inizio del 2023.

Lula ha ripetutamente accusato i dirigenti di Petrobras di pensare solo a soddisfare gli azionisti del gruppo, a scapito dei consumatori. Poco più della metà del capitale di Petrobras è detenuto dallo Stato brasiliano, mentre il resto appartiene ad azionisti privati. Jean Paul Prates, ex senatore del Partito dei lavoratori di Lula, è stato nominato capo di Petrobras nel gennaio 2023, poco dopo l’insediamento del presidente, al quale era noto per essere vicino. Il gruppo ha già sperimentato turbolenze durante il mandato quadriennale del presidente di estrema destra Jair Bolsonaro (2019-2022). Quattro presidenti si erano succeduti alla guida dell’azienda, a causa dei violenti disaccordi sulla politica dei prezzi della Petrobras. In 68 anni di esistenza, Petrobras ha conosciuto un susseguirsi di presidenti: 39 precisamente, con una longevità media inferiore ai due anni. Lula ha posto fine al processo di privatizzazione avviato dal governo Bolsonaro. Il governo brasiliano non ha menzionato il nome di un sostituto di Prates. I media brasiliani scommettono su Magda Chambriard, ex capo dell’Agenzia nazionale del petrolio, un’organizzazione responsabile della regolamentazione dell’industria petrolifera brasiliana.

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