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Cronache

Bimba di 4 anni violentata, ricoverata all’ospedale pediatrico Santobono di Napoli

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Bimba rom di 4 anni violentata e ricoverata al Santobono, madre sporge denuncia nei confronti di un parente fermato dalle forze dell’ordine. Borrelli (Verdi): “Episodio disumano che purtroppo sembra confermato dalle prime verifiche. Seguiremo da vicino questa terribile vicenda fino alla condanna dell’orco che spero sia esemplare”.
“Una bimba di quattro anni di etnia rom è stata ricoverata due giorni fa presso l’ospedale Santobono dopo aver subito violenza sessuale, stando alla denuncia della madre che l’ha accompagnata, da parte di un componente della famiglia. Purtroppo le prime verifiche sanitarie sembrano confermare quanto asserito dalla donna. E’ bastato poco ai medici di guardia per capire subito cosa fosse accaduto. La bimba è stata adesso trasportata al Policlinico per ulteriori e più approfonditi accertamenti mentre le forze dell’ordine hanno fermato il presunto colpevole”. Lo ha reso noto il consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, componente della commissione Sanità, il quale, in seguito alla segnalazione del gravissimo episodio, ha chiesto e ottenuto conferma di quanto accaduto dal direttore dell’ospedale pediatrico partenopeo, Anna Maria Minicucci.
“Si tratta di un episodio disumano – ha proseguito Borrelli – del quale seguiremo da vicino tutti gli sviluppi fino a quando l’orco non sarà condannato in maniera esemplare. La violenza contro le donne è sempre inaccettabile e richiede risposte immediate da parte di magistratura e forze dell’ordine. Quando la vittima è una bimba di pochi anni assume una gravità tale da meritare il massimo della pena che può essere comminata alla bestia che ha potuto compiere un simile atto. Faremo di tutto per mantenere accesi i riflettori su questa vicenda fino alla sua conclusione”.

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Cronache

Bambino investito e ucciso alla periferia di Perugia

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Un bambino di pochi anni è morto dopo essere stato investito in strada alla periferia di Perugia. L’incidente è avvenuto nella zona di San Sisto. Sono in corso accertamenti della polizia locale per ricostruire quanto successo.

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Cronache

Eredità Agnelli: disposti sequestri per 74 milioni

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E’ stato disposto dalla procura di Torino un sequestro di beni preventivo per 74 milioni di euro nell’ambito dell’inchiesta che ruota intorno all’eredità di Gianni Agnelli. Il provvedimento riguarda i fratelli John, Lapo e Ginevra Elkann, il commercialista Gianluca Ferrero e il notaio svizzero Urs Robert Von Gruenigen.

Il sequestro è stato disposto da un gip del tribunale di Torino su richiesta della procura ed è finalizzato alla confisca, anche per equivalente, di beni mobili e immobili fino a 74,8 milioni. A eseguire il provvedimento è stata incaricato il nucleo di polizia economico-finanziaria di Torino della guardia di finanza. Il fascicolo è aperto per dichiarazione fraudolenta e truffa ai danni dello Stato.

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Cronache

Camorra: il pentimento shock di Luisa De Stefano, la boss del rione Pazzigno

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È un vero colpo di scena quello che emerge dalle aule di giustizia napoletane: Luisa De Stefano, leader indiscussa del gruppo camorristico delle “pazzignane”, ha deciso di collaborare con la giustizia dopo otto anni di detenzione. La notizia, riportata oggi dal Corriere del Mezzogiorno, getta nuova luce sulle dinamiche criminali di San Giovanni a Teduccio, rione di Napoli Est, dove il gotha della camorra era solito emettere le sue sentenze di morte.

Il nome di Luisa De Stefano è stato associato a crimini. Siamo in un quartiere dove sono stati commessi due omicidi di spicco  nel 2016: quello di Francesco Esposito, affiliato al gruppo Piezzo, e di Raffaele Cepparulo, scissionista del rione Sanità. Quest’ultimo agguato, avvenuto in un circolo ricreativo di via Cleopatra, costò la vita anche all’innocente Ciro Colonna, appena 19enne. De Stefano, durante una serie di udienze, ha ammesso le proprie responsabilità e ha iniziato a fornire dettagli preziosi sul ruolo del suo gruppo e dei clan rivali.

Secondo le prime dichiarazioni della neo pentita, le riunioni per decidere le sorti delle vittime avvenivano su una scala condominiale, fuori dall’abitazione di Ciro Rinaldi, storico capo dell’omonimo clan. Luisa De Stefano, tuttavia, poteva permettersi il lusso di dare del tu ai capi della malavita e di partecipare attivamente alle decisioni di vita e di morte.

Il suo pentimento, consumato in due udienze consecutive, potrebbe rappresentare un duro colpo per il cartello criminale di Napoli Est e segnare un’importante svolta nelle indagini della Direzione Distrettuale Antimafia.

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