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Cronache

Guaidò chiama il popolo e i militari alla rivolta contro Maduro, Venezuela sull’orlo della guerra civile

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“Il momento è adesso”. Dopo quattro mesi di crisi istituzionale, di dramma umanitario, di appelli alla “fine dell’usurpazione” del presidente venezuelano Nicolas Maduro, il leader dell’opposizione Juan Guaidò ha rotto gli indugi e lanciato l’Operazione Libertà: in un video ha chiamato i militari alla ribellione e il popolo a scendere di nuovo in piazza. Circondato da soldati pesantemente armati, nella base aerea di La Carlota a Caracas, l’autoproclamatosi presidente ad interim, riconosciuto da una sessantina di Paesi, era affiancato dall’attivista Leopoldo Lopez, arrestato nei mesi scorsi e liberato dagli arresti domiciliari nelle ultime ore proprio dai quei militari che hanno deciso di schierarsi al fianco di Guaidò.

Ma Maduro non molla. Il presidente rivendica la lealtà dei comandanti militari e chiama a sua volta a una “mobilitazione popolare” per fermare il colpo di Stato: “Vinceremo”. Il vicepresidente del Partito socialista unito, Diosdado Cabello, ha invitato i chavisti a recarsi al Palazzo presidenziale di Miraflores per difendere la Costituzione e il presidente Maduro.

Il mondo si divide, seguendo più o meno gli stessi schieramenti che si erano visti nelle prime settimane della crisi: gli Stati Uniti, i primi a riconoscere la legittimità di Guaidò, sostengono la sua battaglia per la democrazia con il presidente Donald Trump che sottolinea di “stare con il popolo venezuelano”, mentre la Russia accusa l’opposizione di fomentare il conflitto. L’Europa, divisa, resta in silenzio. L’Italia, preoccupata per le centinaia di migliaia di italo-venezuelani, ha rinnovato l’appello a una “transizione politica pacifica” attraverso “nuove elezioni presidenziali pienamente libere”. I Paesi latinoamericani si schierano con l’oppositore, tranne Cuba e la Bolivia che condannano un tentativo di colpo di stato diretto dall’estero.

“Preoccupato” il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, che lancia un appello alle parti alla moderazione. Per le strade di Caracas si sono registrati scontri tra l’esercito di Maduro e i militari che appoggiano Guaidò, che come lui indossano una fascia azzurra al braccio per distinguersi dai soldati del fronte opposto. I feriti sarebbero decine, tra cui almeno un militare, fedele al governo chavista, colpito fuori dalla base di La Carlota. Le immagini televisive hanno mostrato anche blindati dell’esercito che avanzavano sulla folla investendo almeno un dimostrante. Gli attivisti hanno denunciato il blocco di internet, anche se a intermittenza, e ad alcuni servizi sui social network.

Anche le trasmissioni della Bbc e della Cnn sarebbero state oscurate. La situazione è tesa, tanto che il Dipartimento di Stato Usa ha invitato i cittadini americani presenti in Venezuela ad abbandonare subito il Paese, dove tra le altre cose rischiano anche la detenzione. Secondo l’agenzia Reuters, Erik Prince, fondatore della Blackwater e influente sostenitore del presidente Trump, ha predisposto un piano per schierare 5.000 mercenari a fianco di Guaidò e rovesciare Maduro. E sta da tempo cercando investitori e sostegno politico tra le file dei supporter del tycoon e i venezuelani in esilio. Guaidò dopo aver lasciato la base di La Carlota è poi tornato in piazza ad arringare i suoi sostenitori: “Abbiamo parlato con i nostri alleati nella comunità internazionale e abbiamo il loro forte sostegno. L’Operazione Libertà è iniziata e resisteremo fino a raggiungere un Venezuela libero”.

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Stupro di gruppo: gli imputati rinunciano all’abbreviato

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Si svolgerà con il rito ordinario il processo ai sei ragazzi palermitani accusati di aver violentato, a luglio scorso, una 19enne al Foro Italico. Gli imputati avevano presentato richiesta di ammissione al rito abbreviato condizionando l’istanza a una serie di nuove attività tra le quali l’esame in aula della vittima che il gup ha però respinto. La 19enne peraltro è stata sentita dal Gip di Palermo, Clelia Maltese, nel corso di un incidente probatorio, due mesi e mezzo fa. Il giudice ha invece deciso di accogliere la richiesta di disporre una consulenza tecnica sul telefono della ragazza, ma i difensori hanno comunque rinunciato all’abbreviato optando per il dibattimento.

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Otto milioni evasi al fisco, tre aziende irpine nei guai

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False fatturazioni ed altrettante inesistenti operazioni transnazionali per evadere le imposte dirette e i versamenti Iva. Tre aziende operanti in provincia di Avellino sono state denunciate dalla Guardia di Finanza per una evasione complessiva di otto milioni di euro nel corso di altrettante verifiche fiscali. Cinque milioni sottratti alla tassazione dirette e 1,5 milioni all’Iva. Nel corso dei controlli è anche emerso che un professionista del capoluogo ha sottratto mezzo milione di euro all’erario facendo figurare come acquisite prestazioni tecniche, in realtà mai ricevute, ma falsamente fatturate da una società a lui riconducibile.

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Fassino denunciato, informativa Polaria trasmessa a pm

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E’ all’attenzione dei magistrati della Procura di Civitavecchia l’informativa della Polaria sull’episodio del furto di una confezione di profumo da parte del parlamentate Piero Fassino in un negozio del duty free di Fiumicino e costata una denuncia. Allegato all’incartamento anche il video di quanto avvenuto il 15 aprile scorso nello scalo della Capitale e ripreso da una telecamera di sicurezza presente nell’esercizio commerciale. Nei giorni scorsi è emerso dal racconto di alcuni dipendenti del negozio che Fassino sarebbe stato autore già di un tentativo di furto nelle scorse settimane. Spetterà ora ai pm decidere come procedere e se affidare delega alla polizia giudiziaria per svolgere ulteriori approfondimenti.

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