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Cronache

Il murale più alto del mondo è il simbolo delle Universiadi a Napoli, l’ha disegnato Jorit: la street art è contenuto

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“La street art deve essere prima di tutto contenuto, un modo per comunicare un messaggio e non mero abbellimento”. A parlare è Jorit Agoch, artista di strada napoletano. Nato a Quarto, dove ha mosso i primi passi come writer, di strada ne ha fatta parecchia e oggi il suo nome è uno dei più quotati nel panorama della street art internazionale. Ha dipinto, fra gli altri, Maradona, Che Guevara, Mandela, attivisti politici. Volti famosi e gente del popolo. Scelte che non lasciano mai indifferenti. “La decorazione è passeggera, lascia il tempo che trova, la parte più importante è il messaggio che vuoi trasmettere”, aggiunge.

Nelle prossime settimane completerà il suo ultimo lavoro al Centro Direzionale. Sarà il più alto murale al mondo realizzato con le bombolette spray, l’ennesimo record per la nostra città. L’opera, commissionatagli in occasione delle prossime Universiadi, rappresenterà cinque atleti di punta della Campania, uno per ciascuna provincia: Patrizio Oliva per Napoli, Nando de Napoli per Avellino, Carmelo Imbriani per Benevento, Antonietta De Martino per Salerno, Nando Gentile per Caserta. Il murale occuperà l’intera facciata di uno dei grattacieli, alta circa 36 metri. 

In questi anni Jorit ha dipinto volti di sportivi, personaggi politici, bambini, persone del popolo. Tutti accomunati da un tratto distintivo, gli inconfondibili segni rossi sulle guance. “Quei segni sono la mia firma e si rifanno al rituale africano della scarnificazione – spiega –. Molte tribù incidono con dei piccoli tagli i volti dei ragazzi; è il rito iniziatico che segna il passaggio all’età adulta e l’entrata dell’individuo nella tribù. Un concetto che mi ha affascinato molto e che ho esteso a tutto il genere umano: apparteniamo tutti alla stessa human tribe”.

Jorit s’è sempre schierato. Un’arte militante, la sua, che gli ha causato anche qualche problema. Come l’estate scorsa a Betlemme, in Palestina, quando fu arrestato mentre realizzava il volto dell’attivista Ahed Tamimi. “Ci trovavamo dal lato palestinese del muro – racconta l’artista – quando siamo stati arrestati dalla polizia israeliana. Ci hanno trattenuto per 24 ore prima di rilasciarci. Un episodio molto spiacevole che ho superato grazie alle tante manifestazioni di solidarietà”. Più di recente, Jorit è stato aggredito da un consigliere municipale mentre lavorava al volto di Ilaria Cucchi, che lotta da anni per ottenere verità e giustizia sulla morte del fratello Stefano.

Come molti artisti della bomboletta, Jorit ha iniziato dedicandosi ai graffiti e alle tag, le firme che i writer appongono ai propri disegni, quasi sempre illegali. Ad un certo punto ha iniziato a ritrarre volti e non s’è più fermato. “Mi hanno sempre affascinato tantissimo perché attraggono le persone in modo molto più incisivo dei tag. Mi sono reso conto che la comunicazione era più immediata, più potente. I volti ci ricordano che siamo tutti uguali, sono qualcosa in cui tutti possono riconoscersi. Di fronte ad un viso – sottolinea – le differenze si annullano”.

Per le sue opere ha scelto quasi sempre zone di periferia. A Taverna del Ferro, nel Bronx di San Giovanni a Teduccio, svetta il murale di Che Guevara più grande al mondo. All’altro estremo della strada, quello di Diego Maradona. “Vengo dalla periferia e nelle periferie situo la maggior parte delle mie opere. Mi piace pensare che possano contribuire al loro riscatto – prosegue – ma c’è anche una questione pratica. Nelle zone di periferia ci sono spazi più ampi, i grandi palazzi dell’edilizia popolare rappresentano spesso lo sfondo ideale per le mie opere”.

Un altro elemento accomuna molti writer ed artisti di strada: l’anonimato. A Jorit in realtà “non interessava tanto la comunicazione, per questo non mostravo il mio volto. Ad un certo punto, aumentando l’attenzione mediatica, mi è sembrato giusto farlo, anche perché iniziava a diventare controproducente, c’erano persone che parlavano per me e non mi andava bene”.

Sul futuro non si sbilancia. “Per ora sono concentrato su quest’opera, che sarà pronta per fine mese. Poi si vedrà, vivo la vita giorno per giorno”.

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Stupro di gruppo: gli imputati rinunciano all’abbreviato

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Si svolgerà con il rito ordinario il processo ai sei ragazzi palermitani accusati di aver violentato, a luglio scorso, una 19enne al Foro Italico. Gli imputati avevano presentato richiesta di ammissione al rito abbreviato condizionando l’istanza a una serie di nuove attività tra le quali l’esame in aula della vittima che il gup ha però respinto. La 19enne peraltro è stata sentita dal Gip di Palermo, Clelia Maltese, nel corso di un incidente probatorio, due mesi e mezzo fa. Il giudice ha invece deciso di accogliere la richiesta di disporre una consulenza tecnica sul telefono della ragazza, ma i difensori hanno comunque rinunciato all’abbreviato optando per il dibattimento.

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Cronache

Otto milioni evasi al fisco, tre aziende irpine nei guai

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False fatturazioni ed altrettante inesistenti operazioni transnazionali per evadere le imposte dirette e i versamenti Iva. Tre aziende operanti in provincia di Avellino sono state denunciate dalla Guardia di Finanza per una evasione complessiva di otto milioni di euro nel corso di altrettante verifiche fiscali. Cinque milioni sottratti alla tassazione dirette e 1,5 milioni all’Iva. Nel corso dei controlli è anche emerso che un professionista del capoluogo ha sottratto mezzo milione di euro all’erario facendo figurare come acquisite prestazioni tecniche, in realtà mai ricevute, ma falsamente fatturate da una società a lui riconducibile.

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Fassino denunciato, informativa Polaria trasmessa a pm

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E’ all’attenzione dei magistrati della Procura di Civitavecchia l’informativa della Polaria sull’episodio del furto di una confezione di profumo da parte del parlamentate Piero Fassino in un negozio del duty free di Fiumicino e costata una denuncia. Allegato all’incartamento anche il video di quanto avvenuto il 15 aprile scorso nello scalo della Capitale e ripreso da una telecamera di sicurezza presente nell’esercizio commerciale. Nei giorni scorsi è emerso dal racconto di alcuni dipendenti del negozio che Fassino sarebbe stato autore già di un tentativo di furto nelle scorse settimane. Spetterà ora ai pm decidere come procedere e se affidare delega alla polizia giudiziaria per svolgere ulteriori approfondimenti.

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